3° posto:
Proibizionismo di SSJD
Grammatica: 9,9/10
Le tre drabble sono tutte corrette, lo 0,1 che ti vedi sottratto è da imputare unicamente a una piccola svista, presente nella seconda drabble, Vino:
Le casse partono dalla Columbia.
I contrabbandieri fanno poi tappa in Messico (…)
Hai scelto di scrivere Columbia secondo la denominazione originale, in spagnolo, ma Messico in italiano, e non in originale, creando così un’incongruenza. Sarebbe preferibile dunque scrivere Colombia, tanto più che la Columbia è una delle note università newyorkesi, e sarebbe meglio evitare l’assonanza.
Efficacia espressiva e stile: 10/10
In questo parametro ti darei mille, diecimila punti, se potessi. Hai una capacità comunicativa molto intensa: ogni parola è efficace e ogni periodo pregnante. Sai essere incredibilmente diretto: il ritmo narrativo è spesso frenetico, leggendoti si ha l’impressione che ogni azione si stia svolgendo sotto i nostri occhi e da essa veniamo inevitabilmente trascinati e coinvolti.
Altro motivo di pregio è la coesione e la logicità interna al testo. Stile, lessico e registro linguistico sono tutti coerenti l’uno con l’altro: il personaggio pensa, parla e si muove con termini schietti, crudi, a volte con qualche imprecazione. La sintassi è naturalmente piegata al suo essere; sono quasi del tutto assenti le subordinate, mentre sono le coordinate o addirittura le frasi semplici a dominare ogni drabble. L’effetto finale è di piena rispondenza tra soggetto, materia narrata e cornice stilistica: è quest’ultima ad assecondare i primi, e non viceversa.
Il punto di vista è interno: ogni singolo movimento è osservato dagli occhi del protagonista e filtrato dalla sua percezione, e sono suoi i panni che il lettore riveste per tutto il percorso narrativo delle tre drabble, potenziando ulteriormente la partecipazione emotiva.
Partendo dalla prima drabble, si è subito catapultati in un’atmosfera concitata, introdotta da una singola parola seguita da un punto fermo: rumore. Un suono esterno ha rotto l’iniziale equilibrio a cui il lettore non ha potuto assistere, ma che sa essere stato spezzato da un’intromissione aliena. Da qui parte un susseguirsi di eventi che accadono velocissimi: i due personaggi hanno paura, si guardano spaventati, si domandano se ha senso fuggire, vengono sorpresi dalla polizia e intimati a inginocchiarsi con le mani dietro la testa. Sei riuscito a non rendere questa catena di avvenimenti piatta o senza spessore: hai saputo mostrare ogni gesto e ogni pensiero con precisione, accompagnando i fatti puri ai suoni dell’ambiente circostante – i passi sulle scale, gli ordini del poliziotto – e a immagini molto fotografiche e nette – la fretta nel rivestirsi, il viso pallido di lei. L’immagine di chiusura della drabble ha anch’essa una qualità quasi filmica: si riesce a visualizzare benissimo il sangue che cola dalle labbra del protagonista sulle assi di legno, che nascondono l’oggetto di contrabbando.
Con questa sequenza finale introduci quello che sarà il focus della seconda drabble, il vino: qui riusciamo a scorgere un po’ di background della storia, ancora una volta raccontato dalla voce del protagonista. Sei stato in grado d’informare il lettore su un giro di traffico tutt’altro che semplice in davvero pochissime parole, ulteriore dimostrazione di un dono della sintesi per nulla scontato. Di questa drabble ho apprezzato particolarmente i piccoli riferimenti all’epoca in cui è ambientata la storia, tra cui ovviamente il termine blind pig: trovo tu abbia operato una scelta azzeccata nel riportare in originale questa espressione, esplicitandone il significato nelle note, hai impreziosito il testo e l’hai reso ancora più realistico.
La terza drabble ha una struttura simmetrica: nella prima metà, il protagonista porta avanti, con lo stesso filo logico, quella sorta di flashback che aveva cominciato nella seconda drabble, dando al lettore altri dettagli sul quadro che l’ha portato nella situazione in cui si trova adesso. Nella seconda metà, si torna infine al presente, dettato dall’urgenza della presenza dei poliziotti e della necessaria confessione. Una struttura dunque molto coerente ed equilibrata, ottimo lavoro anche in questo aspetto!
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Anche per questa voce totalizzi punteggio pieno a mani basse. Il tuo protagonista, senza volto e senza nome, ha un’identità molto forte e la sua voce narrante s’impone nella mente del lettore con prepotenza, tanto da portarlo a un’immedesimazione completa. Si finisce con l’essere totalmente assorbiti dal suo punto di vista, si è portati a seguire i suoi ragionamenti, a giustificare le sue azioni a cuor leggero e a empatizzare con il suo destino.
Anche in campo caratterizzazione, si riesce a intravedere davvero un mondo, dietro i personaggi che hai creato, pur non dandoci tu alcun effettivo dettaglio introspettivo e psicologico. Lasci al lettore carta bianca e piena facoltà d’immaginazione, ma non rendi il tuo personaggio un “signor nessuno”: egli ha una sua individualità ben precisa, ma ci dona comunque la possibilità di riempire gli spazi vuoti e ricostruire alcuni tratti della sua personalità qua e là.
È chiaro che egli sia un chimico – l’accenno al suo laboratorio nella seconda drabble è un indizio inequivocabile – ma rimane incerto in quale punto della catena di montaggio si collochi esattamente. Si tratta di un piccolo boss di zona, solo del chimico, o di un pezzo un po’ più grosso? Me lo sono domandato fino alla fine, e mi sono divertita a vagliare le possibili opzioni durante la lettura, e anche in seguito. La tua è una storia che mi ha fatto pensare molto, senza dubbio, vuoi per la materia chimica di primo acchito un po’ ostica, vuoi per questa tua tendenza a voler dire moltissimo in poco spazio. Questo per me non è affatto un difetto, sia chiaro; mi ha molto incuriosita questo tacito gioco di indovinelli che hai saputo mettere in piedi e ho riletto ogni drabble davvero decine di volte per tentare di individuare ogni tassello e farlo combaciare al successivo.
In sottofondo rimangono altri personaggi corollari, nessuno in apparenza indispensabile alla storia, ma tutti con una funzione ben precisa: la puttana, un poliziotto. La donna all’inizio sembra essere soltanto puro intrattenimento sensuale per il nostro chimico, ma nella seconda drabble si scopre che anche lei ha un ruolo nel contrabbando, quello di procurarsi le bottiglie di Coca Cola. Ancora una volta, eccellente uso della sintesi: nessuna frase è lasciata al caso, nessuna frase non nasconde dietro di sé un universo di eventi. Davvero un ottimo impiego delle poche parole che avevi a disposizione per ogni drabble.
Per ultimo, abbiamo il poliziotto: è ridotto a un bozzetto stereotipato della sua professione, ma in definitiva anch’egli è ben riuscito e funzionale per la storia. Infatti, le sue azioni sono sempre il motore scatenante di qualcos’altro: il calcio di fucile che impartisce al protagonista è la miccia che fa scoprire al lettore le casse di vino e il colpo che gli arreca nella terza drabble lo riporta al presente, intimandolo a confessare. Si potrebbe benissimo trattare di due poliziotti diversi, ma non è importante: essi infatti si sovrappongono l’uno con l’altro perché ininfluente sarebbe distinguerli agli occhi del protagonista.
Uso della triade: 8/10
Purtroppo non ho potuto assegnarti più di otto decimi per l’uso della triade: a costo di suonare ripetitiva, ovviamente l’oggettivo buon lavoro svolto con le tre drabble non viene affatto scalfito dalla votazione raggiunta in questo parametro, ma il contest richiedeva delle dinamiche precise.
Il motivo per cui raggiungi un punteggio abbastanza alto è sicuramente legato all’uso del prompt “formula chimica”: inutile ribadirti quanto esso sia la base fondante di tutta la storia, ed è evidente che hai concepito queste tre drabble proprio in funzione del prompt, chiara ispirazione alla radice del tuo lavoro.
Anche il prompt “vino” ha di conseguenza un’importanza fondamentale, essendo la merce di contrabbando per cui il protagonista viene incastrato durante l’epoca del proibizionismo. Tuttavia, non ti nascondo che ho fatto un po’ fatica a comprendere se la bevanda fosse effettivamente vino, tequila, o una combinazione delle due. Ho letto le note che hai pubblicato su EFP svariate volte, per tentare di schiarirmi le idee in merito, ma non sono riuscita a cogliere la differenza – ammesso che vi sia – tra le opzioni che mi frullavano in testa. Non ti ho comunque penalizzato per questo fattore: la mia confusione è sicuramente frutto di una mia scarsa conoscenza in materia, e non di una tua mal riuscita gestione del prompt, che rimane comunque tangibile per tutta la storia e naturalmente maggiormente nella seconda drabble.
Quanto detto per questi due elementi non vale purtroppo per il prompt orario: le tre di notte è l’ora in cui è ambientata la storia, ma se non ci fosse la dicitura in alto a destra in apertura della prima drabble in cui specifichi luogo, data e ora, non ci sarebbe nulla, nel testo, che renderebbe evidente che si tratti proprio delle 3 di notte, e non di un orario notturno – o addirittura serale – qualsiasi. Inevitabilmente, questa scarsa attenzione all’orario presente nella tua triade ti ha penalizzato in questo campo.
Gradimento personale: 5/5
Ho adorato questa storia, punto. L’ho divorata più in fretta di tutte ed è forse quella che mi è più congeniale, soprattutto in termini di stile. Hai scelto anche una delle mie ambientazioni storico-geografiche preferite (sono un’appassionata sfegatata della New York dei primi anni 30 – ma anche di qualsiasi epoca, in effetti, è il mio posto del cuore!), e hai reso piena giustizia all’ipocrisia, sporcizia, e schiettezza della città. Insomma, non potevi davvero sbagliare: stile diretto, personaggi cinici, sfondo cupo e crudo: sono tutti i miei elementi preferiti, e hai saputo mescolarli tutti con grande naturalezza e domestichezza. Punteggio pieno senza pensarci due volte!
Punti bonus: 1/2
Genere storico/novecento – fa da sottofondo al testo, ma riesce a emergere in ogni parola.
Totale: 43,9/47 |