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Autore: Felix_    02/04/2012    5 recensioni
- 1° CAPITOLO RIVISTO E MODIFICATO -
“Però ragazze, la sapete la storia che si dice in giro sulla casa dei Price..” disse un po spaventata.
“Oh andiamo, è una vecchia storia che si dice in giro per tenere lontane le persone da quella casa, tutto qui” rispose Kate che non credeva ad una virgola di quella storia.
In giro si diceva che quella casa – più che casa era meglio definirla villa del 1700 – fosse infestata da una presenza e che i Price fossero stati uccisi da questa fantomatica cosa.
Prima della loro morte la gente li ritenne impazziti per via della vecchiaia, poiché andavano in giro per il paese a spaventare tutti, dicendo che nella loro casa viveva questo essere e che non riuscivano più a vivere in pace. Nessuno prestò attenzione a quello che andavano a dire in giro… quando un giorno la domestica trovò i loro cadaveri in casa. Molti pensano che siano stati stroncati da un infarto, ma gli idioti più totali pensano che sia stata la fantomatica presenza.
La signora e il signor Price furono seppelliti nel mausoleo di famiglia, che si trova nel giardino sul retro della villa.
Così la dimora cominciò il suo declino..
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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BOOGEYMAN
CAPITOLO TRE - PRESENZA



“Alex tutto bene lassù?” sentii la voce preoccupata di Sophie dal piano inferiore.
“Cazzo, venite su tutte! Immediatamente!”
Kate era scomparsa in un millesimo di secondo davanti ai miei occhi.
Continuai a dare pugni, calci e spallate alla parete, sperando che quella maledettissima parete si sfondasse, ma quella sembrava fatta di piombo.
Continuai, invano.
Le mie nocche si erano sbucciate e alcune gocce di sangue uscirono, macchiandomi la maglia verde acqua.
I passi veloci mi raggiunsero e occhi preoccupati di invasero.
Cercai di non farmi prendere dal panico.
“Kate era..era qui e..” ma ovviamente non ci riuscii.
“Alex sta calma! Dov’è Kate?” mi disse Mary scuotendomi per le braccia.
Presi qualche secondo per fare respiri profondi, poi presi parola.
“Kate si era appoggiata su questa parete, e questa si è spostata! Kate è caduta dentro e io non ho avuto tempo di fare niente che la parete si era già spostata di nuovo e..ora non riesco a spostare questa maledetta porta!” dissi afflosciandomi sul pavimento.
Ci fu un momento di silenzio, rotto poi da tutte che iniziarono a prendere a calci e pugni la porta, come feci io.
Urlarono anche loro a Kate, ma niente.
Mi rialzai e cercai qualche altro passaggio segreto che magari mi conducesse dall’altra parte, in quella stanza senza luce dove Kate probabilmente era svenuta, dato che non rispondeva a nessuno.
Mentre le altre continuavano ad imprecare, chiamare Kate e cercare di sfondare la porta, io portai lo sguardo alla mia sinistra, su un vecchio armadio con un anta che era attaccata per un pelo.
Mi avvicinai subito ad esso e dentro, con mia estrema fortuna, ci trovai una scatola per gli attrezzi.
La aprii velocemente e ci trovai dentro un trapano, un martello, una chiave inglese e una sfilza di chiodi arrugginiti.
Presi subito il trapano e ritornai al punto di partenza.
“Spostatevi, provo con il trapano”
Le ragazze si spostarono subito e guardandole un attimo, constatai che erano esauste di picchiare la parete.
Accesi il trapano e cominciai a trapanare sul muro.
Un piccolo buco si formò.
Continuai per qualche minuto, per formare un buco abbastanza profondo.
Mi fermai e appoggiai il trapano per terra e riflettei un attimo.
‘La parete quando si era mossa non era tanto spessa, avrei già dovuto trapassarla! E invece niente..’
constatai con la mia mente.
“Sta succedendo qualcosa di strano. La parete quando si era spostata non era spessissima, avrei già dovuto bucarla, e invece niente. C’è qualcosa che non va” dissi riflettendo con le altre.
“Forse, non hai trapanato abbastanza” provò a parlare Cindy.
Negai col capo mentre una lampadina di accese sopra la mia testa.
“La stanza che c’è dietro questa parete è esattamente sotto alla soffitta! La soffitta ha il pavimento in legno, magari se riusciamo a romperlo ritroviamo Kate!” un’improvvisa felicità mi travolse.
“Si, questa è la volta buona! Kate sto arrivando” sussurrai tra me e me.
“Si, hai ragione! Veniamo anche noi, così ti aiutiamo”
Annuii a tutte e mi voltai per correre verso una scala di ferro che avevo notato prima nel salire le scale.
Mi bloccai immediatamente con lo sguardo agghiacciato dalla paura. Una figura oscura era passata davanti alle scale come un flash.
“Chi c’è laggiù?” chiesi cercando di ritrovare un po di autocontrollo.
A passi lenti, mi avvicinai alle scale e non vidi nulla.
Analizzai tutto il piano inferiore col mio sguardo ed era tutto come l’avevamo lasciato.
“Ragazze, c’era qualcuno sulle scale” dissi in tono preoccupato.
“E’ impossibile Alex, ci siamo solo noi dentro questa casa. Dai vieni!” mi incitò Rose.
Con un ultimo sguardo non soddisfatto e non sicuro alle scale, presi la scala di ferro e la trascinai sotto il buco della soffitta.
Cindy e Rose l’aprirono e la tenettero salda al pavimento mentre salii velocemente.
Arrivata a fine scala, aprii la piccola porticina che portava alla soffitta e mi infilai dentro con fatica, dato che era strettissima.
Mi alzai e mi spolverai le gambe che avevano toccato terra.
La soffitta era abbastanza illuminata dalla luce del sole che si rifletteva attraverso le grandi finestre.
Mi guardai intorno: ero circondata da scatoloni.
‘Cosa ci sarà dentro tutti questi scatoloni?’ pensai guardandoli con diffidenza e camminando fino al centro della bassa stanza.
Tirai il filo della lampadina che si accese dopo qualche secondo e cercai nella stanza qualsiasi cosa, qualsiasi oggetto che destasse la mia attenzione.
Niente.
Un altro buco nell’acqua.
D’un tratto l’immagine di quella strana ombra nera mi riapparve nel mio cervello.
Di nuovo, la paura si impossessò di me.
Era come..come se quel qualcuno mi stesse fissando, trapassandomi da parte a parte.
Come se quel qualcuno riuscisse a sentire le mie emozioni.
Come se quel qualcuno riuscisse a scovare ogni mia più profonda paura, celata dal mio animo.
Girai su me stessa per controllare in giro.
Di nuovo, niente.
Scacciai dalla mente quel brutto pensiero e con due falcate raggiunsi la scala e avvertii le altre che potevano salire.
“Mary, prendimi il martello che sta nella scatola degli attrezzi per favore”
Mary obbedì e salì la scala per ultima.
Mary mi passò il martello nella mano umida per l’agitazione.
Intanto mi avviai verso la zona in cui si sarebbe dovuta trovare la stanza sottostante.
E cominciai.
Cominciai a dare delle grandi martellate al pavimento di legno marcio.
Con foga continuai a martellare, notando che il legno si stava squarciando facilmente.
“Ehi, ci..ci siamo” dissi alle altre, vedendo che il buco si poteva distruggere anche con le mani.
Mary, Rose, Cindy, Sarah e Sophie si avvicinarono a me, attente a dove mettevano i loro piedi, e osservarono lo squarcio.
Lì per lì, sotto di loro sembrava celarsi uno stanzino.
“Io salto dentro, voi cercate una corda per tirarmi su dopo, okay?” dissi a Mary che già annuiva.
Prima di saltare, Sophie venne da me.
“Vedrai che Kate sta bene, non ti preoccupare. Sento che la ritroveremo” mi disse appoggiando la sua mano sulla mia spalla destra.
“Si, grazie Sof. Prometto che la riporterò indietro” sorrisi alla mia amica, sempre ottimista.
Con un respiro profondo, guardai le mie amiche che mi sorridevano rassicuranti, e saltai dentro al buco.


Atterrai sul pavimento duro e gemetti per il dolore che lampante che arrivò alla caviglia sinistra.
Cercai di rialzarmi e notai con mio sollievo che non era rotta o slogata.
“Tutto bene lì sotto?” mi chiese Sarah dall’alto, osservandomi dallo squarcio nel pavimento della soffitta.
“Si, tutto bene. Avete una torcia? Qui sono completamente al buio. E la cosa è abbastanza inquietante” domandai, sperando vivamente che ce l’avessero a portata di mano.
“Si, ora te la passo subito” Sarah scomparve dal mio campo visivo, per poi tornare pochi secondi dopo con una torcia in mano.
Me la lanciò e l’afferrai subito, accendendola.
Mi trovavo in una stanza priva di finestre e mobili.
Feci roteare la torcia per la stanza e trovai Kate appoggiata al muro, svenuta.
“L’ho trovata!” urlai di felicità.
Ma non sentii voci che esultarono.
Non ci diedi molta importanza al momento, perché avevo finalmente trovato Kate.
Mi accovacciai davanti al corpo privo di sensi.
“Oh Kate, svegliati ti prego” la schiaffeggiai ripetutamente e dopo qualche istante si svegliò di soprassalto.
I miei occhi si illuminarono di una luce che trapelava una quantità immensa di gioia.
Le saltai letteralmente addosso, stritolandola in un abbraccio rompi-ossa.
“Oh grazie al cielo, stai bene Kate? Dimmi di si ti prego” la liberai dal mio abbraccio e la scrutai con i miei occhi da tutte le parti per controllare che stesse bene.
“Io..si sto bene. Scusa ma come sai il mio nome?” mi chiese Kate guardandomi con diffidenza.
Probabilmente a quella frase, a quelle parole, persi cent’anni di vita.
Il mio volto si afflosciò in una smorfia di dolore.
“Kate, sono io. Alex” dissi guardandola con occhi sbarrati dal terrore che avesse potuto dimenticarmi.
Mi fissò a lungo per poi alzarsi e tendermi una mano.
Io senza capire, l’afferrai e lei mi tirò su.
Prima che mi lasciasse la mano mi soffocò in uno dei suoi soliti abbracci che riservava solo a me.
Allora capii.
“Ti ho fregata! Ci sei cascata come un sacco di patate!” esultò Kate sciogliendo poi l’abbraccio e iniziando a ridere.
“Io giuro che ti uccido!” dissi con la faccia che emanava felicità e scoppiando in una mini risata.
“Ti ucciderò prima io”
Le nostre risate si spensero subito.
Ci guardammo negli occhi terrorizzate e ci mettemmo subito schiena contro schiena, per osservare meglio la stanza e..per capire chi avesse parlato.
“Che cazzo sta succedendo in questa casa?!”
Con la torcia feci luce dappertutto, in ogni angolo della piccola stanza.
Niente.
Ma di nuovo, quella presenza ormai familiare, la sentivo vicina a noi.
Alzai di scatto lo sguardo al soffitto e caddi a terra dalla disperazione.
Kate si accovacciò accanto a me subito.
“Che hai Alex?” mi chiese preoccupata e continuando a guardarsi in giro, senza veder nulla per via della poca luce emanata dalla torcia.
Non parlai, non dissi una parola; solo, indicai con l’indice il soffitto, dove un minuto prima c’era il buco che avevo fatto io stessa.
Era come se non ci fosse mai stato.
Kate guardò il soffitto senza capire, per poi guardarmi nuovamente con aria veramente preoccupata.
“Sono venuta in questa stanza, tramite un buco che ho creato dalla soffitta. C’era un dannato buco sopra di noi e ora non c’è più!”
Il mio sguardo doveva essere veramente strano, poiché Kate mi guardava con aria davvero spaventata.
Mi prese la mano e me la strinse forte, come a darmi una qualche consolazione.
“Usciremo da qui, te lo prometto” mi promise Kate.
“E’ quello che ho detto a Sophie prima di entrare qui dentro” disse seria.
“Di che era quella voce, prima?” mi chiese poi Kate, allarmata anche da quello. Soprattutto da quello.
“Non lo so, non ne ho la più pallida idea” risposi senza aggiungere altro: l’ultima cosa che voleva fare in quel momento era spaventarla ulteriormente dicendole di aver visto un’ombra e sentito una presenza.
Di colpo, la torcia si spense e un soffio d’aria gelida avvolse me e Kate.
Ma la dentro, non c’erano finestre.









NOTA DELL'AUTRICE 

Dunque, eccoci qua al terzo capitolo! 
E' arrivato in fretta questa volta perchè l'avevo già scritto metà e ho voluto concluderlo! 
Che ve ne pare di questo?
Kate è stata ritrovata, ma allo stesso tempo sono rimaste intrappolate.
Una presenza le circonda.
Che succederà?
Riusciranno a salvarsi?
Le scommesse sulle ipotetiche risposte sono aperte!
Che vinca il migliore ;) 
Baci, Felix_




 

   
 
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