(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Desidero segnalare per l'inserimento tra le storie scelte quest'opera, piccolo gioiello che si può descrivere in tre parole: appassionante, originale, commovente. La trama si inserisce in un contesto storico già collaudato, quello della seconda guerra mondiale, ma pur sempre ricco di spunti narrativi e di riflessione, nonchè di fascino. In particolare, lo sguardo dell'Autore si concentra sul mondo del'aviazione e dei combattimenti aerei, dei quali riesce a fornire descrizioni che rivelano conoscenza tecnica e padronanza della materia. Le scene di volo, di lotta e persino di "danza" tra gli apparecchi sono descritte con puntualità e ritmo incalzante: tratttasi di materia di cui l'autore non è profano, e che viene messa in scena senza errori e incertezze.
La trama avvince e commuove, è svolta con un'ottima padronanza della lingua italiana,l'Autore sa calibrare i colpi di scena tenendo il lettore con il fiato sospeso, fino allo scioglimento che sopraggiunge spesso in maniera inattesa, con l'effetto di stupire e avvincere ulteriormente: mi riferisco, in particolare, alla scena della caduta in volo di Poynter, seguita dal suo ritorno su un'auto di lusso; agli interventi dell'Intelligence con relative mire propandistiche sul prigioniero, e a come questi ostacoli vengono poi risolti nel corso della narrazione; alla scena cruciale del bombardamento a tappeto sul campo e della fuga di Hans von Rhor; alla danza finale in cielo dei due protagonisti.
L'intera narrazione si distingue per l'intensità delle atmosfere evocate, soprattutto nell'ultima parte, quando non s'intravede alcuna apparente via di uscita e ai due protagonisti non resta che lasciarsi andare a un clima di dissoluzione e decadenza.
Con particolare finezza e capacità introspettiva, evolve nel corso della narrazione la tormentosa presa di coscienza del protagonista, George Stuart, le cui oscillazioni e trasalimenti vengono condivisi dal lettore con sempre maggiore empatia. La spinta idealistica di Hans von Rhor attraversa anch'essa un processo di maturazione, passando da una motivazione esclusivamente autoreferenziale (il desiderio della gloria in battaglia) a quella del sacrificio di sè per amore dell'altro. Ciò che rende questo personaggio in ogni caso atipico e originale, è la sua capacità di conservare il proprio orientamento ideologico, al quale non rinuncia, malgrado la relazione con l'ufficiale nemico.
Ancora, la descrizione degli incontri tra i due amanti non sono mai banali nè volgari, nè tanto meno scadono in quel tecnicismo da manuale di anatomia in cui troppo spesso capita di imbattersi.
Da ultimo, la padronanza delle tecniche narrative dell'Autore si rivela anche nell'aver saputo, con ironia e intelligenza, fornire un'adeguata "spalla" al protagnista (il personaggio di Poynter), in grado di volta in volta di stemperare le angosce di Stuart, di riportarlo a un più concreto piano di realtà, di alleviare i momenti di maggior tensione drammatica, fino a fornire lo spunto necessario per la risoluzione dell'intera vicenda.
Per tutti questi motivi, ritengo opportuno segnalare il singolare pregio di quest'opera e del suo Autore, dotato di un'ottima conoscenza delle tecniche di narrazione, di fantasia e della capacit di veicolare il proprio messaggio in maniera assolutamente valida e costruttiva. |