Recensioni per
Il cuore d'oro di Smoothie Jay Andersen
di milla4
3.Il cuore d’oro di Smoothie Jay Andersen – milla4 |
Buongiorno. Milla, caspita, ma è proprio eccezionale questa storia! In questa seconda parte veniamo a conoscere qualcosa di più circa l'identità del buon Smoothie. La cosa che più mi ha colpito è l'assoluta verosimiglianza dei fatti, perché di personaggi del genere, anonimi, sbiaditi, destinati a rimanere perennemente sullo sfondo, ce n'è chissà quanti al mondo, se ne incontrano a bizzeffe nelle nostre scuole e nei posti di lavoro. Tipi anonimi, di cui nemmeno ti ricordi, ottimi consiglieri ma destinati a non essere mai protagonisti. Chissà in quanti di loro covano sentimenti forti. Non dico al livello del nostro Smoothie... il quale è chiaramente un po'^^ disturbato, ha evidentemente qualche rotella che gira strana, e questo fin dalla nascita. Curioso (e inquitante) è il fatto che mentre ancora si trova nel grembo materno venga scambiato per un tumore, qualcosa di maligno che cresce e non si sa dove andrà a parare. Poi il bambino, anzi il bambinone, nasce, è tranquillo, forse un po' troppo, forse c'è qualcosa che non torna. Cresce perennemente in disparte, che carino, che tenero, che gentile e tutto finisce lì. E intanto qualcosa cova, cresce dentro di lui. Sono sempre stato molto affascinato dalla mente criminale, quella dei serial killer in particolare, da quel montare di energie che li porta infine a esplodere. Qui abbiamo un sk in piena regola, nel momento del suo massimo splendore: ha scoperto il suo potere e intende esercitarlo per dar prova della sua superiorità (tipico) su quell'umanità che, nel bene o nel male, non ha mai saputo riconoscerlo. Bellissima storia che per di più ha un finale aperto, quelle poche righe inquietanti in cui si dice che "dei due ragazzi, nessuno seppe più nulla". Terribile per quello che lascia all'immaginazione, ma c'è di più: per Smoothie, quello è solo l'inizio. Dobbiamo quindi immaginare che le tranquille strade di quella città si aggira uno come Smoothie, molto più tranquillo e anonimo del pagliaccio Pennywise ma altrettanto letale... e questo è il finale più inquietante che si potrebbe mai immaginare. |
Ciao Milla e piacere di conoscerti finalmente dal vivo, leggendo una delle tue storie. Devo dire subito che l'idea è sensazionale, e al tempo stesso molto attuale: l'eroe per caso, che suscita tenerezza per la sua goffaggine e l'approccio innocente al mondo, svela il suo vero volto, a metà tra quelli tizio che tenne sequestrata per anni una ragazza in Germania (il mio Alzheimer mi impedisce di ricordare il nome) e il buon vecchio Jeffrey Dahmer, che si portava il ragazzini in casa e poi li conciava a dovere (e a fettine) dopo averli debitamente narcotizzati. Un tipo tutto casa e chiesa, verrebbe da dire. E il nostro protagonista ci casca in pieno anche perché in questo eroe in fondo mediocre, televisivo, vede un buon modello, raggiungibile senza eccessivo sforzo e dotato di buona audience. Molto significativo è anche quest'altro tema, quello degli eroi creati a misura di rotocalco, nei limiti di quanto possono essere esposti e quindi rendere in soldoni. TuttI temi importanti, quindi. Nel mio piccolo, ti consiglierei solo una rilettura perché spesso i tempi verbali sfuggono un po' tra passato e presente. La storia resta tuttavia godibile e molto interessante, sicché complimenti! Leggerò il prima possibile il resto. A presto! |
Ciao! |
Ciao! |
Ciao! Ho trovato questa storia nel contest di MaryLondon al quale partecipo anche io, pur non avendo ancora pubblicato la storia. Avevo l'intenzione di dare per il momento solo un'occhiata, peró mi sono ritrovata ben presto a terminare tutte e due le parti! Mi è piaciuto il modo in cui hai trattato il personaggio dell'eroe, anche se forse più che di un'evoluzione in questo caso si tratta più di una rivelazione. Ho trovato la trama accattivante e ottima l'idea di 'capovolgere' lo shock sulla scoperta della vera natura dell'eroe con le sue origini. A conclusione della storia, il titolo suona inquietante e dunque acquista un nuovo valore! Lo stile è scorrevole, si legge con piacere, peccato per qualche errore di battitura o ripetizioni che ho trovato (nulla di che ma senza di essi, sarebbe stato perfetto!). Una storia che mi è piaciuta tanto, un bel lavoro! Complimenti. |