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Autore: _M e l_    27/03/2012    4 recensioni
Eppure, in un modo strano, in un modo suggestivo, le persone che vengono a commemorarvi sentono sulla loro pelle, dolorose quanto vere, le tue parole:
Mi han buttato qui, ma sono ancora vivo.
Genere: Angst, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
- Questa storia fa parte della serie 'La storia è una rassegna di rivoluzioni.'
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Shoah
[354 parole]

 




Intorno a te c'è odore di marcio, di corpi in putrefazione.
Difronte a te riesci a vedere il viso del piccolo Joshua e vorresti davvero non vederlo, ma non hai la forza per voltarti.
Con le dita riesci a cingere la gamba di una giovane donna e vorresti davvero non toccarla, ma non hai la forza per scostarle.
Sotto la schiena riesci a sentire il naso adunco di un vecchio uomo e vorresti davvero non percepirlo, ma non hai la forza per alzarti.
Se avessi sollevato lo sguardo avresti visto l'ennesimo cadavere gettato incurantmente in quella fossa comune, ma non ti serve guardare, perché senti il suo leggero peso su di te, le sue labbra sulla tua mascella, i suoi occhi aperti vicino al tuo orecchio, la sua guancia ancora umida contro la tua, il sangue che cola dalla sua tempia sinistra sul tuo cranio rasato.
Tutto diventa improvvisamente troppo e vorresti davvero piangere, ma non hai lacrime da versare.
Tutto diventa improvvisamente così ingiusto e vorresti davvero urlare, ma non hai voce da sprecare.
Così, tieni per te il pianto e la collera, le lacrime e le tue parole:
Mi han buttato qui, ma sono ancora vivo.

Intorno a te non c'è più solo odore di marcio e putrefazione, ma anche di fumo e carne bruciata.
Vorresti non vedere il viso mezzo incendiato del sorridente Joshua, vorresti non toccare l'osso dell'esile donna, vorresti non sentire il corpo dell'anziano uomo.
Vorresti che la tua carcassa non si sciogliesse con quella del cadavere sopra di te.
E, di nuovo, collera e pianto repressi; lacrime e parole soffocate.
Mi han buttato qui, ma sono ancora vivo.

Intorno a te non ci sono più il piccolo Joshua, la giovane donna, il vecchio uomo, l'orrido cadavere. Intorno a te non c'è più niente se non nomi. Tanti nomi.
Il tuo corpo non è stato mai trovato, ma il tuo ricordo è stato inciso in quel marmo bianco.
E vorresti ancora piangere, ma non hai occhi. E vorresti ancora urlare, ma non hai bocca.
Eppure, in un modo strano, in un modo suggestivo, le persone che vengono a commemorarvi sentono sulla loro pelle, dolorose quanto vere, le tue parole:
Mi han buttato qui, ma sono ancora vivo.





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Perché si deve sempre ricordare, mai dimenticare.

Credo che la storia parli da sè, in caso contrario, per qualsiasi cosa, non esitate a domandare :)

Ringrazio chi metterà la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi recensirà e chi leggerà solamente :)
Vostra,
      _M e l_

   
 
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