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Autore: Jodie Roses    26/03/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie alle 2 ragazze che hanno recensito :3 in questo capitolo Axl riuscirà a farsi perdonare! Buona lettura :D




Finalmente dopo altre 2 ore passate a riempire bicchieri di alcolici che divennero sempre più pesanti col passare del tempo, Jodie e Nicky furono lasciate libere di tornare a casa. Si avviarono per strada respirando l'aria notturna. Erano quasi arrivate quando quella testa di Jodie si accorse di avere dimenticato il portafoglio al bar, con tutto il suo contenuto (spiccioli, soldi, i risparmi che aveva la brutta abitudine di portare sempre in giro, documenti carta d'identità e compagnia bella).
«Ti dispiace se non ti accompagno?»  domandò Nicky guardandola implorante. «No, certo, vai pure»  fece lei sorridendo. Rifece tutta la strada all'indietro, rientrò nel locale e recuperò il portafoglio. Dentro non c'era ormai quasi più nessuno, era rimasto solo il vecchio James alla cassa, probabilmente a fare i conti della serata. «Che ci fai ancora qui?» le chiese vedendola. Jodie le spiegò e gli diede la buonanotte, chiedendosi distrattamente se sarebbe riuscita a entrare nel letto prima della mattina. Poteva essere abituata quanto voleva, ma era umana anche lei (purtroppo). Dopo aver percorso un po' di strada, pensierosa, vide in lontananza una sagoma per terra, che continuava a portarsi alla bocca quella che aveva tutta l'aria di essere una bottiglia di...birra? Vodka? "Meglio tirar dritto e far finta di niente" pensò "per oggi ne ho anche avuto abbastanza" «Buongiorno -hic- signorina!» le fece quello (erano le 2 di notte). Avrà avuto circa la sua età, emanava una puzza terribile e aveva l'aria troppo ubriaca per i suoi gusti. Non che lei fosse sempre sobria, eh, ma non le piaceva comunque. «Buonasera» rispose con tutta l'intenzione di tirar dritto, come era nei suoi programmi, peccato che per la seconda volta nel giro di una serata qualcuno le afferrò un polso facendola voltare. "Oh, non di nuovo!" pensò. Prese anche mentalmente nota di tenere d'ora in poi le mani in tasca ogni volta che voltava le spalle a qualcuno. Il ragazzo adesso si era alzato in piedi e Jodie notò che era almeno 20 centimetri più grande (e forte) di lei.
«Perchè non ti feri un po'?» chiese con un sorriso inquietante.
«No dai, per favore, mollami...» disse tentando di liberarsi.
«Tu non vai da nessuna parte» ordinò tenendola stretta. 
«No dai, per favore, lasciami» supplicò lei, che adesso cominciava ad aver paura sul serio.
Sentì le lacrime che le pizzicavano gli occhi ma non ci fece caso. Neanche lui però fece caso a lei o a quello che diceva. Non l'ascoltò, e la portò in un vicolo buio tenendola ferma contro il muro, nonostante lei scalciasse, mordesse e graffiasse, e urlasse con tutto il fiato che aveva in gola. Ma evidentemente nessuno poteva sentirla. Il ragazzo era già riuscito a toglierle la maglietta degli AC/DC e gettarla via quando una voce gridò «Ehi tu! Lasciala stare!».  
Jodie ringraziò il cielo, ma l'uomo si voltò facendo una smorfia, senza accennare a fermarsi. Quando il ragazzo che aveva urlato e i suoi amici si avvicinarono abbastanza da riuscire a vederli, Jodie si accorse con un misto di orrore e sollievo che erano proprio loro, cioè lui, il capellone che aveva schiaffeggiato circa 2 ore prima. Anche lui quando la riconobbe si fermò un attimo, paralizzato, ma poi vedendo la scena che si stava svolgendo si "dette una mossa" per così dire: afferrò l'uomo per una spalla «Ti avevo detto di lasciarla» sussurò tra i denti, prima di tirargli un pugno e successivamente saltargli addosso.
Jodie allora scivolò sul muro fino a terra incominciando a piangere, troppo spaventata per rivestirsi anche se in realtà era più che altro un pianto di sollievo. Axl intanto ci vedeva rosso: non aveva potuto...non doveva osare toccarla...Ci vollero gli sforzi combinati dello scimmione riccio e di quello biondo per toglierlo di dosso al ragazzo, ma ce la fecero giusto prima che gli procurasse danni permamenti. «Se lo meriterebbe» disse lui, liberandosi dalla stretta dei due «Prova a farle una cosa del genere ancora una volta e non te la caverai così facilmente» lo minacciò Axl «E adesso sparisci» gli intimò.
Poi si chinò a vedere come stava Jodie. Il ragazzo dai capelli neri aveva già provato a farla stare meglio, senza risultati. Lei cercò di dargli una risposta rassicurante, ma non riusciva a fermare le lacrime e per poco non si strozzò. «Dai, basta, va tutto bene, è tutto finito» cercò di consolarla Axl. «Ehm, questa è tua?» chiese il palo biondo con gli occhi da gatto raccogliendo la maglietta che era lì vicino.
«Sì, grazie» rispose riprendendosela. Dopo che si fu vestita lo scimmione biondo le domandò «Va tutto bene?» «Sì, sì grazie» disse abbozzando un sorriso. Poi si rivolse al rosso:
«Scusa per lo schiaffo di prima»
«Figurati, non è niente» la tranquillizzò lui con una smorfia, segno che forse la cosa gli bruciava ancora un po'. «Ma perchè mi avete aiutato?» «Cara, saremmo anche dei coglioni, ma di certo non lasceremo mai una signorina come te nelle mani di uno come quello» esclamò il riccio indicando in direzione dove era fuggito il ragazzo. «Beh...grazie, grazie davvero...non voglio pensare a cosa mi avrebbe fatto se non foste arrivati voi» disse rabbrividendo. «Dai, ora alzati» fece Axl porgendole una mano. «Scusa ancora» mormorò lei abbassando lo sguardo. «No, dai non è niente» Jodie allora sorrise e la afferrò, tirandosi su. «Anzi scusami tu» continuò una volta che si fu rialzata «non avrei dovuto dirti quelle cose» Jodie vide con la coda dell'occhio uno dei due biondi e il riccio scambiarsi un'occhiata strana, e capì che forse quelle non erano parole che uscivano tutti i giorni dalla bocca del cantante. «No dai, figurati...anzi dimentichiamoci tutto, ok?» disse.  
«Comunque...io sono Jodie» si presentò «Voi?»
«Io sono Axl» disse il rosso scuotendo i capelli, riacquistando un po' dell'arroganza che tanto la infastidiva 
«Slash» fece il riccio
 «Steven» il biondo più bassino
«Duff» quello alto con i capelli ossigenati
«Izzy» il moro che prima aveva tentato di consolarla, e ora se ne stava un po' in disparte
«In poche parole, piccola» fece Axl ghignando «siamo i Guns'n'Roses»

  
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