Sono di nuovo qui, prestissimo, perché mio papà e mio fratello sono andati via da poco (torneranno stasera) e mi hanno svegliata. Per cui mi sono detta: perché non passare?
Scusa se ho divagato.
L'avrò già detto, ma mi piace un casino come dai spazio all'introspezione, ai sentimenti di Joyce, a quello che le succede intorno e che inevitabilmente la influenza, la fa ragionare sugli eventi e sul futuro.
Sì, credo che Vyncent abbia detto una cosa molto vera: nessuno sta capendo nulla di ciò che sta accadendo. In foondo è successo tutto così in fretta!
E così, la famiglia di Joyce deve spezzarsi in quanto i fratelli devono partire per la guerra.
"Devi proprio andare?"
Questa frase mi ha spezzato il cuore. Si vede che Joyce è molto legata alla sorella e che è preoccupata per lei e per la situazione, sa che le mancherà moltissimo. Ma sono anche felice perché vede il tutto in modo abbastanza ottimista, il che non è da tutti. La ammiro moltissimo per questo. Certo non ha la sicurezzza di Bryce (sicurezza che io invidio da morire, come fa la protagonista, perché non è nel mio carattere esssere così).
"Joyce si sentiva infastidita, ma cosa poteva farci? Loro erano stregoni e lei... lei non era niente."
E di nuovo di sente male per non avere i poteri, comprensibile. Si sente ancora inutile, impotente come hai scritto dopo.
Non so se l'impotenza sia peggio che essere feriti o morti, ma certo è che, appunto, è una sensazione che fa stare uno schifo.
E d'altra parte, la ragazzina trova il coraggio (perché ce ne vuole!) di pensare che vuole far parte anche lei della guerra. Ma non perché desidera così tanto avere i poteri, bensì perché vuole aiutare. Anche qui ha dimostrato il suo buon cuore pensando a coloro che avevano combattuto e sofferto, ha fatto notare la sua sensibilità e la cosa mi piace tantissimo.
"Ma come?"
Appunto, come? Come potrà riuscire a dare una mano anche lei? Sono curiosissima di scoprirlo!
Giulia |