Se ho amato la prima stagione che hai scritto questa, confesso, mi è piaciuta ancora di più.
È reale come poche, c’è vita, sofferenza, si percepisce tutto quello che, spesso, solo nei documentari storici mi è capitato di vedere. Sai, dico spesso che molte storie mi emozionano e sono molto realistiche, ma forse uso a sproposito questa parola e me ne rendo conto solo adesso che mi trovo a cercare degli aggettivi che rendano (sì, come pathos, mi fiondo sul greco anche ora?! XD) ma non ne trovo se non realismo. E sì, mi ripeterò, ma è tale per me.
Il modo in cui descrivi la sofferenza di Merlin, di nuovo un paragone con il telefilm, trovo che sia molto efficace questo comparare le due cose, lo rende maggiormente presente e, di nuovo, dà alla storia quel tocco in più di realismo. (Lo so, mi sto ripetendo).
Confesso che non credevo di leggere del ritorno di Arthur e la scena del loro incontro è molto sentita, mi sono piaciuti moltissimi passaggi, anche se sono molti, non posso non segnalarteli, perché credo che sia giusto farlo.
Resti immobile a guardarlo, perché è inequivocabilmente Arthur eppure non lo è. Ha i capelli troppo lunghi, la barba incolta, l’armatura – è sangue, quello? - sembra troppo grande per lui, per quanto è magro. L’espressione del suo viso è stanca, meno giovane. Ma gli occhi sono i suoi. E non lo hai mai amato come in questo momento.
Mi sembra quasi di vederlo qui Arthur perché è vero, non è al massimo della sua forma, è, poi si vedrà, anche smagrito ed è stanco, segnato dal tempo, dalla guerra, dai ricordi di ciò che ha vissuto. Qui: Sembra restio, ti guarda con gli occhi spalancati, ma poi si abbandona al tuo tocco e pensi che lui ti è mancato da morire, ma, a giudicare da come non riesce ad avvicinarsi troppo, a lui deve essere mancato del tutto il contatto umano, in questi mesi. perché è così vero quest’ultimo passaggio, come fai a non emozionarti e a entrare dentro la storia? A provare sollievo e tenerezza e a soffrire con il ricordo negli occhi e nelle parole del Principe. Non puoi restarne indifferente. Semplicemente ci vieni trascinato dentro.
Quando Merlin si prende cura di lui, lo fa tornare, un po’ di più Arthur, ho amato quando hai usato quel’espressione, c’è tanto amore in quei gesti, ci sono di nuovo solo loro due, sono di nuovo insieme e questo ti fa stare bene, nonostante tutto, nonostante non sia il solito modo in cui ce li immaginiamo, ma non importa a Merlin e proprio per questo noi lo possiamo apprezzare, perché va al di là di tutto, trionfa solo l’amore e il bisogno di sentirsi di nuovo e l’essere ancora insieme.
E fa male, dei, se fa male, ma ti fa anche sentire vivo ed è vivo anche lui
Questa frase è molto, molto bella e mi sembra quasi di riuscire a scorgere i sentimenti di Merlin che gode di quel momento con Arthur perché lui è vivo e sono entrambi nuovo insieme, come se in quella parola ‘vivo’ fosse l’inizio e la fine di tutto.
Credo di essere rimasta (anche se non si direbbe) senza parole, mi hai lasciata piacevolmente sorpresa e non posso fare altro che farti i miei complimenti. Davvero.
Brava, brava, brava! |