Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Buildingalife    31/01/2012    3 recensioni
Aspira, espira, fumo che vola via.
Solo quello?
Silenzio.
Piede mosso, vaso rotto.
Mondo crollato addosso.
Ma la ragazza non ricorda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’Inconscio era più colorato del solito quella notte.
Mi  mandava delle immagini, ma non riuscivo a capire cosa fossero.
Erano veloci, terribilmente veloci. D’un tratto mi sembrarono missili, diventarono più strette, e venivano verso di me finché, ecco qua, sparivano.
Che messaggio mi stava mandando?
Poi capii.

Stavano arrivando i ricordi del mio Prima. Appena la parola “ricordi” piombò nella mia testa, il mio Prima sparì.
Arrivarono gli ultimi avvenimenti del Dopo.
L’Inconscio diventò tutto rosso d’un tratto, e l’immagine furtiva di un bacio comparve, e scomparve, in un nano secondo.
Da quel giorno (forse è più corretto dire “da quella notte”) per me il rosso era il colore dell’amore.
Poi  la mia stanza (mentale) diventò celeste, e l’immagine fu una raffigurazione del mio lettino con le coperte di appunto questo colore.
Da quella notte, celeste fu il colore della comodità.
Diventò bianca, l’immagine era un sorriso pacifico.
Da quella notte, bianco era il colore di tranquillità e pace.
Bianco però, era stato anche il mio lettino d’ospedale.
Ora, verde. Verdi erano i suoi occhi, come d’altronde lo erano i miei, aspettavano qualcosa di grande.
Verde diventò speranza.
Arrivò il rosa, la proiezione era una ragazzina che avevo visto in una foto nella mia stanza, con un vestito rosa e le guance altrettanto.
Rosa era infanzia.
E imbarazzo. La ragazzina sembrava timida.
Giallo. Giallo (un po’ arancione forse) era il Sole. Stavolta non apparve un’immagine, ma dei suoni. Sentii frasi come: “Guarda che bella giornata fuori, c’è il Sole!”. Quindi il Sole richiamava attenzione.
Gialla era anche la campanella.
Giallo diventò attenzione.
Lilla. Lilla era il fiore  che pochi giorni prima, con tanta gentilezza, mi diede  mia madre. Lillà era anche il nome di quest’ultima.
Lilla era gentilezza e delicatezza.
Marrone e grigio non sapevo ancora cos’erano.

Nero invece, era cedere.
Cedere sempre alla campana nonostante non volessi.
Cedere e cadere in quella stanzina.
Cedere era non avere forza.
Nero era questo.

Mi  svegliai.
Cibo.
Avevo bisogno di cibo.
Andai in cucina, presi una ciotola e la riempii con latte e cereali.
Che ore erano? Che ne so, la condizione del tempo era l’ultima cosa che acquisii.
Volevo capire di più.
Quelle immagini così veloci, non riuscii a captarle.
Volevo tornare per capire, ma il nero, d’un tratto, mi spaventava.
La mia faccia, senza che me ne accorgessi, mutò in un’espressione di paura.
“Cosa ti spaventa?” disse Davide, che a quanto pare si trovava là.

“Il
 nero.”
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Buildingalife