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Autore: FairyCleo    26/03/2012    9 recensioni
"Dean Winchester era stato spezzato tante volte: quando era morta sua madre; quando era morto suo padre; quando Sam aveva esalato l' ultimo respiro tra le sue braccia; quando Alastair lo aveva torturato fino a non lasciarne che qualche minuscolo brandello di carne; quando Jo ed Hellen si erano sacrificate per salvare lui e suo fratello; quando Sam aveva sconfitto il Diavolo, sacrificando la propria vita per il bene dell' universo. [...]
Castiel giaceva in quello stato di incoscienza da tre giorni, ormai, e non accennava a destarsi.
Avrebbe potuto fare tenerezza, sembrare la bella addormentata in attesa del bacio del suo principe azzurro, se non fosse stato per le catene che cingevano i suoi polsi.
Quelle, erano l' unica risposta certa che Dean si era dato ad una delle mille domande postesi nell' ultimo straziante periodo: Castiel aveva perso la sua fiducia.
E che un demone lo scuoiasse vivo, non l' avrebbe mai più riconquistata".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Tradimento


Iniziava seriamente ad avere paura.
Non gli piaceva stare al buio, non gli piaceva stare da solo, e men che meno, gli piaceva stare al buio da solo.
Si sentiva esposto, e tremendamente vulnerabile.
Aveva come la sensazione che in ogni dove ci fossero esseri crudeli che lo scrutassero, attendendo impazienti il momento di attaccarlo.
Continuava a guardarsi attorno con ansia crescente.
E se lo avessero preso alle spalle? Se gli avessero tappato la bocca con le mani, o con un incantesimo, o con qual si voglia assurdo metodo e lo avessero portato chissà dove, picchiandolo, torturandolo, squartandolo, uccidendolo? Si sentiva male al solo pensiero.
Ma perché cavolo non era andato con François??

“Ok, Dean direbbe che sono diventato paranoico!”.

Si era detto, abbozzando un sorriso amaro. Continuava a sorprendersi di come, per ogni singola cosa, il suo pensiero non facesse altro che volare a quell’ umano che gli aveva così crudelmente spezzato il cuore.
Già… Dean…
Castiel aveva chiuso gli occhi, trattenendo a lungo il fiato prima di prendere un respiro lento e profondo.
All’ improvviso, aveva iniziato a sentire un freddo più pungente del dovuto.
Odiava quella sensazione. Gli attanagliava il petto, e faceva tremare il suo corpo in modo spiacevole.
Le spalle si contraevano, e dopo un po’ iniziavano a bruciare. E il punto era che sapeva benissimo che non era la temperatura della notte a decretare quella sua reazione.
Era la mancanza di calore umano a farlo stare così. Era la mancanza dello sguardo stanco ma pieno di fiducia di Dean e mancargli. Le sue battute pungenti che spesso non riusciva a cogliere, i racconti delle sue notti brave, la forza e la fragilità che convivevano in lui allo stesso tempo.
Dean Winchester non era come gli altri. Dean era un umano speciale. Molto più speciale di quello che molti avrebbero potuto pensare al primo sguardo. Anche lui, un tempo, aveva creduto che fosse uguale a tutte le altre scimmie senza peli, come li chiamava Uriel, ma sapeva bene che non era così. Un tempo in cui era sciocco, altezzoso e prepotente, proprio come i suoi fratelli. Fratelli che spesso aveva ucciso per difendere quel Dean che lo aveva cacciato via dalla sua vita.
Affranto, si era seduto sul bordo del marciapiede, posando distrattamente gli splendidi occhi stanchi su ciò che rimaneva di una lattina di birra.
Che cosa doveva fare?
Tornare indietro sarebbe stato assurdo, oltre che pericoloso e stupido. Sapeva fin troppo bene che Dean avrebbe dato di matto, e probabilmente avrebbe iniziato ad odiarlo ancora di più.
Non lo voleva fra i piedi, era chiaro. Se si fosse pentito della decisione presa, avrebbe già fatto di tutto per cercarlo e per rimettere a posto le cose. D’ accordo, Dean non era un tipo a cui piaceva chiedere scusa e a cui a volte veniva difficile riallacciare i rapporti con chi lo aveva ferito – anche se tecnicamente avrebbe dovuto chiedere lui scusa al suo amico cacciatore – ma con Sam si erano riappacificati dopo quel periodo di allontanamento. Sam lo aveva imbrogliato e gli aveva mentito, continuando a bere sangue demoniaco, fidandosi di Ruby, liberando il Diavolo, eppure, Dean lo aveva perdonato.
Ma Cass sapeva che era proprio quello il punto, che era quello il fulcro della questione: lui non era Sam.
Non era il fratello amato così tanto dall’ uomo che aveva salvato dalle spire dell’ inferno.
E che suo padre lo fulminasse, si stava odiando per quel sentimento di logorante invidia che ottenebrava il suo cuore pulsante.
Lui non era così. Non era un essere oscuro. Eppure, per quanto cercasse di lottare e proteggersi, c’ erano sentimenti umani a cui non era in grado di badare. Era tutto così nuovo, spesso così inaspettato.
Le emozioni lo travolgevano e non gli lasciavano più scampo, logorandolo lentamente.
No. Non era così. Non voleva essere così.
Anche se ormai da tempo, sentiva di non essere più il Castiel che era stato creato dall’ amore di suo Padre.

Il triste ragazzo caduto dal cielo era talmente preso dai suoi pensieri da non essersi reso conto che gli occhi che aveva tanto temuto di veder apparire nel buio si trovavano proprio a pochi centimetri da lui.
I predatori trattenevano il fiato, attendendo con ansia il momento di catturare la piccola preda indifesa.
Era uno spettacolo vederlo lì, solo, in balia di pensieri che lo rendevano ancora più appetibile.
Quella piccola meraviglia non si rendeva davvero conto di quanto fosse adorabilmente patetica. Del potente e splendente angelo del Signore non c’ era rimasta più traccia. Loro lo sapevano bene.
Riuscivano a leggergli dentro senza alcuna difficoltà, godendo di ogni dubbio, di ogni incertezza, di ogni goccia di sofferenza che ormai aveva preso il totale sopravvento su quel nuovo essere, su quel neo essere umano che con tanta fatica stava cercando il proprio posto nel mondo. Peccato che non ne avrebbe avuto più l’ occasione: presto sarebbero diventati ‘ amici ‘, e il piccolo Cass poteva stare certo che lo sarebbero stati per sempre.

Castiel era completamente sovrappensiero. Aveva cominciato a giocherellare distrattamente con la lattina, spostandola a destra e a sinistra con il piede. Continuava a chiedersi perché cavolo François ci stesse mettendo tanto. L’ auto non era molto lontana, dopotutto. Che si fosse imbattuto in qualche creatura oscura?

“Oh… François…”.

Spazientito e preoccupato allo stesso tempo, si era affrettato a rimettersi in piedi con l’ intento di raggiungere il suo nuovo amico, quando si era sentito all’ improvviso incapace di controllare il proprio corpo, rischiando di cadere di peso in avanti se qualcuno non avesse avuto la premura di scaraventarlo con violenza contro un muro.
L’ unica cosa che era stato in grado di sentire, era stato un fortissimo dolore spezzargli il respiro.
Subito dopo, il buio.

*


Aveva osservato la scena nascosto dietro un cassonetto dei rifiuti.
Probabilmente, qualcuno avrebbe potuto pensare che si era comportato da stronzo, da traditore, ma poco gli importava.
Doveva fargliela pagare. Doveva far pagare a quella bestia e a tutti i suoi simili tutte le sofferenze che aveva dovuto patire a causa loro. Dovevano pagare tutti gli abusi, tutto il dolore, tutte le volte in cui aveva dovuto prestarsi a fare cose a cui non avrebbe mai neanche lontanamente pensato. Aveva rubato, aveva fatto sesso di gruppo, aveva ucciso, aveva bramato contro altre creature celesti, aveva imbrogliato e minacciato.
Sapeva benissimo che il suo corpo era stato semplicemente usato, ma non poteva non sentirsi responsabile per quelle vite che aveva spezzato, per il male che aveva causato.
E pensare che quando l’ angelo si era mostrato a lui per la prima volta si era sentito lusingato, amato, e aveva gioito, bramando l’ istante in cui sarebbero stati una cosa sola.
Non aveva capito che non sarebbe stata una piacevole convivenza, ma una frustrante e costante possessione.
Era stato imbrogliato da una creatura celeste, e non capiva perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa per aver fatto lo stesso. Se quell’ angelo, Balthazar, non si era sentito in colpa per aver fatto e avergli fatto fare delle cose terribili, perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa lui? Era solo un essere umano, in fondo. E gli esseri umani sono tutti dei fottutissimi peccatori incalliti.
Eppure, François doveva ammettere di aver sentito il proprio stomaco fare una capriola nell’ istante in cui quell’ ingenuo di un ex- pennuto si era alzato in piedi, mormorando il suo nome. Doveva essersi preoccupato per il suo strano ritardo. Stupido Jimmy… O meglio, stupido Castiel. Stupida, ingenua piccola creatura.
Ma davvero credeva che sulla faccia della terra ci fosse un solo cacciatore che non sapesse chi lui fosse?
Castiel, l’ angelo caduto. Il bastardo che aveva tradito i Winchester, il bastardo che aveva tradito il Paradiso.
Il nuovo Lucifero. L’ angelo che aveva camminato sulla terra facendosi chiamare Dio.
Quello sciocco credeva che fosse stato per puro caso se proprio lui l’ aveva salvato dalle grinfie di Crowley.
Certo, come no.
Ricordava ancora il suo sguardo terrorizzato, il modo in cui cercava di coprirsi le nudità con ciò che rimaneva dei suoi vestiti. Ricordava la sua diffidenza, il suo essere restio a parlare. Ricordava il calore del suo corpo e il sapore alcolico di quelle labbra che dolcemente avevano sfiorato le sue, credendo che fossero quelle di Dean.
Era per colpa di quell’ uomo se la sua esistenza millenaria era andata a rotoli, possibile che non lo capisse?
Eppure, quell’ idiota non faceva altro che pensare a lui. Non capiva perché, ma la cosa lo mandava in bestia.

Ed eccolo lì, Castiel: l’ aveva visto bloccarsi all’ improvviso e barcollare per qualche istante, prima di essere scaraventato contro un muro e perdere i sensi. Cos’ era? Forse gli piaceva giocare a fare il bell’ addormentato?
Certo che no. Chiunque avrebbe perso i sensi dopo un colpo come quello.
Ma non doveva provare dispiacere. No, affatto.
Ricordava troppo bene cosa gli aveva fatto quell’ essere dagli occhi del cielo. Il terrore di Balthazar nell’ udire la sua voce lo tormentava notte e giorno e la sensazione delle proprie carni lacerate da quella lama sacra non gli permettevano di ragionare, a volte. Quel bastardo lo sapeva. Sapeva che se l’ avessero colpito con quell’ arma sarebbe morto sia lui che il suo tramite, ma non gli era importato, evidentemente. Aveva preferito continuare a giocare a fare l’ anarchico. E lui era morto. Era morto, e non gli era stata data neanche la possibilità di accedere al Paradiso. No. Lui non se lo meritava. ‘ Hai portato con te una rabbia logorante ‘ – gli avevano detto – ‘ Non sei degno del Paradiso ‘. Dopo tutto quello che aveva dovuto patire, lui non era degno di ricevere la pace eterna!
Per questo, si era ritrovato, suo malgrado, ad attraversare le porte del Purgatorio. Odiava quel luogo che insieme lo tormentava e lo teneva al sicuro. Non era quello il suo posto. Gli era stata fatta l’ ennesima ingiustizia.
Ma qualcuno gli aveva dato la possibilità di rimediare.
Qualcuno che gli aveva ridato la vita, offrendogli la vendetta su di un piatto d’ argento.
Lo stesso qualcuno che stava accarezzando brusco i capelli di Castiel.

“Hai fatto un ottimo lavoro”.

La gelida voce si era formata all’ improvviso alle sue spalle, ma lui non aveva tramato. Sapeva che presto l’ avrebbe udita, e attendeva quel momento con gioia.

“Sono felice di avervi servito come meritate”.

Ed era vero. Voleva solo ottenere la sua ricompensa e sparire.

“Come desideri”.

Senza farsi attendere troppo, la figura avvolta dall’ ombra aveva allungato una mano, porgendo al biondo cacciatore un fagotto formato dai brandelli di una camicia. Voltandosi verso Cass, si era reso conto che gli mancava metà della camicia che indossava.

“Spero che non ti dispiaccia troppo. So che era una delle tue preferite”.

Evitando di esitare ancora, François aveva afferrato il fagotto, facendo attenzione a non sfiorare la mano del suo interlocutore.

“E’ l’ ultima cosa di cui mi importa, adesso” – e aveva stretto fra le dita il suo nuovo tesoro.

Era arrivato il momento di andare. Aveva avuto ciò che desiderava, e non voleva rimanere lì un minuto di più.
Ma prima di andare via, voleva passare per l’ ultima volta davanti all’ angioletto, per poterlo ‘ ringraziare ‘ a dovere.

“Addio Castiel…” – aveva detto, afferrandogli il mento fra le dita per poter guardare il suo bel viso – “Ti lascio alle cure dei nostri amici…” – e si era alzato in piedi, dandogli le spalle – “Credo che ti piacerà giocare con loro… Proprio come a te e a tuo fratello è piaciuto giocare col mio corpo…” – aveva preso un lungo respiro per cercare di calmarsi – “Spero solo una cosa, piccolo bastardo… Che si nutrano di te mentre sei ancora vivo.
Dopotutto, un ex angelo dovrebbe essere un pasto prelibatissimo per i Leviatani…”.

Continua…
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Cleo è appena tornata dal mondo dei morti...
Non sto scherzando. Ho avuto la febbre da lunedì 19 fino a ieri...
PERDONATEMI! =(
Cercherò di rimediare aggiornando tutte le fic fra oggi e domani! <3
Adesso mi aspetto una sfilza di commenti davvero poco carini su François... Bastardo...
Hai sofferto tanto, perché far soffrire anche gli altri? Povero Cass... Povero, Povero Cass...
E, a proposito di Cass, se mi fanno altri scherzi nel tf mando la mafia ai produttori!! Ma che puntata è stata??
MAH!
Non commento oltre!
Bacioni!
A presto
Cleo

   
 
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