La vita è sporca, Keith lo sa.
Puzza di piscio e vomito, e ha lo stesso valore della prossima dose che dovrà comprare tra qualche ora.
Un viaggio nell'anima di chi ha visto il nero del fondo. Un viaggio nel cuore di chi sceglie di crederci fino alla fine, aggrappandosi alla speranza che tra le ombre della notte resti sempre il posto per la prossima alba.
Ché la vita fa schifo. Ché la vita è tosta.
Ma Ross non smette mai di sperare che Keith lo sia di più.

Mentre l’orgasmo si ingrandisce nel mio stomaco, vorticando allo stesso ritmo del mio cervello ubriaco, chiudo gli occhi: in questo mondo in cui niente vale niente, a che serve amare? Cosa resta, oltre allo sbattere ritmico di corpi in calore?
Se non stessi facendo un bocchino ad uno sconosciuto di cui non mi ricordo nemmeno la faccia, scoppierei a ridere.

Non so cosa volessi.
Forse le sue mani di brace, forse i suoi occhi di giada, forse solo il suo amore.
[...]
Forse volevo la sua anima, forse il suo cuore.
O forse volevo solo il suo cazzo, piantato a fondo dentro di me.

Tutti dicevano che Niki era pesante, saccente, noioso, uno che si sentiva sempre una spanna sopra gli altri e li guardava dal suo trono di finta superiorità.
Dicevano che Niki non sapeva divertirsi con tutti quei congiuntivi perfetti e la sua ossessione per la scrittura ed i bei libri.
Sussurravano che secondo loro Niki, a quasi diciassette anni, era ancora vergine, perché chi mai avrebbe potuto volere uno come lui, uno che credeva addirittura che il dolore fosse qualcosa di poetico?
E' un mezzo depresso, ecco cosa mormoravano di Niki, una specie di emo delle parole, uno che sa fare i conti solo con la sofferenza.