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Autore: phoenix_esmeralda    04/04/2012    4 recensioni
Questa fanfiction nasce da una discussione sorta in una mailing list di City Hunter. Tutti ci siamo trovati piuttosto contrariati dal modo in cui Ryo, in Angel Heart, affrontava la morte di Kaori: stanchezza, rassegnazione, tetro umorismo e spesso un fiume di lacrime che lo portavano decisamente fuori personaggio.
In lista ci siamo messi a discutere di come avrebbe reagito il "vero Ryo" di fronte a tale tragico avvenimento, e questo mi ha portato a ideare una fanfiction nella quale avrei espresso il mio personale punto di vista. Così questa fic parte da lì, dalla morte di Kaori e mostra la reazione che io personalmente avrei visto in Ryo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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 Quando l’uomo fece per uscire, Ryo si apprestò a seguirlo.

Girò lo sguardo intorno, cercando di intuire quale potesse essere la sua guardia del corpo.

La scorse quasi subito. Era seduto a uno dei tavoli da gioco, fingendo di partecipare al divertimento. Ma si alzò, non appena il suo protetto diede segno di muoversi.

Ryo li lasciò uscire entrambi, poi si mosse dal suo nascondiglio e affrontò l’ aria fredda della notte.

La guardia del corpo era un omone di stazza pesante, ma Ryo lo vide muoversi velocemente, seguendo come un’ ombra il suo cliente. Gli stava a venti metri di distanza, mascherandosi fra le tenebre notturne.

Ryo alzò la phyton e mirò alla sua tempia. Ma l’omone se ne accorse.

Si voltò verso di lui, gettandosi di lato. Ryo non sparò, ma corse nella sua direzione. Lanciò uno sguardo all’ uomo che avrebbe dovuto uccidere e lo vide allontanarsi ignaro.

Con un colpo di gambe, rispedì a terra l’uomo che si stava rialzando. Gli puntò la pistola alla fronte.

- Ti consiglio di non muoverti! Non ce l’ho con te!

Lui lo fissò con evidente furore.

- Io ti conosco. Tu sei City Hunter.

Ryo non si scompose - Se mi conosci, sai che non ti conviene fare passi falsi.

L’ uomo digrignò i denti, ma non si mosse. Ryo lo legò strettamente. (La solita corda che salta fuori dal nulla… NdA).

Lasciò l’uomo a un angolo della strada e corse velocemente nella direzione in cui aveva visto scomparire la sua vittima.

Il più era fatto, la missione poteva dichiararsi ormai conclusa con successo.

Svoltò l’ angolo rapidamente, e si ritrovò faccia a faccia con l’ uomo che avrebbe dovuto uccidere.

Lui lo fissò senza apparente sorpresa.

- Mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano – commentò. (^^’ NdA)

Ryo si sorprese di trovarlo così giovane. Da lontano non se n’ era accorto. Aveva creduto di trovarsi di fronte a un uomo di mezza età, avido e corrotto. Invece il ragazzo che aveva di fronte, non raggiungeva la trentina. E lo guardava senza timore.

- Sei un killer? – gli domandò, senza mostrare turbamento.

Lentamente, Ryo alzò la pistola su di lui.

- Non avertene a male – disse piano – Non ho nulla contro di te. Ma sono stato assunto da qualcuno che non apprezza il tuo modo di giocare.

Il ragazzo sorrise.

- Takeisha, certo… - fissò Ryo senza paura – E tu vorresti uccidermi solo perché ho vinto qualche soldo in più…

- Non io, l’uomo a cui hai rubato i soldi.

- Sarai comunque tu a premere il grilletto.

Ryo strinse gli occhi.

- Sono un killer. È il mio mestiere.

Il giovane non si mosse. C’era nervosismo in lui, ma non codardia. Rimase immobile ad aspettare la mossa successiva di Ryo.

Ryo pose la phyton all’ altezza del suo cuore, ma rimase ipnotizzato dagli occhi del ragazzo.

Quello sguardo… quell’ espressione…

Kaori…

Anche Kaori aveva avuto quel coraggio, quella fierezza… Ogni volta che l’ aveva vista con una pistola puntata alla tempia, ogni volta che si era trovata in pericolo, Kaori aveva avuto… quello sguardo.

Ryo esitò. La mano che impugnava la pistola tremò leggermente.

Cosa mi sta succedendo?

Aveva ucciso molta gente negli anni addietro, in guerriglia aveva provocato stragi, non si era mai tirato indietro. Ed erano cose che nel tempo non si disimparavano.

Spara Ryo! Spara se vuoi sopravvivere. Sei arrabbiato, furioso perché Kaori non c’è più! Hai giurato di prendertela con il mondo intero. Spara e uccidi, se vuoi tornare a essere il Ryo di una volta. Il Ryo senza vita, incapace di soffrire. Spara e uccidi, senza pensare più a niente!

Guardò il giovane, scrutò nei suoi occhi.

Spara Ryo! Se tu potessi sopravvivere… Se tu riuscissi a sopravvivere anche a scapito della mia vita sarei contenta!

Kaori…

Ryo abbassò l’ arma. Non riusciva a ucciderlo a sangue freddo.

Il ragazzo lo fissò interrogativamente. Ryo gli diede le spalle. Lo scalpiccio dietro di sé, gli fece capire che se n’era andato.

Lui rimase immobile a contemplare la phyton che era rimasta, muta, nelle sue mani. Per la prima volta gli parve un oggetto inutile. Un oggetto che poteva solo difenderlo, ma che non avrebbe mai più aggredito.

Lentamente la nascose nella giacca.

- Ti ho ritrovato, City Hunter!

Ryo si voltò con uno scatto. La guardia del corpo era comparsa alle sue spalle e puntava la pistola contro di lui. (Scusami Ryo, ma non gliel’ hai portata via?!? ^^’ NdA)

- Se cerchi il tuo cliente, non l’ ho ucciso – rispose lui, con voce piatta – È scappato.

- È te che cerco – l’uomo sogghignò – Uccidere City Hunter è un vero motivo di orgoglio!

Ryo non replicò.

- Inoltre – continuò l’omone – Il fatto che tu abbia lasciato scappare la vittima che dovevi uccidere, mi semplifica il compito. So che la tua donna è morta. Ti sei rammollito, non è vero?

Ryo gli diede il fianco, guardando lontano.

Forse era vero. Non era riuscito a uccidere quel ragazzo. Non era stato in grado di tornare il killer di un tempo. Il guerriero al quale era stato insegnato solamente a combattere e ad ammazzare.

- Ti faccio un favore City Hunter, non lo pensi? Non sei più lo sweeper di una volta. La tua carriera è finita.

Ryo continuò a non guardarlo. Non mosse un muscolo.

- Ti farò raggiungere la tua donna, dovresti ringraziarmi!

Stavolta Ryo lo fissò. Vide la pistola puntata all’ altezza del suo cuore.

Raggiungere la sua donna… Perché no?

Kaori…

Sarebbe stato semplice. Arrivare finalmente alla conclusione di una vita senza scopo.

Lasciarsi uccidere, lasciare che le cose accadessero.

La fine di City Hunter. Ucciso tragicamente nel corso di un incarico.

Il mito di invincibilità che si era costruito in tanti anni, si sarebbe miseramente sgretolato. Ma che importanza poteva avere?

Lui sarebbe stato finalmente libero. Bastava restare immobile.

Era sufficiente non fare niente. Le cose sarebbero accadute da sole.

Non si mosse, aspettando.

L’omone di fronte a lui era perplesso. Non comprendeva la sua reazione, si aspettava forse una contromossa. Cercava di comprendere cosa a Ryo passasse nella testa.

- Ti sei arreso City Hunter? Allora porrò fine per sempre alle tue imprese!

Ryo attese, per la prima volta passivo di fronte a un combattimento.

Non lasciò con lo sguardo gli occhi dell’ uomo.


Resto con te … non morirai da solo …

Non fraintendermi, Kaori! Non mi è mai passato per la testa di rimanere… Voglio scappare!


Ho mai rotto una promessa?! Non ti farò soffrire con la mia morte!


Spalancò gli occhi, trasalendo.

Kaori!

Sentì il rumore del grilletto. Fulmineo, estrasse la pistola e sparò a sua volta. Il proiettile dell’ uomo lo sfiorò al fianco, provocandogli una lieve ferita. Ryo cadde su un ginocchio, ma si risollevò prontamente.

L’ omone era a terra, colpito gravemente a una gamba. Non sarebbe riuscito a rialzarsi per un po’. Stringeva ancora in mano la pistola. Con un secondo sparo, Ryo lo disarmò.

Gli si avvicinò, squadrandolo dall’alto, la phyton nella mano destra.

L’ uomo digrignò i denti.

Ryo lo sorpassò senza più degnarlo di uno sguardo.

- Ci rincontreremo più avanti – disse soltanto, andandosene.

Camminò a lungo, in direzione del porto. Si fermò solo al molo e abbassò lo sguardo verso l’acqua, nera nella notte.

La vide agitarsi, gonfiarsi, rilassarsi. Pensò a quanto sarebbe stato bello, perdersi in quel flusso.

Sopravvivrò per la persona che amo.

E adesso..?

Adesso che questa persona non c’era più? Quale motivo avrebbe trovato per sopravvivere?

Perché non si era lasciato uccidere?

Senza Kaori, non sarebbe più potuto restare la stessa persona che era stato fino a qualche settimana prima.

Ma non era riuscito neppure a tornare l’uomo senza scopo di un tempo. Cancellare quello che Kaori aveva fatto con lui, era stato impossibile.

Non poteva vivere senza Kaori, ma non poteva morire, perché lei gli aveva insegnato ad apprezzare la vita.

Non poteva tornare ad essere il guerriero di un tempo… L ‘uomo che cercava la morte, perché non credeva di meritare di vivere. Kaori gli aveva insegnato che qualcuno poteva amarlo per quello che era.

E questo non riusciva a cancellarlo. Non ne era stato in grado. Anche sforzandosi, non ne era stato in grado.

Non riusciva a uccidere e non riusciva a farsi ammazzare.

- Non posso vivere e non posso morire – disse alle onde, fissandole con un mezzo sorriso amaro.

Se tu riuscissi a sopravvivere anche a scapito della mia vita sarei contenta!

Avrebbe dovuto farlo. Sopravvivere.

Non poteva essere il Ryo di un tempo, non poteva più essere il Ryo di quando Kaori era in vita.

Ma sarebbe dovuto andare avanti.

Avrebbe dovuto trovare un modo nuovo di vivere, di andare avanti e camminare.

In qualche maniera, un nuovo Ryo, diverso, avrebbe trovato modo di continuare a esistere.

Alzò gli occhi dal mare, verso l’ alba che iniziava a spuntare.

Kaori, dal cielo, gli sorrise.






THE END
  
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