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Autore: xchriss    30/03/2012    3 recensioni
“Siete cordialmente invitati al matrimonio di Demetria Devonne Lovato e Joshua Ryan Hutcherson.”
E la bellissima Demi Lovato, ormai ventiquattrenne si trova davanti a uno dei passi più importanti che una donna potrebbe mai fare, pensa sia ciò che desideri di più, ma forse c'è qualcuno che non è d'accordo con lei.
E così troviamo a distanza di qualche mese dal matrimonio un ventisettenne Joe Jonas che cerca di far cambiare idea alla ragazza, sua vecchia fiamma ed ex-migliore amica.
E così si sviluppa una storia piena di amore, ma anche di strane coincidenze, confusi ricordi e inutili litigi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Demi Lovato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed è così che il mio famoso ex fidanzato ed ex migliore amico, Joe Jonas, giaceva sul mio divano, assopito e ubriaco. Neanche avevo il coraggio di chiederli perché si trovava lì in quelle condizioni, non avrei mai voluto vederlo in quello stato, figuriamoci sentire le cazzate che probabilmente avrebbe sparato.
Sospirai avvicinandomi a lui, dopo aver preso un morbido plaid, e mi avvicinai alla sagoma che sembrava respirare a fatica, lì stesa sul divano. Mi morsi il labbro, guardandolo, e adagiai la coperta su di lui con calma, cercando di non farlo svegliare. Lo sentii mugugnare, e restai a guardarlo per qualche secondo cercando di star calma; mi voltai e mi allontanai, ma venni bloccata da una presa salda sul mio polso. «Demi» mugugnò il mio nome. Il ché mi fece ripetere “sii forte” e quando fui sul punto di andarmene, facendo la cosa giusta, mi sedetti sul tavolino vicino al divano, proprio accanto a lui. Mi lasciò il polso, e mi guardò con quegli occhi che si capiva avevano voglia di chiudersi. «Dem, scusami» sussurrò.
«Per cosa?» chiesi debolmente, cercando di evitare il suo sguardo.
«Per tutto.»
Quelle parole mi colpirono come una freccia arrivata dritta al cuore, ma allo stesso tempo mi fecero crescere dentro una rabbia irrazionale. «Joe, sei ubriaco…» dissi, alzandomi dal tavolino e facendo per andarmene.
Nuovamente, mi afferrò per il polso. Mi tirò, facendomi girare, e disse con un tono debole: «Questo non vuol dire che io non sia pentito.» Un respiro mi si bloccò in gola, e non avevo idea di cosa dire o fare. Non sapevo come comportarmi. E in quella confusione, delle lacrime amare iniziarono a scorrere leggere sulle mie guance, ma senza fermarsi. Non riuscivo a fermarle, le sentivo solo cadere, ed ero incapace di bloccarle.
Una volta ancora, mi sentivo impotente.
«Mi dispiace…»Nel buio, sentii un corpo caldo stringermi, e un odore pungente e fastidioso pervase le mie narici. Odiavo la puzza dell’alcol, mi ricordava quando mio padre da ubriaco alzava le mani su me, mia madre e Dallas. Il ché mi fece scoppiare in un pianto molto più isterico, quasi tendente alla rabbia.
Troppi, troppi ricordi stavano riaffiorando ed io non ce la facevo a sopportare tutto ciò. Mi mossi e con forza mi scrollai Joe di dosso, correndo al piano di sopra e una volta al sicuro nelle mura della mia camera, mi buttai sul letto e mi abbandonai nel piangere stesa lì, lasciando che il mio morbido cuscino di piume assorbisse tutte le lacrime che stavo versando. Presto mi addormentai.
 

Demi pianse, e l’unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarla, ma questo fece soltanto peggiorare la situazione, perché Demi scappò via da me e si rifugiò in camera sua. Volevo parlarle, volevo recuperare un rapporto con lei, e forse era proprio questo che mi aveva portato lì.
Beh, a parte un fratello minore super-idiota.
Perciò decisi di non stare con le mani in mano e riprendermi: uscii da casa di Demi e andai a casa di Greg, che non chiese nessuna spiegazione, magari anche perché erano le tre di notte, ma in ogni caso feci una doccia e un sonnellino, per poi uscire prima delle sette del mattino. Andai direttamente a casa di Demi, ed entrai grazie alla chiave che da una vita nascondevano sopra il cornicione della porta. E da lì entrai liberamente nella cucina, iniziando a preparare una colazione con i fiocchi. Volevo parlare con Demi, e magari una buona colazione poteva fare da cornice a quella situazione che dati gli avvenimenti della notte prima si prospettava più che difficile.
Poco tempo dopo, Demi scese dalle scale e mi guardò in modo strano, ovviamente non capiva cosa ci facevo ancora lì. No, non era solo un'impressione: davvero non mi voleva a casa sua. Ma non mi rivolse la parola, e si sedette al bancone. Fissandomi.
«Demi, perdonami per l’improvvisata di ieri sera, non so neanche perché sono venuto qui.»Già, meglio non scaricare tutte le colpe su Nicholas. «È stata una serata leggermente difficile, non volevo procurarti nessun disturbo, ma…» ecco, lasciando la frase a metà fui sicuro che la Lovato mi stesse ascoltando. Trattenni un sorrisetto «Ma avevo bisogno di chiederti scusa per tutto quel che ti ho fatto, e soltanto ieri ne ho avuto il coraggio.» dissi, inspiegabilmente trovandomi dalla parte opposta del bancone, vicino a lei che era ancora seduta. Le presi le piccole e morbide mani, stringendole delicatamente fra le mie. «Dem, mi manca la mia migliore amica, mi manca la persona più importante della mia vita. Ti prego.»

  
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