Recensioni per
Quando cantano le spade
di Francine

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/02/17, ore 21:51

Di pancia, proprio, mi è uscito un mo soccia, che bello.
Le descrizioni degli ambienti sono bellissime - fluide, inserite nella narrazione, senza sbavature. Un grande punto di forza, perché io, come fanwriter, faccio una fatica bestia a non trasformarle in wall of text imbarazzanti, per cui mi limito sempre a contestualizzare al momento e la personaggio, lasciando sempre quell'aura un po' fuori dal tempo e dallo spazio, e invece tu no, ne fai un pezzo completo della storia e oh, boia, se viene bene. ♥♥♥♥

Poi c'è Shura, che è tanto carino con la sua barbetta da capra, e che, poveretto, mi fa anche pena perché il compito peggiore è toccato a lui - e spesso mi dimentico che questi Cavalieri dal nome altisonante hanno solo quindici o sedici anni. Giovanissimi, e mandati a morire. 
Molto belli anche i suoi ricordi di quella notte maledetta - tristi, e disperati. 

Bellissimo capitolo, complimenti! 

Abbiamo degli arancini, ne vuoi? ♥♥♥♥♥
♥♥♥♥♥♥♥♥♥
 

Recensore Veterano
17/02/17, ore 23:17

Buonasera, mia cara! Io stasera sul Cammino mi trascino un pochettino sui gomiti (e ahimè non da alcol, solo da stanchezza), ma sono comunque a rapporto, anche se la coerenza - sia concettuale sia sintattica - sarà probabilmente un concetto limite.

Mi piace quest'Iberia ancora una volta sotto insegna teutonica,  ché i crucchi, sì, la montagna, la sanno capire - o, almeno, sanno raccontarla. Per Goethe non ho mai nutrito la stessa viscerale simpatia che ho per Mann, ma mi è piaciuto che ricompaia velatamente più avanti, per bocca di Saga.
E mi piace la montagna, fosse anche solo per familiarità o abitudine, ché per me sa di casa; e ancor più mi piace l'inverno in montagna. Sì, incluso il perenne strato di ghiaccio su cui si rischia costantemente di rompersi l'osso del collo - correre a scuola in ritardo era un'attività avventurosa, altro che Santi ed Eroi. Sì, incluso il freddo in cui bisogna impiuminarsi fino a sembrare inevitabilmente l'omino Michelin nelle sfumature di colore più improbabili. Sì, anche quello è il fascino della montagna. 

Però a questo giro la palma d'oro va al signor Javier e mi riprometto solennemente di venirlo a visitare anche negli altri luoghi da lui abitati. Mi piace questo maestro ingrigito e un po' brontolone: mi piacciono le sue Gauloises, rigorosamente bionde e senza filtro; mi piacciono i suoi libri e che abbia salvato Shura dalla sorte del selvaggio o dell'ignorante; mi piace che - Santo d'Oro o no - il maestro - superato o no - resti sempre il maestro; mi piace che lo mandi a fare la spesa. Molti di noi hanno avuto una figura così nella vita, a un certo punto; io ho la mia, e ogni volta che torno mi tocca portar su giornale, spesa, e anche la lettiera per la gatta quando capita. Sono quelle cose che sanno di casa. Dunque Javier s'è conquistato facilmente il mio affetto e la mia simpatia.
E mi piace come hai presentato i fatti della Notte degli Inganni. Il punto di vista di Shura scorre per immagini quotidiane, dirette, senza alcuna epica, ma col dramma potente delle parole semplici, delle analogie schiette: è una scelta stilistica che mi è piaciuta immensamente, perché a pensare, osservare, e uccidere quella notte era un bambino. Non se ne capacitava, il piccolo Shura, del tradimento di Aiolos, gli sembrava assurdo, insensato - e lo è, ma in un modo e una misura che la capretta ancora ignora. Continua a non capacitarsene, Shura cresciuto, e continua ad arrovellarcisi il cervellino - del resto, un chiodo fisso è un chiodo fisso, e non sempre si può schiacciare.
E qui, dal momento che la sento la lucidità abbandonarmi, ho il dovere morale di concludere esprimendo l'apprezzamento per l'immagine di Saga sotto mentite spoglie che rifila spiegazioni e tisanine per far dormire i bimbi, dopo quella fatidica notte: indubbiamente stratega e statista - e io mi sento di aggiungere anche un "piuttosto bravo", se non buono -,  è un po' prestigiatore, un po' domatore, un po' balia, Saga l'Usurpatore.

P.S. Ed una menzione d'onore speciale dovrebbe andare anche a Shaka trinceato e alla saudade di Aldebaran - grazie, davvero: grazie! per questo bellissimo dettaglio su Aldone amatissimo!
 

P.P.S. Quasi dimenticavo (la stanchezza infame!): Zorro! Sì! Sì! Sì! Io vivo in una perenne fase Zorro e ad ogni ritorno in quei di California mi concedo almeno una tappa o due di quello che ho battezzato come "Zorro tour"! Sì! *__*

P.P.P. S. Io ho bisogno di sapere chi - CHI?! - dei compagni del buon ShuShu dice "non mi fa sangue". Si tratta di un bisogno primario!
(Recensione modificata il 17/02/2017 - 11:21 pm)

Recensore Veterano
17/02/17, ore 19:33

*sospiro d'innamorata*
Avevo dimenticato quanto bello fosse Shura quando ne scrivi tu. Non bello solo per l'immagine fisica che ne appare (che non è da buttar via, neanche a sedici anni e la barbetta insulsa dell'adolescente), ma anche i suoi pensieri, il suo modo di approcciarsi, il suo essere... normale.
Ci credo che al villaggio gli vogliono tutti bene - come si fa a non amare una capretta così? *v*

Mi mancava il mondo parallelo di Orreaga. Javier lo scorbutico cronico - e che ne sa una più del diavolo - che non importa se il suo allievo è quasi trenta centimetri più alto di lui ed è praticamente un generale, resta sempre il bambino che deve obbedire. Nahia che lo tratta come un figlio, Alazne che è un po' tutte noi - e Shura che taglia le montagne con la mano ma non sa come gestire una ragazzina in lacrime? *squittisce* - e il sindaco mellifluo con la figlia 'bella&antipatica', sembrano figurine di un presepe, archetipi in cui chiunque abiti in un paese con meno di tremila abitanti può riconoscere un compaesano, ma allo stesso tempo sono unici e reali. Persone proprie, 'personaggi a tutto tondo', come avrebbe detto la mia prof di italiano del ginnasio fissata con l'analisi del testo.
Le grasse risate che mi son fatta al pensiero di Shura che ascolta i Rolling Stones... sarà un omaggio, il suo colpo con quel nome tanto simile?
E comunque Nahia c'ha ragione, Shura vestito da toreador vincerebbe qualunque gara di costumi di questo mondo... e farebbe volare più di qualche reggiseno, aggiungo io.

E in tutto questo, la nostra capretta continua a sguazzare nell'angst. Perché ad Aiolos e a quel sorriso di martire che va a morire per la causa non riesce proprio a non pensare. Anche se quella domandina che si rivolge alla fine sarebbe così importante...

Ultimamente sto rileggendo altre tue opere in archivio, e visto che la cosa appare anche qua mi sento in dovere di domandartelo: che cosa vuol dire la locuzione "e come ti sbagli?"? Perché non l'ho mai sentita né letta usare in forma interrogativa e per quanto mi ci lambicchi non riesco a coglierne appieno il significato! 
JudithlovesJane