-Dì qualcosa. – Le lacrime oramai si riversavano sulle lenzuola sfatte di quel letto in cui avevano condiviso così tanto. Incertezze, paure e risate.[...]
-Dì qualcosa. – Ripete stringendo le dita nelle lenzuola. –Dì qualcosa. Ti prego. – si ostina a ripetere al ragazzo seduto dall’altra parte. [...]
-Dì qualcosa, o lascio perdere. – Sembra quasi minacciarlo, ma la voce è ridotta ad un sibilo spezzato. [...]
-Io non ce la faccio più. – Quasi ride di quanto sia ridicola a piangere su quel letto a parlare con lo specchio. Di quanto sia ridicolo struggersi per qualcosa di finito, soprattutto se il primo a non averlo fatto è stato lui.[...]

Ti senti una sciocca, tu che ogni volta digrignavi i denti al solo veder passare un ragazzo, tu che rispondevi freddamente ai tuoi compagni di classe. Ora, invece, lo segui con lo sguardo insistentemente, lo cerchi sempre tra i corridoi, fuori scuola. Troppo impaurita ed imbarazzata per rivolgerli la parola, ma troppo ostinata per lasciar stare. [...]
Tu che fino a qualche mese prima non sembravi notare nessuno, nessuno per cui valesse la pena innamorarsi.[...]
Tu che inizialmente pensavi fosse solo una cotte momentanea, ma che coi mesi hai capito quanto non vederlo durante l’orario ti faccia sentire sconfortata. [...]
Ogni tanto lo sogni, vero?

Vi buttate sul letto, il petto che si alza e si abbassa rapidamente. Hai fatto una corsa per raggiungerla, per trascinarla a casa sua e non permetterle di farsi del male. [...]
-Sei sicuro di volerlo fare? – Ti domanda nervosamente e, in quel momento, la risposta arriva come uno schiaffo. [...]
Eppure tu rappresenti lo stereotipo del cattivo ragazzo, sei “l’Ade” della situazione. Hai “rapito” la giovane Persefone dalle calde braccia della madre. Però non te ne penti.[...]

Il tuo sorriso svanisce quando la vedi, fuori scuola, abbracciata ad un altro. Il ragazzo le sta sussurrando a fior di labbra delle parole, ma tu non puoi udirle. Sei troppo lontano. Lo sei sempre stato. [...]
L’altro –non te, tu non hai avuto il coraggio di dirle cosa provi- ragazzo si abbassa ulteriormente raggiungendo le labbra di quella che dovrebbe essere solo un’amica. Ti piacerebbe sapere il sapore delle sue labbra, ma non puoi. [...]
Lei però ti nota da sopra la spalla del ragazzo con cui, fino a un attimo fa, si stava baciando. Ti corre incontro, non nota il tuo turbamento, ma non perché sia una sciocca, perché non lo fai trapelare.[...]

- Che cos’è l’amore per te? – Le avevano chiesto tante di quelle volte, che ormai non sarebbe più riuscita a tenerne il conto. Ogni volta aveva risposto con frasi fatte e sorrisi di circostanza. Il perché era semplice, non aveva mai amato, non aveva mai tremato di emozione al solo vedere quella persona. [...]
Era felice d’aver avuto il coraggio e la fortuna d’amarlo.[...]
[Ogni riferimento a persone o cose reali sono puramente (come no) casuali]

Non pensarci nemmeno, Principessa, tu non mi potresti rallentare, tu sei il mio viaggio, tu sei tutto quello che voglio. [...]
Tu non marcisci, diventi ogni giorno più bella. Non sono stati i tuoi capelli a farmi innamorare di te, non è stato il tuo corpo. Io mi sono innamorato delle tue parole, del tuo lottare per quel che è giusto, per la voce che s’incrina quando parli di qualcosa che ami, dei tuoi sorrisi.[...]
Io sono Peter Pan e tu Wendy ricordi?[...]