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Autore: rolly too    01/04/2012    8 recensioni
Kidd ha tirato troppo la corda, e il suo migliore amico si è trasformato nel nemico più pericoloso con cui abbia mai avuto a che fare. Perché Killer è forte, determinato, e soprattutto è stanco di lui e del suo comportamento. Davanti a una minaccia tanto grande e tanto dolorosa, nemmeno il Capitano Kidd sa più che cosa fare, e forse nemmeno il suo storico nemico e amante può aiutarlo, e anzi, potrebbe anche essere in pericolo.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Killer | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Kidd sapeva di stare esagerando, di tirare troppo la corda, ma non si aspettava nulla del genere.
Lui non era mai stato bravo a capire le persone, ma pensava di aver colto qualcosa su di lui. E invece si era sbagliato, e aveva dato per scontato che sarebbe stato sempre con lui, che gli avrebbe perdonato il suo brutto carattere e le sue cattiverie.
Ed era sempre stato così, fino al momento in cui non aveva raggiunto il limite, e poi, anche se non sapeva nemmeno lui come, l'aveva superato.
E a quel punto tutto era precipitato, e forse questa volta era davvero troppo tardi per cercare di rimediare.
Innanzitutto, non aveva nessuna idea di dove potesse essere andato.
In secondo luogo, la sua ciurma non gli avrebbe più rivolto la parola, dopo quello che aveva combinato.
E per terzo, non era certo che sarebbe sopravvissuto. Aveva sentito dire quanto fossero pericolose le emorragie, e anche se era solito minimizzare i propri problemi di salute, doveva riconoscere che la quantità di sangue che stava perdendo era spaventosa. Iniziava a non vederci più bene, a non sentire. Forse era scivolato nell'acqua? La sensazione era più o meno quella di affondare nell'oceano... Se fosse stato così, avrebbe voluto rimanere lì. Sperava che nessuno lo tirasse fuori, nessuno lo salvasse.
Non voleva aprire gli occhi e scoprire che era accaduto tutto sul serio, che aveva fatto la cazzata più grande della sua vita e che era stato battuto dall'ultima persona che riteneva in grado di fargli del male.
Non voleva ricordare che lui era solo, perché Killer se n'era andato e adesso era lui l'unico nemico da cui doveva davvero guardarsi.

«Questa è stata una settimana bellissima fino al momento in cui sei arrivato qui, Eustass-ya.»
La prima cosa che Kidd vide, anche se in modo piuttosto confuso, fu il volto emaciato di Law. Era  certo che l'ultima volta che si erano visti l'altro fosse più in forma, ma non poteva fidarsi del proprio sguardo appannato. Tentò di parlare un paio di volte, ma non ci riuscì.
Ma alla fine, che cosa avrebbe mai potuto dire? Non aveva idea di quello che stesse accadendo.
«Che fine ha fatto la tua ciurma?» continuò Law, ignorando deliberatamente il suo silenzio. «E come hai fatto ad arrivare qui nelle condizioni in cui sei?»
«Condizioni?» gracchiò Kidd, a fatica, cercando di guardarsi intorno. Dov'era? Nel sottomarino? Era probabile. Ma allora dov'era la sua ciurma? E come aveva fatto a trovare Law?
Già, questo gliel'aveva appena chiesto lui. Ma non avrebbe saputo rispondere. Ricordava solo a tratti quello che era successo, e ciò che ricordava era tanto assurdo e confuso che non sapeva se  fosse accaduto davvero o se fosse soltanto un sogno troppo brutto.
Trafalgar lo guardò in silenzio, e nonostante riuscisse a vedere solo in modo sfocato capì che c'era qualcosa che non andava. E Law, per la prima volta da quando lo conosceva, sembrava non avere la forza di parlare.
Kidd tentò di muoversi. Ma il corpo era pesante, fin troppo, e non rispondeva ai suoi ordini. Ricordava d'aver perso molto sangue, ma non ricordava perché. Che cosa era successo? Dov'erano i suoi uomini? Dov'era Killer? Perché non era lì con lui?
«Dov'è Killer?» chiese quando riuscì a prendere abbastanza fiato da poter parlare.
«Sei arrivato da solo.» replicò Trafalgar armeggiando con qualcosa accanto al letto. «Pensavo che saresti morto, ma sfortunatamente sembra che te la caverai.»
Kidd non trovò la forza di rispondere. Trafalgar aveva un bel dire sostenendo che era in condizioni gravi, che pensava che sarebbe morto, ma in realtà non si sentiva così male. Confuso, sì, e pesante, ma non male.
«Che cos'ho?» si sforzò allora di domandare.
Trafalgar sospirò, guardandolo con incertezza, ma poi si chinò su di lui e con lo sguardo più cupo che Kidd avesse mai visto sul suo volto gli afferrò la mano destra, la strinse appena e gliela portò alla spalla sinistra, facendogliela poi spostare verso il basso.
Kidd lo lasciò fare, e sentì la pelle calda e subito dopo una fasciatura. Lasciò che Law gli guidasse la mano ancora più giù, e gli mancò il fiato quando si accorse che più giù della spalla non c'era niente.
Sollevò lo sguardo su Law, ma quello distolse gli occhi dai suoi. Gli strinse la mano con più forza, e Kidd non avrebbe saputo dire se lo facesse per incoraggiarlo o per una reazione involontaria. Quello che sapeva era che il suo braccio non c'era più, e lui non aveva la minima idea di come fosse potuto accadere.
«Eri già così quando Bepo ti ha trovato.»
Bepo? Per un istante Kidd non capì. Solo dopo averci riflettuto gli venne in mente che sì, Bepo era l'orso, quello che Law si portava sempre dietro... L'aveva trovato lui? Ma dove diavolo erano?
Gli sembrava di ricordare che Trafalgar Law non era uno con cui scherzare, e non doveva dargli motivo di essere in vantaggio su di lui, ma non capiva più nulla di ciò che stava succedendo, e comunque Law non sembrava aver voglia di giocare.
«Non mi ricordo niente.»
«Eri vicino al sottomarino quando Bepo ti ha trovato, svenuto. Non so da dove sei arrivato. Hai lasciato sangue dappertutto e siamo dovuti salpare, o ci avrebbero trovati. Abbiamo cercato la tua ciurma, ma non l'abbiamo trovata. Penguin sta cercando di mettersi in contatto con Killer. Ha lui il vostro lumacofono, no?»
Ce l'aveva Killer? Non lo ricordava.
Ma sapeva che c'era anche qualcos'altro, qualcosa di importante, che non ricordava su Killer. Nella sua mente c'erano solo immagini confuse. Vedeva il suo vice combattere, nei pochi ricordi che avessero un senso, ma non sapeva con chi. Se era ferito in quel modo era perché un nemico li aveva battuti? Ma allora perché Killer non era con lui? Forse era morto? Poteva essere, una cosa simile?
Ma c'era qualcosa che gli diceva che no, non era quello il problema...
«Cerca di startene buono.» lo rimbrottò Law lanciando un'occhiata sbieca a uno dei misteriosi macchinari a cui l'aveva attaccato. «Lo troverà sicuramente.»
Chi troverà? Oh, Killer. Giusto. Penguin stava cercando di mettersi in contatto con Killer.
E il braccio. Aveva perso il braccio, dannazione! E ora? Ora che cosa avrebbe fatto?
Senza un braccio era un capitano inetto, un uomo inutile. Ricordava d'aver pensato, qualche tempo prima, che non gli sarebbe dispiaciuto morire. Era per il braccio? Non gli sembrava. In ogni caso, non voleva essere senza un braccio.
Avrebbe voluto piangere, o almeno urlare, ma non ne aveva la forza. Se ci fosse stato Killer avrebbe saputo che cosa dirgli per farlo stare meglio, invece c'era solo Trafalgar che lo guardava, serio, seduto sul letto, accanto a lui.
Kidd non l'aveva mai visto tanto sfibrato. Eppure, era lui quello che doveva star male, non quel cretino di Trafalgar! Lui avrebbe dovuto aiutarlo, avrebbe dovuto salvargli il braccio... Ma non aveva potuto, a quanto diceva. Quando l'avevano trovato era già senza. E quindi, che fine aveva fatto? Perché l'aveva perso? Con chi diavolo aveva avuto a che fare?
Avrebbe voluto alzarsi, camminare, fare una corsa. Si sentiva carico di rabbia e di frustrazione. Come aveva potuto perdere il braccio? Cosa avrebbe fatto, ora?
A fatica, reprimendo un gemito di dolore e un'imprecazione, cercò di sedersi sul letto, sotto lo sguardo vigile di Law. Ma solo quel piccolo movimento bastò a causargli un violento capogiro, e fu solo perché l'altro lo strinse a sé che non ricadde sul cuscino.
Kidd rimase immobile, rigido, tra le braccia di Law. Se stava cercando di consolarlo, non poteva pensare che sarebbe bastato. Ma lui aveva davvero bisogno di qualcuno che lo aiutasse, e decise che se non poteva essere Killer almeno poteva approfittare di quel momento di dolcezza che Law sembrava disposto a regalargli. Poggiò la testa sulla spalla di Trafalgar, e con l'unica mano che gli era rimasta si strinse a lui, cercando conforto nel calore del suo corpo, sperando che questo bastasse a lenire, almeno in parte, il suo dolore.
Ma forse non era sufficiente. Forse avrebbero fatto meglio a lasciarlo morire dissanguato, per non costringerlo ad affrontare l'umiliazione di non essere più autosufficiente, di aver bisogno di aiuto anche per le piccole cose. Non voleva vivere così.
«Devi riposare, Eustass-ya.» mormorò Law carezzandogli piano i capelli. «Vedrai che nel giro di qualche giorno recupererai le forze.»
Sì, ma non avrebbe mai potuto recuperare il braccio. Era quello che gli premeva. Era il braccio.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. Trafalgar lo aiutò a ridistendersi, prima di andare ad aprire. Kidd riuscì a seguirlo con lo sguardo, nonostante la stanchezza, e vide che sull'uscio c'era Penguin. Aveva con sé il lumacofono, e anche se Kidd non avrebbe potuto giurarlo, gli sembrò che le sue mani stessero tremando. Mormorò qualcosa a Law e lui non riuscì a sentire, ma non dovevano essere buone notizie.
Quando Trafalgar si voltò verso di lui e Kidd riuscì a intercettare il suo sguardo capì che non si era sbagliato, e c'era qualcosa che non andava.
Sperò che informassero pure lui, che gli dicessero che avevano trovato Killer – in qualunque condizioni fosse, stava impazzendo senza ricordare dove diavolo l'avesse lasciato – ma quando Law tornò ad avvicinarsi al letto capì che le sue intenzioni erano del tutto diverse.
«Che cosa sta succedendo, Trafalgar?» tentò di chiedergli, ma l'altro lo ignorò.
Afferrò una siringa piena di un liquido chiaro, lo guardò negli occhi e gli iniettò quella strana sostanza che, Kidd ne era certo, non l'avrebbe aiutato a capire cosa stesse accadendo.
«Adesso è ora di dormire, Eustass-ya.» annunciò Law.
Kidd avrebbe voluto maledirlo, sputargli in faccia, ma non riuscì nemmeno a muovere la bocca. Provò seriamente a combattere la stanchezza, ma non ottenne risultati e alla fine, colmo di bile, fu costretto a chiudere gli occhi.


Questa è la mia personale versione di come Kidd ha perso il braccio.
Non dico nulla di più, perché avrei talmente tante precisazioni da fare che alla fine è meglio se taccio.
Vi dico solo che la storia verrà aggiornato ogni domenica, ma così come è accaduto per "Il nemico sbagliato" troverete il capitolo in anteprima nel mio blog, nella pagina "Capitoli in anteprima" già di sabato.
Detto questo, vi saluto e vi ringrazio per aver letto fin qui.

E ne approfitto per farmi un po' di pubblicità: oggi è iniziata anche la mia nuova raccolta. Sono cinquanta drabble, una al giorno, dedicate alla coppia KakuLucci. Se vi va, la trovate qui: Istanti.

Baci,
rolly too
   
 
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