Passo al volo su questo capitolo prima di mettermi a scrivere!
Dunque, se il precedente era denso di avvenimenti, questo in effetti non è da meno. Non si tratta di avvenimenti empirici, certo, ma non per questo meno importanti... anzi. Azzardo a dire che questo capitolo particolarissimo è quasi la chiave di volta per questa storia, dato che si tratta chiaramente di una visione - quasi una sorta di profezia - più che un sogno.
Sicuramente non è un "semplice sogno", ecco.
Ma prima di tutto voglio farti i miei complimenti per come hai gestito la narrazione qui. In primis, il tempo presente, che normalmente non c'è, è stato un tocco veramente di classe. Il cambio temporale da perfettamente l'idea della dimensione onirica, e difatti funziona molto bene nei racconti surreali, come surreale è l'aria che si respira.
In secundis, le descrizioni eccezionali, tutti i contrasti di colore, e l'ansia terribile della visione che non s'interrompe. quel "non guardare a nord" inascoltato, ammonitore, terribile, sembra far degenerare il sogno, che da limpido e malinconico diventa assolutamente agghiacciante e a toni cupi.
Mi sembrava di guardare un dipinto in movimento, tanto erano precisi e netti i contrasti, misti alle emozioni, condite dal fatto che Bart, pur soffrendo terribilmente, non può far altro che ridere. Terribile, terribile e veramente conturbante, come il peggiore degli incubi.
Due delle persone che Bart ha amato hanno "riempito le lapidi". Due delle persone più importanti per lui: sua madre, quella naturale, e il suo padre adottivo. I fiori rossi sul viso di Dalton, il nome della malattia che l'ha ucciso, credo che faranno fare gli incubi anche a me. Veramente una scena eccezionale. E tutte le volte, Amisa rimarca il fatto che le scuri, queste scuri che riportano il nome del luogo dove Bart è cresciuto, spezzano qualsiasi cosa.
Sette Scuri. E sette lapidi.
Perché quel luogo si chiama Sette Scuri, in effetti? è un nome molto particolare, anche se lo paragono agli altri nomi di luoghi già sentiti a Pantagos.
Quindi, queste sette lapidi vanno riempite, e due sono già piene. E Amisa dice a Bart di tornare a Sette Scuri, ma gli fa anche promettere che queste cinque lapidi avranno cinque anime. Quasi sembra che gli stia facendo promettere di commettere degli omicidi, ma non credo che sia così: piuttosto, penso che il senso sia che deve portare altre cinque, determinate persone a Sette Scuri, dopo la loro morte, in modo che anche le restanti cinque lapidi vengano "riempite."
Non so se segui il mio ragionamento. Insomma mi è parso che ci fosse quasi una sorta di maledizione su Sette Scuri, una maledizione di neve che soffoca tutto, e che non si "esaurirà" finché un'anima non verrà assegnata a ciascuna lapide. Suppongo sia una metafora, ma questa è l'impressione che mi è arrivata. E suppongo, come dicevo, che il punto sia far arrivare queste persone alle loro lapidi.
Ora, chi potrebbero essere le altre cinque anime? Non mi è dato saperlo, ma ti dirò, sono molto preoccupata per Esmerelle. Insomma che cosa ci faceva lei, in quel sogno, accanto a Bart? Perché proprio lei? Non vorrei che la piccola si trovasse a essere la prossima anima che deve riempire una lapide, anche se fortunatamente non si è avvicinata e non è diventata di porcellana, a differenza della madre di Bart e di Dalton (il che mi fa un minimo sospirare di sollievo).
Potrebbe essere che Bart stesse solo facendo proiezione, cercando conforto nella figura di Esmerelle - che lo ha soccorso poco prima che svenisse. E quindi l'ha vista lì, come se sperasse in un aiuto da parte sua. Ma in ogni caso, questo fatto mi preoccupa. Mi chiedo quando verrà ripreso!
Intanto ti rinnovo i miei complimenti per questo capolavoro di capitolo!
~Sky |