And
so we begin.
Col
secondo capitolo, ovviamente, non sia mai. Non ho ancora fissato un numero
definitivo di capitoli: non è un buon segno. Decisamente non lo è.
Ho
detto la stessa cosa della mia fic preferita, che al momento ha 35 capitoli.
Oddio.
Allora,
il font è uguale a quello di Kodamy. Lo so. È fatto apposta.
Kodamy
amore lo sa.
Amore
ti ringrazio per il commento; deciso che adotteremo subito un gatto marcio [li
amo troppo], cercherò anche di trovare un rimedio al nome – oserei dire – un po’
troppo lungo. Lo so, lo so. Ma che ci vuoi fare? Il cinese colpisce
quando meno te lo aspetti u.ù
Mao chan tesoro, mi segui
ovunque, devo direXD Non posso che esserne contenta,
senza dubbio. Come farei senza di te, io? Ti ringrazio mille volte per le belle
parole. Appena posso ci sentiamo su msn, così magari
ti chiedo qualche appuntino… Bacio!
Sinceramente,
FrancescaAkira89G, dal fumetto
Sasuke sembra tutto fuorché tenero, da piccolo XD
Ma
magari ci stiamo riferendo a pezzi diversi^^ Grazie per il commento.
Fa
paura, vero Miyu? In
effetti l’idea era assolutamente quella di terrorizzare voi poveri
pargoli.
Un
grazie anche a Rekishi,
spero che il secondo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio!
Below The Tree
No leaves on the ground
[red and burnt grass]
Second Act
L’albero era lì e Sasuke pareva aver capito che non si
sarebbe mosso facilmente.
Per questo momento, quindi, spostò il suo sguardo su
Sakura e lì lo lasciò.
Su quel relitto di ragazza che non era donna ma nemmeno
bambina, incatenata a carcasse traballanti e a vecchi ricordi polverosi.
Ricordi che facevano male, dannatamente male.
Fa male, avere
ricordi che sai essere solo ricordi.
Stupidi pensieri
dentro una scatola.
- Oh Sasuke, non mi trovi bella? – chiese la ninja. – Sono
bella e sono brava, proprio come mi hai sempre voluto, si? –
L’Uchiha l’osservò e rimase muto, immobile.
Fece un passo in avanti, quindi.
I tuoi occhi azzurri
sono rossi di amore, sangue e pazzia.
Un altro.
E i tuoi capelli
lunghi scivolano verso il basso a raccogliere la polvere.
Un altro ancora.
La tua pelle pallida
non è mai stata così chiara e luminosa, non c’è grigiore in essa.
Il quarto verso di lei. Erano vicini.
Non glielo poteva negare, proprio non poteva.
[toglierti tutto, per sempre]
Sei bella Sakura. Sei bella come la morte.
- Hai proprio ragione, lo sai? – ammise – Non pensavo che
lo saresti diventata davvero. –
Lei s’illuminò tutta per poi spegnersi di nuovo, ad
intermittenza. – Ci voleva così tanto per dirmelo, Sasuke? –
La follia nei suoi occhi azzurri era sparita, per lasciar
spazio a qualcosa di più…
Più…
[più]
Letale.
In un attimo fu in piedi e un attimo dopo gli si avventò contro, spalancando la bocca in un urlo di
rabbia che risuonò, cieco, solo dentro la sua testa.
- Sei solo un bastardo! –
Una tazza di porcellana gli si fracassò sul sopracciglio
sinistro, tagliando il lembo di pelle appena superiore.
- Solo adesso ti sei deciso, quando hai capito che lui non
tornerà più! –
Le unghie rotte di lei grattarono la guancia del moro,
incidendola profondamente. Sangue a valanghe, un oceano di rosso si apriva
sulla sua maglietta bianca.
Sasuke rimase fermo, senza alcuna intenzione di reagire.
[lui… lui non tornerà più?]
L u i n o n
t o r n e r à p i ù .
- Cos’hai detto? –
Sakura si fermò davanti a lui, ansimando. I suoi occhi
contratti lo fissarono a lungo, nel profondo.
Infine lei, seppur riluttante, scoppiò a ridere.
- Cosa sei venuto a fare, Sasuke?
–
Il ninja non respirava neppure, troppo assorto in quello
che aveva appena sentito.
Che sciocchezza.
È ovvio che tornerà, matematico.
Lui non può lasciarmi qui a marcire
come un cadavere, senz’anima.
Fuori aveva iniziato a danzare un vento insistente; le
fronde dell’albero erano scosse fin all’attaccatura del tronco. Lo stava di
nuovo guardando, quel vegetale maledetto.
- Sakura-chan, pensavo che ti
sentissi stanca di aspettare. – le disse, guardandola di nuovo negli occhi. – E
visto che siamo in due, qui, a star da soli aspettando… -
- Ma io non sono sola. –
Lo sguardo del moro si fiondò
sistematicamente sul muso di un gatto dall’intuibile colore grigio che si stava
strusciando sulle sue gambe. Un occhio giallo, per la verità un poco ammuffito,
lo inchiodò al suo posto.
Un muco rossastro gli colava dalla bocca, a fili.
Se non fosse stato completamente scioccato da quella
visione si sarebbe persino sentito offeso: la sola idea che Sakura giudicasse
la compagnia di quei… cosi migliore
della sua lo indispettiva.
- Non sei sola, no. – ammise.
- Tu mi abbandonerai di nuovo… - chinò gli occhi – e mi
lascerai nuovamente sola… si, proprio così. –
Ma tu non sei sola.
O si?
Sakura Haruno scoppiò a piangere, e si accasciò al suolo.
Dannazione.
- E così sarò ancora costretta guardarti le spalle, e ad
aspettare, e aspettare… -
Guarderai loro le spalle, Sakura?
Lo faccio, lo faccio
da sempre.
Questo è il tuo destino, sei troppo
debole per essere qualcuno, troppo debole.
Hai visto la morte in faccia, le hai parlato, ma non le
hai nemmeno carpito il sapere della giovinezza eterna.
Persino in questi due
anni, tu eri nascosto dagli alberi e io vedevo soltanto i tuoi capelli.
E il simbolo di quel
Clan che era stato il vanto di tutta Konoha.
E che adesso è la tua
rovina.
Sasuke non provò nemmeno a consolarla.
Davvero, voleva soltanto che lei smettesse di frignare.
Così avrebbe potuto salutarla, e tornare ad aspettare.
Se l’avesse consolata, avrebbe fatto prima?
…
Gli facevano paura, quegli occhi.
[quelli dei gatti, o i suoi?]
[gli occhi di Sakura mi fanno paura]
“- Non pensi che potresti trattarla
meglio? –“
“- No. –“
“- Lei ti ama e tu lo sai. –“
“- … -“
“- Dannazione, Sasuke! –“
“- … è che non ce la faccio. -“
“- Cosa? –“
“- Perché dovrei trattare meglio
qualcuno di cui… non mi importa? –“
Nell’attesa, guardò fuori dalla
finestra.
Guardò fuori dalla finestra.
Fuori dalla finestra, verso l’albero. Annotò,
con noncuranza, che le foglie erano tutte cadute.
- Adesso basta, Sakura, me ne vado. –
Lei si attaccò al bordo dei suoi pantaloni, lacrime sparse
su tutto il viso, e cominciò ad urlare. Urlò come se tutto il mondo dovesse
capire il suo dolore.
- Non andare via!! – gli disse –
Aspetta un po’ con me, Sasuke, non farmi cadere di nuovo… -
Cadere.
[cadere]
Come le foglie, cadere, si.
Ma era solo l’inizio di ottobre.
Guardò di nuovo la quercia.
I rami spogli, dove prima erano stati verdi. Dov’erano le
foglie cadute?
Non c’era più l’erba, sul suolo.
[dove sono le foglie?]
L’albero esplose in mille schegge roventi.
L’aria vibrò, i vetri della casa di Sakura si incrinarono.
Tutto, dolorosamente, fu all’improvviso silenzio.
[dove aspetterò, ora?]
- Ciao, Sasuke. –
Una voce che pareva giungere dall’oltretomba.
- Oh, Sasuke. –
Sakura taceva, ferma.
Lui non voleva nemmeno voltarsi.
Era più bello immaginare chi si attendeva, che vederlo di
nuovo.
- Non saluti più tuo fratello maggiore? –
Ti saluto, si.
Poi, ti bacio.
Quindi, ti uccido.