Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Ayame Yui    26/03/2012    14 recensioni
Ventun lettere...mille emozioni...Soul e Maka diventeranno mai una cosa sola?!
MakaxSoul
[AVVISO: Rating Arancione per la prima parte del cap.17]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Q come Qualcosa

Osservavo da dieci minuti buoni l’espressione di puro terrore dipinta sul viso di Soul, che teneva fra le mani una lettera che a mio parere sembrava di una carta molto costosa.
«Soul è tutto ok?» gli domandai avvicinandomi preoccupata non udendo nessuna risposta, quale disgrazia poteva essere mai successa?
«Sou-»
«No, Maka, non va tutto bene!» disse continuando a fissare quel pezzo di carta, che spazientita gli avevo strappato di mano per leggerlo.
«Che c’è che non va, è un invito ad un compleanno…»
«Sbagliato Maka, è l’invito al compleanno di mio fratello Wes» disse con voce tremante.
«E cosa ci sarebbe di sbagliato
«Tutto, in primis che devo tornare a casa…»
«E?» lo rimbeccai io.
«E non so se hai letto fino alla fine, ma sei invitata anche TU!» mi guardò dritta negli occhi, allarmato.
«Ah» feci io, quindi, accettare l’invito consisteva in andare e conoscere la sua famiglia. Perché tutto ciò mi suonava da brava e perfetta fidanzatina, cosa che io non ero, visto che non stavamo nemmeno insieme.
«Se non vuoi venire, possiamo trovare una scusa, è più che plausibile» qualcosa si mosse all’altezza del mio stomaco, facendomi parlare a raffica.
«Non preoccuparti, ti accompagno con piacere, non c’è problema!» alla fine cosa sarebbe stato conoscere i suoi genitori e suo fratello, affrontavamo pericolose missioni, e poi lui conosceva pure la mia famiglia – mio padre – visto che mia madre non la vedevo neanche io da parecchio tempo.
«Quando dovremmo partire?»
«Mai»
«Soooul!» lo rimproverai.
«Partiamo questa sera, puoi preparare la valigia con calma»
Cosa diamine mi sarei portata, non avevo vestiti super eleganti, come ovviamente avrebbero avuto tutte le famiglie aristocratiche invitate alla festa.
Sentii suonare al campanello e Soul sbraitare come un forsennato, che cavolo succedeva ora?
«Non ci credo, Dio, no, non è possibile dico!» il mio compagno stava parlando da solo, lo guardai con aria interrogativa.
«Chi era?»
«Non immaginerai mai…ma qui giù c’è una macchina che aspetta di portarci alla villa»
«Wow» tutto questo era veramente troppo di lusso, mi sentivo un pesce fuor d’acqua.
Feci la valigia in fretta e furia, buttando vestiti a caso, poi mi vestii e scesi le scale tirandomi dietro il mio bagaglio a mano.
«Salve Signorino Evans, buongiorno Signorina Albarn» ci salutò l’autista della limusine.
Passammo il viaggio in silenzio, quel silenzio che ricordava tanto la quiete prima della tempesta.
Mi ritrovai a contemplare un enorme cancello e dietro di questo un sontuoso giardino e u’elegantissima villa. Era incredibile, era da favola.
«Tu, vivevi qui?» mormorai scuotendo appena il braccio di Soul.
«Già» sbuffò annoiato.
Se pensavo che l’esterno della villa fosse da favola, l’interno era davvero da sogno, era tutto curato nei minimi dettagli con tanto di scalinata di marmo e lampadari luccicanti.
«Avanti Maka, muoviti!» Soul mi prese per mano, tirandomi avanti.
«Ben arrivati, è piacere rivederla Signorino Evans» una cameriera e un maggiordomo ci vennero in contro.
«Si. I miei genitori dove sono? »
«Sono in salotto, vi stanno aspettando»
«Hn» mi trascinò con lui senza fiatare.
«Soul, aspetta…» si voltò verso di me, aveva uno sguardo duro, freddo, cinico, d’istinto abbassai gli occhi per non guardarlo.
«Allora?»
«No-niente, scusa» balbettai imbarazzata.
«Non preoccuparti, andrà tutto bene» mi sorrise rassicurante, caldo.
Il maggiordomo annunciò la nostra presenza ed entrammo nella stanza, da un sofà di velluto scuro si alzarono un uomo e una donna elegantissimi. Che classe, pensai.
«Soul!» sorrise raggiante sua madre.
«Bentornato» pronunciò l’uomo, ma nella sua voce non trovai nulla di paterno.
«Mamma, papà…» la donna spostò la sua attenzione su di me.
«Ben arrivata…?»
«Oh, Maka, Maka Albarn, piacere di conoscervi signori Evans!»
«Sarete stanchi dopo il viaggio, vi ho fatto preparare le stanze» ci congedò l’uomo.
Quando fummo fuori mi uscii un sospiro di sollievo.
«Dai, non sembrano così terribili» sorrisi a Soul, che mi rispose con un’occhiataccia da Oscar.
«Non avrei mai sperato che ci degnassi della tua presenza, fratellino» una voce melodiosa e profonda rimbombò nel corridoio.
«Piacere Wesley Evans, ma tu, puoi chiamarmi Wes» si presentò il fratello maggiore di Soul, prendendomi la mano e portandosela alle labbra, facendomi arrossire.
«Ma-maka Albarn»
« È un piacere avere l’onore di conoscerti, Maka!» avvampai a quella sciocche parole, però sembravano nascondere un qualche significato che non capivo.
«Allora dimmi, com’è vivere con il mio fratellino?»
Guardai Soul, intensamente.
«All’inizio è difficile vivere con qualcuno che non ha le tue stesse abitudini, poi, alla fine si trovano dei compromessi» risposi.
«Spero si comporti a modo con te»
A cosa ti riferisci, Wes?
«Oh, ce-certo!»
«Spero che ti lasci in pace e non si faccia guidare da certi istinti adolescenziali»
Cosa? Come lo sapeva? Leggeva nella mente? Oh, cielo!
«Wes, forse sarebbe meglio se ti facessi gli affari tuoi!»rispose il mio compagno, guardandolo male.
«Bèh, a più tardi, Maka» mi sorrise in modo, provocante?
No, dovevo essermi sbagliata.
 
Ero seduta di fianco a Soul, a tavola nella spaziosa sala da pranzo, avevo indossato un abito viola, il più elegante che possedevo, e questo mi spingeva a pormi una domanda, cosa mi sarei messa la sera dopo al compleanno di Wes?
Vigeva un silenzio pesante come un macigno, e tutto ciò mi faceva sentire piuttosto a disagio, èer non parlare delle posate, da dove diavolo si incominciava?
Dovevo rimanere tranquilla e ricordare quello che avevo letto in quel libro di Bon Ton in Francia.
«Grazie di aver accettato l’invito, Maka» disse cordiale la madre della mia Buki.
« È un piacere essere qui» risposi sicura.
«Wes?» domandò Soul, notando l’assenza del fratello.
« È  a un concerto, lui deve seguire la sua carriera»
«Certo» disse sarcastico il mio compagno.
«L’avresti potuta avere anche tu!»
Soul alzò gli occhi dal piatto per portarli dritti in quelli di suo padre «Non la desideravo!»
«Tsk, e ora dimmi cos’hai ottenuto?»
«Molto più di quello che immaginavo, sai!?»
«Soul Evans! Poniti in maniera rispettosa verso tuo padre!»
«Eater, mamma!» la corresse lui.
«Cosa?»
«Soul Eater!» disse deciso.
«Non farmi ridere Soul!» tuonò suo padre.
«Di fatti!»
«Immaginavo un futuro diverso per te, migliore, con persone come noi, aristocratiche, di buona famiglia, invece-»
«Sono felice così, non ho bisogno di nulla di più!»
«No, tu sei un moccioso immaturo, che non sa cosa è meglio per lui!»
«Ti sbagli di grosso, adoro la mia vita, ho degli amici, un sacco, e ho Maka» disse voltandosi verso di me.
Il mio cuore perse un battito, e la mia bocca si piegò in un sorriso zuccherino.
«Capirai e pagherai per i tuoi errori, Soul!»
Non so come, mi ritrovai in piedi, che sbattevo una mano sul tavolo – da vera cafona – a ribattere al posto del mio partner.
«Si fermi un attimo e ragioni, per piacere. Soul ha “abbandonato” la musica, ma è una Buki meravigliosa, combatte con coraggio al mio fianco per far si che il mondo non venga inghiottito dal caos» presi un respiro per poi continuare «Soul è un compagno affidabile, sa sacrificarsi senza pensarci due volte, è straordinario! Al suo posto sarei orgogliosa di avere un figlio così!!!»
Vidi lo sguardo sorpreso di Soul, mentre pronunciavo quelle parole, i suoi occhi come i miei brillavano di una luce abbagliante. Ancora una volta nel mio petto si era mosso qualcosa e quel diabolico qualcosa mi aveva spinta a intromettermi fra lui e suo padre.
«Non mi sembra di aver chiesto il suo parere Signorina Albarn» mi rimproverò piatto il Signor Evans.
«Infatti, tu non chiedi mai il parere di nessuno!» sbottò la mia Weapon.
I due si guardarono a lungo senza proferire parola, fu la madre di Soul a rompere quell’agghiacciante silenzio.
«Forse è meglio se vi calmate, così almeno finiamo di cenare».
La cena finì in un mortale e imbarazzante silenzio, Dio, poteva sembrare persino comico, tragicomico, mi corressi mentalmente.
Il mio partner era chiuso nei suoi pensieri, ma aveva un’aria a dir poco soddisfatta.
 
Me ne stavo appoggiata al parapetto del balcone della mia stanza, godendomi il venticello fresco che scuoteva appena le cime degli alberi, quando sentii bussare alla porta.
«Avanti» dissi e avendo visto di sfuggita i capelli bianchi della mia buki, continuai a fissare il giardino illuminato dalla luce della luna.
«Soul, mi dispiace per stasera, ma è stato più forte di me, è giusto che tuo padre sappia quanto fai per tutti; e direi che in questo caso non possa proprio  fare un paragone con tuo fratello Wes» continuai a parlare senza guardarlo, poi sentii le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi, e la sua bocca sul collo, era un tocco strano, estraneo, con una mano cercai il suo viso e…da quando Soul era così alto?!?
Mi pietrificai all’istante, non poteva essere, non poteva capitare davvero!
«Sapevo che c’era qualcosa di più di una semplice amicizia» al suono della voce di Wes, mi voltai di scatto con il viso in fiamme per la vergogna.
«Tu!?» gli puntai il dito indice in segno di accusa.
«Io, lo sapevo, era impossibile che non fosse così!» rise come un pazzo  «mi chiedo solo come abbia fatto uno come mio fratello a conquistare una ragazza a modo come te!»
Già, me lo chiedevo anche io…
«Si può sapere che c’è di tanto divertente?» il mio salvatore sbucò dalla porta per avvicinarsi a noi.
«Niente, niente!» smise di ridere Wes, per poi parlarmi all’orecchio «sei davvero sexy quando arrossisci, Maka» mi sorrise e se ne andò.
«Che ti ha detto?»
«Oh-ah-ehm-nu-nulla, non preoccuparti, non è importante!»
«Hm…volevo ringraziarti per prima, mi hai difeso a spada tratta» mi limitai a sorridere come un ebete, e di nuovo quel qualcosa sussultò nel mio petto.
«Veramente, Maka, nessuno l’ha mai fatto per me!»
«Lo rifarei Soul!» parlai troppo velocemente, facendolo ghignare.
«Buonanotte, Maka!»
«Buonanotte, Soul!»
 
E ancora mi chiedevo com’ero finita in quella situazione, bastava fare pochi passi e varcare la porta dorata che mi separava da una folla di aristocratici che mi avrebbe squadrata dalla testa ai piedi per tutta la serata, e cosa avrebbero pensato? Come mi avrebbero etichettata?
Bèh, io ero l’accompagnatrice di Soul Eater Evans.
Ovviamente sarei passata come la sua fidanzata.
Sospirai guardandomi un ultima volta allo specchio, un lungo vestito verde smeraldo in stile vittoriano mi accarezzava la pelle mettendo in risalto i miei occhi, quel vestito aveva un significato profondo, mi era stato donato dalla madre in persona della mia Weapon.
Soul mi guardava curioso «Pronta?» mi domandò.
In teoria si, in pratica, bèh, no, ma mossa da quel maledetto qualcosa gli afferrai la mano ed entrai nella sala da ballo, e quando fummo  al centro posai le mie labbra sulle sue.
Se dovevo farmi notare, almeno l’avrei fatto in grande stile.

 
 
Q come Quadrante

Avevamo fatto ritorno a Death City da due giorni e dopo quello che era successo alla festa di compleanno di mio fratello, fra me e Maka c’era un certo imbarazzo, ma si era istaurata anche una certa e incredibile complicità, una straordinaria alchimia, silenzi pieni di parole.
Ed era tutta la giornata che la osservavo da lontano, c’eravamo soltanto toccati per dimostrare un esercizio alla lezione mattutina della professoressa Marie.
Il suo tocco era stato una scarica elettrica, piacevole, estremamente piacevole, quando mi ero trasformato in falce e lei con sicurezza mi aveva ghermito per sferrare l’attacco richiesto.
Il suono stridulo della campanella annunciò l’inizio delle lezioni pomeridiane – che strazio – in più quel giorno mancava quell’idiota del mio migliore amico, e io avevo troppo tempo per pensare.
 

A chi, Soul?

 
Quella maledetta voce nella mia testa doveva assolutamente tacere, ero abbastanza incasinato così.

 
Pensa alle sue labbra, calde, morbide…

 
Shhh!
«Posso sedermi o è occupato?» Maka mi stava guardando interrogativa.
«Oh, n-no, è libero» balbettai come un deficiente , ok, dovevo concentrarmi sulla lezione, e tutto sarebbe stato facile, no?
Già se solo l’avessi mai fatto!!!
Mi voltai verso di lei, stava prendendo appunti da brava secchiona, poi per mia sfortuna si portò la matita alla bocca e mi venne alla mente qualcosa a cui non avrei mai dovuto pensare in un luogo simile.
Oh merda…
Abbassai lo sguardo, fatale errore, poiché quello che vidi non mi aiutò affatto a CONCENTRARMI sulla lezione del Professor Stein.
Ma da quando Maka portava le gonne così corte e con tanto di autoreggenti di…pizzo, non ci credevo quello che sbucava dalla gonna era del pregiato e meraviglioso merletto?
Accavallò le gambe in maniera davvero cool e questo mi provocò una reazione che non doveva assolutamente accadere.
“Su Soul pensa a qualcosa di brutto e di schifoso” mi incitai mentalmente.
Uova di Kishin? No, non funzionava…qualcosa di più brutto…mio padre? Kid nudo? I broccoli?
Ahhhhhhw, non era abbastanza, maledizione!!!
All’improvviso lei mi sorrise con una strana luce negli occhi , poi si alzò e veloce uscì dall’aula.
Perfetto, era il momento giusto per tranquillizzarmi, ma invano.
Oramai fissavo da parecchi minuti il quadrante dell’orologio appeso alla parete, che per me era divenuto lo schermo delle mie inspiegabili fantasie, Maka non era ancora tornata, ma dov’era?
E cosa più importante che diavolo era quel sorriso?
 

Di certo non era candido, Soul!

Taci!

Pensa a lei, alle sue cosce…
 

Silenzio, non fiatare!

Alla sua camicetta leggermente aperta…

 
No, no, no!!!

Al bacio dell’altra notte!

 
Corsi fuori dall’aula, lasciando interdetta metà della classe e un Professor Stein incazzato, ma in quel momento non m’importava di nulla, avevo una sola cosa in testa: Maka.
 
«Non dovresti essere qui fuori, lo sai, Soul? Il professor Stein ti darà di sicura una punizione!» la mia Shokunin si avvicinò a me in maniera estremamente “non da Maka” , insomma lei non era quella che avevo catalogato ne – “Le ragazze senza sex-appeal” - ?
 
Evidentemente no…
 
«Perché cavolo sei uscita così?» sbottai a disagio, in tutta risposta alzò il libro che aveva fra le mani.
Quindi lei non era uscita dalla classe per un motivo legato al sottoscritto?
 

E ci credi?
 

«Che hai da fissare tanto?» mi domandò.
Ehhh, avesse saputo le pene dell’inferno che mi faceva passare, e che ancora passo.
Mi posizionai davanti a lei, non permettendole di passare.
«Hey che fai, devo rientrare in aula!» disse cercando di spingermi, ma io le presi i polsi, e piano le feci arretrare fino alla nicchia nella parete del corridoio.
«Cos’era quel sorriso prima?»
«Di quale sorriso parli?»
«Lo sai, dai, Maka, spiegamelo» le sussurrai sulla bocca.
«Smettila!» mormorò grave, rossa in viso, voltando la testa di lato per sfuggire ad un probabile bacio, ma era un’illusa se credeva che questo poteva fermarmi, si sbagliava di grosso.
Le lambii l’orecchio con le labbra e con i denti, facendola sussultare, presi il libro che aveva fra le braccia e lo lasciai scivolare a terra con un tonfo.
Poggiai una mano sul suo fianco, la lasciai scorrere giù per la coscia e risalire sotto la gonna.
La udii sospirare.
«Hai deciso di spiegarmi, Maka-chan?» le bisbigliai, sfoderando uno dei miei sorrisi strafottenti e baciandole il collo.
«Può arrivare qualcuno» disse a fatica, mentre le accarezzai la schiena da sotto la camicetta.
Di certo per uno come me, che aveva da sempre desiderato la propria privacy, il corridoio della scuola, non era il massimo della riservatezza, ma oramai lei era MIA.
«So-soul, smettila, non possia-» s’interruppe, soffocando un lamento sul mio petto, quando le mie dita sfiorarono l’orlo delle sue mutandine e la campanella che annunciava la fine dell’orario scolastico suonava.
«Ops, la lezione è terminata, Maka, ci vediamo a casa…» le sorrisi soddisfatto della mia vendetta, lasciandola interdetta e frastornata.



Note dell'autrice:
Ciao a tuttiiiii!!!! Eccomi qua sono tornata, scusate la lunga attesa, ma dopo essere tornata dalla Repubblica Domenicana, sono stata parecchio impegnata!!!
Per farmi perdonare, vi ho preparato un capitolino più lungo, spero che abbiate gradito!!!!
Bèh, fatemelo sapere!!! ;)
Ringrazio tutti quelli che recensiscono, tutti quelli che leggono, e tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate!!!
Un abbraccio!
Ayame-chan
   
 
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