Cara Queenjane,
Ho appena intrapreso la lettura di questo tuo racconto, a dire il vero con un discreto ritardo, e già dalle
sue prime righe me ne sono appassionata. Credo che soltanto la dicitura "completa" potrà distogliermi
da essa. (In una storia tragica come questa è preferibile non evocare il più classico dei sinonimi del
termine "conclusione".) Sono tanti i temi da te toccati in questo racconto, tutti particolarmente coinvol-
genti. I miei preferiti sono, nell' ordine: l' aspetto storico (la Storia, con la esse maiuscola, mia grande
passione di sempre), l' amore (declinato in tutte le sue varie "coniugazioni"), le vicissitudini esistenziali
dei protagonisti e di chi li circonda (la Storia quotidiana, che pochi si ricordano di registrare), il richiamo
ad un' altra tua opera (sempre e comunque posta tra le mie preferite). Il tutto unito dalle tue non co-
muni doti di narratrice. Insomma, un insieme di "cose" adorabili e irrinunciabili. Questo capitolo si con-
clude veramente in un clima di grande tristezza. Probabilmente al giorno d' oggi la sorpresa per quella
malattia sarebbe poco o del tutto inesistente, ma, nonostante ciò, la gravità di tale morbo risulterebbe
ancora molto grande. Un fatto che dà molto da pensare. Le aquile dorate sono cadute da tanto tempo,
ma i mali del mondo rimangono sempre gli stessi, purtroppo.
Un affettuoso saluto |