Recensioni per
La corte dei demoni
di _Sherazade_

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/05/23, ore 00:11
Cap. 18:

Buonasera Sherazade,
ho trovato questo tuo racconto, risalente a molti anni fa, mentre curiosavo su EFP e ho deciso di leggerlo. L'ho fatto in questi ultimi due giorni e mi sembrava di dovere condividere con te il mio parere.
Prima però volevo dirti che comprendo bene che cosa intendi quando dici che ci sei affezionata perché è stato il tuo primo lavoro e che hai prodotto varie versioni prima di trovare quella definitiva, o almeno che ritieni tale.

Dal punto di vista del testo, a parte qualche errorino (di cui uno ripetuto varie volte: "aldilà" nel senso di oltretomba è giusto scritto attaccato, ma lo scrivi attaccato anche quando intendi "oltre", mentre la forma corretta è in tal caso "al di là"), mi sembra di per sé piuttosto buono.
Il resto può essere migliorato forse in qualche punto, per esempio per la questione di nomi vs ambientazione. Mi pare di capire sia ambientato in Italia, prima del passaggio all'altra dimensione, eppure nessun personaggio ha un nome italiano.
Ora, per quanto ciò sia assolutamente possibile (io stessa ho un nome dal sound francese, pur essendo italiana) mi sembra un po' strano anche che ci siano personaggi che hanno versioni straniere di nomi italiani. Gabriel ci può anche stare, ma George anziché Giorgio mi sembra molto inconsueto. Magari sarebbe stato interessante approfondire le sue origini, o in alternativa che lo usasse come soprannome.

La vicenda fantasy a mio parere coinvolge e ha spunti di riflessione interessanti, in particolare quello secondo cui, visto che i demoni vivono sui duemila anni, la loro mentalità e i loro usi non debbano per forza essere valutati sulla base del nostro metro di giudizio.
Obiettivamente parlando, la pena di morte per relazioni proibite è atroce, ma stiamo parlando di fatti che potrebbero essere accaduti parallelamente al nostro Medioevo, quando la gente comune rischiava comunque di essere condannata a morte a caso.
Solo due cose mi lasciano un po' perplessa, la prima delle quali è che non venga mai specificato in che modo Ayla fosse destinata a morire, la seconda che Apodis rinunci al suo ruolo di demone in apparenza solo per stare con Ayla. Per quanto possa anche starci, considerato che la storia inizia con lui che per la prima volta si sente a disagio nel fare il suo "lavoro", secondo me sarebbe stato coerente darvi un po' di peso, magari osservando che si stava sentendo traumatizzato nel dovere prelevare persone in punto di morte.

Hai detto che nella storia, a tuo parere, ci sono dei cliché, e sinceramente non ne ho notati molti nella vicenda fantasy. Tuttavia ne ho visti almeno un paio nella vicenda... come chiamarla, umana? Innanzi tutto capita spesso di incontrare protagoniste appassionate di letteratura classica che si sentono superiori a chi non ha letto Austen e la Bronte (sempre loro, peraltro!) o addirittura ha commesso il grave crimine di leggere libri spazzatura. Ancora più spesso questa passione per la letteratura classica non viene mai più menzionata nel corso della vicenda... ed ecco, questo succede anche qui!
Altra cosa, l'amicizia tra Ayla e la collega a mio parere rientra nel cliché di amicizia morbosa presentata come sana: Layla vuole imporre un fidanzamento ad Ayla perché *deve* trovare l'amore, Layla porta sempre con sé Ayla a fare da terzo incomodo quando è con il fidanzata, Layla impone ad Ayla di andare in vacanza, in più pare che, per quanto Ayla sia affezionata ai suoi animali, anche questi non siano stati una sua scelta ma Layla glieli ha portati a casa imponendole di adottarli.
Per questo aspetto, tuttavia, sono positivamente impressionata dai nomi che hai scelto per loro: particolare peraltro a cui mai, nel corso della storia, si accenna. Essenzialmente, Ayla e Layla differiscono soltanto per una L. In più tutto lascia pensare che vivano nel nord Italia, dove spesso si usano gli articoli davanti ai nomi propri e probabilmente Ayla viene comunemente definita *l'Ayla*. Non so se sia stata una scelta volontaria o inconscia, ma trovo azzeccatissima questa cosa, un po' come se fossero la stessa persona che vive in due corpi.

In sintesi, lo trovo un buon lavoro, con qualche piccolo difetto (su cui forse mi sono dilungata troppo, ma non perché non l'abbia apprezzato, proprio perché mi sentivo di darti dei suggerimenti sotto certi punti di vista), ma in generale un buon lavoro.
Un saluto,

Milly Sunshine