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Autore: MaggieMurdock    28/03/2012    3 recensioni
Semplicemente, amicizia e amore. E tre uomini importanti nella vita di Jared.
(guest star: Jake Gyllenhaal)
AVVISO: IN PAUSA MOMENTANEA. (per spiegazioni e scuse, leggete l'ultimo capitolo. Grazie a tutte.)
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi :)

Credo di non aver mai riflettuto tanto su un capitolo, come su questo.

Sentivo che era tempo di chiarezza e volevo che fosse perfetta.

Capirete a cosa alludo leggendo.

Per una volta, voglio lasciarvi anche una citazione di un libro che amo, Stanza 411 di Simona Vinci. Se non lo avete mai letto, mi permetto di consigliarvelo, perchè è davvero bellissimo.

Sono poche pagine, ma dicono più di quanto potreste pensare.

Per il resto, spero che il chap vi piaccia e come sempre vi ringrazio..per i consigli, per avere la pazienza di sopportarmi e supportarmi, per l'entusiasmo che mi trasmettete e davvero per tutto.

Siete adorabili in maniere che neanche potete immaginare.

Buona lettura <3

 

Se non avessi avuto questo amore, non avrei mai conosciuto l'amore, mi dico. Ma se non avessi avuto questo amore, non avrei nessun rimpianto, non ci sarebbe nessun ricordo capace di ferirmi così in profondità. Se non avessi conosciuto questo amore, e dunque te, sarei più libera, oppure lo sarei meno? Forse semplicemente continuerei a non sapere niente dell'amore. E invece, qualcosa lo so. So che passa. So che finisce. Che si delude. Illude. Corrode. Che evapora. Che è una pozzanghera d'acqua limpida, e poi sporca. Che è un liquido fatto di umori corporei. Che è cattiveria. Dolcezza. Che credi sia finito e poi torna. Che è indistruttibile. Anche se si sfibra ogni secondo che passa. So che è imprendibile. E che non si può dire.

(Simona Vinci . Stanza 411)

 

 

 

 

Gliel'avevo data vinta, in un secondo.

Mascheravo le mie incertezze lasciandomi inebriare dal sesso, usando ironia, cercando di non approfondire la crepa che si era creata.

Ma certo smettere di pensarci non l'aveva fatta sparire.

Era lì, sepolta nell'angolo più recondito della mia mente, come una scheggia conficcata tra lembi di pelle. Minuscola, che quasi non si fa accorgere, ma terribilmente fastidiosa.

Tornava a punzecchiarmi quando ero da solo, quando non avevo niente con cui distrarmi.

Ero stanco di litigare con lui, così incredibilmente esausto che l'ultima volta non l'avevo nemmeno fatto.

Avevo accettato le sue scuse brevemente, ottenendo poi quel contentino che certo mi dava un po' di pace, ma che non risolveva il problema di fondo in nessun modo.

Aver ripreso a vederlo mi sballottava senza coscienza da un giorno all'altro.

Un orgasmo può annebbiare a dovere e lenire in parte quell'amaro che si prova in bocca.

Ma è un rimedio superficiale, effimero, che ha a che fare solo con il corpo.

E mi sembrava che lui si fosse adagiato in questa routine, non chiedendomi altro.

Io non avevo cercato di sottrarmi in nessun modo e neanche avevo avuto il fegato di spiegargli che quella situazione non mi faceva stare bene.

Che forse c'era qualcosa da chiarire a livello più profondo.

La mia parte di colpe ce le avevo anch'io.

Steso sul letto in camera mia, con lo sguardo fisso sul soffitto, senza trovare la forza di chiamarlo, ci stavo da un tempo imprecisato.

Non sapevo calcolarlo.

Sapevo che secondi, minuti e ore erano passati solo a causa della diversa intensità della luce che entrava dentro la stanza dalle finestre.

Mi ero svegliato male quella mattina, aggiungendo lo scazzo di non riuscire a scrivere una canzone che avevo in testa ma che non voleva saperne di uscire, rimanendo aggrovigliata con tutto il resto.

Ero un fascio di nervi e avevo risposto male anche a Shannon, che non mi aveva fatto assolutamente niente.

Non era solo a causa della momentanea incapacità di comporre, ne ero ben conscio.

Mi era già successo e l'avevo sempre superata.

Stavo incasinando tutto di nuovo, riempiendomi fino all'orlo di dubbi che poi cercavo di ricacciare indietro perchè ne ero impaurito.

Anzi, ero terrorizzato.

Avevo detto di essere felice.

Non era vero.

Avevo semplicemente cercato di convincermi.

Dicendolo a me stesso, ripetendolo a Jake.

L'euforia mi aveva sedato, ma la cura era ben lontana dall'arrivare.

 

E adesso?

Adesso sono ancora sul letto, a rigirarmi il blackberry tra le mani, ed è quasi sera.

Sono rimasto qui tutto il giorno, senza rivolgere la parola a nessuno se non per abbaiare di lasciarmi in pace.

Mi sento tremendamente solo.

Vorrei chiamare Jake, ma so che è andato un paio di giorni a New York da sua sorella.

Decido che non voglio disturbarlo, l'ho già fatto abbastanza ultimamente con le mie infinite paturnie, dovrà pur avere un po' di tregua.

Shannon bussa alla porta e nemmeno me ne accorgo, dall'abisso in cui mi sono precipitato da solo non sentirei nemmeno la terza guerra mondiale.

La mia forza d'animo è andata a marcire non so dove.

Ehi -

Mi volto meccanicamente a guardarlo – Ehi – dico con tono piatto.

Si siede sul bordo del mio letto – Oh, almeno non hai più intenzioni bellicose.. è già un passo avanti! - esclama ironico, per poi assumere un tono più concitato - Che diavolo ti succede, si può sapere? -

Niente -

Non mi sembra che sia niente, è tutto il giorno che stai steso qui..-

E' solo una crisi da musicista, in questi giorni non riesco a scrivere -

Jared? - dice vagamente spazientito – Credi che io sia stupido? -

No, affatto – replico, già pentito di aver cercato di rifilargli una palla del genere.

Allora dimmi cos'hai veramente, so per certo che c'è dell'altro.. -

Lascia stare Shan, non lo vuoi sentire -

Perchè c'entra Colin, vero? -

Sì – rispondo svogliatamente.

Ecco. Allora, cos'è successo? -

Ti interessa sul serio? - dico con una certa irritazione nel tono di voce, ma più che altro imbarazzato dal dover parlare di Cole con mio fratello.

Sputare fuori anche questa creerà solo ulteriore casino, immagino.

Certo che mi importa, idiota. Specialmente se è qualcosa che ti riduce allo stato in cui sei ora. Un'ameba ha più vita di te Jared. E poi, solo perchè si tratta di Colin, non vuol dire che non puoi parlarmene. -

Oh ma davvero?! Shan, appena salta fuori l'argomento, scatti come una bestia.. - osservo ironico.

Ok, quel tizio non mi va a genio, non è una novità per nessuno. Ma tu sei mio fratello e dato che ne sei innamorato è inevitabile che faccia parte della tua vita senza che io possa farci niente. Abbiamo sempre parlato di tutto, possiamo parlare anche di questo. -

Gran bel discorso, ma non cambia il fatto che so bene cosa mi risponderesti: dimenticalo. E io non posso proprio farlo sai? Per quanto complessa sia la situazione fra noi, sento che perderei anche una parte di me stesso se lo lasciassi andare – osservo contrito.

Dai, mi sottovaluti! Credi che io non mi sia mai sentito così? E' inevitabile per tutti, Jar.. a volte devi abbandonare i giochi, altre volte no. Se mi spiegassi magari, potrei aiutarti. Provaci almeno, sempre meglio che rimanere qui come uno zombie -

Prendo un lungo respiro e decido di farlo. Shannon sembra veramente preoccupato per me e disposto a passare sopra al fatto di odiare Colin.

Beh.. d'accordo.. Abbiamo ricominciato a vederci da un po' di giorni e..non so, Shan..oggi mi sembra tutto sbagliato. Non vorrei dirtelo così, ma non facciamo altro che beh..saltarci addosso. La colpa è anche mia perchè ho fatto finta che mi andasse bene. Dare ascolto alla voce che ti dice: “non chiederti perchè, fallo” mi è bastato fino ad ora..E certo, non mi dispiace il sesso, ma vorrei che potessimo anche ritrovare un dialogo costruttivo e far si che ritorni una relazione vera.. -

Cristo, un po' hai ragione, questo non volevo sentirlo – scherza, alzando gli occhi al cielo solo un momento, poi si ricompone incitandomi a proseguire.

Non lo so che mi succede.. dici che sto impazzendo? -

No Jar, non lo penso affatto – risponde con tono fermo – ma gliene hai parlato? -

Abbasso lo sguardo, colpevole – No.. non so come farlo.. mi sembra di essere intrappolato in questo vortice di sesso e basta. Gli dico che lo amo e ci credo veramente, ma non è amore se non si condivide anche il resto, non ti pare? -

Hai ragione. Però come tuo solito ti ci sei buttato da solo in questa depressione. - osserva, centrando il bersaglio - se non gliene parli come pensi che possiate risolvere? -

Lo so, lo so.. devo farlo. Ma sai cosa mi strazia poi? Che lui non sembra minimamente preoccupato. -

Forse perchè sa di essere in torto per il fatto di averti ignorato, quindi ora cerca di assecondare quello che tu sembri volere. E se non glielo spieghi, Colin non lo può indovinare! E' un attore, mica un sensitivo -

Già.. - sospiro lungamente - madonna sono proprio un casino -

Se la paranoia fosse una disciplina olimpica vinceresti la medaglia d'oro! - mi allunga un buffetto sulla guancia, sorridendo dolcemente.

Sai cosa devi fare, Jar – aggiunge poi – non sei un bambino. Parla con lui, altrimenti sì che andrete alla deriva. Vedrai che capirà e se non dovesse farlo.. posso sempre prenderlo a calci nel culo! -

Finalmente rido. -Grazie Shan -

Di niente. Dopotutto l'unica cosa che mi interessa è che tu sia felice. E se stare con lui è la tua felicità, suppongo di dovermelo far andar bene. -

Gli sorrido con gratitudine.

Sono stato proprio un cretino.

Ma che ne hai fatto di mio fratello?! -

L'ho rapito. Comunque non ti preoccupare, sta bene. - ironizza - Va meglio? - dice poi, dandomi un leggero pugno sulla spalla

Sì, decisamente -

Vieni dai, ti preparo qualcosa, praticamente non hai mangiato niente oggi -

Mi alzo dal letto e lui mi mette un braccio intorno, scompigliandomi i capelli.

Rido, fingendo un lieve disappunto che in realtà non c'è affatto.

Ho la testa attaccata al collo, ma a volte senza Shannon farei fatica a saperlo.

Lascio scivolare il blackberry nella tasca della mia felpa e mi lascio portare da lui in cucina.

Ho bisogno di una pausa dai miei pensieri, di riorganizzarli e di ritrovare quel filo sottile che mi lega inesorabilmente a Colin.

 

#

 

Allora, di che mi volevi parlare? -

Siamo seduti al tavolo della mia cucina, con una tazza di tè alla menta davanti, da circa un quarto d'ora.

Jared in questo spazio di tempo non ha fatto altro che balbettare poche parole in fila, sembra nervoso, diverso.

E di riflesso, sono nervoso anch'io. Nella mia vita, la frase “dobbiamo parlare”, non ha mai significato niente di buono.

Me lo diceva mia madre fin da piccolo quando combinavo qualche disastro, con un tono così preoccupato e nello stesso tempo autoritario che mi faceva tremare.

E' strano come certe sensazioni non se ne vadano mai nel corso degli anni, rimangono incollate addosso inesorabilmente, come monito di tutti gli errori fatti e di tutte le discussioni dolorose affrontate.

A te basta questo? - sputa fuori tutto d'un fiato.

Cosa? - chiedo perplesso, senza capire dove voglia andare a parare.

Vederci per fare sesso e basta -

Uh.. che stai dicendo Jar, io non pensavo fosse sesso e basta! -

Non ti sei reso conto che non facciamo altro? - ribatte greve.

Non penserai che dia solo ascolto al mio uccello quando ti chiamo - dico, anche vagamente irritato.

Non lo so più Cole..ammetto comunque che la colpa sia anche mia, non faccio altro che spingere su quel tasto.. - abbassa gli occhi sulla tazza, poi la porta alla bocca prendendo un sorso.

Ammetto che effettivamente abbiamo fatto poco altro ultimamente, ma non voglio che pensi che sia solo per soddisfare i miei bassi istinti che ti ho cercato di nuovo. E poi..non lo so, credevo che ti andasse bene per adesso e ho cercato di assecondarti.. -

E' quello che ha detto anche Shannon – si lascia sfuggire, per poi alzare gli occhi verso di me con una sottile vena di agitazione.

Hai parlato con tuo fratello di noi?! - esclamo a dir poco sorpreso.

Sì Cole – ammette a bassa voce – non è stata una buona giornata ieri..si è preoccupato per me e ho dovuto vuotare il sacco -

Cazzo, dovevi stare proprio a pezzi per parlare di una cosa del genere con Shannon! - sono basito, non credevo che fosse neanche lontanamente immaginabile.

Invece.. beh era tranquillo comunque, non ha fatto scenate..anzi -

Oh dio, il mondo sta cominciando a sorprendermi di nuovo -

Questa ti stenderà allora: ha detto che se stare con te è la mia felicità se lo farà andare bene – dice sommessamente, con un debole sorriso.

Strabuzzo gli occhi incredulo – Veramente? -

Sì, era maledettamente serio – fa una pausa e poi torna serio anche lui – Cole io ho bisogno di condividere tutto con te, molto più che qualche scopata. Ti amo, diamine, voglio che quello che c'è tra noi funzioni questa volta. Lo voglio più di qualsiasi altra cosa -

Sento un tremito lungo la schiena, il suo tono quasi supplicante mi tocca nel profondo.

E' questo che lo preoccupa. Tutto ad un tratto mi sento un perfetto imbecille.

Per un attimo mi si seccano le parole in gola, ed è come se non lo vedessi veramente da un secolo. Non in questo modo, almeno.

L'ultima volta me la sono cavata con poco, senza troppi drammi, senza paranoie. Effettivamente, dovevo sapere che un momento del genere sarebbe arrivato.

Prendo coraggio, scelgo le parole con cura, nonostante il turbinare di emozioni che mi stanno logorando. Devo cercare di fargli capire quello che davvero voglio che sappia.

 

Anche io Jar, sul serio. Scusami, ho dato per scontate troppe cose da quando ci siamo riavvicinati -

Come dicevo, in parte la colpa è anche mia, non devi addossarti tutta la responsabilità – il suo sguardo mi spezza il cuore.

No, avrei dovuto pensarci. Dio, mi sembra di averti trattato come una puttanella –

E questa consapevolezza, che mi sbatte in testa non appena faccio uscire la frase, mi fa vergognare come un ladro. Se potessi, mi picchierei da solo.

Non essere così duro con te stesso – mi ammonisce dolcemente, posando una mano sulla mia, abbandonata inerme sul tavolo.

La stringo forte, allacciando le mie dita con le sue – Cambierò. Cambieremo. Te lo prometto -

Lo dico fermamente, credendoci.

Sarà meglio per te..Shannon dice che ti prenderà a calci nel culo se non lo farai! - sorride, l'azzurro dei suoi occhi è diventato lucido.

Ah ecco, ora sì che lo riconosco! - e rido anche io.

Scherzi a parte, Cole.. anche tu lo vuoi? - mi chiede, con una vena speranzosa nel tono di voce.

Fisso i miei occhi nei suoi, sentendomi completo, appagato. - Certo. Anche io ti amo Jared. Ho pensato di poter fare a meno di te per due mesi e mi sono ridotto uno straccio. La mia vita è un casino, ma se tu sei con me sento di potercela fare. -

Jared si porta una mano sul viso, per asciugarsi la lacrima solitaria che gli riga una guancia. - Scusami se ne ho dubitato.. - sussurra con filo di voce.

Non preoccuparti. Tutti abbiamo bisogno di certezze per restare in piedi –

Mi avvicino a lui, facendolo alzare dalla sedia, per poi stringermelo addosso.

Mi avvolge la schiena con le braccia e sento farsi largo una rinnovata fiducia.

E' come se lo stessi riscoprendo adesso, il mondo che Jared ha dentro di sé.

Non è solo insaziabile, sfacciato e ironico.

E' molto di più.

E' quel pianeta intorno al quale una forza misteriosa mi costringe ad orbitare, dal primo momento in cui l'ho visto.

Ed è una sensazione profonda, incrollabile, liberatoria.

Quando mi prendo le sue labbra, lo faccio piano, con calma, come se ogni secondo fosse importante.

Ci scambiamo un bacio che sottende un milione di significati, ed è meraviglioso sapere quanto sia maturo e ragionato, ma non per questo meno spontaneo.

Separiamo le nostre labbra dopo un tempo che mi sembra infinito, appoggia la testa sulla mia spalla e sussurra – Sai di menta -

Anche tu..sei buono - dico sorridendo sul suo collo.

Cosa ti piace di me? -

Me lo stai chiedendo davvero? -

Sì, voglio saperlo – sposta lo sguardo sul mio, in attesa.

Tu sei.. incredibile. Sei un uragano, travolgi le persone con il tuo entusiasmo, sei pieno di voglia di vivere, di talento, sei intelligente, arguto e ironico.

Vedi il mondo in una maniera unica, cogli sfaccettature che molti non vedono e non hai riserve.

Sei bellissimo. Incredibilmente sensuale e dolce. - confesso tutto d'un fiato, sentendomi scorrere le parole sulla lingua in un fiume in piena – Potrei continuare per ore..ne vuoi ancora? -

No..no,credo possa bastare. Sei meraviglioso, davvero. Non credo di poter desiderare di meglio -

Ti meriti anche di più, se è per questo –

Riprende la mia bocca, senza dire altro.

Me lo porto sul divano, lo lascio appoggiare al mio petto, che sembra essere sul punto di scoppiarmi.

Accarezzo i suoi capelli, facendo scorrere le dita lentamente, rilassato mollemente sui cuscini.

Sento il suo respiro farsi calmo, lo ascolto in ogni minimo accenno, in silenzio.

Davanti a noi c'è la mia libreria, soffocata da un numero imprecisato di volumi che non ho quasi mai il tempo di leggere, adesso.

In un angolo c'è un album di foto, con la copertina blu.

Me l'ha regalato lui, un natale di tanti anni fa. Diceva che gli attimi che hanno veramente importanza vanno custoditi, fissati in un'immagine che te li ricordi, vividi e incancellabili.

Perchè se no poi succede che la tua mente li distorce, li annebbia, li rimuove in qualche caso.

Mi alzo e lo prendo, rimettendomi poi sul divano accanto a lui, che si rannicchia vicino a me, riappoggiando la testa sulla mia spalla.

Lo sfoglio, cercando qualcosa che so per certo di trovare lì dentro, e mi fermo su una pagina.

C'è una nostra foto. Risale alle fine delle riprese di Alexander.

Lunghe onde castane incorniciano il suo viso, aperto e sorridente mentre mi stringe un braccio intorno ai fianchi.

Non guarda l'obiettivo, ha gli occhi su di me.

Osservo me stesso. Sembro felice. So di esserlo stato.

Era appena entrato nella mia vita, aprendo una porta che non sapevo nemmeno di contenere. Senza chiedere permesso, cosa che è proprio da lui.

Siamo così diversi, a pensarci ora. O forse no.

Quello era l'inizio.

Un inizio che non sapevo minimamente dove mi avrebbe portato.

Pensavo sarebbe durato il tempo di un lampo, che ti lascia attonito e intorpidito solo un secondo, per poi svanire così come è venuto.

Se non avessi avuto lui, probabilmente ora non saprei niente di vero sull'amore.

Avrei avuto problemi diversi, una vita diversa addirittura.

Ma quando il destino ci si mette di mezzo, opporsi è impossibile.

Perchè torna a cercarti, quando meno te lo aspetti, rimane in un angolo nel buio finchè non te ne dimentichi e poi ti investe sadico.

Qualche volta solo per ricordarti chi sei veramente.

Eravamo così stupidi – dice affettuoso – chissà che pensavamo -

E' vero, io stupido lo ero di sicuro. Ma sai una cosa? E' stata la sciocchezza migliore che abbia mai fatto -

Sento le sue labbra aprirsi in un sorriso, sulla mia pelle.

Cazzo sì. Anche per me -

Credi che questi due pensassero solo al sesso? -

Forse all'epoca sì.. però se li osservi bene, ti accorgi che c'è altro -

E' vero. Nel mio sguardo leggo speranza.

Una speranza tacita che quel qualcosa, qualsiasi cosa fosse, potesse durare.

Siamo arrivati fino qui, in qualche modo – sussurra pensieroso – hai idea di cosa venga dopo? -

No, ma non voglio perdere l'opportunità di scoprirlo. -

Nemmeno io -

Me lo stringo addosso, aspirando forte il suo profumo.

Non mi abituerò mai, non voglio che succeda.

 

 

NdA:

Credo ci sia qualcosa di diverso in questo chap. Non solo per gli avvenimenti, ma anche per come ho cercato di scriverlo. Aspetto i vostri pensieri in merito, come sempre. :)

Alla prossima :***

  
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