Ciao! Ho pensato di leggere questa one-shot perché ero curiosa di vedere come avevi sviluppato questo prompt e anche perché mi sono accorta di non aver mai letto un’originale tua. Questa storia mi ha piacevolmente sorpresa, sul tuo account sono abituata a leggere cose ben diverse, complimenti, sei veramente brava e versatile!
Ma veniamo alla storia. Inizi subito catapultandoci nel cuore della scena: un uomo si sveglia legato al letto dopo essere stato drogato, la donna che lo ha ridotto così ha il viso pieno di lividi dalle percosse subite. Già in poche righe si inquadra la situazione. La storia, raccontata in prima persona dalla protagonista, ci mostra il suo stato interiore, la bufera di sofferenza e paura che si porta dentro.
Ci sono immagini molto forti, due colpi di pistola nelle spalle, sangue. Ma non è questa la cosa che emerge di più. Quello che si sente in ogni riga, quasi urlato, è ciò che avviene della testa di Lara che, per la prima volta, ha trovato il coraggio di ribellarsi. Non è una cosa improvvisata, la droga, le corde, immagino che Lara abbia cominciato a concepire questo piano per gradi, prima ha immaginato questa via di fuga e poi, dopo chissà quanto patimento, ha trovato il coraggio di attuarlo.
Tyler è un uomo orribile, squallido e talmente pieno di sé da non accettare neppure il fatto di avere un problema; sfoga sulla moglie qualsiasi cosa, picchiandola forse solo per sentirsi forte, accusandola di mancanze per non ammettere le sue. Non si è limitato solo alla violenza fisica, ma anche quella psicologica, che forse è anche peggiore, perché riesce ad annientare la persona dall’interno. L’ha allontanata dalla famiglia, dagli amici, in modo da toglierle anche la possibilità di chiedere aiuto.
La psiche umana è più fragile di quanto pensiamo e in situazioni del genere, non è affatto facile ribellarsi. La violenza diventa un’abitudine, non si riesce a reagire e a volte addirittura si finisce per pensare di meritarsi ciò che accade. E Lara cade in questo tranello e si isola ancora di più. E a questo punto viene da chiedersi se ci potesse essere un’altra via di uscita, ma non è facile rispondere. La società che ci circonda, in questi casi, spesso finge di non vedere; il vicino di casa che non sente mai niente, l’amico che non si accorge del tuo malessere, i telegiornali sono pieni di casi di donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, non sono state ascoltate e hanno ottenuto solo di peggiorare la situazione.
Probabilmente è stata l’esasperazione, assieme all’impossibilità di chiedere aiuto, a non lasciarle scelta e da vittima è diventata carnefice. Ma non c’è compiacimento nelle sue azioni, soltanto disperazione e il tentativo di salvarsi; lei è il prodotto di tutta la violenza che le è stata scaricata addosso, dell’essere stata prigioniera e maltrattata. È una metamorfosi che avviene in modo pesante, e ci porta a riflettere. Colpisce molto anche il momento finale in cui chiama la polizia, il suo unico pensiero è sul fatto che lui non farà più del male né a lei né a nessun altro, era questa l’unica cosa importante.
Ti faccio i miei complimenti cara, hai scritto una one-shot davvero molto forte, dove sei riuscita a descrivere benissimo sentimenti ed emozioni di Lara, accompagnandoci a seguire l’evoluzione del suo stato d’animo dall’inizio alla fine. Hai affrontato con maestra una tematica davvero molto delicata e, purtroppo, sempre attuale. Complimenti davvero! |