Ciao ~ !
Rieccomi qui a recensire dopo un lungo periodo di pausa!
Mi scuso ovviamente per l’attesa, anche se credo non ci siano parole per giustificare il mio ritardo, a parte la parola “vacanza”, la quale equivale “lontano dal PC”.
Ora cercherò di fare del mio meglio per recuperare tutti i capitoli che purtroppo ho mancato e spero di analizzarli al meglio delle mie possibilità.
Comincio, dunque, questa “maratona” con "Les Fleurs du mal", ovvio riferimento agli scritti di Baudelaire e che io considero come il centro del capitolo stesso; infatti nonostante lo scopo primario fosse quello di dare una piccola pausa alla nostra Sara, riempiendola di coccole in un’atmosfera non più ostile che sembra volerci portare fuori dal contesto drammatico della guerra anche solo per un attimo, si viene a conoscenza di un altro tratto di Reiner, il quale sta assumendo una forma sempre più definita e più complessa all’interno del racconto, infatti lo si acconsta alle caratteristiche principali dell’opera maestra del poeta maledetto, descrivendolo meglio: «" Les Fleurs du mal " opera maestra di Baudelaire, il cui pensiero, in effetti, ha molto a che fare con la personalità del comandante, sensibile verso la bellezza, visionario nel suo volersi proiettare al di là di ciò che ci è consentito vedere.
" I fiori del male " la bellezza oltre una vita angosciosa e melanconica, un bagliore di luce, una consolazione, sebbene destinata anch'essa a svanire.». Si può dunque fare un paragone associando le caratteristiche espresse nell’opera con la vita del Kommandant; lui che vive una vita angosciosa, della quale ormai non si sente più parte completamente, a causa dell’entrata di Sara nella sua esistenza grigia. Ora, nonostante le sue convinzioni rimangano sempre lì a tenergli compagnia ma sempre meno presenti, è in grado di percepire il dolore della ragazza tramite l’empatia fiorita in particolare nei capitoli precedenti, ed è proprio grazie ai sentimenti provati che la sua esitenza è meno uggiosa e triste. L’unica nota positiva è la presenza di Sara, la quale rappresenta la bellezza, il bagliore di luce consolatorio arrivato ad illuminargli la vita, per questo motivo ha sempre fatto in modo di proteggerla.
Visto sotto questa prospettiva Reiner sta assumendo un ruolo particolare rispetto alla visione del lettore: non è, per ovvi motivi, il “buono” della situazione, posizione presa da Sara per la sua morale «Ti sei convinta di essere il loro messìa, eh? Ti chiamano " Mal'akh» dice Rüdiger; ma non viene nemmeno considerato il “cattivo”, per il suo continuo sostenere la protagonista e l’aiutarla nel momento del bisogno, questo ruolo viene preso invece dal rosso, che senza scrupoli si fa largo nella scena come persona impossibilitata dal provare sentimenti di alcun tipo verso persone inferiori. Dunque Reiner è la figura più umana per definizione all’interno del racconto, rimane in un limbo di neutralità, il quale richiama fortemente la situazione di Sara nel campo, - spiegata ancora nella mia primissima recensione: essere “né carne, né pesce” - anche se sta volta appare all’occhio del lettore e non delle persone nel campo: la figura del biondo rimane comunque più “accentrata” perché il suo posto lo conosce, non è stato strappato con forza dal suo habitat naturale come Sara.
Rivolgendo ora la nostra attenzione verso il concludersi del capitolo, appare di nuovo il rosso, che dopo un lungo periodo di vacanza, ha deciso di tornare a “rompere le uova nel paniere” e decidendo di farlo anche in grande stile (ma questo lo si vedrà solo nel prossimo capitolo).
Si comincia, quindi, un succoso dialogo, il quale si rivelerà molto importante: si delinea al meglio la figura di Rüdiger, un po’ trascurata ultimamente anche se personalmente non ne sentivo la mancanza e darà l’imput per il proseguimento della storia.
Dunque, con questa anticipazione, concludo momentaneamente la mia “maratona”, ma riprenderà presto con la prossima recensione.
Alla prossima,
★ ℓiʑ ゚・*:.。*:゚・♡
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