Sirius è appena caduto attraverso al Velo e si ritrova dove non avrebbe mai pensato di ritrovarsi. Nel passato. Un passato dove il suo migliore amico James non ha ancora perso la vita per ordine di Voldemort. Sirius sbalordito, si ritrova a dover affrontare un mondo in cui non sa come dire la verità al suo migliore amico, terrorizzato dall'idea di proteggerlo da un pericolo che non sa neanche lui se riuscirà stavolta a sventare. Paura e sensi di colpa si mescoleranno a nuovi sentimenti che non pensava di poter provare proprio verso di lui.

Neville Paciock, l’elemento comico del potterverse canon.
Da piccolo, è cicciotto e imbranato, sottovalutato dai suoi, schernito dagli altri.
Trattato con impazienza da Piton, McGranitt, Bumb e Sprite.
Deriso dall’autrice (il cognome significa “sederone”), e dai traduttori, con il bonario ma svilente “Paciock”.
Nato lo stesso giorno di Harry, ma con un destino ben diverso.
Harry diventa il più giovane cercatore della storia, Neville sviene per il pianto della mandragola.
I genitori di Harry hanno un'aura gloriosa per la morte eroica, i Paciock sono ricoverati, immemori e impazziti, al San Mungo.
Harry cerca gli Horcrux, Neville resta a Hogwarts a organizzare la resistenza, in difesa dei compagni che lo hanno sempre deriso.
Neville, più abituato alla fatica che alla fortuna, che non concepisce estetica senza etica (per essere bello, dev’essere anche buono).
Che fa sghignazzare Voldemort e i Mangiamorte quando li affronta nella battaglia di Hogwarts,
ma lui li affronta lo stesso, armato delle sue certezze e di un maglione fatto in casa.
Neville che nel “mio” robiverso prende in mano la sua vita e impara (dolorosamente) a farsi beffe delle beffe.
Vuoi vedere che alla fine la profezia lo riguardava, e l’eroe è davvero lui?

Un castello che nasconde un segreto. Un incantesimo da spezzare. Sarà l'amore la risposta?

La seconda guerra magica è finita, dietro di sé non ha lasciato solo morte e distruzione, ma anche giovani animi piegati, grondanti gocce scarlatte da ferite aperte e che avranno bisogno di tempo per potersi rimarginare.
Harry si sente così solo, perso e il silenzio sembra l'unico posto sicuro in cui rifugiarsi; un nuovo segreto si è fatto a galla, mettendo nuovamente tutto in discussione e in primis lui come persona. Al suo fianco, come sempre, Hermione decisa a non lasciarlo cadere in un baratro senza fine e nuove amicizie che nessuno dei due avrebbe mai preso in considerazione.
Ma in tutto questo, la musica avrà davvero la capacità di curare?
Vi aspetto in questa nuova storia dai toni bianco e nero, che spero possa conquistarvi.

Emily Lewis è sorpresa quando riceve la sua lettera per Hogwarts, ma inizia a frequentare la scuola con grandi aspettative.
Quello che una nata babbana come lei non sa, però, è che cinque anni prima in quella stessa scuola ha avuto fine una guerra che aveva spaccato in due il mondo magico.
Inoltre non sa che i pregiudizi tra i maghi non sono del tutto spariti, come anche la competizione e l’antipatia di una casa verso l’altra.
E così Emily, quando stringe le sue prime amicizie e viene smistata in una casa diversa dalla loro, non ha idea di cosa l’attende.
In quella scuola dove un tempo si era combattuta una guerra, dove in qualche modo lei riuscirà a sentirsi al sicuro, non sa che verrà messa alla prova da sfide ben più complicate di un compito in classe.
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Leggendo questa storia conoscerai Emily e i suoi amici, e li seguirai in un percorso di crescita ed evoluzione che avrà inizio al primo anno scolastico e continuerà fino al settimo e oltre.

Il Ministero è caduto, le lettere di convocazione al Censimento per i Nati Babbani sono state inviate e quando Lydia Merlin riceve la sua, sa che è arrivato il momento di nascondersi. Ma una lezione che ha imparato durante i sette anni ad Hogwarts è che i suoi piani non vanno mai come dovrebbero.
Un incontro fortuito con un ex compagno di scuola ed un bambino troppo chiacchierone le ricorderanno che la fuga non è un’opzione, e che in un mondo magico che ha dimenticato cosa sia l’umanità e la pietà, c’è ancora qualcosa per cui vale la pena combattere.
Una storia di sopravvivenza, ingiustizia e dei mostri che si annidano nei luoghi più oscuri.
Dal capitolo 39:
Perché il nome segnato accanto alla porta lo conosceva bene. Fin troppo bene. Senza sapere come, Lydia sollevò una mano e prima che potesse rendersi conto di ciò che stava realmente facendo, aprì la porta con un colpo secco.
Blake sobbalzò nel letto, ma il suo spavento si trasformò in vero e proprio stupore nel momento in cui si accorse chi era appena entrato nella sua camera d’ospedale.

“Una delle prime volte che ci siamo visti quassù mi hai chiesto se pensassi che se Voldemort vincesse la guerra la mia vita sarebbe migliore” prese parola Draco. Era seduto elegantemente sul davanzale della finestra: abbastanza da spingere Harry a controllare che non cadesse, ma non così tanto da farlo preoccupare sul serio.
“Me lo ricordo”. Harry pensava da un po’ di tempo a quella parte che i suoi incontri con Draco Malfoy avessero smesso di essere casuali almeno un paio di mesi prima e che entrambi avessero deciso, di comune accordo, di ignorare quella vocina nel retro del loro cervello che la considerava una pessima idea.
“Non ti ho risposto” , disse, aspirando una boccata della sigaretta che Harry gli aveva gentilmente offerto qualche momento prima.
“Mi ricordo anche questo”. Draco era etereo, illuminato dalla luna come una fata dei laghi, che ammalia con il suo sguardo i maghi che le passano accanto. Ma l’etereo era sempre accompagnato da qualcos’altro nel caso di Draco Malfoy: ogni giorno Harry si avvicinava sempre di più a capire cosa.
“Non volevo farlo” spiegò, sempre senza girarsi verso di lui, ma neanche guardando fuori.

[Sequel di "Nel Nome del Padre e del Figlio" e de "L'Eredità della Maledizione"]
Cos'è più straziante? Essere nella stessa stanza, ma sentirsi distanti, o allontanarsi realmente per provare a riavvicinarsi?
È ciò che Scorpius Malfoy ha voluto provare a comprendere, partendo per l'America. Ma la lontananza può davvero permettere di sanare le ferite? O, come Albus Potter ha gridato sul suo volto, è solo un modo per fuggire da ogni pensiero, da ogni ricordo, da ogni responsabilità e per andare avanti?
Ad Hogwarts, la vita continua per come tutti la conoscono. Ed è la stessa per tutti. O quasi.
Ad Ilvermorny, di vita ce n'è una nuova. Fatta di indipendenza, di nuove sensazioni, di decisioni, a volte difficili. Decisioni che possono cambiare la vita di più di una persona.
Da questo dipenderà il futuro di Albus e Scorpius. Delle loro famiglie. E non solo.
Ma, soprattutto, da questo dipenderà la loro felicità.
Perché, a volte, bisogna osare per poter essere felici.
A volte, bisogna fare delle scelte, prendere delle decisioni, per poter essere felici.
E non avere paura.
Dal testo:
"È arrivato il momento. È la resa dei conti. Ora, dimmelo. Una volta per tutte. Senza tornare più indietro. È me che vuoi?"

La ragazza lo guarda, e solo il diavolo sa con che occhi l’abbia guardato.
E Severus, nel lembo lacero dei suoi occhi fini, vi aveva trovato una tristezza mai estinta; una disperazione viscerale, profonda, un senso dell’abbandono che per un istante aveva temuto l’avrebbe inghiottito tutto intero.
Se solo avesse fatto un altro passo verso di lei, verso il suo vuoto incolmabile, una ferita pulsante che richiedeva sacrifici.
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Dal testo:
“Ironico. -mima- Quando sei sordo le persone sembrano smettere di sentirti.”
A Severus esplode il cuore in petto come una granata.
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[Severus/Nuovo personaggio]

Hermione Granger, negli anni, aveva conosciuto entrambi i lati di Percy Weasley: quello buono del Prefetto Perfetto che l’aveva aiutata ad ambientarsi e con cui aveva scambiato consigli ed opinioni su libri e lezioni e quello cattivo dell’impeccabile impiegato ministeriale che aveva voltato le spalle alla propria famiglia per servire un regime malvagio in cambio di un po’ di potere.
Ed ora, dopo la fine della guerra, seduta accanto ad un Percy stravolto ed in lacrime, l’ombra di ciò che era stato, non poteva fare a meno di ammettere di non conoscere bene nulla, nemmeno l’amore …
[Mini-long in tre capitoli + un epilogo su Percy ed Hermione negli anni]

La Morte propone a una donna Babbana di rinascere negli anni Sessanta in una famiglia magica, imponendole dei pedaggi e un unico avviso: Lily Evans è destinata a morire. Fa la stessa proposta a un Sirius Black in attesa nel limbo dopo aver attraversato il Velo, facendo leva sul suo affetto per James e Harry.
Torneranno entrambi agli anni della Prima Guerra Magica.
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[Libro I (Hogwarts) | Atto V - Estate 1975 [Mentirsi] | CAP 52]
“Regulus chiuse il giornale mentre Alphard ridacchiava. «Incantesimo di Adesione Permanente, suppongo» commentò il giovane, immaginando Sirius si fosse svegliato con la luna storta.
«Oh, tuo fratello è bravo a far saltare i nervi a Wal» osservò Alphard con un sorrisetto indolente. «Chissà che belle donne ha affisso al muro stavolta…»
«Alphard» lo redarguì Orion, scuotendo il capo.
«Suvvia, sono solo curioso.»
«Se dovessi imputarti una colpa, sarebbe quella di essere riuscito a trasmettere i tuoi difetti a mio figlio.»”
[Sirius Black/Alisia Prewett]
[aggiornamenti: tre volte al mese, di mercoledì] [capitoli primo e secondo anno in revisione!]

Bellatrix Black appartiene a una delle più importanti famiglie borghesi della città, tuttavia si sente insoddisfatta della sua vita e così, contro il volere della famiglia, abbandona l'università per lavorare nell'ufficio di famiglia. Ed è qui che incontrerà il mistero collega Tom. In questa What If in cui Bellatrix e Voldemort sono babbani i colpi di scena non mancheranno.

"Hogwarts è stata una cornice luminosa per la parte migliore della mia vita e ora si è conclusa."
"Noi siamo la tua fottuta cornice luminosa, e andiamo avanti."
Ultimo anno ad Hogwarts dei Malandrini. Ci sarà luce o oscurità?

“Non sai che cosa ho appena saputo.”
Draco roteò gli occhi, tornando a concentrarsi su un editoriale di politica.
“È il pettegolezzo del giorno” continuò lei, immune alle ondate di negatività che emanava.
Draco girò pagina e poi tirò su il giornale in modo che la sua faccia fosse parzialmente coperta. “Non interessato” replicò.
Gli occhi di Pansy luccicavano di aspettativa. "Questa mattina Harry Potter si è presentato in ufficio con un segno qui” proseguì lei indicandosi la base del collo. “Doreen della mensa giura che sembrava proprio uno di quelli…”
“Quelli cosa?” ribatté Draco contro qualsiasi buon proposito.
“Succhiotto.”
Draco non rispose. Si era ripromesso di non immischiarsi negli affari di Potter. Avrebbero potuto coesistere ignorandosi per il resto dei loro giorni.
La mano di Pansy artigliò di nuovo il giornale. “Sai chi è stato?”
“Sì, Pansy, sono stato io a fare un succhiotto a Harry Potter! Adesso smetti di infastidirmi” sbottò Draco, strappando il giornale dalle sue grinfie. Recuperò il caffè e il giornale e si diresse verso il suo ufficio senza più voltarsi indietro.

Ottobre 1981 - Lord Voldemort e i Mangiamorte sono a un passo dalla conquista del mondo magico tra missioni militari che non sempre vanno come vorrebbe il Signore Oscuro e operazioni di infiltrazione al Ministero della Magia. Nel mezzo, amori e rivalità tra i Mangiamorte che riflettono i rapporti della società Purosangue.
Dal primo capitolo:
Nessuno resisteva più di due settimane con Dolores Umbridge. “La sta sensibilizzando alle nostre istanze… Ha del talento, ma va coltivato, per questo le ho chiesto di partecipare ai nostri incontri. Sono sicuro che con la guida mia, di Travers e Rookwood, potremmo avere una nuova risorsa al Ministero.”
“Senza contare che è la nuora di Crouch.”
Yaxley sorrise. “Pare che persino il vecchio Bartemius abbia un debole per quella ragazza,” Rodolphus sorrise. “Non sarebbe il primo a fare il cascamorto con la nuora… Ha diciotto anni, è molto bella, sarebbe comprensibile.”
***
“Adesso che siamo più… intimi,” esordì, “possiamo parlare francamente.”
Bellatrix alzò il sopracciglio. Intimi? Lei era intima! Rabastan e Barty erano solo due intrusi! Lord Voldemort ridacchiò: “Bellatrix, sei sempre così permalosa.” Alzò lo sguardo verso Rabastan e gli domandò: “Rabastan, un giudizio franco, come è andata la missione che vi ho affidato?”