Recensioni per
Alcibiade o 'l'Albero della Vita'
di Ancient_Mariner

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/08/17, ore 21:23

Delle poesie che scrivi mi piace in particolar modo la cultura. Si sente una conoscenza profonda di ceti aspetti, probabilmente quelli che ti piacciono o ti intrigano di più, e si nota una ricerca nel loro approfondimento e in una eventuale reinterpretazione.
E poi mi piacciono tantissimo i suoni. Leggo le poesie ad alta voce perchè mi piace sentirne il ritmo e le particolarità, soprattutto quelle relative a ciò che ogni suono evoca. Nella descrizione del luogo, qui, ad esempio, ho sentito un non so che di gocce che cadevano (forse sono io sensitiva), e mi sono davvero ritrovata immersa nell'eden primitivo che viene descritto.
Corro a leggere le altre poesie, perchè davvero mi piacciono molto.

E anche, come ti ho già detto, mi piacciono molto i riferimenti ai sogni, perchè sono incomprensibili eppure sono uno dei pochi contatti con il nostro vero io (e questo dovrebbe dirci già molto).

Recensore Master
02/08/17, ore 15:35

Buon pomeriggio.
Le tue poesie hanno un cuore. Lo sento pulsare, in questo componimento.
Questa poesia è un grande concentrato di cultura e di riflessioni; io sono senza parole di fronte a un tale capolavoro.
Sai, mi resta solo da farti tanti, tantissimi complimenti per tutto!
E' che scrivi con una cura magnifica. Questa poesia mi ha lasciato tanto.
Hai un grande talento!
A presto :)

Recensore Junior
31/07/17, ore 17:40

Aaarrgh!! Corpo di mille balene bianche!!!! :0 :0 :0 XD XD XD
scusa mi sono immaginata di essere una piratessa dal tuo nome, però animalista!!!...comunque......ho letto e riletto a fondo questa poesia, per immergermi con attenzione e studiare i tuoi versi....e insomma, che posso dire?? :3 :3 :3 :3
Sono versi favolosi, soffici e lascivi, e ci rendono conto dell'antico essere primigenio, teofanico, panico ed anentropico dell'Uomo, cui può tendere l'esubera e callida sensibilità del poeta quale veggente ricompositore di un Ordine diroccatosi, di un esperimento inspontaneo che ci riporta in breve nella dimensione dell'Uno e del divino cui ci siamo sottratti per nostra e universale stoltezza!!! :O :O :O
mamma mia che discorsone....comunque a parte tutto....la tua poetica è molto interessante e mi piacerebbe approfondirla....anche per il fatto che stuid lettere classiche <3 <3 <3
Debbo ammetterlo, la tua poesia mi ha ispirata di recente a scriverne un'altra...il mio stile è diverso ma ho cercato di riproporre questo senso di onironauticità "ipnoballica" in cui mi immersi d'oro e d'argento nel tuo poetare......
ti mando un superkissino *smaaaaack* ;o ;o ;o ;o a presto!!! ;D ;D ;D

Recensore Junior
30/07/17, ore 14:18

Apprezzo particolarmente questo tuo perseguimento del contraddittorio, a partire dal titolo "Immortalità" che pare cozzare col tragico, seppur etereo e pacato, finale della poesia. Percepisco un rimando a "Disgelo", anch'essa per altro con un titolo che segnava l'opposto del suo esito: risuona nei riferimenti al ghiaccio e alla brina e mostra come tu stia seguendo un filone molto definito, un percorso ben tracciato in apparenza, ma che pare condurre in una coltre di nebbia fitta, da cui non sempre è possibile riemergere. E io ti seguo, in un certo senso, sia poeticamente che nella realtà meschina che pare accomunarci (per cui denigro azioni che poi compio, intitolo "Presenze" un componimento che denota assenza e ascolto canzoni che parlano di non arrendersi a certe mancanze, mentre vorrei soltanto riuscire a lasciar andare). Il mondo invece scorre, cullandosi nelle sue solite illusioni, perché la consapevolezza è un peso troppo grande da portare soli: e se per un unico istante è parso che potessimo non essere lasciati a tacere con noi stessi per l'eternità, ciò che ne è seguito è stato un silenzio ancor più straziante, quello derivato dall'esserci resi conto di cosa significasse udire la voce dolce del vento, per poi perderla per sempre. Le immagini naturali che hai utilizzato sono meravigliose, mi fanno venir voglia di chiudere gli occhi e immergermi in quel paesaggio malinconico, un passato che non possiamo far altro che rievocare, lontano come un soffio che ormai tace ammutolito e come un canto che riecheggia scolorando. Non c'entra davvero nulla, ma mi ricorda questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=Zu6l7cmdZr0
Il riferimento a Catullo è incantevole, l'ho apprezzato davvero molto, spero di averlo interpretato correttamente come la volontà di scambiare quel vuoto con qualcosa di bello e puro come un profumo, senza rancore o rabbia, solo con una immensa e inevitabile tristezza da continuare a raccontare, perché ciò che conta va sempre narrato, nonostante tutto.
In ogni caso mi fa piacere che tu abbia dato il via a una nuova raccolta, ti leggerò per scoprire dove porta quel cammino, se veramente esiste la possibilità di salvarsi.

Ti sono vicina,
Silvia