"e seppur ancora nella culla dove l’avevamo lasciata riposare, Rose vagiva. Alzandomi dal letto, mi avvicinai. In quel momento, il mio sguardo cadde su di lei, e in silenzio, la guardai. La minore delle mie due figlie, piccola, fragile e costantemente bisognosa d’aiuto. Ad essere sincera, amavo lei e sua sorella Terra più della mia stessa vita"
Ho iniziato la recensione con questo passaggio perché lo adoro. Ogni madre a questo mondo ama i propri figli più della sua stessa vita, e quando Rain l'ha detto ho sorriso. E poi i momenti con Rose sono sempre dolci e tenerissimi, punto.
Mi dispiace che Rain sia ancora combattuta e pensi ancora se partire oppure no. Credevo avesse deciso, quella lettera me l'aveva fatto capire, ma forse mi sono sbagliata o non ho capito che in realtà aveva ancora dei dubbi. Mi spiace veramente e Stefan ha ragione, si sta lacerando. Ha usato il termine giusto, il più corretto per descrivere il suo stato, secondo me. Prendere una decisione difficile è sempre arduo, è doloroso, ed essendo io stessa, per natura, una persona molto ansiosa e sempre preoccupata per qualcosa, posso almeno in parte capire ciò che prova Rain. Lei ha ragione: non possono vivere lì per sempre. Ad Ascantha ci sono i genitori di Rain e la sorella, ovvero i nonni e la zia di Terra e Rose. Queste tre persone non hanno ancora visto la bambina, che è nata ad Aveiron e lì ha sempre vissuto, e poi immagino che a Katia, Roran e Alisia Rain debba mancare terribilmente, ma davvero, davvero terribilmente. (L'ho ripetuto solo per enfatizzare la cosa, pensando anche a come mi sentirei io se la mia ipotetica figlia fosse lontana da me per qualsivoglia motivo. Che poi erano le stesse cose sulle quali riflettevo quando pensavo a Rain e Rose, nei capitoli in cui ancora erano distanti l'una dall'altra). Comunque, comprendo in parte le ragioni di Rain, ma Stefan ha ragione: torneranno, ma non adesso. Non è il momento, là fuori è troppo pericoloso soprattutto per le bambine.
"e subito dopo tornai a svolgere le mie mansioni giornaliere, fra le quali figurava anche il prendermi cura delle bambine. Dati i suoi quasi cinque anni d’età, Terra stava crescendo, e con l’andar del tempo, le occasioni in cui si offriva di darmi una mano con la sorellina aumentavano sempre di più. “Posso tenerla?” diceva spesso, quando alla sera arrivava il momento di metterla al letto. “Sì, ma fa attenzione.” Rispondevo ogni volta, lasciandole quindi prendere in braccio la sorella minore, ancora troppo piccola per parlare ed esprimersi ma visibilmente felice di essere coccolata."
C'è un piccolo errore. Hai scritto "al letto" anziché "a letto".
Comunque aw! Aww! Che bel momento dolce e tenero! Mi immagino Terra che tiene in braccio Rose e mi intenerisco, soprattutto perché mi ricordo di quando mio fratello era piccolo. Io avevo nove anni quando lui ne aveva uno (quindi era un po' più grande di Rose che adesso ha tipo... non lo so, dieci mesi? Correggimi se sbaglio e fai i conti XD, ci tengo a sapere la sua età esatta). Comunque, stavo dicendo, lui aveva un anno e ricordo che adoravo tenerlo in braccio, sia in quel periodo sia quando era più piccolo. Mi stringeva il dito, rideva, oppure se era stanco si addormentava e avrei voluto tenerlo lì per sempre. Tenerlo era come farlo per la prima volta, provavo sempre la solita incredibile e quasi incontenibile gioia, ed era bellissimo!
Rain parla di "fredda notte". Ricordami una cosa: ad Aveiron fa sempre freddo? Perché davvero non rammento se è un regno in cui c'è prevalentemente freddo oppure no.
Comunque, credo cheanche in questo periodo scriva nel suo diario (anche se qui non ne parli) e sicuramente racconterà diquanto adora fare la mamma e della felicità che sente nel riavere Rose accanto a sé, ma anche delle paure e delle preoccupazioni che la inquietano.
Ad ogni modo dicevo, è notte, e mi ha colpita questo passaggio:
"chiudere gli occhi e svuotare per un attimo la mente, poco prima di dormire. Fortunatamente, tale stratagemma sembrava funzionare. Difatti, dovevo ammettere che concentrarmi su momenti così infantili e teneri, parte integrante della vita di bambine del calibro di Rose e Terra, mi offriva una piacevole distrazione dal dolore e dagli orrori che parevano sempre più spesso consumarsi appena fuori dalle nostre finestre, e nella notte, rimanevo sveglia, pensando. “Saremmo davvero riusciti a partire? Stefan diceva il vero? Questa così assurda guerra avrebbe mai raggiunto una fine?""
Penso che l'abitudine di Rain sia fantastica, anche se ora non ricordo in quale capitolo ne avesse parlato. Forse in una saga precedente, boh. Ma poco importa. Comunque, è una cosa che cerco di fare anch'io questa, anche se purtroppo non sempre ci riesco. Per fortuna lei pensa alle sue bambine e qindi riesce a tranquillizzarsi un po'. Le domande che si fa sono lecite, anch'io me le pongo. E definisce giustamente la guerra "assurda" perché in fondo è quello che è. E così, tra ansie e momenti teneri e felici, la vita di Rain continua.
Bellissimo capitolo!
Giulia |