Buonasera, mia cara! Io stasera sul Cammino mi trascino un pochettino sui gomiti (e ahimè non da alcol, solo da stanchezza), ma sono comunque a rapporto, anche se la coerenza - sia concettuale sia sintattica - sarà probabilmente un concetto limite.
Mi piace quest'Iberia ancora una volta sotto insegna teutonica, ché i crucchi, sì, la montagna, la sanno capire - o, almeno, sanno raccontarla. Per Goethe non ho mai nutrito la stessa viscerale simpatia che ho per Mann, ma mi è piaciuto che ricompaia velatamente più avanti, per bocca di Saga.
E mi piace la montagna, fosse anche solo per familiarità o abitudine, ché per me sa di casa; e ancor più mi piace l'inverno in montagna. Sì, incluso il perenne strato di ghiaccio su cui si rischia costantemente di rompersi l'osso del collo - correre a scuola in ritardo era un'attività avventurosa, altro che Santi ed Eroi. Sì, incluso il freddo in cui bisogna impiuminarsi fino a sembrare inevitabilmente l'omino Michelin nelle sfumature di colore più improbabili. Sì, anche quello è il fascino della montagna.
Però a questo giro la palma d'oro va al signor Javier e mi riprometto solennemente di venirlo a visitare anche negli altri luoghi da lui abitati. Mi piace questo maestro ingrigito e un po' brontolone: mi piacciono le sue Gauloises, rigorosamente bionde e senza filtro; mi piacciono i suoi libri e che abbia salvato Shura dalla sorte del selvaggio o dell'ignorante; mi piace che - Santo d'Oro o no - il maestro - superato o no - resti sempre il maestro; mi piace che lo mandi a fare la spesa. Molti di noi hanno avuto una figura così nella vita, a un certo punto; io ho la mia, e ogni volta che torno mi tocca portar su giornale, spesa, e anche la lettiera per la gatta quando capita. Sono quelle cose che sanno di casa. Dunque Javier s'è conquistato facilmente il mio affetto e la mia simpatia.
E mi piace come hai presentato i fatti della Notte degli Inganni. Il punto di vista di Shura scorre per immagini quotidiane, dirette, senza alcuna epica, ma col dramma potente delle parole semplici, delle analogie schiette: è una scelta stilistica che mi è piaciuta immensamente, perché a pensare, osservare, e uccidere quella notte era un bambino. Non se ne capacitava, il piccolo Shura, del tradimento di Aiolos, gli sembrava assurdo, insensato - e lo è, ma in un modo e una misura che la capretta ancora ignora. Continua a non capacitarsene, Shura cresciuto, e continua ad arrovellarcisi il cervellino - del resto, un chiodo fisso è un chiodo fisso, e non sempre si può schiacciare.
E qui, dal momento che la sento la lucidità abbandonarmi, ho il dovere morale di concludere esprimendo l'apprezzamento per l'immagine di Saga sotto mentite spoglie che rifila spiegazioni e tisanine per far dormire i bimbi, dopo quella fatidica notte: indubbiamente stratega e statista - e io mi sento di aggiungere anche un "piuttosto bravo", se non buono -, è un po' prestigiatore, un po' domatore, un po' balia, Saga l'Usurpatore.
P.S. Ed una menzione d'onore speciale dovrebbe andare anche a Shaka trinceato e alla saudade di Aldebaran - grazie, davvero: grazie! per questo bellissimo dettaglio su Aldone amatissimo!
P.P.S. Quasi dimenticavo (la stanchezza infame!): Zorro! Sì! Sì! Sì! Io vivo in una perenne fase Zorro e ad ogni ritorno in quei di California mi concedo almeno una tappa o due di quello che ho battezzato come "Zorro tour"! Sì! *__*
P.P.P. S. Io ho bisogno di sapere chi - CHI?! - dei compagni del buon ShuShu dice "non mi fa sangue". Si tratta di un bisogno primario! (Recensione modificata il 17/02/2017 - 11:21 pm) |