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Autore: Mephistopheles    25/03/2012    1 recensioni
L'entrata ad un club serale di filosofia, estremamente esclusivo, richiede il superamento di tre prove. Ma i pochi che riescono a passarle scoprono che dietro alle apparenze c'è qualcosa di più.
Prima storia del ciclo Metropolys:
« Quello di Metropolys è un universo alternativo, a tratti simile al nostro, a tratti distopico, a tratti fantascientifico. Il colore della metropoli e della vita dei suoi abitanti è il grigio della noia, e i protagonisti delle storie (indipendenti tra loro a livello di trama) cercano ognuno una propria diversa tonalità, qualcosa che animi le loro esistenze e permetta loro di evadere dalla monotonia. Un quadro inquietante, dall'interpretazione oscura e mai univoca, si propone come disturbante rappresentazione di un mondo "underground" specchio della società contemporanea ».
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bile nera
VIII.



 

Se arrivi a sentire questa frase, ti alzi in piedi che ti tremano le gambe. Non riesci a camminare dritto. Segui il guardiano oltre l'ennesima porta immersa nella penombra, sulla parete in fondo, che non avevi notato. Attraversi un corridoio che dà su tutte le altre piccole stanze come la tua, da cui potrebbe uscire solo uno che è stato “selezionato”. Ma quella notte il selezionato sei tu. Arrivi in un'altra stanzetta, e qui l'atmosfera è tutta diversa. Le pareti sono bianche, come quelle di un ospedale. Ci sono mobili e scrivanie e specchi appesi su. E un letto. Ci sono diversi guardiani che si cambiano i vestiti, chiacchierano fra loro, preparano valigie e zaini. Non più freddi e impersonali. Capisci di essere veramente arrivato ad un altro livello, di aver fatto un passo importante.
Un guardiano ti prende da parte e ti fa sedere sul letto. Le lenzuola sono grigie, il materasso è duro, proprio come dal dottore. Il guardiano ti porge una piccola pillola bianca e un bicchiere d'acqua, e tu la prendi senza neanche fare domande, mentre lui ti dice ancora: « Complimenti ».
La pillola ti fa addormentare immediatamente. Il letto è per evitare di farti cadere a terra come un sasso. Perdi conoscenza, e al tuo risveglio, l'orologio ti dice che sono passate almeno due ore. Ti svegli in un posto che non hai mai visto prima e che non dimenticherai mai. Intanto, il tuo cervello è una fabbrica che lavora a pieno regime. Una macchina infallibile che gira e produce senza sosta. Niente di razionale rappresenta un problema. L'effetto della droga, durante il sonno, sembra essersi acuito piuttosto che smussato.
Sei in un salone immenso. L'illuminazione è scarsa e non ci sono finestre. È gigantesco. Pilastri tanto grandi da poter sorreggere l'universo dividono le navate. Il soffitto a volta fa pensare ad una cattedrale. Non riesci a vedere la parete in fondo, vuoi per l'immensità delle dimensioni, vuoi per il buio. La seconda cosa che noti, mentre ancora ti manca il respiro, sono le presenze umane. Guardiani dappertutto, a centinaia. Osservano e controllano. Osservano e controllano te, l'unico ospite. Ma non sono da soli. Sparsi disordinatamente per la sala, ci sono altre persone. Figure magre, dal volto scavato, la lunga barba bianca, gli occhi vivi. Malvestiti, qualcuno senza più capelli. Vecchi, per lo più.
E la terza cosa che noti è il motivo per cui esiste tutto questo. È il motivo per cui ti trovi lì.



 

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