La sua vita era sempre stata una fuga.
Una fuga da sé stessa, una fuga dai disastri che poteva combinare, una fuga dall’ombra che era diventata la sua sola esistenza.
[...]
Aveva pensato, stupidamente, di non avere scelta.

La maschera celava i suoi occhi azzurri, ed anche i suoi sentimenti. Il mantello era la barriera tra lui ed il mondo esterno. Il costume era la pelle di spandex che lo intrappolava all’interno della sua identità di supereroe.

Fissava il cielo con aria assente, scrutando le stelle in cerca di qualcuna che potesse riconoscere come sole del suo pianeta. Ma dalla Terra quella stella era troppo piccola da scorgere, il suo mondo troppo distante da raggiungere.

Era freddo contro caldo, non lo si poteva descrivere a parole.
Un corpo caldo di carne e sangue, fuso con parti fredde di metallo che ancora non riusciva a sentire davvero sue.

Verde. Era una cosa che saltava subito all’occhio, quando lo si guardava. Occhi verdi, capelli verdi, pelle verde.
Se avesse chiesto ad un perfetto estraneo di descriverlo in una sola parola questo avrebbe detto verde.

Tendeva a far finta di nulla, ad isolarsi da mondo, a tenere alla larga gli altri tentando di convincere loro e sé stessa che nulla avrebbe potuto sfiorarla, in attesa della Fine.
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