OTTAVO POSTO AL WINTER CONTEST
Felicità
di Akemichan
_Sviluppo della trama e personaggi: 8/10
La storia è una piccola perla introspettiva in cui Nami, a distanza di tanti anni dal giorno in cui si è unita alla ciurma di Cappello di paglia, in una giornata invernale di riposo, riflette su quanto sia cambiata la sua vita e quanto si senta felice ed appagata per quello che ha ora.
Il titolo è perfetto per questa one shot, arriva dritto al punto, facendo immediatamente capire il tema portante che ti ha spinta a scrivere.
La felicità è proprio uno stato d'animo interessante da provare, non dipende solo da cose importanti, ma spesso sono le piccole gioie, i particolari più semplici e quotidiani, a far sentire felice una persona, il tipo di dettagli che hai descritto tu: un letto caldo da condividere con chi amiamo, l'aspettativa per il futuro più immediato, le piccole fissazioni dei propri amici e i loro gesti che si ripetono in un'armonia prevedibile ma rassicurante.
Nami, la protagonista, è tratteggiata benissimo, dai movimenti, eleganti e misurati, ai pensieri, semplici ma mai scontati. È un personaggio che in passato ha sofferto molto e quindi comprende ancor meglio quanto sia importante e prezioso questo momento di gioia che si sta pregustando da sola, prima che il suo uomo si svegli e che i suoi amici animino il resto della casa con la loro presenza e le loro voci, prima di vivere e godersi un altro giorno accanto a tutti loro.
Solo una cosa non mi ha del tutto convinta in quest'aria tanto "domestica", il suo rapporto con Rufy è sempre stato tempestoso nonostante si sia sempre percepito il loro affetto, e qui sembra tutto un po' troppo idilliaco, io gli avrei fatto dire qualcosa per farla innervosire in modo che lei gli avrebbe tirsto un pugno e poi sorriso di nuovo felice per questa quotidianità.
_ Stile, sintassi e grammatica: 8,5/10
✏"Non mi succede spesso, e ogni volta è sempre una sorpresa che mi piega le labbra in un sorriso da scema, ma che non posso trattenermi..." -> "Non mi succede spesso, e ogni volta è sempre una sorpresa che mi piega le labbra in un sorriso da scema, ma che non posso trattenere" oppure "ma non posso trattenermi"
✏" il sorriso da scema si nasconde dietro il bicchiere di aranciata, ma rimane lì, nel cuore..."
Stai parlando di qualcosa che avverrà più tardi quindi è necessario coniugare il verbo al futuro -> "... il sorriso da scema si nasconderà dietro il bicchiere di aranciata, ma rimarrà lì, nel cuore..."
✏ "Il tutto sfuma tra i fiocchi di neve bianca, mentre la mia mente immagina il futuro.
Rufy che corre di bancarella in bancarella, con l'intenzione di assaggiare ogni singolo piatto tipico e finendo per riempire la bocca tra dolce e salato. Sanji segue lo stesso percorso, ma si ferma a parlare, ad ascoltare le ricette e a memorizzarle per riprodurle sulla nave. E poi viene da me e Robin con una bella tazza di cioccolata fumante in mano. Zoro si siede nella locanda a bere l'alcol bollente che servono qui, e magari mi invita anche a fargli compagnia, giusto per non sbronzarsi da solo di prima mattina. Come se noi potessimo sbronzarci, tra l'altro.
Usop finisce per farsi coinvolgere nella gara locale di pupazzi di neve, o magari..."
Nami sta fantasticando quindi i tre puntini di sospensione sarebbero stati un bel tocco per sottolinearlo, inoltre hai cominciato le descrizioni con "Rufy che corre" e avresti dovuto mantenere questa forma anche nel seguito, ossia ->
"Il tutto sfuma tra i fiocchi di neve bianca, mentre la mia mente immagina il futuro...
Rufy che corre di bancarella in bancarella, con l'intenzione di assaggiare ogni singolo piatto tipico e finendo per riempire la bocca tra dolce e salato. Sanji che segue lo stesso percorso, ma si ferma a parlare, ad ascoltare le ricette e a memorizzarle per riprodurle sulla nave. E poi viene da me e Robin con una bella tazza di cioccolata fumante in mano. Zoro che si siede nella locanda a bere l'alcol bollente che servono qui, e magari mi invita anche a fargli compagnia, giusto per non sbronzarsi da solo di prima mattina. Come se noi potessimo sbronzarci, tra l'altro.
Usop che finisce per farsi coinvolgere nella gara locale di pupazzi di neve..."
Oppure, cosa che a mio parere sarebbe stata più bella a vedersi, scrivere in corsivo la parte dopo i puntini di sospensione in moda da non dover utilizzare il "che". ->
". Il tutto sfuma tra i fiocchi di neve bianca, mentre la mia mente immagina il futuro...
Rufy corre di bancarella in bancarella, con l'intenzione di assaggiare ogni singolo piatto tipico e finendo per riempire la bocca tra dolce e salato. Sanji segue lo stesso percorso, ma si ferma a parlare, ad ascoltare le ricette e a memorizzarle per riprodurle sulla nave. E poi viene da me e Robin con una bella tazza di cioccolata fumante in mano. Zoro si siede nella locanda a bere l'alcol bollente che servono qui, e magari mi invita anche a fargli compagnia, giusto per non sbronzarsi da solo di prima mattina. Come se noi potessimo sbronzarci, tra l'altro.
Usop finisce per farsi coinvolgere nella gara locale di pupazzi di neve..."
✏Ripetizione: "...il piede che si posa a terra con la dolcezza di una piuma. L'altro piede segue poco dopo..." ->
" ...il piede che si posa a terra con la dolcezza di una piuma. L'altro lo segue poco dopo..."
Il testo è pulito e fluido, scorre in modo impeccabile dall'inizio alla fine mantenendo costante il registro linguistico e la "sonorità", passami il termine un po' inappropriato.
La prima persona usata col tempo presente non è così facile da utilizzare visto che può portare a fare molte ripetizioni, ma tu sei stata molto brava a non cadere nel tranello.
Gradimento personale: 9 /10
La one mi è piaciuta molto, sei riuscita a farmi entrare nella testa di Nami in modo tutt'altro che banale, hai una notevole sensibilità e questo ti aiuta a far percepire i sentimenti dei personaggi che descrivi.
Una frase in particolare mi ha colpita: "La fisso per un attimo, senza avvicinarmi, e rifletto su quanto quella finestra paia somigliare alla mia sensazione di gioia. È lì, è presente, ma allo stesso tempo non permette di toccarla né di avvicinarla. Nel caso della luce, però, mi basterebbe guardare oltre i vetri per comprendere. Mi basterebbe fare due passi e voilà, mistero risolto."
Bellissima! Hai descritto esattamente l'impossibilità di toccare con mano la felicità, pur sentendola così a contatto con noi.
TOTALE: 25,5/30
VINCITRICE DEL PREMIO SORRISO
(Recensione modificata il 28/02/2016 - 06:30 pm)
(Recensione modificata il 28/02/2016 - 11:39 pm) |
