Le settimane passarono.
Olivia e Peter decisero di sposarsi a
Febbraio, il giorno di
San Valentino.
Si sposarono alla scuola, e grazie a
Tempesta, la giornata
fu limpida e calda.
Tutti gli X-Men furono coinvolti nei
preparativi. Peter
aveva scelto Logan come testimone di nozze, e Olivia aveva chiesto a
Walter di
accompagnarla all’altare.
Junior non ne volle sapere di
indossare il vestito bello,
così Peter e Olivia dovettero optare per fargli tenere un
completo in jeans,
che il piccolo accettò più della camicia bianca
con i pantaloni di velluto.
Tempesta era la damigella di Olivia,
assieme ad Astrid e
Rogue. Laura si era rifiutata: preferiva vestiti e scarpe comode, a
quelle
“trappole mortali”, come chiamava lei i vestiti da
damigella azzurri con ricami
verdi e le scarpe con i tacchi scelti da Olivia.
La gravidanza di Ororo era ormai
avanti, il termine sarebbe
scaduto a metà marzo.
Olivia e Peter si erano trasferiti
alla scuola proprio a
causa della gravidanza di Tempesta: mancava un X-Man, e c’era
bisogno di
qualcuno che la sostituisse, così era stato chiamato Peter,
che andava in
missione con gli altri, quando c’era bisogno, mentre Olivia
restava alla scuola
insieme a Junior e Ororo.
Era un caldo pomeriggio di inizio
marzo. Logan, Peter e gli
altri X-Men erano usciti in missione, a seguito di una segnalazione di
un
avvistamento di Magneto.
Arrivati sul posto, però,
non trovarono nulla. Peter tornò
sul Blackbird e si mise al posto di guida, e Logan si
sistemò sul sedile
accanto, in attesa del ritorno di Colosso e Gambit, che erano andati in
ricognizione poco lontano.
Proprio nel momento in cui videro
tornare Remy e Colosso
dalla ricognizione la radio si accese. La voce di Rogue, leggermente
agitata,
li chiamò dall’altra parte.
“Base X chiama
Blackbird… Base X chiama Blackbird… mi
ricevete?”
Peter afferrò il microfono
e rispose.
“Qui Blackbird. Vi sentiamo
forte e chiaro, diteci tutto,
Base X.”
Marie stava per rispondere, quando in
sottofondo si sentì la
vocina di Junior che si lamentava, poi sembrò esserci una
specie di litigio tra
i due, e la voce di Junior parlò.
“Papy, zia Roro
bua… mamma dice devi tornare… dice bimba
viene, zia chiesto zio Logan…”
Logan scattò su non appena
Colosso e Remy furono saliti.
Stava per accendere i motori, quando Peter lo afferrò per la
spalla e lo calmò
con il suo potere. Aveva bisogno che rimanesse calmo, almeno
finchè non fossero
arrivati a casa.
“Va bene, campione.
Di’ alla mamma che stiamo arrivando.
Saremo lì tra poco.” rispose Bishop, poi mise via
il microfono e accese il motore.
Il volo durò poco. Appena
arrivati nell’hangar, Logan fu il
primo a scendere e corse verso l’infermeria, dove erano
radunati tutti quanti.
Entrò nella stanza senza
guardare nessuno, mentre Peter
aspettò fuori, prendendo in braccio il figlio, che nel
frattempo gli era corso
incontro, preoccupato.
“Zia
bua…” disse Junior. Si sentì Tempesta
urlare e il
bambino fissò la porta, preoccupato e spaventato allo stesso
tempo.
“Tranquillo, Peter. Tra un
po’ starà bene.” lo rassicurò
il
padre.
Dopo un po’ Olivia si
affacciò alla porta, sorridendo.
“E’ nata, stanno
entrambe bene.” informò.
“Mamma, voio vedere
bimba…” implorò Junior.
Lei e Peter si scambiarono uno
sguardo, poi Olivia annuì.
Peter portò dentro il
bambino, che scese dalle sue braccia e
corse verso il letto, dove era distesa Ororo, assieme alla bambina
appena nata.
Logan era accanto a loro e carezzava i capelli della compagna, con
ancora
l’espressione preoccupata dipinta in volto.
Junior si arrampicò sul
letto per guardare meglio la
bambina, rimanendone subito incantato.
Aveva la pelle scura della madre, i
capelli neri e arruffati
del padre e due occhi d’un castano profondo, circondati da
ciglia lunghe, che
rendevano l’espressione curiosa che ora traspariva da quel
piccolo viso ancora
più intensa.
“Bella…”
disse il bimbo, ancora incantato “Come ti chiami,
bimba?”
“Si chiama
Olivia.” rispose Ororo, sorridendo.
“Come mamma… mi
piace.” approvò Junior.
Peter si fece avanti e prese
nuovamente il figlio in
braccio, poi porse la mano a Logan.
“Congratulazioni,
amico.”
“Grazie.” rispose
l’altro, stringendogli la mano.
“Sai una cosa, Wolverine?
Credo che i nostri figli
diventeranno grandi amici.”
“Non credo proprio. E se
solo proverà a toccarla, quando
sarà adolescente, se la vedrà con me.”
Peter sorrise e portò
fuori Junior.
Sedici anni più tardi.
Era la festa di fine anno,
all’Istituto Xavier.
Peter e Olivia erano appena arrivati.
Avevano accompagnato
Elizabeth, la figlia tredicenne, alla festa, ed erano entrati, per
salutare il
resto degli X-Men.
Subito, Elizabeth, aveva cominciato a
litigare con il
quattordicenne Logan, secondo figlio di Wolverine e Tempesta, mentre la
sedicenne Olivia era corsa fuori, dicendo che aspettava
l’arrivo del suo
accompagnatore per il ballo.
Logan, con una scusa, uscì
nel cortile, seguendo la figlia a
distanza. Peter lo raggiunse.
“Di che hai paura,
amico?” gli chiese “Che se la porti via
il primo che passa?”
L’uomo lo guardò
male e tornò a osservare la figlia, severo
e attento.
Si sentì avvicinarsi una
moto.
“Questo deve essere
Peter.” informò Bishop “Aveva detto che
se non aveva troppo da studiare ad Harvard passava a fare un
saluto.”
La moto arrivò, si
trattava di una Harley d’ultimo modello.
Seduto in groppa c’era un ragazzo, vestito completamente di
nero. Parcheggiò e
si tolse il casco; si trattava di un diciannovenne particolarmente
alto, con le
spalle larghe, i capelli biondi e scompigliati e gli occhi blu, era
quasi la
fotocopia di Peter, ma più giovane: Peter Bishop Junior.
La giovane Olivia gli corse incontro
e gli saltò al collo.
Il giovane la tirò su e la baciò con passione,
ignorando gli sguardi delle
altre persone.
Logan li fissò e strinse i
pugni, ringhiando, mentre Peter pareva
più controllato, anche se non toglieva gli occhi dalla
coppia.
Olivia prese il ragazzo per mano e lo
accompagnò alla porta,
fermandosi davanti al padre.
“Papà,
è arrivato il mio accompagnatore.” lo
informò,
indicando Junior.
Logan non rispose, si
limitò a ringhiare in direzione del
ragazzo, il quale sorrideva, quasi a volerlo prendere in giro, senza
scomporsi
minimamente.
“Zio Logan, come
va?” chiese, poi guardò Peter “Ciao
Pa’!
L’avevo detto che sarei passato. mamma e Liz sono dentro,
vero?”
Peter sospirò e
posò una mano sulla spalla di Logan.
“Se solo provi a usare il
tuo potere su di me te ne pentirai,
Bishop!” ringhiò.
“E chi ha detto che voglio
farlo?” obiettò Peter “Voglio
solo far entrare tua figlia e il suo accompagnatore.” Il tono
era scherzoso, ma
lo sguardo, rivolto al figlio, era infuocato e sembrava dire
‘con te facciamo i
conti dopo’.
I due giovani entrarono di corsa,
mentre i padri li
fissavano.
“Maledetto sia il giorno in
cui ti sono caduto addosso
durante un inseguimento…” si lamentò
Wolverine.
Peter sorrise senza rispondere, poi
guardò il figlio che
ballava insieme alla sua ragazza in mezzo alla pista, ripensando a come
era lui
alla stessa età: un vagabondo in cerca del suo posto nel
mondo.
Un posto che aveva trovato anni
più tardi, prima di morire,
e che aveva riavuto quando era tornato. Fissò sua moglie,
Olivia.
Il suo posto era accanto a lei, fino
alla fine dei suoi
giorni.
FINE