Che si vinca o che si perda mi piace andare a spulciare le storie “avversarie”, alla fine di un contest e lasciare un piccolo commento.
Solo che non sarà tanto piccolo, temo. Questa storia mi ha lasciato un po’... confusa?
Non lo so, è una sensazione indefinita. Partiamo dal presupposto che la trama ha molte potezialità, davvero molte, ma secondo me durante la narrazione si perdono un po’ nel tuo stile fin troppo ricco.
Sia chiaro, io trovo il tuo stile stupendo, ma associato alla poesia: a un testo breve che deve suscitare in chi lo legge immagini vivide, sensazioni e emozioni. Se usato per una prosa (come può essere un racconto, un romanzo) in generale qualcosa con una trama -soprattutto se abbastanza sostanziosa come in questo caso- invece risulta troppo arzigogolato, pesante.
Non c’è nulla di male nel voler rendere una descrizione un po’ più fiabesca o onirica, ma il troppo stroppia; troppe metafore, similitudini e periodi artefatti appensantiscono la lettura e affaticano la mente di chi legge (troppe informazioni che devono essere tradotte in immagini o parafrasate) specie se poi, nella foga, nell’entusiasmo della scrittura, si danno informazioni discordanti.
Questo è un altro punto dolente della storia, per tutto il racconto vengono date informazioni che a volte sembrano contraddirsi l’una con l’altra assieme a metafore non del tutto corrette che vanno ad appensantire ulteriormente.
Ti faccio un esempio: Parli di rugiada e di erba che crocchia (la rugiada al massimo fa swissh quindi presumo che tu volessi intendere brina) poi di terreno arato e di messi raccolte, (che si fa di solito prima delle gelate e non quando la temperatura va sotto lo zero → brina=freddo e temperature attorno allo zero) e poi ancora parli di calura che gronda, il che rende difficile capire se si tratti di un mondo onirico, di un paesaggio rurale o di un ambiente stile deserto dove di notte si va sotto zero e di giorno si schiatta di caldo. “Sfrondare” le metafore e dire un generico “Autunno”, avrebbe secondo me reso molto meno pesante la lettura che già dall’inizio è difficoltosa. Stessa cosa per l’ambientazione, inizialmente sembra un paesaggio rurale di fine ‘800 , poi appare un serafino e quindi dice “ok, potrebbe essere un classico mondo fantasy”, poi arrivano i gendarmi e le volanti e allora sorge il dubbio. Ma che razza di luogo/non luogo è questo? Un fantasy urbano? Ci può stare, uno può scrivere quel che gli pare, ma in tal caso avrei speso due paroline all’inizio per spiegare allora che i serafini, nell’universo creato da te, sono una razza comune che vive in piccole comunità (tipo hamish) , lo fai intuire verso la fine della storia, è vero, ma dissipi di poco la confusione creata da cose che forse a te sono chiare ma che a un lettore (che devi ricordare non è nella tua testa, non sa quello che sai tu) invece non lo sono, andiamo con ordine, di seguito i punti “cruciali”, secondo me”, che rendono questa storia pesante e confusa e che con qualche piccolo accorgimento avresti potuto alleggerire e rendere più chiara.
Al suo ritorno, il contadino lo ritrova nella stessa posizione in cui l'ha lasciato, accanto, le piume nere dei corvi formano una delicata corona. - Qui ad esempio manca un soggetto, chi è che ritrova il contadino? Poldrino o il serafino?
Non sa che, dietro di sé, nelle messi lavorate di fresco, i corvi banchettano su dei cadaveri mutilati. - Dei cadaveri mutilato dovrebbero attirare FROTTE di uccelli necrofagi, corvi, gabbiani, animali del sottobosco, possibile che non si sia accorti di un tale scempio? Posso capire che sia preoccupato di soccorrere il serafino (e anche qui, l’ambientazione rurale giustificherebbe il portarselo a casa e accudirlo, ma se poi si parla di volanti dei gendarmi, quindi auto… perché non chiamare un’ambulanza a questo punto?) ma l’odore della decomposizione si dovrebbe sentire.
Tornato a casa lascia che sia il giovane sguattero Gualtiero a prendersi cura del corpo svenuto; questi lo porta (...) La moglie lo trova pensieroso nel grande vestibolo - Questo periodo è decisamente confuso. “Questi lo porta”, quindi il soggetto della frase si sposta su Gualtiero , ma poi la moglie lo trova pensieroso ecc.. (quindi uno pensa la moglie di Gualtiero, non di Matthia)
successivamente diviene lo sguattero di Matthia all'ostello di Vallefrusta. - All’inizio era Verdefrusta, attenzione; poi perché, al contrario degli altri nomi di luoghi di cui metti solo l’iniziale, la valle ha un nome? Inoltre, nonostante tu abbia descritto tutto al presente, questa parte sarebbe suonata meglio con un cambio di tempo ( Venne abbandonato, divenne, ecc…) perché comunque racconti eventi passati.
il calore che emana la terra accappona la pelle come il freddo stridio della ghiaia di un lago ghiacciato - questa è una di quelle metafore confuse di cui parlavo all’inizio. Il caldo di solito non accappona la pelle. Non sto dicendo che sia necessario rimuovere completamente le metafore, ma prova pensare alla stessa frase, togliendo il riferimento al caldo e lasciando invece una generica sensazione: Quel posto gli da una sensazione spiacevole, che gli fa accapponare la pelle, come il suono stridente della ghiaia su un lago ghiacciato - Ho detto più o meno la stessa cosa ma a un lettore è più immediato tradurre le parole nella sensazione da te descritta.
Ti nota e si erge (...) Ti avvicini ammaliato - non che sia sbagliato questo cambio di persona, ma aggiunge confusione alla confusione.
desiderio di raggiungere Efelia - posso presumere che Efelia sia la figura del sogno, ma come so/sa Gualtiero il suo nome?
Eulalia scosta delicatamente l'arto e il suo viso si congela in una smorfia d'orrore. Atterrita arretra trascinando con se il lenzuolo e cade scomposta sul freddo pavimento(...) - Mi... Ha cerc... - Esordisce con voce roca e tremolante di paura - non capisco, dove sono? - Chiede infine con tono mesto e sorpreso (...) Senza più nessun timore e tentennamento denuncia l'agressione dell'alato che l'ha prelevata, silenzioso come una faina, dal suo letto d'amore per poterla abusare a suo piacimento - questo pezzo, ma anche tutto il seguente, non sono chiari. Creano un sacco di domande a cui la storia non risponde: Cosa è successo a Eulalia? Perché ha reagito così? Centra il volto martoriato della creatura di cui si parla dopo? Ma in quel caso, perché il volto è decomposto? Lo era anche prima? E se sì…. di nuovo la domanda sorge spontanea, perché non chiamare un medico? Se trovi un tizio con la gola squarciata per strada non te lo porti a casa.Poi arrivano i gendarmi, chi li ha chiamati? Matthia? E la folla da dove spunta? Come fanno a sapere cosa è successo? (Perché si accaniscono contro Anacleto e lo ingiuriano, quindi devono avere un motivo). Perché gli hanno portato davanti le carcasse? Come sanno se sia stato lui?
Come fanno i gendarmi a giungere alla conclusione che non siano stati animali selvatici in un solo giorno? Il paesino rurale ha un laboratorio di analisi forense?
Mio cugino abita a M... ai piedi del monte H... su nella regione T... - ti giuro, è terribile da leggere. Non vuoi mettere i nomi, va bene, di “Abita a sud/nord/ovest/ovunque/ nelle regioni settentrionali/ poco prima della grande catena montuosa”, ci sono un sacco di alternative.
E di nuovo ricominciano le domande senza risposta: In cosa possono aiutarli i serafini? Possibile che non ci sia un posto sicuro dove rinchiudere
Anacleto? Una prigione?
E Gualtiero, ora è sveglio o no? Perché non riesce a rompere la finestra, quali poteri ha efelia e soprattutto dove la sta vedendo?
Qui abbiamo la parte dei rami che grondano calura, c’è stato uno sbalzo di tempo non detto? Ora è giorno? Se sì, perché nessuno si è ancora chiesto che fine abbia fatto gualtiero? Perché Eulalia aizza la folla quando è stata lei stessa ad ammettere che voleva avere il serafino? Come è possibile che decidano di arderlo sul rogo senza che nessuno dica nulla? Per un tentato stupro? E i gendarmi li lasciano fare? In che razza di Limbo si trova Gualtiero e come ne esce alla fine?
La parte del racconto di Efelia è davvero bella, semplice, delicata (c’è solo un piccolo particolare, quel contemporaneamente quando parla delle molestie, che probabilmente ti è sfuggito) a tratti ancora un po’ confusa, ma decisamente meno del resto del racconto, così come la parte narrata da Anacleto. Come ho detto all’inizio ha un enorme potenziale come storia, anche la scena in cui Efelia esce dalle fiamme e distrugge tutti coloro che avevano condannato Anacleto è stata molto evocativa, manca però di spiegare il perché Gualtiero debba diventare il guardiano di Anacleto o come mai non ne avesse uno prima.
In sintesi, un gran potenziale, ma poca attenzione per i dettagli e troppe metafore confuse. |