Recensioni per
Inconscio.
di Buildingalife

Questa storia ha ottenuto 45 recensioni.
Positive : 45
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
14/05/12, ore 14:40
Cap. 6:

olto bello e originale questo capitolo! l'ho trovato veramente molto interessante! brava! è diverso dal solito ma scritto molto bene! complimenti u.u
ocean_

Recensore Veterano
06/04/12, ore 15:46
Cap. 6:

L'Inconscio e questi colori sono diventati la personificazione dei sentimenti di Giorgia. Essi sono entrati nella sua vita, lo stesso Inconscio, che tanto sembra ostacolarla dalla realtà, ha lasciato spazio alla sua vita passata, ai suoi ricordi. La protagonista sembra alla stregua di un cieco, che fino ad allora non aveva mai visto alcuna tonalità. Ora i colori sono entrati a far parte di nuovo della sua esistenza, e con essi le sue impressioni, e ora ha compiuto un passo in più verso se stessa.

Nuovo recensore
25/03/12, ore 00:00
Cap. 6:

«L’Inconscio diventò tutto rosso d’un tratto, e l’immagine furtiva di un bacio comparve, e scomparve, in un nano secondo.
Da quel giorno (forse è più corretto dire “da quella notte”) per me il rosso era il colore dell’amore.
Poi la mia stanza (mentale) diventò celeste, e l’immagine fu una raffigurazione del mio lettino con le coperte di appunto questo colore.
Da quella notte, celeste fu il colore della comodità.
Diventò bianca, l’immagine era un sorriso pacifico.
Da quella notte, bianco era il colore di tranquillità e pace.
Bianco però, era stato anche il mio lettino d’ospedale.
Ora, verde. Verdi erano i suoi occhi, come d’altronde lo erano i miei, aspettavano qualcosa di grande.
Verde diventò speranza.
Arrivò il rosa, la proiezione era una ragazzina che avevo visto in una foto nella mia stanza, con un vestito rosa e le guance altrettanto.
Rosa era infanzia.
E imbarazzo. La ragazzina sembrava timida.
Giallo. Giallo (un po’ arancione forse) era il Sole. Stavolta non apparve un’immagine, ma dei suoni. Sentii frasi come: “Guarda che bella giornata fuori, c’è il Sole!”. Quindi il Sole richiamava attenzione.
Gialla era anche la campanella.
Giallo diventò attenzione.
Lilla. Lilla era il fiore che pochi giorni prima, con tanta gentilezza, mi diede mia madre. Lillà era anche il nome di quest’ultima.
Lilla era gentilezza e delicatezza.
Marrone e grigio non sapevo ancora cos’erano.

Nero invece, era cedere.
Cedere sempre alla campana nonostante non volessi.
Cedere e cadere in quella stanzina.
Cedere era non avere forza.
Nero era questo.»


Oh mio Dio! Mi piace troppo questa parte! Forse perchè anch'io tendo ad associare dei sentimenti ai colori, anche se soprattutto alle persone, ma questo non centra. xD Il punto è che sembra preso dal libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue", non so se lo conosci.
Clap-clap, bravissima! :D