«L’Inconscio diventò tutto rosso d’un tratto, e l’immagine furtiva di un bacio comparve, e scomparve, in un nano secondo.
Da quel giorno (forse è più corretto dire “da quella notte”) per me il rosso era il colore dell’amore.
Poi la mia stanza (mentale) diventò celeste, e l’immagine fu una raffigurazione del mio lettino con le coperte di appunto questo colore.
Da quella notte, celeste fu il colore della comodità.
Diventò bianca, l’immagine era un sorriso pacifico.
Da quella notte, bianco era il colore di tranquillità e pace.
Bianco però, era stato anche il mio lettino d’ospedale.
Ora, verde. Verdi erano i suoi occhi, come d’altronde lo erano i miei, aspettavano qualcosa di grande.
Verde diventò speranza.
Arrivò il rosa, la proiezione era una ragazzina che avevo visto in una foto nella mia stanza, con un vestito rosa e le guance altrettanto.
Rosa era infanzia.
E imbarazzo. La ragazzina sembrava timida.
Giallo. Giallo (un po’ arancione forse) era il Sole. Stavolta non apparve un’immagine, ma dei suoni. Sentii frasi come: “Guarda che bella giornata fuori, c’è il Sole!”. Quindi il Sole richiamava attenzione.
Gialla era anche la campanella.
Giallo diventò attenzione.
Lilla. Lilla era il fiore che pochi giorni prima, con tanta gentilezza, mi diede mia madre. Lillà era anche il nome di quest’ultima.
Lilla era gentilezza e delicatezza.
Marrone e grigio non sapevo ancora cos’erano.
Nero invece, era cedere.
Cedere sempre alla campana nonostante non volessi.
Cedere e cadere in quella stanzina.
Cedere era non avere forza.
Nero era questo.»
Oh mio Dio! Mi piace troppo questa parte! Forse perchè anch'io tendo ad associare dei sentimenti ai colori, anche se soprattutto alle persone, ma questo non centra. xD Il punto è che sembra preso dal libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue", non so se lo conosci.
Clap-clap, bravissima! :D |