Detto fatto.
Mi sto specializzando in recensioni, non che non mi faccia piacere =)
Mi piace molto la tecnica che hai impiegato, perché snellisce molto la narrazione, dando meno l'impressione di... romanzo, a causa di tutti quei "disse", "chiese", "propose" che di solito si è obbligati ad applicare.
Nel tuo caso non ci saranno fraintendimenti sul chi abbia detto cosa, e questo è un punto a favorissimo.
Si parte con una scena routinaria, ipoteticamente estrapolata dalla serie tv, con dialoghi efficaci tra due amici che la pensano spesso diversamente ma che finiscono sempre per cercarsi.
E durante questo colloquio all'apparenza banale, si presenta il problema, quello che, sebbene semplicissimo (Lisa non si è ancora vista, non stiamo parlando di un paziente la cui malattia ha necessità di un consulto oncologico), si prevede diventi il fulcro della storia, e questo è dimostrato dal flashback che inserisci subito dopo. Se è importante sapere quel che è accaduto prima, significa che il ritardo della Cuddy non è dettato dal traffico o dall'incompetenza della babysitter. Certo, se quest'ultima non si fosse ammalata, forse le cose sarebbero andate un po' diversamente. Ma non sappiamo ancora se questi rapitori vogliano lei, sua figlia o entrambe.
Mi fa piacere che House, mantenendo l'ironia di sempre, si preoccupi comunque di Lisa. Lo sappiamo tutti che piuttosto che esternare i suoi sentimenti si darebbe delle martellate sulle dita, ma sono sicura che la situazionei in cui si trova Lisa gli farà passare la voglia di scherzare.
A proposito di Lisa: ha telefonato con il suo cellulare, per cui non glielo hanno sequestrato. Inoltre, ha trovato modo di farlo, perciò non è legata e/o imbavagliata.
A meno che non siano stati gli stessi rapitori a costringerla a telefonargli, magari per definire le condizioni per la liberazione.
Non ci resta che aspettare il prossimo capitolo; nel frattempo ti faccio i complimenti per lo stile molto scorrevole, semplice ma alle volte ricercato e sempre accattivante.
Buona serata e a presto! |