Recensione Premio per il contest "Award for best one-shot - II Edizione"
Con molta lentezza, procedo con le recensioni premio, e giungo da te e dalla tua storia.
Mi hai espressamente chiesto un parere sincero - cosa che io do sempre, è più forte di me - quindi ho capito che a questa storia tieni molto. Cercherò di lasciarti un commento esaustivo, per quello che posso, cercando di affrontare tutti i punti salienti. Il problema è che questo è solo un prologo, quindi il mio parere sarà limitato a come hai gestito l'incipit.
E' molto importante, in una storia a capitoli, saper conquistare sin dalle prime righe, chiarire il contesto e dare una base intrigante con cui invogliare il lettore nella lettura. La tua storia possiede queste caratteristiche, quindi i complimenti sono d'obbligo.
La grammatica va bene, non ho visto errori - a parte uno spazio di troppo tra un articolo e il sostantivo e un "là" senza accento - però ci sono alcuni ritocchi da fare alla punteggiatura.
Lui non capiva che senso avesse, quell'amore irrazionale canalizzato nei confronti di poche persone
(la virgola va tolta perché separa il verbo dal complemento diretto)
"Lorenzo, io e te siamo in questo movimento da quando?"
(Può andar bene "quando" se la risposta indica un evento, ma la risposta dell'altro è "quasi due anni", quindi credo che sia più corretto dire "da quanto")
"Le riempiremo di Austriaci le celle."
"Le riempiremo di Austriaci, le celle." (va messa la virgola perché hai creato un inversione)
Ciò che devi correggere sta nei dialoghi, invece: se la battuta precede il dialogo va messo un punto o i due punti, a seconda del caso; mentre se dopo il dialogo c'è una battuta strettamente legata non va messo il punto all'interno delle virgolette.
Tolto il problema della punteggiatura, lo stile è buono. Avrei solo dei piccoli accorgimenti da suggerirti, molto personali tra l'altro. La storia è ambientata nel 1832, quindi ci starebbe bene il fatto che ti riferissi al movimento chiamandolo "Giovine Italia", poiché era il suo nuovo all'epoca. Forse mi sbaglio, però darebbe un tocco più "retrò" anche alla vicenda. Un ultimo dubbio, poi smetto di rompere: i moti in Savoia non avvennero nel 1833? Quindi non è un po' anacronistico il fatto che nel 1832 siano già falliti? Scusa per tutti questi dubbi, ma i dettagli storici tendono a sfuggirmi a volte, e siccome non è esattamente il mio campo, cammino un po' sulla punta dei piedi, tastando il terreno con calma>.<
Ho finito con le "critiche", se così le vuoi chiamare, ma sono proprio minuzie di un testo che comunque mi ha catturato proprio per quei pregi che ti ho indicato all'inizio.
Il contesto storico: hai utilizzato Genova, la quale è stata una delle basi fondamentali del movimento, in cui molto è stato l'entusiasmo e parecchia la delusione finale del 1834 - se non vado errato. La caratterizzazione della città è resa meravigliosamente dall'incipit, con quella descrizione del porto e la bellissima metafora con cui non solo dipingi l'atmosfera, ma anche inizi a caratterizzare il personaggio principale. Mi è piaciuto molto come dettaglio stilistico, ed è stato reso molto bene. Le prime frasi, quindi, risultano molto attraenti, coinvolgono nell'atmosfera dell'epoca e ci trasportano direttamente all'interno della locanda, dove vediamo il passaggio di consegna tra la carboneria e la Giovine Italia, due generazione di rivoluzione messi a confronto. Un altro dettaglio che ho apprezzato tantissimo, e che hai perfettamente incarnato con il locandiere: un uomo semplice, alla mano, forse un po' burbero e dalle poche parole, con la puzza sempre sotto al naso, ma che mi piace per il suo spirito dormiente di guerriero. Un uomo che ha vissuto e che ha molta esperienza. Mi piace già molto.
La trama è stata appena delineata eppure già vedo che si muovere su due diversi filoni: quello storico, i moti di genova, e quello romantico, con un colpo di scena finale che ha reso perfettamente l'idea di ciò che intendevo con "base intrigante". Mi incuriosisce molto scoprire chi sia e cosa vuole questa Isabella, e se porterà una ventata rivoluzionaria o solo discordia tra tutti questi baldi giovani.
I personaggi... di Isabella non posso dire niente, ma hai iniziato a delineare gli altri, sopratutto i due capi - il capo e il suo secondo - di questo gruppo rivoluzionario genovese. Lorenzo è la mente razionale, Stefano è lo spirito indomito. Gli altri sono tutti da scoprire, e non vedo l'ora. Mi piace come hai delineato il rapporto tra i due ragazzi: complementare, ognuno di loro va a ricoprire le mancanze dell'altro, in un confronto proficuo e sempre stimolante; c'è rispetto e stima. Isabella, ripeto, in tutto questo può essere fatale (io già vedo intrecci, non farci caso).
Stefano è sicuramente il protagonista, e non solo della vicenda: ha un carattere carismatico, focoso, di quelli che sognano e poco riescono a stringere purtroppo; è un visionario, ha il fuoco della gioventù e un'ambizione non dà poco. Eppure è giovane, inesperto, e il suo mondo fatto di ideali è ristretto, incompleto, e lui non se ne rende ancora conto.
Non credo ci sia bisogno di dirti quanto questo incipit mi abbia coinvolto e quanto io desideri continuare. Non ti faccio promesse di tempo, però sicuro è che continuo a leggere e recensire fino alla fine.
Per il momento ti faccio i miei complimenti.
A presto! |