Anime & Manga > Nana
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Autore: Ocean_09    26/03/2012    1 recensioni
Nana. Come la immagino io. Un po' intercalata nei miei panni, magari, ma tanto, più simili di così...?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce soffusa sopra di me. Brusio di sottofondo. Missione: eliminarlo sul nascere. Mezzi: la mia voce, questo microfono e l’amplificatore. Quella sala angusta che sapeva di fumo di lì a poco sarebbe stata soffocata dalla mia voce, dai miei urli e dalle note. Tante, tante note. Una cascata di note. Tutti quei poveri commensali e ragazzi di periferia si sarebbero trovati sotto una pioggia di note, non avrebbero più capito da dove provenissero, dove fossero mai capitati. In un universo e in un paradiso suonato, che galleggiava sul ritmo del sangue che scorreva nelle mie vene. Li avrei fatti sognare. Per una volta.
E quelle parole urlate, cantate, mormorate nella nebbia di fumo del locale, in quell’inglese senza senso, sembravano aiutare, in qualche modo, il misero pubblico di quella sera: ragazzine tutt’al più scappate da casa, tossici, gente che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, nel senso che non aveva proprio più niente da perdere. Erano quelli, gli ultimi, i più pericolosi. Ma per un attimo tutto il rancore e l’odio venivano messi da parte, oscurati dal mio canto. Pensare che io detestavo stare al centro dell’attenzione, ma in quel caso avrei dato l’anima per farmi sentire da qualcuno. Diventavo una persona estremamente altruista. Sentivo un forte calore alla nuca e dietro alle orecchie, come quando capita di essere arrabbiati, ma è solo l’effetto dell’adrenalina.
 
Il concerto andò alla grande. Nessun ferito, nessuna rissa. Da dio. Nel senso che mi ero sentita da dio. Non fosse stata per una leggera sensazione che mi capitava di avvertire quando guardavo verso il fondo della sala, non avrei saputo dire cosa fosse, come una leggera angoscia. Quasi impotenza. Ma ormai c’ero talmente abituata che non ci feci più caso e riprendevo a urlare con più foga, per nascondere quello che la mia mente urlava e sussurrava.
  
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