Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gra Gra 96    03/04/2012    10 recensioni
{Questa storia ha partecipato al contest "Disney Couples - The Sequel", indetto da Alyssia98, classificandosi seconda.}
«Luna, cos’è una mamma?» aveva sempre sognato di porgerle quella domanda, ma prima di allora non aveva mai trovato il coraggio di farlo. All’udire quelle parole, la ragazza s’illumino e, accarezzando Neville con lo sguardo, rispose: «Bene, una mamma, una vera mamma, è la cosa più bella che ci sia al mondo». Gli occhi presero a brillarle all’impazzata, le labbra tremanti nel sussurrargli quelle parole: «E’ un’angelica voce, è il tepore d’un sorriso. Son due labbra affettuose che ti sfiorano il viso».
A questo punto niente poté impedirle di perdersi qualche istante tra i suoi dolci ricordi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Luna, cos’è una mamma?

Sin da quando Neville aveva messo piede a Hogwarts per la prima volta, era rimasto letteralmente incantato dalla bellezza, seppur nascosta e non visibile a chiunque, della Serra.
Trascorrere gli oziosi pomeriggi accovacciato in un cantuccio a osservare i giochi di luce prodotti dal sole era qualcosa di sensazionale. Come anche esplorare gli angoli più remoti di quel luogo, nei quali non era difficile scoprire nuovi tipi di piante e creature non ancora identificate.
Ogni tanto, quando era triste, scoraggiato o abbattuto, andava a rifugiarsi nella Serra e quando ne usciva, come per magia, si sentiva di nuovo bene, pronto ad affrontare una nuova giornata.
Ora, all’età di diciott’anni, si ritrovava ancora una volta in quel luogo carico di magia, sdraiato sul duro pavimento di legno. Stavolta, però, non era da solo: c’era lei a tenergli compagnia.
Lei, che riusciva a emozionarlo con ogni suo singolo gesto. Lei, che teneva le redini del suo cuore.
Lei, il cui sorriso era luminoso come un raggio di sole. Lei, occhi della consistenza delle nuvole e fili d’oro per capelli. Lei, che era capace di guardare il mondo con l’entusiasmo di una bambina.
«Luna, cos’è una mamma?» aveva sempre sognato di porgerle quella domanda, ma prima di allora non aveva mai trovato il coraggio di farlo.
All’udire quelle parole, la ragazza s’illumino e, accarezzando Neville con lo sguardo, rispose: «Bene, una mamma, una vera mamma, è la cosa più bella che ci sia al mondo».
Gli occhi presero a brillarle all’impazzata, le labbra tremanti nel sussurrargli quelle parole: «E’ un’angelica voce, è il tepore d’un sorriso. Son due labbra affettuose che ti sfiorano il viso».
A questo punto niente poté impedirle di perdersi qualche istante tra i suoi dolci ricordi.
 
«Mamma, tu ci sarai per sempre?» la piccola Luna si accomodò in braccia alla madre e iniziò a giocherellare con una ciocca dei suoi biondi capelli.
«Tesoro, niente è per sempre» rispose con dolcezza la donna, stringendo forte a sé la figlia.
«Non può essere, qualcosa di eterno ci deve pur essere!» ribatté la bimba, convinta del fatto suo.
La madre sembrò rifletterci un po’ su; poi, specchiandosi in quei frammenti di cielo, disse: «Hai ragione tu, angioletto. Esiste una cosa che non ha mai fine: l’amore. Non dimenticarlo mai».
«Lo terrò sempre a mente» Luna schioccò un dolce bacio sulla guancia della madre. «Grazie».
 
«Ehi, tutto bene?» mormorò Neville in direzione della sua fidanzata. Due piccole quanto fragili lacrime non erano sfuggite al suo sguardo attento e perspicace. «Scusa, non volevo far riaprire vecchie ferite chiuse dal tempo. Se vuoi parliamo d’altro».
Asciugandosi velocemente le lacrime con la punta delle dita, Luna sorrise. «No, non voglio parlare d’altro. Non finché non ti avrò detto tutto ciò che hai bisogno di sapere su una mamma».
«La mamma è per me il nido del cuor» riprese, tornando a illuminarsi. «Colei che ogn’or ti sa ben guidar, la giusta via ti sa indicar».
 
«Mamma, perché gli altri bambini non credono nell’esistenza del Ricciocorno Schiattoso?».
«Perché non possiedono i tuoi occhi, bambina mia. Due occhi talmente speciali da essere giunti qui sulla terra direttamente dal cielo, a bordo di una stella cometa» la donna sorrise di gioia.
La bambina ascoltò con attenzione, ma poi scosse il capo, contrariata.
«Perché gli altri bambini dicono che sono matta?» la piccola attendeva impaziente una risposta.
Smettendo di rassettare la stanza e avvolgendo la figlia in un tenero abbraccio materno, la donna rispose: «Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti».
 
«Continua, Luna, te ne prego: continua a raccontarmi cos’è una mamma, se ti va» le chiese Neville con il cuore in mano, accarezzandole teneramente la morbida chioma.
Così, lasciandosi avvolgere dall’abbraccio del suo fidanzato, dal cui contatto sprigionava la più pura essenza dell’amore, la ragazza riprese il discorso laddove l’aveva interrotto: «La mamma è per me un raggio di sol. Se domandi che cos’è mai, tu puoi chieder che mai sia il ciel. Chiedi al cuor di dirti cos’è, risponderà tutto per me: un angelo pieno di bontà, è un dono del ciel».
 
«Mamma, le stelle sono davvero così luminose come appaiono da quaggiù?».
«Mamma, hai mai viaggiato a bordo di una stella cometa?».
«Mamma, le nuvole hanno davvero la stessa consistenza di un biscotto appena sfornato?».
Non c’era più nessuno a rispondere alle sue domande con la pazienza e la dolcezza della donna che l’aveva messa al mondo. Non c’erano più carezze, baci o abbracci. Non c’era più nulla del genere. Le rimaneva solo una cosa, la più importante di tutte: l’amore di sua madre. Finché l’avesse portato dentro il suo cuore, non sarebbe stata mai sola. Mai.
 
«Grazie, Luna. Quello che hai fatto è stato davvero importante per me. Ho sempre voluto sapere cosa fosse una mamma e tu sei riuscita a spiegarmelo in modo così intenso da togliermi il fiato» il ragazzo le adagiò un dolce bacio sulla bocca e la strinse forte a sé, come per proteggerla da tutto il male esistente al mondo. Voleva strapparle di dosso la sofferenza, il dolore, l’angoscia e donarle gioia, felicità e tanto, ma tanto amore. Perché lei era unica, era la sua linfa vitale. Una pianta di Mandragola cresce sottoterra e s’inalbera in presenza della luce, ma senza clorofilla non vive.
Allo stesso modo egli aveva bisogno di essere abbracciato con dolcezza da quei due frammenti di stella per dare un senso alla sua vita. E, a differenza di una Mandragola, il loro amore sarebbe durato per sempre, sia in presenza delle tenebre, sia in presenza della luce. Perché le cose belle non muoiono mai.


Note: Non è stato affatto facile scrivere la storia, a causa di alcuni inconvenienti di tipo tecnico, come ad esempio le lacrime che mi offuscavano la vista mentre cercavo di formulare frasi di senso compiuto.
Probabilmente mi reputerete una sciocca per essermi commossa di ciò che stavo scrivendo io stessa, ma quando tratto certi argomenti è davvero difficile riuscire a trattenere le lacrime. 
Dedico questa storia che mi sta molto a cuore a tutte le mamme, in particolar modo alla mia. 
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gra Gra 96