Recensioni per
Quando cantano le spade
di Francine

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/02/17, ore 23:17

Buonasera, mia cara! Io stasera sul Cammino mi trascino un pochettino sui gomiti (e ahimè non da alcol, solo da stanchezza), ma sono comunque a rapporto, anche se la coerenza - sia concettuale sia sintattica - sarà probabilmente un concetto limite.

Mi piace quest'Iberia ancora una volta sotto insegna teutonica,  ché i crucchi, sì, la montagna, la sanno capire - o, almeno, sanno raccontarla. Per Goethe non ho mai nutrito la stessa viscerale simpatia che ho per Mann, ma mi è piaciuto che ricompaia velatamente più avanti, per bocca di Saga.
E mi piace la montagna, fosse anche solo per familiarità o abitudine, ché per me sa di casa; e ancor più mi piace l'inverno in montagna. Sì, incluso il perenne strato di ghiaccio su cui si rischia costantemente di rompersi l'osso del collo - correre a scuola in ritardo era un'attività avventurosa, altro che Santi ed Eroi. Sì, incluso il freddo in cui bisogna impiuminarsi fino a sembrare inevitabilmente l'omino Michelin nelle sfumature di colore più improbabili. Sì, anche quello è il fascino della montagna. 

Però a questo giro la palma d'oro va al signor Javier e mi riprometto solennemente di venirlo a visitare anche negli altri luoghi da lui abitati. Mi piace questo maestro ingrigito e un po' brontolone: mi piacciono le sue Gauloises, rigorosamente bionde e senza filtro; mi piacciono i suoi libri e che abbia salvato Shura dalla sorte del selvaggio o dell'ignorante; mi piace che - Santo d'Oro o no - il maestro - superato o no - resti sempre il maestro; mi piace che lo mandi a fare la spesa. Molti di noi hanno avuto una figura così nella vita, a un certo punto; io ho la mia, e ogni volta che torno mi tocca portar su giornale, spesa, e anche la lettiera per la gatta quando capita. Sono quelle cose che sanno di casa. Dunque Javier s'è conquistato facilmente il mio affetto e la mia simpatia.
E mi piace come hai presentato i fatti della Notte degli Inganni. Il punto di vista di Shura scorre per immagini quotidiane, dirette, senza alcuna epica, ma col dramma potente delle parole semplici, delle analogie schiette: è una scelta stilistica che mi è piaciuta immensamente, perché a pensare, osservare, e uccidere quella notte era un bambino. Non se ne capacitava, il piccolo Shura, del tradimento di Aiolos, gli sembrava assurdo, insensato - e lo è, ma in un modo e una misura che la capretta ancora ignora. Continua a non capacitarsene, Shura cresciuto, e continua ad arrovellarcisi il cervellino - del resto, un chiodo fisso è un chiodo fisso, e non sempre si può schiacciare.
E qui, dal momento che la sento la lucidità abbandonarmi, ho il dovere morale di concludere esprimendo l'apprezzamento per l'immagine di Saga sotto mentite spoglie che rifila spiegazioni e tisanine per far dormire i bimbi, dopo quella fatidica notte: indubbiamente stratega e statista - e io mi sento di aggiungere anche un "piuttosto bravo", se non buono -,  è un po' prestigiatore, un po' domatore, un po' balia, Saga l'Usurpatore.

P.S. Ed una menzione d'onore speciale dovrebbe andare anche a Shaka trinceato e alla saudade di Aldebaran - grazie, davvero: grazie! per questo bellissimo dettaglio su Aldone amatissimo!
 

P.P.S. Quasi dimenticavo (la stanchezza infame!): Zorro! Sì! Sì! Sì! Io vivo in una perenne fase Zorro e ad ogni ritorno in quei di California mi concedo almeno una tappa o due di quello che ho battezzato come "Zorro tour"! Sì! *__*

P.P.P. S. Io ho bisogno di sapere chi - CHI?! - dei compagni del buon ShuShu dice "non mi fa sangue". Si tratta di un bisogno primario!
(Recensione modificata il 17/02/2017 - 11:21 pm)

Recensore Veterano
17/02/17, ore 21:11

Visto che mi son ricordata di recensire subito il secondo capitolo, ne approfitto per lasciarne una anche qua, che m'ero ripromessa di farlo giorni fa e, come al solito, me ne sono dimenticata.

Sono una creatura nostalgica, quindi riesco a capire perfettamente il desiderio di Kiki di rovistare nel passato per trovare una traccia di Yuzuriha negli archivi del Santuario - che per me sarebbero una manna da leggere e mettere in ordine, altro che compito ingrato! - e mi piace tantissimo l'immagine di lui adolescente con i capelli tenuti su dalle matite che insegue ricordi propri ed altrui su fogli, quaderni e resoconti. E ogni nome 'del passato' è un po' una piccola stretta al cuore.
Mi piace anche il rapporto di discreto cameratismo che intercorre tra Kiki e Shaina (la cui descrizione di 'gatta scontrosa' è straordinariamente calzante, la adoro), probabilmente risalente ancora all'epoca della battaglia con Poseidone. Shaina che finalmente s'è arresa a non portarla più la maschera, che tanto con la frequenza con cui si rompeva era diventata un orpello inutile ben prima che Saori pensasse che 'se ne può anche fare a meno'. 
Seiya birbante che non si fa vedere... mi sono permessa d'immaginarmi Kiki che l'avrebbe tenuto fermo piazzandogli un masso sulla pancia come si fa coi fogli arpionati con tazze e suppellettili vari su una scrivania spazzata dal vento! 

Concedimi d'immaginarmi Death Mask con una grafia a zampe di gallina, e Shura con una da dattilografo!
Shura è un compilatore assai più metodico di quanto io sia mai stata nella mia 'fase diario', in cui ero capace di scrivere qualcosa una volta ogni sei mesi... sarei stata un pessimo Saint.
E ha anche un certo talento di scrittore, la nostra capretta amatissima. Fa descrizioni accurate e racconta pure il background all'azione principale dell'opera! E bravo giovine.

Hehe, Lois me la ricordo bene... compresa la figura di melma che fece con Mu in tempi non sospetti pensando al caliente spagnolone in modo un po' troppo intenso!

Caffé serale?
JudithlovesJane

Recensore Veterano
17/02/17, ore 19:33

*sospiro d'innamorata*
Avevo dimenticato quanto bello fosse Shura quando ne scrivi tu. Non bello solo per l'immagine fisica che ne appare (che non è da buttar via, neanche a sedici anni e la barbetta insulsa dell'adolescente), ma anche i suoi pensieri, il suo modo di approcciarsi, il suo essere... normale.
Ci credo che al villaggio gli vogliono tutti bene - come si fa a non amare una capretta così? *v*

Mi mancava il mondo parallelo di Orreaga. Javier lo scorbutico cronico - e che ne sa una più del diavolo - che non importa se il suo allievo è quasi trenta centimetri più alto di lui ed è praticamente un generale, resta sempre il bambino che deve obbedire. Nahia che lo tratta come un figlio, Alazne che è un po' tutte noi - e Shura che taglia le montagne con la mano ma non sa come gestire una ragazzina in lacrime? *squittisce* - e il sindaco mellifluo con la figlia 'bella&antipatica', sembrano figurine di un presepe, archetipi in cui chiunque abiti in un paese con meno di tremila abitanti può riconoscere un compaesano, ma allo stesso tempo sono unici e reali. Persone proprie, 'personaggi a tutto tondo', come avrebbe detto la mia prof di italiano del ginnasio fissata con l'analisi del testo.
Le grasse risate che mi son fatta al pensiero di Shura che ascolta i Rolling Stones... sarà un omaggio, il suo colpo con quel nome tanto simile?
E comunque Nahia c'ha ragione, Shura vestito da toreador vincerebbe qualunque gara di costumi di questo mondo... e farebbe volare più di qualche reggiseno, aggiungo io.

E in tutto questo, la nostra capretta continua a sguazzare nell'angst. Perché ad Aiolos e a quel sorriso di martire che va a morire per la causa non riesce proprio a non pensare. Anche se quella domandina che si rivolge alla fine sarebbe così importante...

Ultimamente sto rileggendo altre tue opere in archivio, e visto che la cosa appare anche qua mi sento in dovere di domandartelo: che cosa vuol dire la locuzione "e come ti sbagli?"? Perché non l'ho mai sentita né letta usare in forma interrogativa e per quanto mi ci lambicchi non riesco a coglierne appieno il significato! 
JudithlovesJane

Recensore Master
09/02/17, ore 15:51

Shura. I suoi diari. La possibilità di conoscere una storia di cui siamo solo spettatori - nascosta; tradotto, la meraviglia. 

Questa è l'epigrafe di Shura, la possibilità di conoscere il suo passato attraverso la narrazione a diario personale che, francamente, trovo il modo migliore per farlo - e anche più difficile, perché significa a) mettersi nei panni completi del personaggio b) usare la prima persona, che, ogni tanto, per me è ostico. 
Mi è piaciuta molto l'interazione tra Shaina e Kiki, gli accenni a Seiya da parte di Shaina (sì, Kiki, devi inchiodarlo sul posto, capito bene?) e sono curiosa - una caratteristica per me fondamentale. 
Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*caffè bollente? Qui è tornato freddo!* 



 

Recensore Veterano
09/02/17, ore 14:03

Avevo in programma di venire a sbirciare nei diari del Capricorno da un po', come sai. C'è un gusto raro e un po' guardone nel infilare il nasino nel diario altrui, più che nel nostro, almeno finché il tempo non fa di chi aveva scritto qualcuno di diverso, un estraneo che avevamo incrociato, una volta. Ma il diario altrui apre sempre una finestra su un altro mondo: rende evidente l'ovvietà assurda che qualcun altro esiste, senziente e pensate proprio come noi - una delle cose scontate di cui capacitarsi è più controintuitivo. Il gusto, poi, è triplicato se sono i diari di una persona precisa; ed è elevato alla n se sono i diari di Shura. A me Shura piace tanto quanto lo trovo un personaggio difficile: non riesco mai ad inquadrarmelo bene in testa, mi sfugge; eppure non riesco a nutrire per lui nulla dell'antipatia infantile che gorgoglia per le cose che non vengono facili. 

Dunque ti seguo e inizio dall'ultima versione, con fiducia nelle tue scelte autoriali - anche, almeno un pochettino, perché oggi il mio spirito filologico, sempre altalenante ed altrettanto dilettante, è in sciopero. 

Dunque, da lettore non filologico, mi concedo il lusso di soffermarmi un attimo forse sull'inessenziale: l'epigrafe. Sono pochi gli autori che ho amato e amo come Thomas Mann, la principale ragione della mia eterna frustrazione verso il tedesco, che in perpetuo so troppo male per godermi appieno Mann in originale. Nella mia personalissima (e dunque assoluta, come tutte le cose personalissime) classifica dei libri più belli che abbia mai letto, troneggia La montagna incantata - fiancheggiato dal Doctor Faustus, perché sono quel tipo di persona, ma è accidentale. E La montagna incantata, che così tanto ha a che fare con il senso e i residui (passami il termine impreciso) della morte, mi sembra una scelta ad hoc per quel che ho letto finora.



Per il resto sì, assolutamente sì, senza se e senza ma, ai Pirenei piuttosto che la Navarra. Io mi prendo tutto quello che viene dopo (o prima) del manga classico con le pinze e a pezzetti sparsi, con buona pace del povero Okada - che è una lettura d'intrattenimento, ma fa testo solo finché serve e per quanto si sia disposti ad accettarlo. Non ho problemi a lasciare Izo e Ionia nel dimenticatoio, con la facilità di cui ci si disfa delle cose che non convincono. 

E sì alla Biblioteca, per cui - come sai - ho il mio debole tutto speciale.

E sì, sì, sì, al liberarci delle maschere delle sacerdotesse! 

E ancora un sì all'interazione fra Shaina e Kiki, che ad ogni riga mi ha fatto sorridere con tenerezza - e considerando il mio cuore di pietra e l'umore particolarmente nero di questi giorni, direi che non è un'impresa da poco!

Quindi mi armo di sacca e bastone, e mi preparo a seguire il cammino che traccerai e a raccoglier conchiglie.

Recensore Junior
08/02/17, ore 22:51

Io ho amato questa tua storia.
Perchè è stata la prima. E, si sa, le prime volte sono difficili da dimenticare. Perchè è densa, viva; perchè è carne alla carne, pane al pane e vino al vino. Perchè è una delle storie in cui ho scoperto (risocperto) il senso dell'osare, del MAS (sì, quello dannunziano. Perdona la metafora: ci sta, ma io sono in overdose da Laudi eccetera per colpa di certi studenti testoni).
In cui ho detto sì: allora si può essere in canon anche con creatività, anche tagliandosi uno spaccato e riscrivendo qualcosa. Anche creando dal nulla ambienti, personaggi, colori, profumi. Allora si può scrivere bene anche reinventando un mondo senza stravolgerlo.
L'ho amata anche per questo. Oltre ai riferimenti a Orlando, El Cid e a tutta l'allegra combricola epica. Si capisce.
L'ho amata perchè offrive uno spaccato sulla vita privata, sulla vita dei cavalieri d'oro prima che fossero d'oro, come poche ne esistevano. Di valide soprattutto. E non arabattate e campate in aria.
Perchè c'è il tuo realismo logico, crudo e quotidiano fino al parossismo, qui dentro. Perchè c'è una storia ce è una storia, una di quelle che davvero ti aspetti di trovare quando inciampi in vecchi diari chiusi in un baule. Di quelli che hanno le pagine ingiallite, un quadrifoglio schiacciato che hai paura diventi polvere fra le dita e una calligrafia antica, di tempi che possono essere ieri o una vita prima. Ma che non sono oggi. Semplicemente.
Sono una storia che è la storia di qualcuno; con i suoi alti e bassi, con nulla di straordinario e proprio per questo speciale: perchè sarà anche una su un milione, quella storia, ma è la storia che adesso hai per le mani.
E non è tanto perchè, questa storia, non è uno spaccato qualunque, non è una finestra aperta su uno dei mille cortili di una fantomatica città di memoria, ma è la storia di Shura, così come te la sei immaginata (lode a te per il lavoro mirabile che avevi fatto!) prima che altri (?) lo facessero. Prima di Episode G, del Canvas e di qualsiasi altro prodotto oggi in continuity (e non). Quando l'hai scritta l'hai scritta creando un mondo.
E per certi aspetti, per me, quel mondo é e sempre sarà il mondo di Shura. Lo resterò per sempre nella mia immaginazione.
Quindi sì, tieni i tuoi personaggi, tieni le tue ambientazioni. Non sono in linea con quello che è venuto dopo? Ecchissene...(ok. perdona il francesismo). Sono belle. Funzionano. Crearono quell'atmosfera, quel background logico che si incastra a pennello. E di AU (e no. Lo so che non è una AU, non nel senso tradizionale del termine, almeno) ne esistono di davvero insensate. Di seriamente drammaticamente insensate. Lo so io come lo sai tu.
La tua è, ripeto, un mondo, il tuo mondo. Con i suoi ritrmi e le sue fascinazioni; con una logica stringente in cui tutto torna. Per te e per come l'hai immaginata, ma torna.
Ed è la parte più bella (o almeno quella che mi ha sempre maggiormente catturata): poter seguire il filo dei tuoi pensieri in modo così completo, quasi intimo.
Quindi benvenga questa riscrittura, questa nuova risistemazione. Perchè sì, accontentarsi non di chi scrive. Accontentarsi è di crede di scrivere bene.
E tu scrivi bene e sai scrivere. Per questo non ti accontenti (e, probabilmente, non ti accontenterai comunque. Mai^^ Per mia viscerale soddisfazione e gioia, perchè se questi sono i risultati...Evvai!)
Io ti leggo (e ti rileggerò) sempre con entusiasmo e trepidazione, come la prima volta. E, permettimi una piccola deformazione personale, cercherò differenze con le precedenti versioni con il lumicino, per vedere come sei cresciuta. Come sei cambiata.
Non per pedanteria o criticità. Ma perchè amo scoprire come evolve lo stile di una persona, soprattutto di una persona che ammiro.
In conclusione: buon inizio viaggio!

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