Seduction au
CHOCOLAT
Nella prestigiosa
filiale Giapponese dell’accademia St.Marie c’erano un gruppo di giovani
principi dei dolci che in brevissimo tempo riuscirono a farsi conoscere
per le
loro finissime doti di apprendisti pasticceri anche all’estero.
Il primo era Andou Senosuke, specializzato in dolci giapponesi; il
secondo era
Hanabusa Satsuki specializzato in sculture di zucchero e in dolci dalle
forme e
dai sapori di fiori; ed infine c’era lui, il ragazzo dal carattere
irascibile e
pungente: Kashino Makoto specializzato nei dolci al cioccolato.
Affermare che Kashino
amasse la cioccolata era davvero un eufemismo: lui la venerava!
Nonostante la giovanissima età, in pochi anni era riuscito a
padroneggiare le
migliori tecniche e a creare sculture di cioccolato che facevano
invidia alle
più rinomate pasticcerie locali. Adorava mangiare la
cioccolata, adorava creavi dei dolci e il solo profumo gli
inebriava le narici tanto da fargli venire acquolina in bocca. E poco
importava
se a fine cottura, per l’ennesima volta, Amano
Ichigo finiva
per spazzolarsi più della metà della torta.
A lui interessava solamente affinare sempre di più la sua
tecnica, così
da diventare uno dei choccolatier migliori al mondo.
Beh, dire che il suo ego era smisurato è dir poco ma, d’altronde,
con la
famiglia severa e sadica che si ritrovava, doveva per forza dare il
massimo in
tutto. E uno dei metodi, da lui collaudato, per affinare il suo innato
talento
nel temperaggio, era senz’altro quello di creare nuove torte da
far
assaggiare ad Ichigo ed al suo super sviluppato “senso del gusto”.
Che poi lei restasse sveglia sino a tarda notte o si
alzasse
all’alba per assaggiare quelle torte era tutta un’altra storia.
D’altro canto, era stata la stessa Ichigo ad offrirsi volontaria, e non
poteva
di certo lamentarsi visto che, alla fin fine riempiva quel suo stomaco
mai
sufficientemente sazio con nuove prelibatezze.
E sì, perché i dolci di Kashino erano davvero buoni e saporiti!
E a lui non
importava che quella ragazza che le stava accanto fosse
davvero
graziosa e profumasse di zucchero
filato e di cioccolato.
Non gli importava minimamente il
suo sguardo estasiato e le sue gote leggermente imporporate, mentre
si portava la forchetta alla bocca.
E men che meno, gli interessavano quei gesti d’affetto molto simili a
pacche
sulla spalla ed a incoraggiamenti del tutto naturali che lei gli donava.
Davvero, nulla di tutto questo era di suo interesse.
Era così teneramente invitante… Quella
fetta di torta sacher, s’intende!
Non che Kashino
detestasse Ichigo, anzi, era un’importante amica ed un’ottima
consulente per il
design creativo dei dolci nonché un’ottima forchetta, ma nulla di più.
Era solo un’amica.
La spiegazione, forse, era
più semplice del previsto: dato il fatto di essere nato in una
famiglia vagamente bizzarra con manie socio-compulsive e altamente sadiche,
probabilmente a volte, anche
i suoi neuroni andavano di matto. O forse il tutto era dovuto al forte stress maturato
negli ultimi mesi, dopo numerose gare e competizioni in molti concorsi
locali.
O forse ancora, al semplice fatto che quei ragazzi non ben
identificati,
interrompessero sempre le attività del gruppo con
apprezzamenti nei
confronti di Ichigo.
E così, anche la sua immensa concentrazione andava
a farsi benedire.
Già, forse era proprio quest’ultima opzione a scaturirgli una tale
rabbia…
Nulla di imputabile ad Amano Ichigo, ovviamente.
E cosa ancora peggiore, quella giornata era incominciata con il piede
sbagliato.
Già, perché rompere due uova solamente sfiorandole era davvero un gran
problema
per chi si ostinava a seguire la perfezione anche nel più piccolo
gesto. E per
dirla tutta, i suoi sproloqui mentali lo stavano ampiamente
deconcentrando,
ma non era certo colpa sua se l’ennesimo adulatore di
Ichigo le chiedeva di assaggiare le sue produzioni culinarie
per
testare il suo livello di bravura quando poi, invece,
tentava di
farle una corte spietata.
E a ben pensarci, molto probabilmente, era stato per questo
motivo
che, giorno dopo giorno Kashino tentava, con tutto se stesso, di
superarsi
preparando nuove leccornie da far assaggiare al suo palato
delicato.
Desiderava,
forse, prendere per la gola la tenera Ichigo?
Ma certo che no!
Lui desiderava solamente che fossero i dolci a prendere per la gola il
palato
fine di Ichigo!
I suoi dolci.
Quelli al cioccolato, quelli lavorati tanto finemente e con tanta
dedizione, da
farle venire l’acquolina in bocca solo a guardarli da lontano.
Solo così, Kashino poteva continuare a sentire quel dolce aroma di
cioccolato e
di zucchero filato inebriargli i sensi.
Era il profumo che preferiva, dopotutto.
Quello del cioccolato.
©
LADY ROSIEL/Luna Azzurra