Eccomi Los!
Oddio, questo capitolo mi ha commossa quanto e più del primo!
E’ davvero meraviglioso, Los, pieno di spunti, di scene intensissime e di particolari che mi sono rimasti veramente impressi.
Mi chiedevo quali sarebbero stati questa volta i protagonisti dei punti di vista, e sono rimasta ancora una volta colpita dalla tua scelta: Ambarussa, Finwe e di nuovo Nelyo: tre scelte a mio parere perfette, e che ho amato leggere!
Partendo da Ambarussa: lui proprio non me lo aspettavo, ed ero veramente curiosa di vedere come avresti mostrato il suo carattere e il suo rapporto con il gemello più piccolo.
Il tuo punto di vista mi ha sorpresa, sul serio.
E’ una visione molto diversa da quella che ho io dei gemelli, ma mi ha fatto riflettere tanto, veramente tanto.
Il rapporto tra due gemelli è una cosa che ho sempre considerato di una complessità enorme, e il modo in cui l’hai mostrata tu è una prospettiva particolarissima, così carica di equilibri delicatissimi e sempre in costante cambiamento, di sfaccettature, di differenze e uguaglianze…
Davvero, mi ha intenerita e angosciata allo stesso tempo.
Inizialmente sono rimasta smarrita dalla freddezza di Ambarussa, da questo suo modo quasi dispregiativo di vedere e descrivere il fratello...
Finché, seguendo la sua paura del momento, non sono entrata nel gorgo della sua vita assieme al gemello.
A quel punto ho veramente visto quanto in realtà Ambarussa stesso sia fragile.
Quanto anche lui da bambino fosse spaventato dai litigi dei suoi genitori, quanto da ragazzino covasse le stesse paure del gemello di perdere anche altri punti di riferimento, quanto in realtà l’allontanamento che ha preteso dal fratello abbia pesato anche su di lui.
Il distacco da tutto è stata la sua arma, il suo rifugio, e alla fine si è dimostrata per un’arma a doppio taglio, e ha finito per ferirlo, per costringerlo ad ammettere che ha cercato il rifugio sbagliato.
E invece il fratello che da piccolo piangeva, che da ragazzino cercava ancora conforto nella vicinanza fisica e mentale del fratello, Ambarto che ha sempre portato il suo peso di angoscia, di senso di inadeguatezza, ha finito per reggere meglio il momento di paura, dolore e smarrimento che stanno vivendo mentre arrivano le tenebre.
I pensieri impazziti degli eldar lo hanno investito in pieno, ma lui, pur sembrando devastato e incapace di reagire, in realtà stava riflettendo, e stava dimostrando una forza incredibile.
Ha deciso di sopportare quelle voci da solo, e di proteggere il fratello, ad ogni costo, perché sapeva che Ambarussa non avrebbe potuto sopportarlo.
E infatti così è stato, e a quel punto i ruoli si sono invertiti del tutto.
Mi è piaciuto davvero questo alternarsi tra i due, tra chi è più forte e chi è più fragile, chi protegge e chi chiede protezione.
Non c’è uno più forte e l’altro meno, semplicemente hanno due modi diversi di affrontare le cose, e sanno, per il legame che li unisce, chi dei due può affrontare cosa.
Mi chiedo però se questa consapevolezza non avrebbero già dovuto averla… Forse è stato necessario un evento traumatico come questo per farla scattare del tutto, ma se Nerdanel e Feanaro già litigavano che loro erano piccoli, direi che di eventi traumatici, più o meno evidenti, ne hanno sempre vissuti, e forse questa conoscenza profonda l’avrebbero percepita prima….
Ambarto in realtà sembra averla sempre percepita, in questo è lui il più “maturo”, il più consapevole, ma ugualmente è un particolare che mi ha colpita.
Venendo alla parte su Finwe… Oddio, non posso ripensarci senza che mi risalgano le lacrime agli occhi!
E’ stato un ritratto del personaggio di Finwe incredibile, Los, veramente!
Le motivazioni che hai dato alle sue scelte, i suoi pensieri, i suoi gesti: penso siano tutti perfetti per descrivere gli ultimi momenti di questo personaggio così complesso, che ha avuto una vita talmente ricca di eventi significativi, strani e unici che sarebbero necessarie mille storie per poterli analizzare tutti, e ancora non basterebbero.
La calma con cui Finwe controlla che tutti se ne siano andati e si prepara per questo ultimo duello è stato un perfetto collegamento all’immagine di lui che da le ultime disposizioni a Nelyo nello scorso capitolo: Finwe aveva già progettato tutto, non solo cosa far fare ai suoi nipoti e alla sua gente per far si che fossero al sicuro, ma anche cosa avrebbe dovuto fare lui.
Eppure, alla fine, Finwe si ritrova a lasciarsi andare anche ai ricordi e ai rimpianti, malgrado sappia di non avere tempo, malgrado sia ancora determinato a fare solo ciò che si era prefissato di fare.
Il re torna improvvisamente totalmente nonno, ma anche padre e marito.
Il suo dolore nel vedere le stanze dei suoi nipoti, e come non può, non riesce a trattenersi dall’entrare in ognuna di esse, come se così facendo potesse salutarli come non ha avuto il tempo di fare di persona… E’ straziante!
Mi ha commossa come indugia in ognuna delle stanze, i particolari che nota, piccoli dettagli che solo lui avrebbe potuto notare… C’è così tanto affetto in questi gesti che mi si è spezzato davvero il cuore.
Ma la parte più dolorosa è stata quando Finwe si trova a leggere le ultime frasi della lettera che Nelyo stava scrivendo a Nerdanel….
Vedere Finwe accorgersi di quanto suo nipote, e con lui tutti i suoi fratelli, riponessero totale fiducia in lui non perché era il re, ma perché è il loro nonno.. Posso solo immaginare il dolore che deve aver provato Finwe in quel momento!
Per non parlare di quando deve staccarsi a forza dalla porta della stanza di Feanaro, mentre stava per aprirla senza nemmeno rendersene conto…
Il distacco che temeva c’è stato, si, ma Finwe sa che è un distacco pericoloso, troppo repentino.
Sente che c’è qualcosa che non va, qualcosa che riguarda suo figlio, ma senza comunicare con lui, senza poter tornare, e in quel pochissimo tempo che gli rimane, lui non può fare niente.
E questo per un padre è terribile, e per Finwe ancora di più, visto l’amore infinito che ha sempre nutrito per Feanaro.
Quando poi ho visto che il momento che Finwe stava tenendo da parte per sé era completamente dedicato alle spose sono definitivamente crollata.
Mi ha colpita tantissimo questa decisione di Finwe di portare con sé, come unici ornamenti, come unici emblemi, un ricordo di ciascuna delle sue mogli.
Due oggetti profondamente diversi, come diversissime sono Miriel e Indis.
La sciarpa ricamata è esattamente il tipo di lavori che ho sempre immaginato facesse Miriel: raffinati, eleganti, e con questi suoi ricami che sono più precisi di dipinti.
E Finwe vuole portare con sé quella storia, che è sia la sua, la storia che ha vissuto e che lo ha reso ciò che è, sia la storia sua e di Miriel, tutto ciò che hanno vissuto insieme.
La pietra che rappresenta Indis invece è altrettanto particolare e significativa: un dono di stima, un dono di affetto, a cui Finwe ha voluto dare tutta l’importanza possibile, che vuole portare come corona per non dimenticare quanto gli è stata vicina Indis, a cosa ha rinunciato per lui, e per ricordare la loro vita insieme, e i figli che hanno cresciuto.
Ho sempre pensato, sperato che Finwe abbia amato Indis quanto ha amato Miriel, per quanto Miriel resti sempre il suo primo amore, amore che non ha mai dimenticato e per cui ha sempre amato più Feanaro, e vederlo portare con sé un ricordo di entrambe le spose, vederlo ripensare con tutto quell’amore a entrambe mi ha commossa.
I pensieri di Finwe in attesa difronte alla fortezza sono un passaggio finale che ho adorato, sul serio.
Finwe è un noldo, e inevitabilmente ora, che sta per affrontare un nemico contro cui non ha speranza di vincere, ora che sente che la sua gente sta per intraprendere azioni che daranno il via a eventi straordinari, non può fare a meno di provare a immaginare, di cercare di intuire qualcosa di quel futuro, o anche semplicemente di fantasticarci un po’ su.
Vorrebbe che fosse un futuro pieno di gloria e di vittorie, con la definitiva unione dei suoi figli, con lui di nuovo accanto al suo amico Elwe… Vorrebbe il meglio per i suoi figli, per i suoi nipoti e per la sua gente, ma sa, purtroppo anche per esperienza, che questo non sarà mai il futuro che sta per arrivare.
E soprattutto sa che con quel sacrificio ha già deciso che, qualsiasi cosa accada, lui non ne farà parte, e che provare a immaginarsi parte di quegli eventi è inutile, un dolore e una distrazione che non può e non vuole permettersi.
L’idea che Finwe sapesse già che era necessario qualcosa in più per unire i Noldor mi ha colpita particolarmente: il suo sacrificio non è solo un’immediata protezione per i suoi nipoti e per la gente di Formenos, ma è una protezione ancora più grande.
Finwe sa che Feanaro partirà per recuperare i silmarilli, e sa anche che questa sua partenza rischia di essere anche una spaccatura definitiva del popolo dei Noldor.
La sua morte, invece, non potrà che scatenare un desiderio di vendetta in tutti.
Finwe ancora una volta dimostra quanto conosce profondamente la sua gente, e sa qual è l’unica cosa che potrebbe unirli una volta per tutte.
E, da re, è pronto a sacrificarsi per questo.
Non ha certezze, e anche se non ha più paura della morte, forse il timore che sia comunque tutto vano lo ha comunque.
Mamma mia, fa così male pensare che comunque le spaccature tra i Noldor ci saranno, e non si colmeranno mai del tutto…
Veramente stupendo, Los!
Infine, mi ha fatto piacere scoprire che l’epilogo è ancora una volta dal punto di vista di Nelyo.
Nelyo che, dopo essersi assicurato di aver fatto tutto quello che doveva fare, vuole a tutti i costi tornare alla fortezza per vedere cosa è successo, e, secondo me, per vedere se Finwe è ancora vivo e se può fare qualcosa per lui.
In qualche modo non ha dimenticato il suo desiderio di voler restare accanto a suo nonno, e ora che ha occasione di tornare indietro lo fa senza esitare.
Che a intercettarlo fossero Tyelko e Moryo assieme è stata una sorpresa che mi ha fatta sorridere: sapevo che uno degli altri sei fratelli prima o poi avrebbe scoperto la scomparsa di Nelyo, anzi, per un attimo ho anche temuto che tentassero di protestare seguendolo in blocco, e invece no, a seguirlo è questa coppiata tanto strana quanto azzeccata!
Il più impetuoso e il più schivo, che sono entrambi a loro modo i più pratici e quelli che hanno veramente bisogno di fare qualcosa che li impegni totalmente, Tyelko perché non riesce a stare fermo, Moryo perché essere totalmente occupato è qualcosa che lo fa sentire meglio.
Il momento di alleanza di Moryo e Tyelko che finisce per far capitolare Nelyo è stato l’unico momento che mi ha strappato un sorriso: chissà quante alleanze simili ci saranno state nel passato dei figli di Feanaro, per questioni molto più leggere…. Fa male pensarci!
In questo caso Nelyo è preoccupato per tutti gli altri fratelli,ancora spaventato dalla situazione e ansioso di poter finalmente seguire il suo istinto e tornare alla fortezza… Eppure riesce a organizzarsi in un attimo anche in questo caso, forse anche perché, proteste d’obbligo a parte, sapeva già che scrollarsi di dosso i fratelli sarebbe stato impossibile.
Il momento in cui i tre trovano il cadavere di Finwe è un momento straziante, e straziante non basta…
E’ angosciante come lo trovano così, quasi per caso, perché per quanto Nelyo, e forse anche gli altri, fossero consapevoli di questa possibilità, la morte violenta è qualcosa di così totalmente astratto che non la capiscono, non sanno riconoscere i segnali che la annunciano, sono completamente impreparati, su tutti i fronti.
E la disperazione con cui reagiscono alla vista di Finwe morto ne è la prova, oltre a essere una di quelle immagini che mi sono rimaste impresse…
E’ una disperazione così immensa, che… oddio, non ce la faccio!
Il modo in cui all’inizio tutti e tre rimangono paralizzati, increduli, incapaci di dare un nome a ciò che vedono, di accettarlo, di accettare che sia reale…. Fa così male vederli così!
Vedere Tyelko che non si vuole rassegnare, Moryo totalmente abbattuto e Nelyo che sta iniziando anche lui a cedere sotto il peso di tutto il dolore e la paura che ha accumulato, ma resiste, non sa nemmeno lui come, per aiutare i suoi fratelli, per consolarli, per salutare degnamente il nonno….
Tyelko e Moryo invece crollano, ognuno a modo suo…
Le urla di Tyelko sono qualcosa di atroce, penso anche io che avrebbe reagito così!
E altrettanto atroce è il totale silenzio di Moryo, che non parla né fa rumore nemmeno quando segue Nelyo, e che lo segue solo perché si aggrappa in qualche modo a Nelyo, tanto che lo segue come un’ombra, senza riuscire ad affiancarlo…
E alla fine crolla anche Nelyo, anche lui non ce la fa più... Quando vede che anche i silmarilli sono perduti, che non c’è più nessuna speranza, e che potrà solo peggiorare… quando arriva l’ultima goccia, anche Nelyo non riesce più a reagire, non riesce a far fronte a tutto quel dolore, alla paura per ciò che sta per succedere, alla distruzione di tutto ciò che conosceva.
Mamma mia, è straziante vederlo così!
Vedere che non si muove nemmeno quando inizia a crollare il soffitto, vedere che è a un punto di disperazione tale che nemmeno questo pericolo fa più breccia…
E mi ha colpita come sia ancora una volta Moryo, lui che non è bravo ad aiutare, che non è capace a prendersi cura di nessuno a trovarsi assieme a Nelyo in questa situazione, e a riuscire a stargli accanto....
Penso siano usciti da lì vivi proprio grazie a questo.
Complimenti anche per questo secondo capitolo, Los!
Intensissimo, vivido e pieno di dettagli!
Una storia veramente stupenda, di cui ho adorato i diversi punti di vista, le descrizioni, le meravigliose riflessioni e come hai caratterizzato i personaggi, tutti i personaggi.
Complimenti davvero!
A presto!
Tyelemmaiwe |