Recensioni per
Jigai (自害)
di innominetuo

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
19/01/18, ore 11:07

すごい。
Meraviglioso, davvero.
Trovo questo breve testo molto giapponese nella sua eterea seppur presente delicatezza. Hai fatto un lavoro splendido nel canalizzare il dolore di questa coraggiosa guerriera, che non si cura della ferita del proprio corpo quanto quella che le scava l'anima, riversando il suo sangue e quello dei suoi compagni nella terra dell'amata madrepatria.
Complimenti per la cura dei dettagli, per la tua cultura e per il modo delizioso con cui hai scritto questo brano.

Un abbraccio,
falcediluna_

Recensore Master
07/06/17, ore 17:17

Mi sono accorto che c'era ancora un tassello di Naginata. Traspira tutto ciò che finalmente ho letto da Wikipedia, condito con le emozioni che solo tu come scrittore puoi suscitare :) L'attesa: intimare silenziosamente alla sorella di non essere precipitosa, perché prima di tutto è un rito onorevole, non un'esecuzione. Il rimpianto: il tempo di meditare che potrebbe aver fatto morire così tanti uomini per una causa già persa in partenza. La fretta mista a paura: temere che il dolore possa protrarsi per troppo tempo, temere che del suo corpo possa essere fatto scempio. Accettazione: accogliere la morte a braccia aperte.
Bel momento finale.
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
24/05/17, ore 20:55

Rieccomi qua!!
Che posso farci, mi piacciono le tue storie ormai!
Ho scelto questa perche', da appassionato del Giappone, conosco bene le gesta delle donne guerriere dell'epoca feudale.
In realta' mi ricordavo principalmente Tomoe Gozen (che tu citi).
Veniamo al tuo racconto.
L'ho trovato molto struggente. In un epoca e in una societa' basata sul culto della guerra, dove la massima aspirazione e' la morte gloriosa in battaglia (e cosa c'e' di meglio di battersi fino all'ultimo contro un numero soverchiante di nemici...alla brutta, si rimediava con il Seppuku), Nanako riesce per un momento a riflettere sull'orrore e sull'inutilita' della guerra. Davvero incredibile, per quei tempi. Forse perche' e' una donna, e ha un approccio diverso. E nell'ultimo istante di vita la sua sensibilita' femminile emerge.
In una societa' rigida come quella giapponese (e come tutte quelle feudali, del resto) le donne potevano intraprendere attivita' maschili, ma gli creavano una categoria apposita. Potevano essere guerriere, ma non Samurai (con i loro privilegi). Non potevano nemmeno essere Ninja, nonostante fossero assassini e sicari senza un codice d'onore: diventavano Kunoichi.
Tomoe, ad esempio, divenne l'amante del suo signore Minamoto Yoshinaka. Spesso era un subdolo stratagemma: per conquistarti la fedelta' assoluta di una donna, passavi per il suo cuore. Per questo consigliavano si unirsi carnalmente a loro: avevi una guerriera innamorata di te e disposta a MORIRE, letteralmente. Ma mi piace pensare che tra loro ci fosse amore vero.
Cosi' come mi piace pensare che Nanako, Tomoe e le loro "colleghe" fossero stimate ed apprezzate dagli uomini, perlomeno da quelli non cosi' ottusi e retrogradi da limitarsi a deriderle o disprezzarle.
Erano donne bellissime ma anche coraggiose. Bellezza e forza insieme. Cosa potrebbe desiderare di piu' un guerriero? Per me facevano girare la testa a tutti anche se non lo ammettevano, era sinonimo di debolezza. Ma credo che anche allora esistessero uomini sensibili, gentili ed intelligenti.
La storia e la letteratura ne sono piene, di esempi simili: basti vedere le amazzoni, le donne spartane (che si addestravano esattamente come gli uomini. Magari gli spartani erano buzzurri ignoranti, ma le donne le tenevano molto piu' in considerazione rispetto ad altri, come gli ateniesi), o la Bradamante di Ariosto (a chi dice che L'ORLANDO FURIOSO sia un mattone assurdo, ne consiglio la lettura. Ha dei concetti RIVOLUZIONARI, per l'epoca. Come la parita' di dignita' e di diritti tra uomini e donne.)
Complimenti e alla prossima!

See ya!!

Roberto

Recensore Master
06/03/17, ore 09:48

Ciao^^ Presente anche qui!
Poetica e soave questo sottilissimo filo di pensieri della nostra Samurai. Sei riuscita a ricreare lo scorrere frammezzato e caotico, legato per concetti e immagini di una mente che cerca di concepire nel dolore ciò che è accaduto. Bellissimo il confronto tra la spada e la terra: colei che ha uccise resta candida e intatta, mentre colei che è stata teatro di nefandezze e guerriglia ha assorbito il sangue dei feriti e dei caduti, macchiandosi per sempre.
C'è uno onore profondo e atavico nei pensieri di Takeko: c'è il suo sguardo di donna guerriero, che cerca di abbandonarsi al suo dovere, ma che allo stesso tempo si interroga se quello fatto era ciò che era giusto fare; c'è il suo dolore e il senso di responsabilità, verso il suo esercito e verso il suo signore; c'è la sua dignità che intende conservare fino alla morte; e c'è persino la sua fragilità di essere umano che teme di perdere coraggio e forza nel braccio, e quindi si affida alla sorella amata.
Molto bella e significativa, mi è piaciuta molto.
A presto!^^

Recensore Veterano
18/12/16, ore 10:57

Ciao! Sono capitata per puro caso sul tuo profilo e sono rimasta incantata da questo racconto su Nakano Takeko. Non avevo mai approfondito l'argomento sulle donne samurai, ma, andando a cercare alcune informazioni dopo aver letto la tua storia, ne sono rimasta affascinata. Donne che hanno deciso di prendere in mano le armi, non adempiendo agli usuali doveri del tempo che venivano imposti al genere femminile, e combattere in difesa dei loro ideali, nonostante gli uomini continuassero a vederle come figure inferiori e, per questo, non fosse stato loro concesso di guerreggiare ufficialmente nell'esercito imperiale.
In poche frasi semplici e concise, sei riuscita a descrivere i valori non solo di una donna, ma di un intero popolo, che, piuttosto che permettere ai nemici di fare scempio del loro corpo e di infangare l'onore e il nome della loro famiglia, avrebbero preferito togliersi loro stesse la vita, come fa, appunto, Nakano Takeko.
Davvero brava, complimenti! Spero di avere presto l'opportunità di leggere altre tue storie. :)

Recensore Veterano
27/10/16, ore 10:13

Buongiorno, cara Innominetuo! :D
Leggendo la mia bio, si può facilmente dedurre che amo l'Estremo Oriente, e, anche se prediligo la Cina, il Myanmar e il Nepal, anche il Giappone mi incuriosisce. Non vado molto d'accordo, devo dire, con la visione dell'onore giapponese, stessa cosa per il suicidio, che secondo la visione "cristiana" è un atto negativo, ma è facile capire la disperazione di Nakano, una donna che ha dato la sua vita per la sua nazione e per lo shogun Tokugawa. In poche parole hai racchiuso perfettamente il tragico momento, e l'ultima frase mi ha colpita moltissimo, mi ha dato i brividi!
Alla prossima,
AmiensTraveller

Recensore Master
04/08/16, ore 02:06

Lo ammetto, pensavo che le donne samurai non esistessero. Essendo sempre state le donne escluse dagli eserciti fino a neanche troppo tempo fa in tutto il mondo, mi stupisce grandemente scoprire che in Giappone erano già così emancipate.
Sono andata a cercare Tomoe Gozen, che è vissuta in un passato tanto remoto e mi sono meravigliata della descrizione, che la identificava come una bellissima donna, ma anche come un'ardita guerriera. Spettacolare.
E Nakano Takeko è stata educata come un guerriero sin dalla più tenera età. Mi chiedo quali fossero i suoi sentimenti, ma in Giappone l'onore viene prima di tutto e semplicemente ha accettato il suo fato che l'ha portata prima sul campo di battaglia e poi al ferimento.

E qui succede l'impensabile. Chiede alla sorella di tagliarle la testa! Ecco, quand'ho immaginato questa scena, ci sono rimasta di sasso, salvo poi scoprire che la sorella era anche lei una guerriera e quindi questa cosa mi è sembrata più normale e accettabile.Si fa per dire.
Tristissimo. Anche i pensieri prima della morte sono rivolti alla battaglia ed è brutto, bruttissimo che lei alla fine lei vacilli, perché sembra decidere che non ne sia valsa la pena.
Ma la sua dignità la conserva fino all'ultimo. Il suo ultimo pensiero è rivolto a se stessa, al suo onore. Forse lo shogun non meritava che lei gli desse la propria vita, ma la sua morte, lei non la darà a nessuno.
Nessuno infierirà sul suo cadavere, nessuno potrà avere ragione infine di lei. Una terribile decisione, ma necessaria, l'unica che può prendere per proteggersi.

Una donna di ferro. Leale a se stessa fino alla fine.
Sarebbe stato meglio avere un padrone più degno, ma quando mai i padroni sono degni dei loro soldati?

Recensore Master
21/06/16, ore 15:21

Ciao :)
Sei stata molto brava anche in questo raccontino, ottimo lavoro!
Mentre lo leggevo, mi sembrava di essere lì, presente e partecipe al dolore della protagonista della piccola flashfic...
Sono convinto che in molti casi le donne sappiano essere più forti degli uomini. Anzi, ne sono certo.
Il sacrificio colmo di fedeltà della protagonista parla chiaro, e la sua forza d'animo trapela ovunque.
Grazie per avermi fatto conoscere anche questa triste vicenda.
Buona giornata e a presto :)

Recensore Veterano
13/06/16, ore 11:31

Salve! Poche frasi per descrivere il coraggio e l'onore naturalmente intrinseche nello spirito dell'eroina, ma anche il dubbio ed il timore di aver combattuto non per un ideale supremo, non per un "qualcosa" ma per "qualcuno". Combattere e morire per un terra non più "lucente e intatta", sporca di sangue e corrotta dall'odio, come a ricordare che ci si accorge dell'orrore della guerra e della sua natura sbagliata quando ormai è troppo tardi.
Come quasi duecento anni fa, le parole di Nakano potrebbero essere le stesse di un qualsiasi testamento spirituale di una donna peshmerga, me le ha ricordate nell'estrema decisione di morire invece che cadere vittima dello scherno dei nemici, nel coraggio e, implicitamente, nella condizione di donna in una società in cui tuttora non conosce parità di ruoli.
Bellissima, quasi un epitaffio.

Recensore Junior
05/06/16, ore 10:12

Ciao!
Storia breve ma molto intensa!
In poche parole riesci ad esprimere bene i sentimenti della protagonista e la sua consapevolezza di essere stata sconfitta.
Anna

Recensore Veterano
12/02/16, ore 11:48

E' la storia di una guerriera scritta da una guerriera.
Faccio mia la dedica e ricambio. E, al solito, storia originale supportata da un'ottima scrittura.

Recensore Master
09/02/16, ore 21:15

Bellssima questa oneshot, mi è piaciuta l'ambientazione nel Giappone di altri tempi, ma soprattutto mi è piaciuta la tua frase finale nelle note, dove sottolinei a chi dedichi questa piccola fic e perchè.

Ciao
Micia

Recensore Veterano
09/02/16, ore 02:16

Mia cara Lou,
Che piacere è stato leggere questa Flashfic. Hai curato nei minimi dettagli (seppur c'è il limite di parole) tutto il contesto. Ci proponi dinamiche affascinanti di questa terra mistica che io personalmente adoro. Ho potuto scoprire attraverso queste bellissime parole una realtà in parte a me sconosciuta. Colei che narra ci conduce nella realtà che le si è parata dinanzi: una realtà cruda, difficile. Una realtà per lei quasi inverosimile. Un pensiero narrativo fluido e struggente, di questa donna sconfitta nell'animo per esser stata ferita, per essere lì riversata sulla terra fredda impotente dinanzi alla terribile verità a cui forse, mai e poi mai avrebbe voluto assistere. Un solo colpo, netto. Questo è tutto ciò che chiede a sua sorella. Per non divenire il giocattolo del nemico, per non divenire la beffa. Perché una vera Donna, anche in punto di morte, riuscirà sempre a preservare la sua Dignità. Che regalo magnifico mia cara! Spero tanto che scriverai ancora componimenti di questo genere, adoro le narrazioni che hanno alla base riferimenti storici. Un bacio, a presto.
(Recensione modificata il 09/02/2016 - 02:20 am)

Recensore Master
08/02/16, ore 22:39

Detto fatto! In poche righe incisive hai aperto uno squarcio sia sulla Storia (credo proprio che pochi, me per prima, conoscano l'esistenza di donne samurai) sia sul dramma personale di questa donna, sconfitta ma non vinta, che sceglie coraggiosamente la morte piuttosto che perdere l'onore e diventare una preda di guerra. Mi ha commosso in particolare l'inizio, quando la protagonista chiede alla sorella di aspettare ancora un momento, prima di affondare la lama fatale, un momento per ricordare, per fare una sorta di bilancio della propria esistenza, per vivere ancora un istante... non è facile per nessuno rinunciare alla vita, nemmeno per un'indomita guerriera.
Un cameo perfetto, dove con pochi tocchi hai ricostruito la statura morale di questa donna e uno spaccato inconsueto della storia giapponese.
Complimenti.... e mi hai fatto proprio venire voglia di saperne di più!

Recensore Master
08/02/16, ore 16:27

Conoscevo l'esistenza delle donne samurai grazie a te, che sei un pozzo di cultura inesauribile!
Bellissima, struggente ed evocativa questa amara ultima riflessione di una donna guerriera che ha lottato fino alla fine, per onorare ciò in cui ella credeva.
E' come una stretta allo stomaco, ma più di tutto mi ha incantata la grande dignità e l'altezza morale di questa samurai che prima di subire l'enorme umiliazione di diventare un trastullo, si offre con l'eleganza di un cigno e la fierezza di un guerriero alla morte, che da sola non riesce a darsi, perché ferita gravemente e senza forse. Chiede aiuto ad un'altra donna, che dovrà essere forte e decisa nel togliere la vita a colei che è sua sorella, davvero straziante…
Bella, e potente, un vero bijou!
Bravissima!

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