Recensioni per
Calano le tenebre
di Losiliel

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/10/18, ore 14:35
Cap. 2:

Rieccomiiii, scusa il ritardo (anche se stavolta perlomeno sono passati solo mesi e non anni ^^", eh eh eh).
Anyway! Passiamo subito al commento :)

Immaginavo di trovare i punti di vista che mancavano, tra cui quello dei gemelli: io purtroppo di loro so veramente poco, quindi ti chiedo scusa se l'analisi non sarà particolarmente approfondita, o se dovessi dire qualche cavolata (correggimi pure, ovviamente).
Per curiosità: quanti anni dovrebbero avere al tempo della storia?
Pityo mi ha fatto davvero una gran tenerezza, non conosco la sua età, appunto, ma sembra di avere di fronte un bambino spaventato, specialmente se si pensa a quella invocazione così naturale, ''mamma''. Non che sia particolarmente indicativa come cosa: anche gli uomini adulti in preda al panico hanno quest'istinto primordiale di chiamare la madre.
Bellissima la successiva descrizione del legame speciale che i gemelli condividono fra loro, l'istinto di protezione di Ambarussa, e anche l'accenno allo speciale rapporto con Maedhros ♥. Mi ha fatto stringere il cuore.
Come mi ha quasi commossa la parte successiva. Ambarussa è splendido, e così squisitamente umano... a tratti sa di essere più debole e spaventato di suo fratello, ma non si permette di concederselo. Avrei voluto abbracciarlo, dirgli che va tutto bene, che è ok crollare, ogni tanto.
E le immagini dentro la mente di Pityo, quell'abisso di cupa disperazione che stava cercando di tenere lontano da suo fratello per proteggerlo, oddio, quanto mi stringe il cuore. Struggente e spaventoso. Complimenti davvero, perfetto come inizio.

Passiamo a Finwe: non mi aspettavo che dedicassi un intero punto di vista a lui, ma mi ha fatto molto piacere leggerlo. Non ricordo se te l'ho scritto nel precedente commento, ma ho sempre desiderato leggere una storia che parlasse della sua morte e delle sue ultime riflessioni (così come mi sarebbe sempre piaciuto leggerne una sullo scontro fra Fingolfin e Melkor). Grazie di cuore per aver realizzato il mio desiderio *______*
Tutto questo punto di vista è meraviglioso, è quello che mi è piaciuto di più, in assoluto, e faccio fatica a trovare le parole per commentarlo al meglio. Finwe sa che non c'è speranza, che quella è la fine. Immancabilmente, tutta la vita gli sfreccia davanti, sarà anche un modo di dire ma è quello che gli sta capitando: le gioie, i rimpianti, i rimorsi, i dolori, tutto. Oddio, le riflessioni sulle sue due mogli sono forse le cose che mi hanno uccisa di più: vedere quanto ha amato entrambe, in maniera diversa, ma con la stessa intensità è splendido. E il rimpianto per il rapporto ormai quasi spezzato con Feanor mi spezza il cuore. Meraviglioso il fatto che si porti dietro sia un ricordo di Indis che uno di Miriel, in maniera concreta, sotto forma di oggetti, quali fossero dei talismani.
E poi la maniera così umana con cui hai dipinto il possente Re dei Noldor è splendida: è così normale, così giusto, che prenda a vagheggiare circa un futuro impossibile, e allo stesso tempo è così umano che senta di essere pronto, di star facendo la cosa giusta, ma allo stesso tempo non voglia andarsene. Mamma mia, quanto gli voglio bene.

Infine, nuovamente Nelyo, per chiudere il cerchio e ritornare all'inizio della storia.
Ho poco da dire in realtà, credo di poter riassumere il tutto con 'straziante'. Non poteva che  concludersi così, ma allo stesso tempo la consapevolezza non ha attenuato il dolore.
E sì, Moryo ha ragione: la fine, perlomeno del loro mondo, è davvero iniziata.

Niente, di nuovo complimenti e grazie, Los!
Perdona il ritardo, spero di ritornare a leggerti presto (mi ero segnata almeno un altro paio di cosette).
Ti auguro un buon proseguimento per tutto e ti mando un abbraccio ♥

Benni
 

Recensore Veterano
07/07/16, ore 16:25
Cap. 2:

allora: sono in ritardissimo, e scusami davvero tanto! è che non ho potuto recensire prima d'ora, causa impegni, ecco. ma ora sono qui, e vedo di lasciarti un commentino perchè davvero, questa storia merita sotto ogni punto di vista <3 e mi hai ucciso per i feels, ma seriamente! çç
primo, vediamo: Amras. allora, è vero che la sua caratterizzazione è un po' diversa da come lo immagino (ecco, non lo vedo essere così "duro" nei confronti del fratellino, anche se ovviamente capisco in parte il perchè di questo comportamento: vede Amrod un po' come l'espressione di tutte quelle debolezze che lui vuole chiudere fuori, e che il padre gli ha insegnato a disprezzare [ah, Feanaro, poi non stupirti se ti escono i figli disagiati :') ] senza capire del tutto quello che si cela nella mente di Amrod) ma oddio! mi hai comunque spezzato il cuore per una serie di fattori, in primis per il fatto che, finalmente, Amras si ritrovi a fare i conti con ciò che suo fratello prova, una volta che sente le grida degli eldar, finisce quasi per esserne sopraffatto, e che sia Amrod a dovergli chiudere la mente per farlo riprendere, dopo che il fratello ha cercato di forzarlo. e a quel punto, inevitabilmente, non può che chiedersi se davvero crede di essere "quello forte" dei due, o se sia in realtà il piccolo fratellino di cui ha sempre disprezzato la debolezza, a essere quello davvero capace di fronteggiare le situazioni?
e poi, Amrod che chiama la mamma nel delirio ... çç immagino sia voluto, ma mi ha ricordato un sacco la Shibboleth, e niente, troppo dolore da sopportare veniamo a Finwe, ossignur. ecco, nei suoi confronti ho sentimenti contrastanti perchè, diciamo, non è esattamente il padre dell'anno XD ma qui, oddio. come già nel primo capitolo, ho adorato il suo lato "nonno", è dolcissimo e mi fa venir voglia di farmi adottare da lui çç e tutti i suoi pensieri durante la vestizione, per così dire, dove ripercorre le stanze dei suoi nipoti (la lettera di Maitimo, oddio, che dolcezza), dove si prepara, grado per grado, all'oscurità che lo attende e a come intenda affrontare Melkor, sono tutti dolcissimi e al contempo strazianti. dapprima, il suo pensare ai nipoti, il suo riconoscere ad uno a uno le stanze di essi e i piccoli dettagli (e quel "c'è il nonno con noi" della lettera è stato straziante, Nerdanel sa che può fidarsi di Finwe, e niente, è stata una ulteriore pugnalata çç), e poi il pensare alle sue due spose. è stato davvero dolcissimo quel gesto, prima il recuperare la sciarpa di Miriel, poi il cerchietto di Indis, indice di quanto abbia amato entrambe, ognuna a suo modo, e di come si sia preparando a lasciare una ed a reincontrare l'altra.
mi ha fatto morire anche quel pensare a Feanor, di come non si riesca a staccare del tutto del suo primogenito, che pure gli ha chiuso la mente, e che cerca di non comunicare con lui ... e poi beh, mi ha fatto immensamente soffrire come si ritrovi a pensare ai suoi due primogeniti, uniti assieme nella vendetta contro Melkor, soprattutto sapendo come andrà a finire ... çç (anche se obiettivamente, credo Finwe avrebbe preferito che i suoi figli rimanessero in Aman, ben lontani da Melkor ... anche se può essere che nel momento della morte abbia avuto una sorta di "predizione", magari sa già cosa faranno i suoi figli e si immagina per loro un futuro il più luminoso possibile ... cosa che non accadrà çç)
oddio, Maitimo che corre in aiuto del nonno ... è una cosa così da "lui", davvero, mi ha stretto il cuore vedere quanto si preoccupi per il nonno e non voglia lasciarlo solo, e così proceda in aiuto, e che i suoi fratelli (Tyelko e Moryo, belli loro (': ) lo seguano ... al che, ho adorato come tu abbia messo in luce le differenze tra i fratelli di fronte a quel dolore sconvolgente: Nelyo che cerca di rimettere a posto, cercando di dare una parvenza di ordine e di lucidità allo scempio che Morgoth ha fatto di loro nonno, Tyelko che grida incontrollabile, "selvatico" com'è, e Moryo che rimane impietrito e piangente ... davvero, mi ha spezzato il cuore, così come Nelyo che scende alla camera del tesoro e, inevitabilmente, trova i Silmaril rubati ... e sì, Moryo, mio caro, temo che tu abbia azzeccato in pieno çç quell'ultima frase, così cupa ed angosciante, che chiude la storia, davvero una conclusione perfetta çç
oddio, davvero, non sai quanto io abbia adorato questa storia! grazie per averla condivisa, grazie per tutto! *^*
ciao, carissima, e scusa ancora il ritardo :*

Feanoriel
(Recensione modificata il 07/07/2016 - 07:45 pm)

Recensore Junior
30/06/16, ore 17:55
Cap. 2:

Finalmente arrivo anche io. Avrei voluto lasciarti un commento prima, ma avevo bisogno di emanciparmi dalla storia su Ambarussa, metterle un punto e riprendere in mano la tua, riordinando i miei pensieri.
Quindi partirò proprio dai gemelli, che se ce ne fosse stato bisogno avrebbero, anche soli, portato questo racconto in cima alle mie preferenze.
Come si sa abbiamo una visione differente di loro, ma ciò non taglie che sia stato un vero piacere leggere della tua. Una visione che mi ha convinta (e coinvolta) appieno, tanto che se non fossi così morbosamente legata alla mia la interiorizzerei.
Ho letteralmente amato il modo in cui ha caratterizzato Ambarussa, quel suo desiderio di differenziarsi dal gemello, ostentando una forza caratteriale che forse non possiede. E qui, almeno per me, ritorna un po’ il tema della maschera, della gabbia, del porre paletti fra sé e gli altri che abbiamo già visto in Curvo e in parte in Moryo. Ecco, io credo che tu sia bravissima a rendere questi personaggi non completamente onesti con gli altri e soprattutto con loro stessi.
Ambarussa cerca in tutti i modi di “allontanarsi” dal gemello, da quelle che lui ritiene essere sue debolezze, per non rivederle in se stesso. E gli episodi che racconti di quel letto condiviso, che all’inizio implicano una condivisione di pensieri poi rifiutata, sembra essere una conferma di tutto ciò.
È stato perfetto, oltre che ovviamente terribile, il momento in cui Ambarussa cerca di rientrare nella mente di Ambrato senza riuscirci. Dice tutto il panico che ne deriva, esplicitato nella frase: Le tenebre potevano anche calare sul mondo, per quel che gli importava in quel momento, ma lui non sarebbe mai stato separato da suo fratello!.
Ed è qui che emerge la forza di Ambarto, una forza forse più reale, sicuramente diversa, da quella del gemello. Scoprendola Ambarussa si smarca dalle similitudini con Curvo e Moryo: scende a patti con se stesso, addirittura scusandosi con Ambarto. E considerando questa “maturazione”, questa nuova consapevolezza di sé, del proprio gemello e del rapporto che lo lega a lui, sono curiosa di sapere quali potrebbero essere le conseguenze post Losgar (e al contempo vorrei leggere di più di questi gemelli “divisi”, di questo Ambarussa un po’ spocchioso che, però, lascia intrufolare il fratello nel letto).
In sostanza mi sono innamorata una seconda volta di questi due personaggi e del loro legame, che hai dimostrato essere tutt’altro che scontato.
Oh e non so se c’è bisogno di dirlo, ma l’arrivo di Tyelko e Huan nel finale mi ha fatta sorridere perché sì, non potevano che essere loro a trovarli.

Finwe. Parto sempre un po’ prevenuta quando si tratta di Finwe, perché mi ispira sentimenti contrastanti che fatico a provare leggendo di lui nelle fanfiction. Da una parte, infatti, lo immagino affettuoso e impegnato a fare, se non da paciere, da “collante” tra i veri membri sua famiglia (quindi un ruolo positivo), dall’altra gli imputo svariate colpe per ciò che accadrà ai Noldor e ai suoi figli.
Qui sei riuscita – e non so bene come tu abbia fatto – a mettere assieme questi aspetti, a farmi provare quei sentimenti contrastanti di cui parlavo sopra.
C’è Finwe estremamente affettuoso che indugia nelle camere dei suoi nipoti, cogliendo particolari attraverso i quali ce li mostra sotto un’ottica paterna. E a tal proposito bellissimo il particolare della lettera di Nelyo a Nerdanel, quel C’è il nonno con noi che rimane sospeso.
C’è Finwe che non riesce a distogliersi dal proprio figlio e riverbera su di lui lo stesso, incredibile, affetto che ha dimostrato verso i nipoti.
C’è Finwe che si dimostra ancora legato, e allo stesso modo, alle sue spose. Anche qui ottima la dicotomia fra le due: Indis antica amica e Miriel piccola, indomita e cocciutissima (aggettivo perfetto per il rimando a Feanaro). Ottima l’idea dei simboli di questi legami, ugualmente profondi e ugualmente presenti: la sciarpa e il cerchietto, quasi più armi – seppur difensive – dell’arma vera e propria.
In negativo a tutto questo, però, c’è l’altro Finwe.
Finwe che pensa genericamente ai suoi “altri figli”, senza soffermarsi su ognuno di loro come ha fatto con Feanaro e non rivolge pensieri agli altri nipoti.
Finwe che come al solito non capisce Feanaro: suppone che lo stia respingendo di proposito e – cosa ancor più grave – non indovina quale reazione la propria morte, sommata al furto dei Silmarilli, lo avrebbe portato ad avere. Vaneggia su un’impresa gloriosa, soprassedendo sulle morti e le incredibili sofferenze a cui, quegli stessi nipoti che dice di voler proteggere, andranno incontro.
Ma tutto ciò è estremamente coerente con quello che io credo essere il personaggio. Ho apprezzato il fatto che – come negli scritti Tolkieniani – riesca a provocarmi sentimenti contradditori; lo trovo un indicatore della perfetta resa che hai saputo fare di lui!
Estraneo alla resa di Finwe, eppure collegato al personaggio, è il discorso sulla sua spada. Ammetto che non mi aspettavo di leggere di un’arma di questo tipo, antecedente ad Aman. È vero che l’ultimo Tolkien introduce armi prima dei dissidi tra i Noldor, ma sono armi legate alla caccia (oltre ai classici archi e frecce, forse anche lance e coltelli in selce o altra pietra). Le spade e le armi bianche derivate da forgiatura sembrano essere un portato dei Noldor in Aman, durante i dissidi. Mi pare addirittura che ci sia un brano (non ricordo se nella HoME o ne Il Silmarillion) in cui si accenna al dispiacere di Mathan per aver insegnato a Feanaro i segreti della forgiatura dei metalli, da cui lui ha ricavato la costruzione delle armi.

Volevo poi farti i complimenti per le ambientazioni e l’attenzione a quei dettagli tecnici, come i sistemi di illuminazione e la Lampada Fëanoriana, che contribuiscono ad accresce il coinvolgimento nella storia, ricreando la giusta atmosfera e fornendo ulteriore caratterizzazione ai personaggi (l’ingegno noldorin, l’ingegno di Feanaro).
E collego a questo discorso anche il particolare delle Wells of Varda (Fonti? Vasche? Pozzi? Forse il tuo “lago” è il termine più evocativo); sono sempre stata affascinata da loro, e ritrovarne una qui mi ha davvero fatto piacere. Fonte/lago e lampade, sono l’unica fonte di luce rimasta, l’unico appiglio nella tenebre, e pur avendo qualche dubbio sulla collocazione del Lago (mi pare che tutte queste fonti/vasche fossero nei pressi degli Alberi, nello Ezollahar), credo sia coerente che tu abbia deciso di inserirli in questa storia.

Arriviamo così al brano finale, a Nelyo che dopo averla aperta, chiude questa splendida tragedia corale.
È lui: ligio al dovere ma pronto, dopo averlo compiuto, a prendere iniziative personali. E similmente “loro” sono Tyelko e Moryo, tanto che ancor prima di leggere mi aspettavo che affiancassero Nelyo.
Splendida la descrizione della fortezza ammantata di tenebre, l’idea di esserne nel cuore, e il modo in cui viene scoperto il corpo: l’inciamparci di Tyelko è agghiacciante e per questo perfetto. Qui, nel gestire la suspense e ancor più nel crearla (sappiamo già cosa spettarci, ma la suspense si percepisce ugualmente), emerge la tua abilità di scrittrice.
Allo stesso modo, la reazione di Tyelko alla scoperta del cadavere è disarmante: quella negazione che si ripete, quell’urlo finale, selvaggio e disperato, sono il perfetto contraltare all’annichilimento di Moryo e alla reazione razionale, controllata, eppure sentimentale di Russandol. E dico “sentimentale” per via del modo in cui compone il corpo… una scena che mi ha commossa particolarmente, perché questo è il suo primo incontro con la morte e avere la forza immediata di toccare, di “ricomporre” un corpo privo di vita non è cosa da poco. Così come non è da poco l’imposizione di “affrontare la tragedia fino in fondo”, una tragedia per altro già intuita… Insomma, anche se non ce n’era davvero bisogno, il mio amore per Nelyo, leggendo queste righe, si è acuito ancora di più.
Il finale vero e proprio è giustamente legato al ratto dei Silmarilli, una scoperta che sancisce quella fine del mondo personale a cui Moryo accenna e “chiude” il racconto senz’appelli.

Per chiudere questo commento, invece, non posso che tornare a farti i soliti complimenti. Non so esprimere quanto questa storia mi sia piaciuta: è forse una delle migliori che abbia mai letto nel fandom e ti sarò sempre grata per averla scritta.
Grazie davvero.
(Recensione modificata il 19/09/2016 - 06:15 pm)

Recensore Veterano
28/06/16, ore 18:04
Cap. 2:

Eccomi Los!
Oddio, questo capitolo mi ha commossa quanto e più del primo!
E’ davvero meraviglioso, Los, pieno di spunti, di scene intensissime e di particolari che mi sono rimasti veramente impressi.

Mi chiedevo quali sarebbero stati questa volta i protagonisti dei punti di vista, e sono rimasta ancora una volta colpita dalla tua scelta: Ambarussa, Finwe e di nuovo Nelyo: tre scelte a mio parere perfette, e che ho amato leggere!

Partendo da Ambarussa: lui proprio non me lo aspettavo, ed ero veramente curiosa di vedere come avresti mostrato il suo carattere e il suo rapporto con il gemello più piccolo.
Il tuo punto di vista mi ha sorpresa, sul serio.
E’ una visione molto diversa da quella che ho io dei gemelli, ma mi ha fatto riflettere tanto, veramente tanto.

Il rapporto tra due gemelli è una cosa che ho sempre considerato di una complessità enorme, e il modo in cui l’hai mostrata tu è una prospettiva particolarissima, così carica di equilibri delicatissimi e sempre in costante cambiamento, di sfaccettature, di differenze e uguaglianze…
Davvero, mi ha intenerita e angosciata allo stesso tempo.

Inizialmente sono rimasta smarrita dalla freddezza di Ambarussa, da questo suo modo quasi dispregiativo di vedere e descrivere il fratello...
Finché, seguendo la sua paura del momento, non sono entrata nel gorgo della sua vita assieme al gemello.
A quel punto ho veramente visto quanto in realtà Ambarussa stesso sia fragile.
Quanto anche lui da bambino fosse spaventato dai litigi dei suoi genitori, quanto da ragazzino covasse le stesse paure del gemello di perdere anche altri punti di riferimento, quanto in realtà l’allontanamento che ha preteso dal fratello abbia pesato anche su di lui.

Il distacco da tutto è stata la sua arma, il suo rifugio, e alla fine si è dimostrata per un’arma a doppio taglio, e ha finito per ferirlo, per costringerlo ad ammettere che ha cercato il rifugio sbagliato.

E invece il fratello che da piccolo piangeva, che da ragazzino cercava ancora conforto nella vicinanza fisica e mentale del fratello, Ambarto che ha sempre portato il suo peso di angoscia, di senso di inadeguatezza, ha finito per reggere meglio il momento di paura, dolore e smarrimento che stanno vivendo mentre arrivano le tenebre.

I pensieri impazziti degli eldar lo hanno investito in pieno, ma lui, pur sembrando devastato e incapace di reagire, in realtà stava riflettendo, e stava dimostrando una forza incredibile.
Ha deciso di sopportare quelle voci da solo, e di proteggere il fratello, ad ogni costo, perché sapeva che Ambarussa non avrebbe potuto sopportarlo.
E infatti così è stato, e a quel punto i ruoli si sono invertiti del tutto.

Mi è piaciuto davvero questo alternarsi tra i due, tra chi è più forte e chi è più fragile, chi protegge e chi chiede protezione.
Non c’è uno più forte e l’altro meno, semplicemente hanno due modi diversi di affrontare le cose, e sanno, per il legame che li unisce, chi dei due può affrontare cosa.

Mi chiedo però se questa consapevolezza non avrebbero già dovuto averla… Forse è stato necessario un evento traumatico come questo per farla scattare del tutto, ma se Nerdanel e Feanaro già litigavano che loro erano piccoli, direi che di eventi traumatici, più o meno evidenti, ne hanno sempre vissuti, e forse questa conoscenza profonda l’avrebbero percepita prima….
Ambarto in realtà sembra averla sempre percepita, in questo è lui il più “maturo”, il più consapevole, ma ugualmente è un particolare che mi ha colpita.

Venendo alla parte su Finwe… Oddio, non posso ripensarci senza che mi risalgano le lacrime agli occhi!
E’ stato un ritratto del personaggio di Finwe incredibile, Los, veramente!
Le motivazioni che hai dato alle sue scelte, i suoi pensieri, i suoi gesti: penso siano tutti perfetti per descrivere gli ultimi momenti di questo personaggio così complesso, che ha avuto una vita talmente ricca di eventi significativi, strani e unici che sarebbero necessarie mille storie per poterli analizzare tutti, e ancora non basterebbero.


La calma con cui Finwe controlla che tutti se ne siano andati e si prepara per questo ultimo duello è stato un perfetto collegamento all’immagine di lui che da le ultime disposizioni a Nelyo nello scorso capitolo: Finwe aveva già progettato tutto, non solo cosa far fare ai suoi nipoti e alla sua gente per far si che fossero al sicuro, ma anche cosa avrebbe dovuto fare lui.

Eppure, alla fine, Finwe si ritrova a lasciarsi andare anche ai ricordi e ai rimpianti, malgrado sappia di non avere tempo, malgrado sia ancora determinato a fare solo ciò che si era prefissato di fare.
Il re torna improvvisamente totalmente nonno, ma anche padre e marito.
Il suo dolore nel vedere le stanze dei suoi nipoti, e come non può, non riesce a trattenersi dall’entrare in ognuna di esse, come se così facendo potesse salutarli come non ha avuto il tempo di fare di persona… E’ straziante!
Mi ha commossa come indugia in ognuna delle stanze, i particolari che nota, piccoli dettagli che solo lui avrebbe potuto notare… C’è così tanto affetto in questi gesti che mi si è spezzato davvero il cuore.
Ma la parte più dolorosa è stata quando Finwe si trova a leggere le ultime frasi della lettera che Nelyo stava scrivendo a Nerdanel….
Vedere Finwe accorgersi di quanto suo nipote, e con lui tutti i suoi fratelli, riponessero totale fiducia in lui non perché era il re, ma perché è il loro nonno.. Posso solo immaginare il dolore che deve aver provato Finwe in quel momento!

Per non parlare di quando deve staccarsi a forza dalla porta della stanza di Feanaro, mentre stava per aprirla senza nemmeno rendersene conto…
Il distacco che temeva c’è stato, si, ma Finwe sa che è un distacco pericoloso, troppo repentino.
Sente che c’è qualcosa che non va, qualcosa che riguarda suo figlio, ma senza comunicare con lui, senza poter tornare, e in quel pochissimo tempo che gli rimane, lui non può fare niente.
E questo per un padre è terribile, e per Finwe ancora di più, visto l’amore infinito che ha sempre nutrito per Feanaro.

Quando poi ho visto che il momento che Finwe stava tenendo da parte per sé era completamente dedicato alle spose sono definitivamente crollata.
Mi ha colpita tantissimo questa decisione di Finwe di portare con sé, come unici ornamenti, come unici emblemi, un ricordo di ciascuna delle sue mogli.
Due oggetti profondamente diversi, come diversissime sono Miriel e Indis.

La sciarpa ricamata è esattamente il tipo di lavori che ho sempre immaginato facesse Miriel: raffinati, eleganti, e con questi suoi ricami che sono più precisi di dipinti.
E Finwe vuole portare con sé quella storia, che è sia la sua, la storia che ha vissuto e che lo ha reso ciò che è, sia la storia sua e di Miriel, tutto ciò che hanno vissuto insieme.

La pietra che rappresenta Indis invece è altrettanto particolare e significativa: un dono di stima, un dono di affetto, a cui Finwe ha voluto dare tutta l’importanza possibile, che vuole portare come corona per non dimenticare quanto gli è stata vicina Indis, a cosa ha rinunciato per lui, e per ricordare la loro vita insieme, e i figli che hanno cresciuto.

Ho sempre pensato, sperato che Finwe abbia amato Indis quanto ha amato Miriel, per quanto Miriel resti sempre il suo primo amore, amore che non ha mai dimenticato e per cui ha sempre amato più Feanaro, e vederlo portare con sé un ricordo di entrambe le spose, vederlo ripensare con tutto quell’amore a entrambe mi ha commossa.

I pensieri di Finwe in attesa difronte alla fortezza sono un passaggio finale che ho adorato, sul serio.
Finwe è un noldo, e inevitabilmente ora, che sta per affrontare un nemico contro cui non ha speranza di vincere, ora che sente che la sua gente sta per intraprendere azioni che daranno il via a eventi straordinari, non può fare a meno di provare a immaginare, di cercare di intuire qualcosa di quel futuro, o anche semplicemente di fantasticarci un po’ su.

Vorrebbe che fosse un futuro pieno di gloria e di vittorie, con la definitiva unione dei suoi figli, con lui di nuovo accanto al suo amico Elwe… Vorrebbe il meglio per i suoi figli, per i suoi nipoti e per la sua gente, ma sa, purtroppo anche per esperienza, che questo non sarà mai il futuro che sta per arrivare.
E soprattutto sa che con quel sacrificio ha già deciso che, qualsiasi cosa accada, lui non ne farà parte, e che provare a immaginarsi parte di quegli eventi è inutile, un dolore e una distrazione che non può e non vuole permettersi.

L’idea che Finwe sapesse già che era necessario qualcosa in più per unire i Noldor mi ha colpita particolarmente: il suo sacrificio non è solo un’immediata protezione per i suoi nipoti e per la gente di Formenos, ma è una protezione ancora più grande.
Finwe sa che Feanaro partirà per recuperare i silmarilli, e sa anche che questa sua partenza rischia di essere anche una spaccatura definitiva del popolo dei Noldor.
La sua morte, invece, non potrà che scatenare un desiderio di vendetta in tutti.
Finwe ancora una volta dimostra quanto conosce profondamente la sua gente, e sa qual è l’unica cosa che potrebbe unirli una volta per tutte.
E, da re, è pronto a sacrificarsi per questo.

Non ha certezze, e anche se non ha più paura della morte, forse il timore che sia comunque tutto vano lo ha comunque.
Mamma mia, fa così male pensare che comunque le spaccature tra i Noldor ci saranno, e non si colmeranno mai del tutto…
Veramente stupendo, Los!

Infine, mi ha fatto piacere scoprire che l’epilogo è ancora una volta dal punto di vista di Nelyo.
Nelyo che, dopo essersi assicurato di aver fatto tutto quello che doveva fare, vuole a tutti i costi tornare alla fortezza per vedere cosa è successo, e, secondo me, per vedere se Finwe è ancora vivo e se può fare qualcosa per lui.
In qualche modo non ha dimenticato il suo desiderio di voler restare accanto a suo nonno, e ora che ha occasione di tornare indietro lo fa senza esitare.

Che a intercettarlo fossero Tyelko e Moryo assieme è stata una sorpresa che mi ha fatta sorridere: sapevo che uno degli altri sei fratelli prima o poi avrebbe scoperto la scomparsa di Nelyo, anzi, per un attimo ho anche temuto che tentassero di protestare seguendolo in blocco, e invece no, a seguirlo è questa coppiata tanto strana quanto azzeccata!
Il più impetuoso e il più schivo, che sono entrambi a loro modo i più pratici e quelli che hanno veramente bisogno di fare qualcosa che li impegni totalmente, Tyelko perché non riesce a stare fermo, Moryo perché essere totalmente occupato è qualcosa che lo fa sentire meglio.

Il momento di alleanza di Moryo e Tyelko che finisce per far capitolare Nelyo è stato l’unico momento che mi ha strappato un sorriso: chissà quante alleanze simili ci saranno state nel passato dei figli di Feanaro, per questioni molto più leggere…. Fa male pensarci!
In questo caso Nelyo è preoccupato per tutti gli altri fratelli,ancora spaventato dalla situazione e ansioso di poter finalmente seguire il suo istinto e tornare alla fortezza… Eppure riesce a organizzarsi in un attimo anche in questo caso, forse anche perché, proteste d’obbligo a parte, sapeva già che scrollarsi di dosso i fratelli sarebbe stato impossibile.

Il momento in cui i tre trovano il cadavere di Finwe è un momento straziante, e straziante non basta…
E’ angosciante come lo trovano così, quasi per caso, perché per quanto Nelyo, e forse anche gli altri, fossero consapevoli di questa possibilità, la morte violenta è qualcosa di così totalmente astratto che non la capiscono, non sanno riconoscere i segnali che la annunciano, sono completamente impreparati, su tutti i fronti.

E la disperazione con cui reagiscono alla vista di Finwe morto ne è la prova, oltre a essere una di quelle immagini che mi sono rimaste impresse…
E’ una disperazione così immensa, che… oddio, non ce la faccio!
Il modo in cui all’inizio tutti e tre rimangono paralizzati, increduli, incapaci di dare un nome a ciò che vedono, di accettarlo, di accettare che sia reale…. Fa così male vederli così!

Vedere Tyelko che non si vuole rassegnare, Moryo totalmente abbattuto e Nelyo che sta iniziando anche lui a cedere sotto il peso di tutto il dolore e la paura che ha accumulato, ma resiste, non sa nemmeno lui come, per aiutare i suoi fratelli, per consolarli, per salutare degnamente il nonno….

Tyelko e Moryo invece crollano, ognuno a modo suo…
Le urla di Tyelko sono qualcosa di atroce, penso anche io che avrebbe reagito così!
E altrettanto atroce è il totale silenzio di Moryo, che non parla né fa rumore nemmeno quando segue Nelyo, e che lo segue solo perché si aggrappa in qualche modo a Nelyo, tanto che lo segue come un’ombra, senza riuscire ad affiancarlo…

E alla fine crolla anche Nelyo, anche lui non ce la fa più... Quando vede che anche i silmarilli sono perduti, che non c’è più nessuna speranza, e che potrà solo peggiorare… quando arriva l’ultima goccia, anche Nelyo non riesce più a reagire, non riesce a far fronte a tutto quel dolore, alla paura per ciò che sta per succedere, alla distruzione di tutto ciò che conosceva.
Mamma mia, è straziante vederlo così!
Vedere che non si muove nemmeno quando inizia a crollare il soffitto, vedere che è a un punto di disperazione tale che nemmeno questo pericolo fa più breccia…

E mi ha colpita come sia ancora una volta Moryo, lui che non è bravo ad aiutare, che non è capace a prendersi cura di nessuno a trovarsi assieme a Nelyo in questa situazione, e a riuscire a stargli accanto....
Penso siano usciti da lì vivi proprio grazie a questo.


Complimenti anche per questo secondo capitolo, Los!
Intensissimo, vivido e pieno di dettagli!
Una storia veramente stupenda, di cui ho adorato i diversi punti di vista, le descrizioni, le meravigliose riflessioni e come hai caratterizzato i personaggi, tutti i personaggi.
Complimenti davvero!

A presto!
Tyelemmaiwe

Recensore Veterano
26/06/16, ore 16:53
Cap. 2:

Ehi Loooos!
Con l’afa e il sudore, arrivo da queste parti, finalmente! Nonostante avessi letto il capitolo praticamente subito e abbia riflettuto spesso in questi giorni su quello che hai scritto, perché, bon, è interessante e dà parecchio food for thought. Ma comunque, mi scuso per il ritardo, solo perché volevo scriverti molto prima, non ci sono riuscita e ho dovuto trovare alternative più immediate per vomitarti subito addosso gli arcobaleni! Odio questo periodo dell’anno, arghhhh! 

Ora eccomi a molestarti. Vediamo se riesco a mettere in ordine i miei pensieri in maniera sensata, va’.

Prima di tutto: Ambarussa. Mi avevi anticipato che ci sarebbe stato il suo POV, ci contavo ed ero curiosissima. 
Perché i gemelli sono i Feanoriani su cui ho le idee meno chiare, le uniche cose che so è che la Shibboleth fa troppo male per poterla sopportare e che in teoria l’idea di loro simbiotici e inseparabili perché gemelli omozigoti non mi entusiasma affatto (so, però, per amore di razionalità, che si può scrivere un cliché in maniera interessante… è quello che preferisco fare e leggere, dopotutto). Facevo anche fatica ad associare i nomi Sindarin a quelli Quenya, per dirti come stavo messa male fino a poco fa – poi ho trovato il trucco e ora va meglio XD
Perciò, come ti ho anticipato in altra sede, la tua visione è stata interessantissima ed entusiasmante!
Provo ad andare con ordine anche qui: quanto nello scorso capitolo ho letto del piccolo agitato, non ho potuto fare a meno di pensare a una sorta di “anticipazione” della morte che ci viene raccontata nella Shibboleth. E questa scena non ha potuto che confermare le mie sensazioni, e oddio volevo abbracciare il piccolo Ambarto e lanciare dalla finestra quelle pagine della Shibboleth e via!
Mentre leggevo, ero un po’ perplessa da come Ambarussa fosse così schifato dalla supposta debolezza di Ambarto, aveva un’aria di superiorità nei confronti del più piccolo che da un lato mi faceva venire voglia di prenderlo per le spalle e agitarlo, ma dall’altro si vedeva esattamente da dove venisse quell’atteggiamento e sono una schiappa a combattere l’empatia, quindi ho empatizzato. Forte. E volevo accarezzare la testa di Ambarussa e dirgli che non è un obbligo di un Feanarione essere coraggioso e quant’altro, dipende tutto da quanto ci tieni all’opinione paterna… opinione paterna che è un fantasma che aleggia sulle teste di tutti, più o meno pesantemente (Moryo sembra esserne più libero, il cocco di mamma, e credo che anche Ambarto sia abbastanza chill riguardo al padre, almeno questa è l’idea che mi ha dato il suo chiamare “mamma”).
Poi c’è stata la svolta!
Adoro, adoro, adoro come si siano invertiti i ruoli! Ambarussa che parte a testa bassa, con quell’aria “se non ci penso io qua non combiniamo niente”, per scontrarsi con un muro che non si aspettava. E caspita se non gli fa male scoprire che il piccolino, quel deboluccio senza spina dorsale che osa indossare un corpo identico (o quasi) al suo, può tenerlo lontano alla mentre in cui lui per primo si è infiltrato. Tanto che deve usare la forza (UGH, Telvo, non si fa!) e allora si rende conto che è tutto sbagliato. E che la sua paura di ritrovarsi nelle paure infantili di Ambarto… beh, è davvero una paura infantile, perché quel che si agita nella mente del suo piccolo e debole fratellino è qualcosa che si fa fatica a sopportare. 
E le fiamme, il mondo che finisce nelle fiamme! Mamma mia, è stato straziante, Ambarto sembra così solo mentre la sua mente è divorata da visioni di morte! Perché se prima Ambarussa sembra in grado di affrontare qualsiasi cosa agitasse il gemello, la realtà è al di là delle sue capacità. Infatti non regge e alla fine è il piccolo che si prende cura del grande e coraggioso Ambarussa. Che soddisfazione è stata!
Ultima nota: mi piace pensare che il metto rifatto che vede Finwë fosse di Ambarto e quello sfatto di Ambarussa, ma sono mie fantasie di lettrice XD

Passiamo ora alla star del capitolo precedente che qui torna per darci un pezzo della sua mente.
Oh Finwë. Non speravo in un suo POV, perché credevo che essendo comparso in quello di Nelyo, avessimo visto tutto, e invece mi hai colpita dritta al cuoricino, awwww! E così ho potuto vedere le differenze nella visione “interna” che abbiamo di lui. 
Dove io non lo vedo affatto per il ritorno nella Terra di Mezzo ma lo vedo più un supporter della rappacificazione dei suoi figli (con l’idea che la sua morte potrebbe riunirli sì, ma magari non andando ad ammazzare gente ecco o tornando in Endórë), tu ce lo mostri fantasticare sulle future imprese dei Noldor. È quasi preveggenza questo suo pensare alle prossime mosse dei figli, per quanto è chiaramente un misto di profonda conoscenza dei figli e di suoi desideri personali. (il pensiero che rivolge a Thingol mi mette una tenerezza, awwww! Vorrei tanto di più sulla proverbiale amicizia di questi due! Certo che entrambi hanno avuto storie matrimoniali particolari, il povero Ingwe era uno sfigato noioso in confronto XD)
Ecco, mi avevi accennato nella risposta allo scorso capitolo che avevamo idee diverse su come vedessero la Terra di Mezzo quegli Eldar che l’avevano lasciata per Aman, e toh, in questa seconda parte ne trovo un esempio! Mi fa strano, ma non perché Finwë non abbia le sue ragioni, anzi, le sue ragioni ci sono e sono comprensibili, però appunto è una divergenza di visione, così come la questione della vendetta XD
Direi che il Finwë interno lo vediamo in maniera parecchio diversa!

Mi ha sciolto per la tenerezza il giro che fa Finwë per le stanze dei nipoti, e l’esitazione davanti alla stanza di Fëanáro, i pensieri che rivolge a lui. Non indugia a lungo, ha chiaramente riflettuto un bel po’ a riguardo, non ha bisogno di soffermarsi ancora sui suoi sensi di colpa e sul figlio, non quando deve fronteggiare Melkor.
E altra tenerezza quando recupera la sciarpina di Míriel e l’anello con la pietra di Indis. Oddio, i pensieri che rivolge anche a loro! Le ama entrambe, in modo diverso, ma non una meno dell’altra. Il legame con entrambe è macchiato da altri sensi di colpa, e non può fare a meno di portare con sé un ricordo di entrambe quando sa di star per morire, perché dopotutto sta lasciando una moglie per raggiungere l’altra (o almeno così crede).
Abbiamo visioni diverse anche su Míriel e Indis, a quanto pare, sarà che leggere (in una delle ultime versioni della faccenda) di Indis che si è innamorata di Finwë durante la convivenza tra Noldor e Vanyar a Tuna, mi ha dato l’idea che fosse decisamente Indis la più giovane del trio. Mi spezza anche un po’ il cuore chiedermi se Indis non fosse già innamorata di Finwë quando gli ha dato quella pietra e non lo abbia visto incontrare e innamorarsi di Míriel, già la situazione di Indis è difficile quando diventa la “seconda” moglie, unica in tutta Arda. Tesoro caro, la realtà è che voglio tanto bene a questo personaggio (e ne voglio anche alla cocciutissima Míriel :P).

E poi c’è l’epilogo. Che è così diverso da tutto il resto, al punto da farmi chiedere se fosse davvero necessario, ma alla fine che sia così diverso sembra la giusta chiusura di questi cinque spaccati delle menti dei protagonisti della storia. Credo che se non ci fosse stato, mi sarebbe mancato qualcosa dopo Finwë che si prepara ad accogliere Melkor.
Ecco, una cosa che temevo di vedere era il cadavere di Finwë. Mi aspettavo la testa mozzata del tutto e alla fine lo era quasi (Finwë Quasi Senza Testa, citazioni extra fandomiche che nessuno voleva), e comunque è stato terribile. 
Così come sono state terribili, ognuna a modo suo, le reazioni di quelli che erano stati i punti di vista della prima parte.
Tyelko è lui, non mi sarei aspettata niente di meno viscerale dal cacciatore di famiglia, dal lanciarsi avanti all’urlo di dolore che è rende i latrati di Huan una pallida imitazione dei suoi.
Da Nelyo neppure mi sarei aspettata niente di diverso, sempre lui quello che tiene insieme tutti, in questo caso anche la testa e il corpo di Finwë (perché devo fare battute? omfg, Kan, shut up!), con quei gesti di cura e ordine che sembrano dare stabilità a lui per primo e poi ai suoi fratelli.
E poi Moryo, che dopo aver liquidato le manie catastrofiche di Kano, si ritrova a dire anche lui che si trovano davanti alla fine del mondo.
Alla fine della fiera, questi Amanyar sono tremendamente egocentrici. Poco più a Est di loro ci sono i Sindar intenti a osservare curiosi l’arrivo di queste strane bestie che sono gli Orchi (oddio, ma saranno i nostri cugini Avari? avevo detto io che rimanere lì avrebbe fatto pessime cose alla loro pelle!), e gli Avari probabilmente facevano gli Avari fregandosene di cosa succedeva da quei puzzoni disertori dell’Ovest (magari mentre un po’ di loro continuavano a morire per le bestiacce di Melkor?). Oh yes, Moryo, è proprio la fine del mondo eh, senti la terra tremare e i mari levarsi a sommergere tutto :P Ho detto io che voi nati ad Aman siete viziatelli!
Argh, sto divagando come se non avessi niente da dire!

Una noticina da pistina, ma soprattutto perché è un argomento che ho approfondito because of reasons: Finwë con una spada durante la Grande Marcia. C’è una nota negli Annals of Aman, nella quarta sezione (di preciso nota 97 pag 106 di Morgoth’s Ring, dell’edizione Harper Collins, se hai la stessa mia) in cui viene riportata una nota in cui Tolkien corregge la sua affermazione secondo cui gli Elfi non conoscevano armi prima dell’arrivo di Melkor, specificando che conoscevano quelle per la caccia, ossia lance e archi e frecce. 
Non avendo trovato nessuna nota al fondo a riguardo, ho pensato ti potessi essere persa questo dettaglio (cosa comprensibilissima, tra l’altro, per dirti io l’ho trovato facendo una ricerca mirata nell'HoME sugli Elfi e le armi XD)
Però immagino che, per dare una spada a Finwë, tu abbia immaginato che a Cuivienen ci fossero forge e uno stabilimento abbastanza evoluto da ospitare laboratori e quant’altro? Son curiosa di come immagini il Cuivienen, visto che per me è qualcosa di molto primitivo e semplice (e le punte di freccia e lancia fatte di pietra scheggiata… ben scheggiata, perché parliamo sempre di Elfi, ma comunque qualcosa di primitivo come le loro abitazioni di allora). 

Okay, ora chiudo davvero. Questa non era una storia che credevo di volere, ma è stato un immenso piacere leggerla e ora mi viene da chiedermi perché non la chiedessi a gran voce, picchiando i pugni sul tavolo! XD

Be’, direi che ci rivedremo su questi schermi e in altri lidi :P

A risentirci,

Kan

P.S.: avrò dimenticato di sicuro qualcosa, uffffff!

Recensore Master
20/06/16, ore 15:31
Cap. 2:

E finalmente, ecco che trovo un po' di tempo per il finale di questa storia che, te l'ho già detto, mi ha fatto piangere.
Davvero, Los, hai fatto uno splendido lavoro, straziante e meravigliosamente approfondito, e io ti adoro per questo: forse non te l'ho detto a sufficienza nel commento allo scorso capitolo, ma desideravo davvero tanto aver modo di leggere qualcosa circa questi momenti, qualcosa di tanto curato e che non tralasciasse nulla, e tu hai dato pienamente voce ai miei desideri. Davvero, Los, grazie.
Dunque, proviamo ad andare con ordine: gli Ambarussa.
Confesso di avere una visione completamente diversa dalla tua, e devo dire che questo mi ha in un primo momento destabilizzata. Andando avanti nella lettura, ho provato grandissimo interesse e curiosità, e mi sono posta tantissime domande... Ho Headcanon molto precisi su di loro, specie post morte di Ambarto (la versione "edulcorata" del Silma purtroppo non riesco a seguirla, tendo a farmi allegramente del male XD) e nonostante abbia lavorato tanto sul loro rapporto ora mi sto seriamente chiedendo se le mie idee non siano tutte una valanga di cliché. Forse lo capirò davvero solo quando sarò riuscita a scrivere la cosa su Ambarussa che tento di scrivere da due anni... Non so. Ma comunque, ho trovato davvero particolare la differenza tanto spiccata tra i caratteri dei due gemelli.
Forse è quasi esagerata, almeno ai miei occhi, la debolezza così marcata di Pityo rispetto a Telvo... Anche perché sì, è vero, Pityo è legatissimo alla mamma, ma voler restare sulla nave per tornare indietro quando hai un padre e sei fratelli che la pensano in maniera contraria ai miei occhi non è propriamente un segno di debolezza (sarà che immagino Ambarussa non avere il coraggio di compiere la stessa scelta e rimproverarselo, quando non si rimprovererà di non aver fatto scendere Pityo... Ma comunque, divago pesantemente). E' vero, quella di Pityo non è vera debolezza, niente è scontato e ci viene ampiamente dimostrato, ma questa differenza così marcata, quasi violenta, mi ha lasciata abbastanza perplessa.
In ogni caso, la scena è straziante. Così come è straziante, tremendamente straziante, lo scorcio del rapporto tra i due che hai delineato: i gemelli che, ancora bambini, cercano consolazione per le paure scatenate dalle liti dei genitori presso Nelyo (poor Russandol, che pazienza! XD) e che poi si confortano a vicenda, perché, checché ne dica Ambarussa, il conforto era senza dubbio reciproco, con la condivisione della mente. Che poi Ambarussa negherà al fratello, per dimostrare di essere forte, di non essere debole come lui.
E a questo proposito, il modo in cui utilizzi l'Osanwe ancora una volta mi è piaciuto da morire: il conforto meraviglioso della condivisione della mente, un conforto pieno, completo, totale. E poi il respingimento attuato da Pityo nel momento in cui Telvo tenta un approccio in questa situazione estrema... L'idea che volesse proteggerlo da tutto il dolore, da quel dolore "corale", come dicevo nell'altro capitolo è tanto toccante che fa salire il groppo in gola. E questo mi fa pensare che Ambarussa di norma chiudesse la mente: forse per essere forte, forse per non sentire l'intrusione del gemello? E che insomma, per questo non avesse percepito con tanta intensità il dolore e le grida e la disperazione come li sente Pityo?
Tra l'altro, alla luce del "dopo" (sono sensibile all'argomento Losgar, perdonami) l'idea che tra le parole senza senso pronunciate da Pityo sia proprio "mamma" a emergere dal caos... No, è troppo, è semplicemente troppo per me.
E sempre per tornare alla questione Osanwe, c'è una sorta di "fisicità dell'Osanwe", non saprei in che altro modo dirlo, perdonami, nelle tue descrizioni, che lo rende qualcosa di molto... Palpabile, tangibile. Oddio, si capisce cosa intendo? Mi riferisco alla sensazione, fisica, violenta, che prova Telvo nell'essere respinto violentemente da Pityo... Lo Hroa ne risente. E questo è assolutamente bellissimo e credibile. Insomma, Hroa e Fea sono collegati e questo si percepisce in maniera ammirevole, e io divago e sono pessima, perdonami. Ma comunque, se non si dovesse capire niente, chiedi pure! XD
E veniamo a Finwe. Finwe che mi ha sciolta letteralmente in lacrime e mi ha strappato singhiozzi inarticolati molto, molto a lungo. Perché questo è Finwe, non c'è storia. E' lui, sotto ogni aspetto.
E' suo l'amore per il popolo nel sincerarsi che tutti abbiano abbandonato la fortezza, l'amore per i figli, tutti i figli, ma quell'indugiare presso la stanza di Feanaro, che, almeno secondo me, racchiude tanto di quel non detto... E l'amore incondizionato per i nipoti, tutti i nipoti.
Gli scorci delle camere visti attraverso i suoi occhi sono pugnalate al cuore, e quante cose racchiudono! Le lettere sul letto di Kano (lettere della moglie, immagino) il ciondolo di Tyelko (regalo di Irisse? O di Orome? O che altro? Di sicuro ha una storia, ed è una storia che tu conosci bene, se un po' ho imparato a conoscerti) il bracciale di Curvo che già conosciamo... Non so perché, ma l'idea che resterà in Aman, nelle rovine abbandonate di Formenos mi ha dato una fitta al cuore... E poi i cassetti di Moryo, ermeticamente chiusi così come i suoi pensieri. E i letti degli Ambarussa, che rivelano tanto.
Ma la cosa più straziante è la lettera di Nelyo a Nerdanel... Poche righe che mi hanno distrutta. E quell'ultima cosa... Cos'era? Un pensiero per Finno? Chiedeva forse notizie di lui?
Ma la cosa più struggente, la cosa che davvero mi ha spezzato il cuore e che mai avrei creduto potesse farlo, è stato vedere Finwe con addosso la sciarpa di Miriel e il gioiello di Indis.
In un unico gesto si coglie l'amore profondissimo che ha provato e prova ancora per entrambe, e davvero, non credevo, perché non ho mai avuto una parola gentile per Indis e in genere faccio solo battute cattive su Finwe che avrebbe dovuto, da bravo Noldo, imparare un nuovo uso delle mani, invece che sposarsi e fare pargoli inutili, ma qui... Qui il tuttto è soltanto fuori luogo. Ho davvero capito Finwe anche in questo aspetto, e l'ho amato una volta di più. Grazie, Los.
Per non parlare poi di quella sciarpa... Hai una capacità di descrivere i manufatti Noldorin che... Oddio, ma ci credi che potevo sentirne il tessuto sotto le dita mentre leggevo? Potevo vederne i ricami? Non esagero! E lo stesso vale per le lampade feanoriane, che mai ho visto così nitidamente, o per la stanza del tesoro, meravigliosa.
Ah, e "piccola, indomita, cocciutissima Miriel"... Perfetta descrizione, la adoro! E sarei curiosa dei tuoi Headcanon in merito a lei e Indis, perché mi hai incuriosita parecchio! Io in genere immagino Indis nata in Aman, oppure molto piccola ai tempi della marcia, con Finwe che non se la calcola molto fino a dopo la morte di Miriel "galeotto Oiolosse e chi lo... Va bene, ne ho già dette troppe oggi) mentre per Miriel non ho Headcanon precisi... Mi piacerebbe saperne di più sulla tua visione, che mi ha proprio colpita!
Credo avrei ancora mille cose da dire su Finwe, ma passo all'epilogo o potrei davvero continuare a sproloquiare in eterno.
Dunque, devo ammettere che, anche rileggendo, quest'epilogo per certi versi mi sembra un po' un "di più"... Quasi quasi mi sarebbe piaciuto che la storia terminasse con la morte di Finwe.
Però è anche vero che così abbiamo il ritorno del pov di Nelyo, con cui tutto è cominciato, e poi l'ultima reazione dei fratelli che avevamo lasciato nel primo capitolo... Insomma, ci sta.
Così come ci sta che siano proprio Nelyo, Moryo e Tyelko ad andare a vedere cosa è accaduto alla fortezza.
L'immagine della fortezza con il portone divelto è di un'intensità e un impatto incredibili, così come il corpo di Finwe riverso nel suo stesso sangue, con la meravigliosa sciarpa di Miriel ormai imbrattata (dettaglio, questo, che mi è rimasto impresso... Sarà perché mi ha addolorato vedere i nipoti non riconoscerla? Non so).
Le reazioni, Dio, le reazioni sono così vere, così loro... Moryo con il suo dolore muto, il suo sgomento, Nelyo che, al solito, deve essere forte e mantenersi saldo per tutti, ma soprattutto quell'urlo terribile, selvaggio, interminabile emesso da Tyelko, l'urlo, con Huan partecipe del suo dolore... Ecco, è lui, è Tyelko. E il suo dolore è così devastante, così totale... Davvero, non trovo le parole, ma spero tu colga quel che voglio dire.
Poi, alla fine, il crollo di Nelyo, che nel prendere coscienza del furto dei Silmarilli non può che pensare alla reazione del padre, e la frase di Moryo che riecheggia il pensiero ricorrente del primo capitolo... Davvero, mi pento di aver detto che quest'epilogo non era poi così utile, perché se non lo avessi inserito cosa ci saremmo persi!
Los, davvero, hai fatto un lavoro meraviglioso e io te ne sono infinitamente grata. Grazie davvero per ogni personaggio, per ogni sfaccettatura, per ogni singolo, piccolo dettaglio di questa bellissima storia.
Un forte abbraccio e a presto!
Mel

Nuovo recensore
18/06/16, ore 23:51
Cap. 2:

Ciao Losiliel,
delle tue fanfic avevo già letto "Tenn'Ambar-metta" e mi era piaciuta un sacco, anche se non sono tanto per lo slash. Questa l'ho adorata!!!! Già sono una fan sfegatata dei figli di Fëanor, poi tu scrivi strabene! La parte degli Ambarussa è fantastica, per una volta sei uscita dal cliché dei due fratelli interscambiabili e li hai diversificati. Ero stufa marcia che fossero considerati come una specie di "essere a due teste", nel senso che pensavano sempre le stesse cose e si capivano al volo, mentre per me essere gemelli non esclude che non possano esserci incompresioni. Poi Moryo mi è piaciuto molto. Penso che tu abbia centrato appieno il suo carattere. E anche Tyelko e Curufinwe...va be', mi fermo qua se no cito tutti, però ottimo lavoro, complimenti!