Recensioni per
Areopago - [Saga e Kanon - 100 drabble]
di avalon9

Questa storia ha ottenuto 161 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
13/02/17, ore 13:15

Lo confesso, io avrei risolto tutto con il colpo di Kanon, il Golden Triangle e festa finita. Invece, tu pensi fuori dagli schemi. Ed un semplice triangolo diventa un Delta maiuscolo. Ché sì, un delta maiuscolo È un triangolo. Un triangolo che si può vedere sotto molti aspetti.

È l'iniziale di una ragazza, un vecchio amore che mantiene la freschezza e la complicità dei vent'anni, che è stato divertimento e scoperta e crescita, almeno fino ad un certo punto del sentiero, quando le strade si sono biforcate e ognuno è andato per la propria strada. Sincero e puro, diciamo, come può essere solo un amore che sappiamo finito. Senza rimpianti.
Dysis - come la seconda delle Ore? - è andata avanti, s'è sposata, ha avuto una sua vita. Ed è proprio perché la sua vita ha preso una direzione diversa - ché chi lo sa quando si aprono le svolte cruciali? Chi può dire che quell'ansa, laggiù all'orizzonte, non sia una curva del sentiero, oppure una diramazione che ci porterà chissà dove e chissà quanto lontano? - che lei può mantenere quel ciondolo al collo, un ricordo innocente di un amore che fu, paragonabile al mazzolino di violette tra le pagine del diario o tra quelle di una raccolta di poesie d'amore delle nostre nonne.

Ma il delta è anche quello di Venere - lasciamo fuori gli estuari del Nilo e del Po da questa discussione, vuoi? - e come controcanto alla confessione di Kanon, anche Saga mette sul piatto il suo svezzamento sentimentale. Senza eccessivi pudori. Si sono divertiti, loro due, con la consapevolezza di due ventenni. E sia benedetta, questa consapevolezza, ché più mi guardo attorno e più vedo coppie di sedici, diciassette anni che già pensano ad appesantirsi le spalle con cose come il matrimonio e i figli, accantonando volontariamente la leggerezza del primo amore. Mi è piaciuto che Saga lasciasse parlare lei, Dysis, ché senza troppi giri di parole conosce il doppio del suo ex amante e si rivela a lui per quella che è: un tassello fondamentale nella vita di Saga. È consapevole di esserlo, Dysis; molto. Forse non è più la ragazza con la valigia che ha conosciuto Saga, o forse lo è ancora, chi lo sa? Chi l'ha detto che il matrimonio corrisponda per forza ad una casetta col tetto in ardesia, il comignolo fumante, le tendine a quadretti rossi alle finestre e la staccionata bianca da riverniciare in estate?
Mi è piaciuto che Saga lasciasse parlare lei; abituato com'è ad ascoltare i racconti degli altri su un passato che lo vede protagonista, ma che lui non ricorda, si è potuto prendere lo sfizio di ritrovare qualcosa di conosciuto nella voce di lei. E finalmente, dico io!

E poi c'è Kanon, che è il terzo vertice di questo triangolo. Kanon che non conosce cosa sia successo a suo fratello da quando Saga lo imprigionò a Capo Sunio. Lo sa per sommi capi, certo; ma tutto il resto lo immagina. Deve immaginarselo. Ha avuto donne? Figli? Un cagnolino che gli tenesse compagnia? Mangiava? Beveva troppo?
In questa storia ci hai mostrato come i due gemelli stiano ricucendo quello strappo micidiale che li ha separati durante la crescita (e mai com ein questo caso, l'adolescenza è stata un momento di burrasca!), con Kanon che faceva, il più delle volte, la voce fuori campo del personalissimo Intervallo di Saga, un po' come quello che riempiva i tempi morti della televisione quando eravamo bambine (forse tu non lo ricordi, ma la sottoscritta carampana sì. Oh, sì. Oh, sì.): un delicato arpeggio con paesaggi caratteristici. Magari senza le pecore in branco che brucano l'erba soffice dell'alpeggio.
Qui, la situazione si ribalta. È Kanon a restare zitto, ad ascoltare una storia di cui - parole tue - non vuol perdere nemmeno una sillaba; come se il passato del fratello non fossero solo le corse per Leondinon, un vaso di basilico alla finestra ed una stradina tortuosa che scendeva al mare. Come se Kanon si fosse fermato e si fosse detto: «okay, raccontami di te, adesso».

Mi è piaciuto tanto, tanto, TANTO questo capitolo.
In cento parole ci hai mostrato una verità: il triangolo altro non è che la relazione che intercorre tra questi due fratelli così deliziosamente complicati e così assurdamente strappamutande (chiedo venia, una svisata nel triviale concedimela). Saga è un vertice, Kanon è l'altro. E il terzo, quello che chiude la figura e le dà completezza, è il resto del mondo. Volta per volta. Persona per persona. Attimo per attimo.


P.S. sì, io persevero. Con ostinazione, quella che fa impuntare le zampe degli asini, quella che fa alzare il gomito fin oltre il necessario, e quella che ti fa diventare la testa così têtue, ma così têtue che puoi solo mozzarla con un colpo di ghigliottina. E, colla stessa ostinazione, spero di averti messo un pochino pochino in crisi, anche stavolta.

«Il triangolo no, non l'avevo considerato...»