Eccomi qui a commentare un altro capitolo, e a dilungarmi - purtroppo o per fortuna - come sono solita fare quando qualcosa mi ispira.
Dando una rilettura veloce al capitolo, ho trovato del materiale davvero scottante, tanto per usare una terminologia giornalistica da tabloid scandalistico. Ma andiamo con ordine.
Si comincia con l'entrata in grande stile -e di gran carriera- di Miss Flanigan senior sulla scena. E cosa la stava allarmando così tanto? Ma è ovvio: non tanto l'arrivo del famigerato e fantomatico duca, quanto, piuttosto, il grande onore di poterlo conoscere "in anteprima" attraverso il privilegio di prendere parte alla cena di benvenuto della Duchessa di Richmond! Che altro può esserci di più eccitante e gratificante del vantarsi di averne fatto la conoscenza prima di un'altra pettegola matrona? Da un lato mi sento in dovere di giustificare l'entusiasmo della vecchia Flanigan, definendolo perfettamente naturale, date le circostanze. Infatti, ci insegna Jane Austen, la vita di una signorina nella campagna inglese del primo Ottocento non offriva particolari divertimenti e, peggio ancora, c'era poca opportunità di fare nuove conoscenze. Per quello scopo c'era Londra, con la Stagione, i balli, le passeggiate al parco e le uscite in calesse. Ma la campagna è un'altra cosa, Mrs. Bennet docet. E così, lasciamoci andare all'esultanza! Dopo tutto, non capita tutti i giorni di incontrare un duca che è persino un "eroe" di guerra!
A questo punto, finalmente, Amy vede questo benedetto Duca e si compiace con se stessa di aver colto nel segno: il duca è esattamente quel pomposo, grasso e imbranato rampollo che lei aveva immaginato. Ma ci pensa la Duchessa a disilluderla, presentando il gentiluomo "enorme e tutto tondo" come l'avvocato di famiglia. Ed ecco svelato il perchè dell'invito esclusivo alle due Miss Flanigan per la cena di benvenuto: visto che la povera Amelia è così sfortunata da avere quella madre mal sopportata dall'Alta Società, e, a peggiorare la situazione, non è neppure una gran bellezza, quale pretendente migliore, per lei, di un avvocatuccio al quale una fanciulla con più prospettive non darebbe neanche una seconda occhiata? Per quanto tutte queste macchinazioni possano fare rabbia, sono troppo esatte e troppo veritiere, perciò, da parte mia, riceverai -più che un biasimo per il tuo cinismo- una lode per aver letto così bene l'epoca (e lo so, te l'ho già scritto, ma ripeterlo non può far male, giusto?).
Passiamo, finalmente, al piatto forte della cena, il duca, che si rivela essere quel pirata- Ulisse completamente nudo che Amy aveva incontrato il giorno precendente. La sua apparizione scandalosa senza la giacca è da Oscar: incurante del "protocollo", delle buone maniere e della sensibilità degli ospiti, si presenta in salotto -e agli occhi del lettore - con una spontaneità e una naturalezza che non possono fare a meno di conquistare. Anche le sue parole e i suoi gesti tradiscono il suo disprezzo dell'ipocrisia (tratto che condivide con Amy) e la sua franchezza, eccessiva per il periodo e, per questo, disprezzata. Riconosciuta la Gorgone, non può fare a meno di stuzzicarla (fino all'assurda battuta sulla sorella gemella).
Ma adesso parliamo di cose serie. La Duchessa mi sta sempre più antipatica, ma è talmente reale che, oggettivamente parlando, mi piace parecchio. Il presonaggio è costruito ad arte, con tutta la freddezza e la compostezza di una donna che aborrisce le eccezioni e vive in adorazione del defunto figlio "perfetto", ricordando sempre di umiliare il figlio più piccolo. Fortuna che Redbourne, in battaglia e per mare ne ha passate di tutti i colori, e le parole della madre gli fanno solo il solletico... Bellissima la sua replica compassata e, allo stesso tempo, vivace, sul "granitico calore" datogli dalla madre quando era bambino. Ma ora? Quali saranno le sue intenzioni dopo aver rapito Amy nella serra? |