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Autore: MissyHarry    26/03/2012    3 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8.

Grenade




Simonette si stava decisamente annoiando quella sera. Non che ricevere i clienti fosse uno dei modi in cui preferiva trascorrere le sue serate; solo, era molto meglio che starsene sedute sul divanetto per tutta la notte senza fare niente. Almeno si portava a casa qualcosa. Stava disegnando distratta col dito cerchi sul bordo del bicchiere ormai vuoto, quando vide un amico del proprietario entrare precipitosamente dalla porta principale. Si rizzò seduta, pronta col migliore dei suoi sorrisi stampato sulla faccia: il capo era sempre stato molto chiaro, con i suoi soci loro ragazze dovevano avere un occhio di riguardo. Si attorcigliò languida una ciocca di capelli al dito, tentando di incrociare lo sguardo col suo, e ci rimase quasi male quando quello corse a tutta velocità verso la porta sul retro senza nemmeno degnarla di un'occhiata. 

Alzò un sopracciglio stizzita, e si rimirò attentamente al grande specchio appeso alla parete. Strano, non aveva niente che non andasse. 'Solo un po' più carina del solito' si disse, ammiccando alla sua immagine riflessa. Si stava lentamente perdendo nei suoi pensieri, quando uno sparo la riportò bruscamente alla realtà. Si voltò verso la porta, e vide entrare una bella ragazza con le gambe lunghe e lo sguardo incazzato. Si strinse nelle spalle. "Un cliente è sempre un cliente" pensò, alzandosi in piedi e impegnandosi in un sorriso migliore. Magari era pure più cordiale di quel cafone americano che l'aveva totalmente ignorata prima.

"Ehi, tes…" la sua frase d'approccio venne prontamente frenata da una cutlass puntata dritta sulla sua fronte. Revy, senza nemmeno guardarla, diede una rapida occhiata alla gente presente nel locale, preoccupandosi non poco quando non riuscì a trovare né Rock né Mark. "Dove cazzo è quel biondo che è appena entrato?" urlò.

Simonette alzò le braccia in alto in segno di resa, facendo tintinnare i braccialetti di pessimo gusto che le riempivano gli avambracci. Si sentì incredibilmente stupida nel suo completino in latex rosa confetto, e si pentì di non aver indossato un bel paio di scarpe da ginnastica per correre lontano da quel casino.

 

Qualcuno tremò leggermente, le ragazze urlarono stringendosi ai clienti ed alcuni si rifugiarono sotto il tavolo; la rossa alzò l'altra pistola verso i tavoli, puntandola a turno verso chi si muoveva. Sentì la porta dietro di lei aprirsi, e qualcuno gridare "Lui? Il biondo?" indicando alle sue spalle. Le bastò una frazione di secondo per voltarsi e puntare entrambe le cutlass contro il nuovo arrivato. La sua bocca si piegò in una smorfia, quando riconobbe l'amico. "Testa di cazzo!" Gli urlò contro. Era sul punto di scoppiare, e la poca (pochissima) pazienza che aveva si era totalmente esaurita. "Dove diavolo…" 

Mark la bloccò, irrigidendosi e indicandole con un cenno del capo qualcosa alle sue spalle. Revy si voltò di nuovo, ma l'inglese la prese per le spalle e la tirò a sé velocemente, appena prima che un proiettile riuscisse a conficcarsi nel suo braccio. La ragazza sgranò gli occhi, alzandoli verso di lui in una rapidissima occhiata di gratitudine, e voltò la testa verso il suo nuovo assalitore.

 

Simonette, che non era ancora riuscita a capacitarsi del fatto che la pistola dalla sua fronte fosse miracolosamente svanita, si sentì quasi mancare quando vide il suo capo e i suoi soci uscire dal retro del locale armati fino ai denti.

Lo prese come un licenziamento, girò i tacchi e cominciò a correre; non era mai stata così felice in vita sua di restare disoccupata dopo nemmeno due settimane di lavoro.

 

 

 

Rock riagganciò la cornetta del telefono pubblico, sospirando sconsolato: Dutch gli aveva appena riversato addosso tutta la tensione accumulata dal ritorno dal Vietnam fino a quel momento, e l'unica piccola soddisfazione che riusciva a provare era quella derivante dall'aver gettato con un filo di perfidia la giacca di Mark nella spazzatura. Guardò trionfante la prova della sua piccola vendetta, sentendosi gratificato e molto, molto trasgressivo, prima di tornare a preoccuparsi del loro piccolo problema. Tentò di fare mente locale quando sentì uno sparo provenire dall'interno del locale, e si bloccò, sperando con tutto il cuore che provenisse dalla berretta di Revy… O dalla pistola di quel cretino. Corrugò la fronte, sentendosi completamente inutile; almeno quell'inglese era entrato ad aiutare le due ragazze… Il suo sguardo si perse momentaneamente nel vuoto, e sbattè più volte le palpebre, mordicchiandosi un labbro. C'era qualcosa che non gli tornava, in quella faccenda c'erano troppi punti sconclusionati. Si riscosse leggermente quando il suo sguardo sfiorò la figura di una ragazza stesa a terra vicina alla moto con la quale erano arrivate le due, ed ebbe un tuffo al cuore. Temendo il peggio, corse verso di lei, incurante del possibile rischio di finire in mezzo a una sparatoria; si vergognò quando però si sentì sollevato nel constatare che non era la rossa quella che giaceva sull'asfalto. Si inginocchiò a fianco di Eda, sollevandole il mento una volta accertatosi che non ci fossero ferite, e le tastò le vene: il battito cardiaco c'era ancora. Tentò di risollevarla per metterla seduta, lanciando occhiate impazienti verso la strada e preoccupate verso la porta del night club, indeciso sul da farsi.

 

 

 

Benny afferrò di fretta le chiavi sul tavolo della cucina, la camicia ancora mezza sbottonata e la lattina di coca-cola stretta nell'altra mano, nel disperato tentativo di risvegliarsi con quella poca caffeina. Inciampò nelle infradito, mantenne miracolosamente l'equilibrio e corse giù per la tromba delle scale, tentando invano di ricordarsi dove diavolo aveva parcheggiato l'auto la sera prima. Dutch, ancora in camera, si stava infilando la pistola nella fondina, quando un pensiero gli passò fugace per la testa. Si chinò per aprire un cassetto del suo armadio, frugò qualche secondo nel disordine di cianfrusaglie ed afferrò un pacchetto verde e raggiunse in fretta l'amico in macchina, che lo stava aspettando col motore acceso. "Dovevi prendere qualcosa…?" Il capo annuì, pensoso. "Già. Spero di sbagliarmi, ma ho uno strano presentimento". Si rigirò l'involucro fra le mani, sotto lo sguardo curioso dell'altro. "Se dio vuole… Anzi, se Revy vuole, non saremo costretti ad usarlo".

 

 

 

La fuga di Simonette, che in una serata qualsiasi le sarebbe costata il posto di lavoro e una bella punizione, passò del tutto inosservata agli occhi degli astanti e dello stesso proprietario del locale: ora l'attenzione di tutti era divisa fra il gruppo di uomini terribilmente incazzati e la donna seguita dal biondo accompagnatore. Quest'ultimo sembrava essere il più tranquillo; la rossa davanti a lui, al contrario, era sull'orlo di una crisi di nervi. 

Revy, le cutlass puntate agli assalitori, stava respirando freneticamente a denti stretti. Una vena le pulsava sulla tempia, ed era palpabile quanto sforzo stesse facendo per trattenersi dall'ammazzare Mark. Il biondo, d'altro canto, teneva la pistola dritta davanti a sé, quasi sollevato. "Grazie a dio sei viva…" sussurrò a fior di labbra, senza staccare gli occhi di dosso dai mafiosi. La ragazza strinse ancora più forte i pugni, digrignando i denti e facendo del suo meglio per rimanere concentrata. Erano in una situazione di stallo… No, erano in netto svantaggio. Stava attentamente studiando la situazione, quando quello che le sembrava il capo si fece avanti sorridendo. "Finalmente!" aprì le braccia "vi stavamo aspettando".

 

L'inglese sgranò gli occhi, stupito -come del resto tutta la scorta del capo- dall'improvviso ribaltamento dei ruoli: ora era Revy che teneva la situazione sotto controllo, entrambe le pistole puntate contro l'uomo che avanzava lentamente. Le poggiò una mano sulla spalla, tentando di farla indietreggiare, ma innescò suo malgrado una reazione a catena che si esaurì in pochi secondi.

Fu un attimo: la rossa, tesa come una corda di violino, alla leggera pressione sulla sua spalla scaricò la tensione svuotando mezzo caricatore addosso al francese che avanzava. Con un gesto fulmineo freddò due dei suoi uomini che stavano per rispondere al fuoco, colti di sorpresa; stava per venire presa di mira dal resto dei mafiosi, ma Mark fu più veloce. Le passò una mano attorno alla vita, alzò la pistola e si fiondò fuori dal locale. Una volta varcata la soglia, tappò la bocca alla ragazza, trascinandosela dietro e cominciando a correre.



 

La biondina in latex rosa stava piagnucolando istericamente, frugando nervosamente nella pochette alla ricerca delle chiavi della sua auto. "Maledizione…" imprecò, quando le si staccò una delle unghie finte. La gettò via con un gesto di stizza verso il muro del locale; che andassero a fare in culo il capo, la sua spocchiosa figlia e la sua maledetta idea di fare la ballerina da night club! Perché diavolo non aveva finito l'università? Perché diavolo…

Il rumore di una scarica di pallottole la risvegliò dai suoi dubbi esistenziali. Lanciò un gridolino spaventato, e la borsa le cadde dalle mani, finendo sotto l'automobile. Si gettò a quattro zampe senza più alcun ritegno, tentando di riprendersela.


 

 

La guida solitamente impeccabile di Benny fu leggermente distratta dalla visione di una ragazza - o almeno così sembrava - in abiti succinti, carponi per terra con la testa infilata sotto una piccola utilitaria blu. Dutch rifocalizzò la sua attenzione sulla strada con una gomitata ben assestata. "Uh, tempismo impeccabile" bofonchiò, vedendo uscire proprio in quel momento la coppia dal locale. Fece cenno a Benny di fermarsi, aprì la portiera e si sbracciò nella loro direzione. Mark lo notò per primo, stendendo le labbra in un sorriso colmo di speranza e spingendo l'amica a forza verso l'auto. Revy dal canto suo, tentava in tutti i modi di divincolarsi e di tornare dentro il locale. Sembrò cambiare idea solo quando vide la porta riaprirsi, e si lasciò docilmente condurre in auto rendendosi conto di quanto diavolo erano armati quei pazzi. Alzò lo sguardo rabbuiato verso Dutch, stupendosi leggermente quando lo vide sogghignare. 

Il nero aprì il pacchetto che teneva in mano. La luce del lampione si rifletté sinistramente sui suoi occhiali, e non appena la ragazza riuscì a vedere cosa stava effettivamente maneggiando si voltò verso il biondo, urlandogli in faccia un "TAPPATI LE…" 

Benny deglutì, ripartendo a tutto gas.

Revy si premette le mani sulle orecchie, seguita a ruota da un confuso Mark.

Dutch sospirò abbassando il finestrino, e lanciò qualcosa in mezzo ai confusi assalitori.



 

Un boato riecheggiò fra le precedentemente tranquille strade di Roanapur. Bao si svegliò di soprassalto; il tempo di realizzare che quel giorno aveva chiuso il locale in anticipo, e tornò beatamente a dormire. 


~

Angolo autrice

Se mi ci metto alla fine aggiorno, eh...? Beh, niente di che, altro capitolo in cui si rimanda al capitolo dopo... Veramente, questo e il successivo volevo unirli, ma alla fine sarebbero usciti troppo lunghi e pesantini, quindi ho deciso di spezzarli... Il prossimo arriverà veramente a breve, promesso, e sarà meno pieno d'azione e probabilmente con più... Vedremo.

Ringrazio nuovamente le mie carissime nana21guns e Queen of Dragons...
Troppo gentili, decisamente! E troppo fedeli~ Verrete ripagate, spero che il prossimo capitolo esca veramente come voglio io...! Buona lettura!

  
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