Ciao! (Mi sono un po’ stufato di salutare sempre allo stesso modo)
Ma sai, alla fine potrei scrivere un semplice “bella storia, mi è piaciuta. FINE”, ma non sono il tipo ed è assolutamente contrario alla mia idea di recensione.
Capitolo finale, un all-Levi che dovrebbe rendere la vita difficile ad uno scrittore quanto ad un lettore. Perché scrivere i pensieri di quell’ometto è difficile, ma leggerli e immedesimarsi (o almeno pensare a lui che fa determinate cose) in quei 160 centimetri di pura apatia e freddezza è molto più difficile. Giuro.
Non solo perché (essendo appunto un mezzo anche un quarto sociopatico) è difficile mettersi nei suoi panni, ma perché appena si oltrepassa la soglia dell’interpretazione che gli ha dato lo scrittore allora si viene colpiti da quanto dolore prova. E stavolta il carro armato prima di passarti sopra ti spara.
Sono ormai tre recensioni che ti faccio, quindi ormai hai capito il brutto vizio che ha la mia testa.
Capitolo ottimo.
Cresce piano piano, dando piccoli assaggi al lettore di quel pugno allo stomaco che sta per arrivare più giù nella pagina.
Già dal principio dell’incontro con il vecchio Ral invece si legge che la scena prenderà tutt’altra piega. Quel piccolo moccioso rompe lo schema di ogni immaginazione strappalacrime che poteva venirmi in mente.
Qui però non posso non far dei piccoli accenni alla storia, me ne rendo conto.
(Tralasciando la metafora sul nome del bambino che ti avevo già accennato nell’altra recensione, ma che qui acquista solidità da un semplice trip mentale nell’angolo dell’autore)
Giuro che durante il discorso tra nonno e padre pensavo di voler strozzare qualcuno, solamente per scaricare un pochino la tensione che si stava accumulando. Tra Ral che tentava di fare un pochino il padre afflitto e Ackerman che invece si richiudeva nel guscio manco una tartaruga.
E poi l’incontro molto poco caloroso tra paparino e figlioccio che però affronto dopo.
Caratterizzazione di Levi, ottima. Non troppo dettagliata, ma comunque esatta. Che poi è sempre un pensiero, nessuno potrebbe capirlo veramente.
Il bimbetto è PERFETTO figlio di entrambi, si vede, ma perfetto.
Stile, parliamone. Non starò a dire che tutta la prima parte è corretta e bella, l’ho già fatto. Il discorso finale, alternato così semplicemente con botta e risposta, è fantastico. Semplice e funzionale, funziona troppo. È troppo veloce così però, finisce subito!
Comunque ci sono anche dei piccoli sprazzi di leggerezza molto simpatici nel corso della storia che mi hanno fatto sorridere.
Volevi che parlassi solo bene? No, adesso ci vuole una botta di malvagità. Cosa diavolo hai contro la parola “perché”? A volte c’è l’accento (quello sbagliato), altre non c’è. Sono tre recensioni che volevo dirtelo, ma ho preferito aspettare la fine, ecco cosa erano gli errori di battitura xD
Comunque scherzo, non voglio parlare male di questa storia, anche se mi è stata (soltanto) caldamente consigliata perché, ti cito testualmente: “È una piccola perla con uno stile un pochino acerbo, ma non è la solita storia yaoi che non leggeresti, e secondo me l’autore dovrebbe essere spronato” cit. la mia ragazza.
In conclusione tu dici “piccola storia senza pretese” e qui mi incazzo, pretendi! Pretendi da te, dal lettore e pure da chi passa per caso!
Devi prendere il cuore del lettore e strapparglielo dal petto mentre ancora batte! Farlo piangere, ridere e recensire convulsivamente ogni singola lettera!
Bene, basta, ho finito. Buona fortuna, tante belle cose, buon weekend.
Alla prossima! xD
Miky |