Ciao Virginia. E' da un po' che volevo recensire qualcosa di tuo, però per vari motivi (impegni, scarsa conoscenza dei tuoi fandom da parte mia) ho sempre rimandato. Direi che cominciare con un'originale non guasterà.
Allora.
Per essere scritta bene è scritta bene. Hai una buona padronanza del linguaggio e della punteggiatura, i tuoi periodi non risultano pesanti e anche la grammatica non ha pecche.
Però.
Le mancanze più pesanti che ho sentito alla fine della lettura sono state due: la quasi totale mancanza di tensione, fondamentale per un racconto di genere horror, e la netta prevalenza del "descrivere" sul "mostrare". Sì, lo so, sembro tanto Gamberetta in questo passaggio e la cosa mi fa tutt'altro che piacere, però non riesco a esprimermi diversamente.
La parte iniziale ha il solo scopo di spiegare l'irrefrenabile curiosità di Simon che non cede neanche di fronte alla paura che proverà nella notte di Halloween, entrando nella casa abbandonata. Ci sono una serie di azioni, di sensazioni messe una dietro l'altra e che potrebbero benissimo essere solo accennate, o comunque inserite diversamente: per esempio facendo cominciare il racconto proprio nel momento in cui Simon entra nella casa, con una sorta di "spiegazione a flashback", non so se mi sono spiegata.
Poi, come detto sopra, la mancanza di tensione. La tensione è suscitata dall'ignoto e da una serie di sensazioni forti che però, nel tuo racconto, non ho trovato. Per non parlare nel finale: il fatto che non non chiarisca minimamente cosa si è portato via Simon non crea suspance, ma solo un senso di amaro in bocca, come se mancasse qualcosa.
Per tutte le considerazioni sopra credo di dover alzare bandiera arancione, non me ne volere (anche se so di parlare a una persona matura).
Preferisco evitare cose del tipo "ma sei ancora giovane" e "ne hai di tempo per imparare", perché le trovo di un'aridità e una banalità uniche. Anche perché io non sono un'insegnante o chissà chi e posso solo commentare e eventualmente consigliare.
Alla prossima,
Satomi |