Recensioni per
Chercher un peu de rêve
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 131 recensioni.
Positive : 131
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/02/21, ore 12:33

Ciao, mi dispiace arrivare dopo il tempo che avevo preventivato. Ho letto questa storia già qualche giorno fa, ma come ti avevo accennato, sto davvero avendo problemi a recensire; e non è soltanto una questione di tempo, è proprio che il mio cervello non si sente in grado di mettere insieme un centinaio di parole di senso compiuto. Spero che questa recensione possa comunque valere qualcosa.

Innanzitutto, mi ha sconvolto essere passato così tanto tempo dall'ultima volta che ti ho letto. Ti ho ritrovato con piacere e delizia. Senza cercare di fare un confronto con le altre tue storie che ho letto, posso dire che ho adorato lo stile di questa storia. L'ho trovato musicale e delicato, delicato come la descrizione iniziale. Ha un tono limpido, disteso grazie a quel "che" ripetuto, alla ripresa più volte del nome della piccola Rose. E' uno stile che vorrebbe farsi semplicemente sussurro per cullare anch'esso la bambina, ma allo stesso tempo si ha un crescendo di note più introspettive, di un tono miscelato tra il paziente e l'esasperante e l'affettuoso, qualcosa che cresce assieme alla trama e al dipanarsi della scena. Scena che si rivela nella sua pienezza soltanto alla fine, eppure in qualche modo è sussurrata, intuibile fin dalle prime note, proprio grazie a questo tono davvero molto espressivo con il quale narratore mostra tutto dal punto di vista di uno Sherlock che suona rassegnato, tra la voglia di dire "te l'avevo detto" e quella di lasciarsi andare a un "al diavolo". Perché vale sempre la pena accontentare John, suonare per John.

Un altro aspetto che mi piace del tuo stile è la capacità di variazione dei costrutti, è un'abilità che io ammiro tantissimo. Il ritmo, la capacità espressiva e di tono passa molto dal modo in cui si costruiscono le frasi. E in questa storia ho potuto maggiormente apprezzare, assieme a un lessico mirato, semplice eppure pieno e vario, un uso dei costrutti nominali davvero bellissimo, che esalta le emozioni, i gesti, la visione di questa scena. Oltretutto, l'uso così netto della virgola, a spezzare frasi comunque lunghe, è riuscito a dare dolcezza alla lettura, a mitigare il ritmo di lettura senza renderlo per questo spezzato o troppo duro. Il contrasto tra le nominali e questa punteggiatura così ha creato un equilibrio magnifico.

L'uso della seconda persona, come sempre, è il mio punto debole e tu la usi divinamente. Adoro il modo in cui ripartisci il testo, attraverso l'eco di quelle parole pronunciare da John, e che Sherlock ricorda e su cui sospira in un certo qual senso (a me è parso di sentirlo sospirare) mentre suona. Mi è piaciuto moltissimo anche la diversa emozione "principale" che traspare dai tre pezzi. E dico emozione principale, perché in realtà in tutti e tre i pezzi sono diverse le emozioni che traspaiono e che fanno da coro, ma io ne ho individuata una principale per ognuna. Nella prima parte è il gioco tra affettuoso, divertito e esasperato che primeggia, nella parte centrale a quella stessa nota d'affetto che aleggia nella prima parte si unisce un piccolo tormento interiore che Sherlock scaccia con determinazione, ed è il dovere, il senso di essenziale e vitale che padroneggia, con quel suo modo particolare di concentrarsi, di studiare, di agire. Nell'ultima parte, infine, all'affetto e all'amore si unisce un senso di resa, a tratti sdegnosa, come a dire "dov'è finita la mia dignità?", una debolezza a cui Sherlock non fa alcuna resistenza, ma semplicemente, al pari di uno spettatore, osserva come se fosse fuori dal suo corpo, mentre ogni fibra del suo essere s'impegna nel suonare. E quella sua rassegnazione in qualche modo si fa bellezza, musica e piacere nel momento in cui si volta e vede John dormire, cullato dalle note che lui ha generato. Quel filo di tensione che aleggiava nella prima Accordéoniste viene sostituita da uno spirito danzante nella seconda, che noi non vediamo suonare ma si prolunga come un'eco anche oltre la fine di questa brevissima e bellissima storia.

Presumo - e qui mi cospargo il capo di cenere, perché ho visto la serie una volta sola e ormai un po' di anni fa - che questa storia sia inserita post quarta stagione, magari con un John che torna a vivere a Baker Street con la figlia e con Sherlock. E questo quadro famigliare, asimmetrico per certi versi, sicuramente dinamico e un po' goffo, vivace fa respirare un'aria leggera. Ho immaginato che la convivenza sia agli inizi, che la frenesia del giorno non abbia ancora dato modo ai due di stabilire una volta per tutte la loro relazione, che la vita li ha travolti e che si sono lasciati travolgere. E che in qualche modo, con la sua naturalezza, John sia riuscito a trovare un incastro perfetto per il suo Sherlock. Uno Sherlock che guarda il tutto con sguardo innocente, sorpreso e indagatore, come se non credesse ai suoi occhi e il tutto fosse ancora strano per lui, eppure si lascia incastrare, continuando a osservare e a studiare.
Mi è piaciuto il modo sopratutto in cui guarda alla piccola Rosie, come un esserino buffo, dispettoso, a tratti indisponente, ma a cui permette tutto, anche di ridere mentre lui suona.

Concludo dicendo che è stato davvero bello leggere questo capitolo, e posso solo sperare che la recensione riesca a trasmetterti la dolcezza e la bellezza che ho provato io leggendola.
A presto!

Recensore Master
18/08/20, ore 23:33

Avrei voluto scrivere una recensione più seria e articolata, però ho aperto la fan art e mi si è stretto il cuore (già in lacrime per la prima scena della fan fiction).
Quindi non so che dire, perché mi è piaciuta molto (e adoro anche il tocco angst/malinconico) e vorrei solo abbracciare Sherlock.

Recensore Master
18/08/20, ore 23:19

Adoro tutte le storie che, in qualche modo, sono connesse alla musica. Questa è una vera chicca, mi piace molto il modo in cui hai scritto tutta l'introspezione di Sherlock. Ti confesso che non sono una grande fan dei diminutivi ("Sherly"), ma nel complesso trovo questa one shot molto carina e ben articolata.
Sopratutto questa frase: "Optando per una vagamente malinconica, di quelle che suonavano le giostre dei primi del secolo con tanto di cavalli e buffi ometti dal berretto rosso che regalavano canditi", l'ho trovata evocativa anche alla vista oltre che all'udito.
I miei complimenti!

Recensore Master
26/07/20, ore 15:05

Ciao *---*
Sono contenta di aver letto questa storia (e quindi che tu l'abbia pubblicata), perché è così adorabile e divertente che mi ha sciolto completamenteee.
Ammetto che immaginavo ci fosse qualcosa di strano quando ho letto che Sherlock se ne andava in giro vestito in quel modo, ma non pensavo c'entrasse Rosie. John poveretto ha davvero un gran da fare, avrà una figlia di sette anni, ma penso che sia proprio Sherlock quello a cui deve prestare più attenzione. Poi vabbé, l'ha beccato subito proprio perché lo conosce così bene, quindi l'arcano viene svelato in fretta poi: Sherlock che si aggira vicino al cinema per tenere d'occhio Rosie (che - ricordiamoglielo - non è certo lì da sola). Questa cosa mi è piaciuta proprio tanto, perché la trovo molto da Sherlock. Nel senso, io con Rosie me lo immagino proprio così, sarà un detective super intelligente e razionale, ma in questi casi cede alla preoccupazione come niente. Ed è bellissimo poi, io AMO tutto ciò che riguarda la Parentlock.
In effetti Sherlock è stato piuttosto esilarante in questa storia, credo che l'arrabbiatura di John sia presto scemata (quando gli ha detto che se avesse spiato la camera delle bimbe come un guardone, avrebbe chiamato Lestrade, sono giusto un po' morta dalle risate).

C'è poco da fare, Sherlock è e sarà sempre troppo tenero, perché è in questi casi che escono le sue fragilità. Credo che abbia le paure che qualsiasi genitore abbia: che la propria figlia cresca e non abbia più bisogno di lui. E' una cosa molto dolce e umana ed il fatto che John sia lì pronto a tranquillizzarlo è ancora più dolce. E rendiamoci conto che Rosie ha sette anni, mi sono partiti i peggiori flash di lei adolescente che porta a casa ogni volta un ragazzo diverso e Sherlock puntualmente lo caccia perché ci trova qualcosa che non va (anche questo è troppo canon).
Quarant'anni poi, suvvia, come siamo iperprotettivi.

Poi io mi sciolgo sempre come John guarda Sherlock. Ne scorge le fragilità e la dolcezza e così facendo si ritrova ad amarlo di più. Questo "caso difficile" (il più difficile), sono sicuro sia così un po' per entrambi.
Sono sicura che comunque Sherlock si godrà queste ore di libertà con John e scaccerà i suoi cattivi penieri.
Mi è piaciuta tantissimo e mi ha messo di buon umore (che non basta mai).
A presto :*

Nao

Recensore Master
04/06/20, ore 18:45

Tesoro, buonasera *-*
me la ricordo questa dolcezza di storia! invece non ricordavo AO3, ma questo perchè la poca memoria che avevo è morta...sono windows XP, ormai! XD ma dette le mie sciocchezze, passiamo al bello.
Amo quando immetti parti comiche nei racconti, perchè si sfumano e alternano in modo morbido con quelle romantiche.
Sherlock adora Rosie, questo è chiaro, e devo pure dire che trovo più normale lui che ha paura che esca a 7 anni, che John sereno della babysitter. Aspetta.... sono paranoica? XD Forse sì, ti lascio questo quesito! ^^ Rosie è una bambina sveglia, non nutro dubbi che sappia davvero efficacemente chiamare aiuto in ordine - John, Sherlock, Myc, Greg, si? - però Londra non è proprio un paesello tranquillo. Così Sherlock si arma e si getta all'inseguimento della "figlioletta". Perchè per lui è tale, ma così deve ingannare John. All'inizio sembra completamente divertente, poi affiora una verità di base. Sherlock è insicuro dei suoi rapporti umani, preoccupato che debbano andare male, in qualche modo, preoccupato che le cose sfuggano al suo controllo. Quindi o rischia di litigare con John, o si tiene l'ansia genitoriale. Forse la scelta non conta tanto, quello che John nota è che non sa se potrà curare la sua fragilità, e pare difficile. Piccoli miei, che stretta al cuoricino! Mi piace che il nostro capitano non sia stato troppo ingenuo e non abbia bevuto un secondo la scusa del caso, arrivando a tempo di record sul "luogo del delitto", e pure con passo felpato ;)
Sherly, devi lasciare andare. Lo so, sperare che un bambino resti sempre tale è un'illusione affettiva umana e comprensbile, ma non funziona così... sono certa che con John vicino, malgrado a sua previsione un po da menagramo ce la farà. Ce la faranno.
E l'idea di sfruttare corridoio, cucina, divano, è bella e giusta! sa lo meritano, e non finirà finchè non saranno così vecchi proprio che non potersi più muovere, perchè si amano troppo.
troppissimo
mi sono scordata una cosa, qualche giorno fa. Non sparirei MAI senza avvisarti prima, mai
un bacio dolce
Setsy

Recensore Master
27/05/20, ore 13:46

Ciao! Mi sono resa conto solo ieri sera che avevi aggiornato questa raccolta. Avevo n programma di recensire prima la threesome ma stamattina ho letto questa e ho pensato di lasciarti subito qualche parola.
Per prima cosa mi fa piacere che tu sia riuscita a recuperare questa storia e a postarla qui su Efp, mi pare che lo avevi anche accennato su Facebook qualche tempo fa e sono contenta che ora sia pubblicata anche qui.
Mi piace che all'inizio non si capisca bene cosa stia facendo Sherlock, rende tutto molto più intrigante. Lo vediamo conciato come un vecchio, con tanto di barba bianca, a pedinare qualcuno che sulle prime abbiamo l'impressione che sia un criminale.
Molto bello il ritmo con cui scandisci i suoi pensieri, ogni suo gesto, ogni passo. Capiamo che è davvero un caso difficile, come giustamente anticipa il titolo della shot.
Quel che non è subito chiaro è il perché John non è lì con lui, gli manda quei messaggi in cui sembra proprio non prenderlo sul serio, ed è a quel punto che mi è venuta la soluzione, la stessa che poco dopo hai svelato tu stessa.
Rosie ha sette anni e un pigiama party in programma, preceduto da un pomeriggio tra amichette, che a papà Sherlock proprio non va giù.
È apprensivo, una "mamma chioccia" e John è il contrappeso perfetto, perché in questo caso è lui la parte razionale. Strano a dirsi ma è esattamente così. E ci sta.
Quando compare alle spalle di Sherlock, capiamo subito che i due hanno una relazione stabile, che stanno insieme da un bel po' che stanno crescendo Rosie insieme, facendole entrambi da papà.
Sherlock è quello che emotivamente si fa trasportare di più, forse proprio perché nella sua vita non ha mai avuto qualcuno a cui badare, da crescere e proteggere. È sempre stato lui la persona a cui gli altri (tipo Mycroft) hanno dovuto badare, ma poi è arrivata Rosie, che è una Watson, nel sangue e in tanti aspetti che lui non può non cogliere, e che dopo la morte di Mary e tutti i casini della s4 è diventata una parte fondamentale della sua vita. Lo vediamo già nella scena finale di The final problem, loro tre sono una famiglia e non mi stupisce che questa nuova realtà possa stravolgere (in modo del tutto positivo) la vita e l'emotività di un uomo come Sherlock Holmes.
Qui lo vediamo terrorizzato all'idea che possa succedere qualcosa a sua figlia (lo è <3) ma penso che la verità sia che non si sente pronto a lasciarla andare. E qui capisco benissimo la sensazione, te lo assicuro.
Dall'altra parte c'è John, che probabilmente ha gli stessi timori ma sa anche come razionalizzarli e gestirli. E con lui sa bene quali tanti toccare, lo conosce come nessun altro e lo ama in un modo che salta subito agli occhi.
Sarebbe interessante vedere cosa combineranno da soli a casa... ;)
Mi è piaciuto anche il cambio di pov, a un certo punto, è stato bello conoscere i pensieri di John dopo quella sceneggiata, vedere quanto lo ama e il modo in cui sa esattamente di cosa ha bisogno.
È una storia davvero adorabile e sono felice di averla letta! Arriverò a breve anche sulla prima parte della threesome. Per quella mi devo prendere il tempo necessario a scrivere una recensione appropriata.
A presto!
S.

Recensore Master
19/05/20, ore 19:17

Sherlock, in questa OS, è terribilmente tenero e comprensivo. John, invece, ci è arrivato un po' tardi ma, come si dice, meglio tardi che mai. Sherlock sarebbe un bravissimo papà e sono sicura che Rosie lo adorerà, crescendo :) i miei complimenti.

Recensore Master
18/05/20, ore 23:57

Questa, invece, decisamente più divertente per quanto altrettanto dolce. Sherlock che suona controvoglia solo per accontentare John... e John sembra me quando chiedo al mio fidanzato di guardare un film insieme e poi mi addormento. In realtà è perché mi sento al sicuro con lui e mi piace pensare che sia questa la sensazione provata da John in questo momento.
Complimenti. :)

Recensore Master
18/05/20, ore 23:52

Ultimamente sto esplorando il fandom della Johnlock (sto provando un po' a uscire dalla mia comfort zone, poi amo molto la serie) e sono capitata qui. Questa storia è molto bella! Dolce, sì, ma anche un po' malinconica (il racconto della nonna... mi è quasi scesa una lacrimuccia) e molto introspettiva. Mi piace come hai gestito la mente (contorta) di Sherlock in questa OS e come lo hai reso "umano e romantico" facendogli pensare al suo futuro con John.
I miei complimenti!

(PS: in realtà pensavo che il titolo fosse un omaggio a "Ballata per la mia piccola iena" degli Afterhours, ahaha. Vabbè, random, te la consiglio se ti piace il genere.)

Recensore Master
09/05/20, ore 12:10

Ciao **
Avendo letto molto di tuo, ho deciso di tornare su questa raccolta, di cui avevo letto qualche capitolo iniziale mi pare, solo che stavolta sono andata un po’ a sentimento, su quella che mi ispirava di più, e quindi sono finita su questa. Intanto sappi che ho ascoltato la canzone che è perfettamente adatta e adesso non riesco più a togliermela dalla testa. Amo l’atmosfera natalizia, la neve, specie se fanno da sfondo ad una storia così dolce come in questo caso (e mi ha fatto piacere immergermi in quest’atmosfera considerando che io e l’estate non andiamo molto d’accordo). Ad ogni modo, è sempre bellissimo vedere Sherlock perdere completamente cognizione di se stesso quando c’è John in mezzo. La cosa bella è che per me le sue reazioni che descrivi sono canon, cioè se John prende e gli dice “ti amo” Sherlock o muore sul colpo oppure gli viene una paralisi. Scherzi a parte, ho molto apprezzato questo suo iniziale “estraniarsi”, quasi non poter credere a ciò che John ha detto. Quest’ultimo ha ragione, avrebbe dovuto dirglielo anni prima, ma sappiamo he John e Sherlock non sarebbero loro se nelle cose non ci girassero attorno per una vita. Sherlock sa di aver perso la perfetta razionalità e compostezza che tanto la caratterizza e ora se ne rende conto più che mai. Sa che non sarebbe da lui starsene abbracciato a qualcuno in quel modo, sa che probabilmente è colpa anche dell’atmosfera che si è venuta a creare (e che atmosfera, l’ho già detto che mi sono sciolta?), e poi voglio dire, è John, quest’ultimo ha un involontario potere su Sherlock, quello di renderlo più umano (e questo è uno dei motivi perché mi piacciono COSI TANTO). Le sensazioni di entrambe sono descritte benissimo, John è goffo, un po’ timido ma sicuramente più sicuro, Sherlock invece è proprio sciolto tra le sue braccia e come spesso succede io con il tuo Sherlock mi immedesimo veramente un sacco, come se avvertissi sulla mia pelle tutto ciò che sente suo. Oramai mi rendo conto che far risaltare l’emozioni, soprattutto quando sono molto forti, non è facile (almeno per me non lo è), però quando ci si riesce – come in questo caso – è proprio bello.
Ah, cosa che non ho detto, l’idea di immaginarmeli a pattinare è bellissima e super romantica, infatti è un espediente narrativo che ho usato anche io per una mia storia, anche se il contesto era più sul comico, MA COMUNQUE mi è piaciuta tantissimo la scelta della “location”, che poi è anche la stessa in cui succede il loro primo bacio. E mi è piaciuto molto il loro dialogo prima che ciò avvenga, sono loro, è TROPPO CANON (oramai questo è diventato il mio mantra per tutto).
«Non ti ho baciato» rispondi invece tu, confuso e vagamente saccente.
«E allora che aspetti? –BEH, voglio dire, non me li sono di certo immaginati mentre dicono una cosa del genere, ASSOLUTAMENTE NO.
Ad ogni modo, tornato un attimo seria, mi è proprio piaciuto com’è avvenuto, così naturale e tenero, è tutto tenero in questa storia, sarà che poi la neve rende tutto ancora più fluff, ma sta di fatto che sono arrivata alla fine della storia sciolta, totalmente. Sherlock alla fine trema, per la felicità e la paura, ha le gambe come gelatina e teme che potrebbe cadere (ammetto che sarebbe tenera e divertente questa cosa). E poi gli dice “Ti amo”. Impazzito o meno, è comunque vero e sono sicura che entrambi conserveranno un bellissimo ricordo di questa serata che definirei magica, sì, è il termine più adatto. Che dire, hai fatto benissimo a pubblicarla, queste sono di quelle storie che mi fanno prendere bene, quindi sono molto felice di averla scelta, il mio istinto mi ha guidata in modo giusto. Quindi grazie per averla resa pubblica, è bella e un sacco adorabile <3
Ci sentiamo presto :*

Nao

Recensore Master
24/04/20, ore 09:05

Ciao, eccomi finalmente qui per l’ABC; scusami se arrivo sul filo di lana, ma ci tenevo a lasciarti una recensione accurata. Ammetto che ero partita con l’idea di recensire una storia Drarry, visto che ho capito che si tratta di una delle tue OTP, però poi mi sono stata attirata da questa raccolta e mi sono quindi buttata su quella che mi par di evincere sia l’OTP delle OTP.
Ho trovato il titolo della raccolta molto musicale, come del resto sono la gran parte delle frasi in francese; se si prende in considerazione l’argomento trattato in questa prima storia, credo che il titolo diventi ancora più perfetto.
Pur non essendo affatto simile a Sherlock, sono riuscita a sentire una grande affinità con il suo personaggio: con la meraviglia che prova stringendo Rosie tra le braccia, con la difficoltà a interfacciarsi con un sentimento così sconvolgente, forte e inspiegabile che lo coglie impreparato — lui, che solitamente ha la risposta pronta per tutti. Ecco, credo che tu sia riuscita a rendere molto umano Sherlock, ma senza per questo snaturare il suo personaggio, rendendolo diverso da quello che abbiamo conosciuto e amato nella serie. Spesso noi autori ci troviamo a danzare su una linea sottile, che divide il character development di un determinato personaggio da ciò che lo snaturerebbe e tu qui sei riuscita ad arricchire molto Sherlock, facendo crescere quel pizzico di umanità in più che in lui è germogliata sempre più a partire dall’incontro con John. Trovo che questa frase, in particolare, esprima benissimo i sentimenti provati da Sherlock: Rosie che è così come John nella maniera in cui riesce a rubarti pezzi di cuore e a sparpagliarli ovunque.. Perché Sherlock non riesce più ad avere tutto ordinato in compartimenti stagni nella sua vita, non da quando John (e ora anche Rosie) ne fanno parte in maniera così definitiva, importante, permanente. Insomma, trovo che nulla esprima altrettanto convincentemente l’amore di Sherlock se non il suo essere disposto a lasciare che la sua vita si modifichi così radicalmente.
Pur essendo decisamente secondario in questa storia, ho trovato molto aderente alla realtà anche il personaggio di John: lascia Rosie nelle mani di Sherlock, a dimostrazione di quanto si fidi di lui, considerando che lei è quanto di più prezioso ci sia al mondo, ed è come se sapesse che potrebbe aver messo in difficoltà Sherlock, ma al contempo sia sicuro che lui ce la possa fare.
La piccola Rosie è dolcissima, un po’ come tutti i bimbi quando si addormentano, e ho veramente apprezzato la tua scelta di inserire un rimando al fatto che i bambini sono angeli che durante il sonno fanno ritorno in paradiso. Questo concetto è quanto di più lontano ci sia dal personaggio di Sherlock, lui si dimostrava in contrasto con quest’idea sin dall’infanzia, eppure si ritrova roso dai dubbi, osservando Rosie dormire — e rendendosi conto di quanto sia, davvero, simile a un angelo. Trovo che sia sempre grazie a lei che John diventi completamente consapevole di quanto Sherlock sia importante, per entrambi, osservandoli insieme nella stanza della bambina: assistendo a Sherlock che canticchia una ninna-nanna per lei e rendendosi conto di come quello sia davvero quanto di più bello lui abbia visto.
Sei riuscita a mostrarmi in maniera meravigliosa la profondità del legame tra i due, un legame che al momento non ha bisogno di essere definito più di così, perché ci sarà tempo — è ovvio che ci sarà — e non è adesso che bisogna fermarsi a razionalizzare. Adesso devono solo fermarsi, rimanere l’uno accanto all’altro e lasciare che i loro cuori danzino insieme al ritmo della ballata della piccola John. Insomma, spero di essere riuscita a farti capire quanto tu sia riuscita a emozionarmi con questa storia, che ho trovato di una delicatezza e di una dolcezza estreme, oltre che caratterizzata dalla capacità di rendere unica una scena di vita quotidiana apparentemente banale.
Non avevo mai letto nulla di tuo, ma spero di aver l’occasione di tornare nella tua pagina quanto prima, perché il tuo stile mi ha ammaliata: è coinvolgente, a tratti struggente, è ricercato, e meraviglioso, ed è stato in grado di farmi davvero vivere le emozioni dei tuoi personaggi.
Ti faccio, davvero, tanti complimenti per questa storia.
A presto,
Francy

Recensore Master
19/04/20, ore 19:02

Buonasera, tesoro
intanto: la mia beata ignoranza...Nat King Cole . Pensa che ho questa canzone su un CD di Marilyn Monroe e credevo fosse stata scritta per lei, ahahaha! bene, ora sperando che tu mi parli ancora, passiamo ai nostri beneamati. L'ambientazione invernale è molto adatta a loro. Fa Londra più dell'estate, è più intima, meno banale. E soprattutto il pattinare sul ghiaccio, che è qualcosa di meraviglioso. Sherlock lo vedo benissimo come un "vero" pattinatore, credo che sia lui a condurre quella che chiamerei "danza su ghaccio" anche se non stanno tentando del vero pattinaggio di figura. E' che amarsi è già una danza, muoversi insieme lo è, su pattini di più, anche cercando solo di non cadere - che è un po' quello che potrebbe fare John da solo, penso.
ma non lo è. C'è l'osmosi delle capacità? il sorreggersi a vicenda?
comunque funziona, è la magia a fare il resto. Non dici, giustamente, se non c'è nessuno, ma l'idea sembra quella. è vero che è mezzanotte, ma se c'è la musica c'è un addetto..ma la sua presenza è annullata, perchè questo è un momento di sogno. Un po' come la sospensione dell'incredulità dei musical - che adoro. E' la realtà ma non lo è.
Ora c'è un loro mondo, fatto di un bacio, di sentimenti soavi ma forti, di un inizio che a Sherlock sembra troppo bello per essere vero.
Non so se l'avevo letta su AO3, è possibile. Ci sono cose tue che ho trovato solo li, come delle bellissime Guida galattica/Star Treck. cerco di leggere tutto! *-*
a presto, piccina
tua sognante Setsy

Recensore Master
18/04/20, ore 17:31

tesoro mio, buongiorno
separatamente, in un altro momento, ti spiegherò un po' di cose..ma eccomi. Veramente cercavo una storia che ho idea tu abbia cancellato dopo le 10 di stamattina, perchè c'era..ma ancora, eccomi qui
La bellezza di una principessa
Credo di ricordare che questa sia una delle tue prime storie che ho letto, o in ogni caso molto tempo fa, e non potrei scordarmela
Povero John. Di solito è Sherlock il più sofferente, ma questo punto di vista così originale è bellissimo.
E' vero, anche se qui per motivi di ambientazione vittoriana tutto è ancora più esasperato. John è molto più semplice di Sherlock, che se non sbaglio è nobile davvero, giusto? nobità minore, è solo Lord, ma la testa mi dice di ricordarlo così. sbaglio?
John, invece, ha una chiara origine popolana, e pensarlo anche in difficoltà economica vera - non come quella possibile del telefilm - rende la separazione veramente impensabile per l'epoca. Lasciando da parte il linciaggio che avrebbero subito, temo in modo letterale..insomma, un po' di prigione se è toccata a Oscar Wilde, aspetterebbe anche loro.
Sherlock sembra spavaldo, sicuro di quello che sta facendo. E' innamorato, e uno Sherlock in questo stato emotivo perde la testa del tutto. Lui che è il più brillante, intelligente, sembra distratto o inconsapevole del rischio che corrono, sia pratico che emotivo. Pare chiaro che l'unico a temere una separazione sia l'ex soldato, che resta a rimuginare sulla propria inadeguatezza e senso di precarietà estrema.
Parafrasando Mycroft - AMO quella frase e quindi questo titolo - il soldato ha scavalcato il limite e ora si muove su un campo minato. Lui è lontano in tutto. Estrazione sociale, bellezza, genio. Eppure questa storia è tutta la sua vita e sembra quasi che abbia propositi suicidi se finirà. non dico che sia esplicito, è la mia impressione, tanto ha bisogno che Sherly resti con lui, che dia senso al suo mondo
E' tristissima e struggente in ogni parola, specie il finale, è ovvio
Si avverte tutta la solitudine estrema, così profonda da non poterla nemmeno mostrare al suo amore. "sono solo sciocchezze"...
tutto il suo cuore su una pagina
sei sempre meravigliosa, si sa
e anche se sono ai minimi termini, prima o poi ti raggiungo
baci dolci
Setsy

Recensore Master
17/04/20, ore 12:30

Ciao! Perdona il ritardo, la mia lentezza sta raggiungendo picchi vergognosi.
Sono davvero felice che tu abbia deciso di condividere le storie custodite nel tuo computer, lasciarle lì sarebbe stato un vero peccato. E poi, lo sai, sono sempre felice di trovare qualcosa di tuo qui!
Una storia dolcissima, non c'è che dire, con questa canzone stupenda, romantica che più romantica non si può, che si alterna al testo vero e proprio, a partire dal titolo! Ho fatto come hai suggerito e l'ho ascoltata mentre leggevo, rende tantissimo, devo ammetterlo.
Per quanto riguarda la trama, tu parti direttamente dal dopo. Ci mostri cosa accade dopo il tanto agognato "ti amo" ed è una scelta molto originale a mio avviso. Mi è piaciuta!
C'è stata la dichiarazione su una pista di pattinaggio, un abbraccio, e ora seguiamo i pensieri di Sherlock che perdono ogni razionalità, perché sappiamo che John gli fa quest'effetto, no? ;)
È così felice che la sua mente prende il volo, viaggiando in un'altra dimensione, perdendo il contatto con la realtà.
Mi piace come percepisce le sensazioni, il calore di John, la sua stretta, e ho amato che si sia perfino dimenticato di baciarlo. Cioè, è talmente partito di testa che nemmeno ci pensa, come se l'avesse già fatto senza nemmeno accorgersene. E in effetti chissà quante volte l'ha baciato nel suo palazzo mentale!
Le poche battute che pronuncia John sono incredibili, riassumono tutto. TUTTO.
Poi vabbè, il bacio vero è proprio è stupendo, qui l'hai proprio descritto alla perfezione, sembrava di essere lì al posto suo. Grazie!
Per il resto, come sempre ho apprezzato lo stile, sempre diverso nelle tue storie eppure sempre incredibilmente tuo. Complimenti davvero, per questo e per la storia, che è un piccolo, perfetto, quadretto innevato. Mi è piaciuta tanto!
E mi hai anche fatto scoprire una canzone che non conoscevo, quindi grazie due volte!
Un bacio
S.
(Recensione modificata il 17/04/2020 - 12:31 pm)

Recensore Veterano
16/04/20, ore 07:49

Oh, Koa, lasciare questa cosina nella cartella delle Non Pubblicate sarebbe stato un peccato.
Le songfic non sono mai state tanto il mio genere, ma ho deciso di fare la prova seguendo come si deve il tuo suggerimento e devo dire che ascoltare la canzone leggendo la storia aggiunge un livello di immedesimazione superiore, che si completa alla perfezione con l'immagine della meravigliosa pista di pattinaggio dove si svolge l'azione.

Davvero una cosuccia romantica, con un linguaggio elegante ed evocativo, fatto di frasi brevi come le pennellate di un impressionista, che rende il momento rappresentato intensamente visivo e di una dolcezza non stucchevole. Persino una patita dello smut come me non può non apprezzare ❤❤❤

Un bacio!

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