Cioè, Neme-chan, no. Vengo su efp talmente poco, ormai, che molte storie non riesco a leggerle. Ma questa, cavoli.
A me piace moltissimo leggere dei rapporti familiari, siano genitori-figli, fratelli-sorelle, non importa. Però con i nonni cambia qualcosa. Non lo so, sento il sapore dell'infanzia, con loro, più che con i genitori, forse perché ho trascorso molto tempo con loro, quando ero piccola.
Ecco, e sapere che Giorgio non ha potuto godere della presenza di un nonno mi inquieta un po': mi fa pensare a tutti coloro che i nonni non li hanno mai visti.
E, ti giuro, se non fossi scema, potrei piangere. Mi ha colpito tanto, per questa assenza di Nonno Roma, che si fa trovare solo alla fine, solo per un momento.
"Seborga si ritrovò col viso affondato nella sua spalla: ne avvertì i capelli sfiorargli la fronte, ne sentì il profumo, un misto di sabbia, mare e sangue." E cosa posso dire di questa meraviglia? Mi lascia senza parole. È toccante. Fa quasi male.
Non so, ma penso che tu l'abbia inserita apposta, l'ultima frase: come Enea, che cerca di abbracciare il padre Anchise per tre volte senza riuscirci, ecco, anche Seborga cerca un abbraccio che non ha mai ricevuto, senza trovarlo. Deo... sono commossa.
Neme-chan, diamine, complimentissimi. È favolosamente tragica. Non saprei come dirlo, ma si è fatta spazio nel mio cuore, questa storia.
Grazie per averla pubblicata! Mi fa sempre piacere provare questa capriola nell'animo. :D
Un abbraccione,
Jo (Recensione modificata il 15/11/2011 - 09:08 pm) |