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Autore: the princess    31/10/2006    1 recensioni
-Io, in fondo sono dolce... solo che la parte della cinica materialista mi si addice troppo per cambiare personaggio...-... Marta è costretta ad affrontare un nuovo mondo... ma l'incontro con un gruppo di ragazzi, gli renderà tutto più semplice...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora…- Marta e Seb erano rimasti soli

-Allora…- Marta e Seb erano rimasti soli.

I resto dei ragazzi si era diretto verso le rampe. Ognuno di loro era occupato in qualcosa.

Il ragazzo imbarazzato aveva iniziato a muovere una gamba nervosamente.

-Ehi calmo… non sono mica la corte marziale…- rise lei non guardandolo, mente continuava a fissare davanti a se.

-Scusa… e che non so di cosa parlare…- riprese.

-Beh potresti parlarmi di te… io sono un tipo che sa ascoltare... quando mi sentirai russare vorrà dire che il discorso era diventato leggermente noioso…- Seb rise.

-A quanto pare neanche tu sai andare sullo skate…- disse.

-Si, io sono più tipo da macchina… i rollerblade sono un regalo…- rispose.

-Almeno non sono più il solo ad essere impedito con quel marchingegno!- esultò.

-Non preoccuparti…- i due sorrisero.

-Carino quel cellulare…- disse poi lui indicando con lo sguardo il telefono in mano della ragazza.

-Grazie… l’ultimo modello…- disse consegnandoglielo.

-Chissà che faccia farà Patrick..- rise aprendolo.

-Patrick sarebbe Pat…?- chiese.

-Si, lui… comunque senti… fammi capire… che classe dovresti frequentare?- domandò.

-Beh il secondo anno…- diede risposta.

-Allora sei in classe con me? Io faccio la 2^ D…- .

-Mi sa di no… io farò la 2^F…-.

-F… ci va la mia ragazza nella F!!- esclamò.

Lei sorrise. –Sono felice che questo ti provochi tutta questa ilarità!-.

-Si… ma ora che facciamo.. quelli là non si smuoveranno almeno fino a quando non cala il sole…- sbuffò.

-Capito… ma da quando vi conoscete tu ed il resto del commando?- domandò.

-Da sempre… sono la mia famiglia quei ragazzi…- diede risposta.

-Anche quell’idiota che mi ha quasi ucciso?-.

-Si anche lui… povero Pierre…- rise.

-Povera me… la malcapitata di turno…-.

-Stavate parlando di me?- Pierre apparve alle spalle dei due che sussultarono.

-Si, ma non devi andarne fiero…- lo derise Marta.

-Mamma che dolce…- scherzò lui.

-Grazie…- rispose facendogli la linguaccia.

-Marta sta squillando!- Seb che tenevano ancora in mano il cellulare glielo porse.

Lesse il nome e rispose.

-Che vuoi?- domandò.

-Dobbiamo chiamare alla mamma torna a casa…- la voce di sua sorella era come al solito distante.

-Eccomi, ciao…- Marta riattaccò.

-Io devo andare… ragazzi… anzi Seb è stato un piacere conoscerti…- baciò il ragazzo sulla guancia.

-E a me?- chiese Pierre.

-Beh di fare la tua conoscenza ne avrei fatto volentieri a meno…- disse per poi avvicinarsi alla rampa, dove David faceva mostra della sua bravura.

-Dave io vado…- esclamò.

-Vuoi che ti accompagno?- chiese fermandosi e accostarsi a lei.

-No grazie… ciao… salutami gli altri e digli che sono stata felicissima di conoscerli e che ci vediamo domani…- baciò anche lui sulla guancia.

-Ok… allora a domani novellina!- rise tornando a fare quello che stava facendo.

 

*

 

 

 

 

-Svegliati vipera!- Simona era appena entrata nella stanza della sorella.

-Ho sonno, sparisci!- rispose l’altra mettendosi il cuscino sopra la testa.

-Alzati! Sei già in ritardo!!- le urlò.

-Che gran rottura!- Marta si alzò e si sedette sul letto. Uno spiffero la fece tremare. La sorella uscì dalla stanza con un sonoro sbuffo.

Aprì l’armadio e ne uscì un paio di jeans e una maglia di D&G che aveva comprato prima di partire.

Prese una borsetta e uscì dalla stanza, dopo essere passata dallo specchio.

-Scusa, lo zaino?- le domandò il padre.

-Non credo che ne avrò bisogno… e poi non sono un tipo da zaino…- rispose prendendo una banana.

-Beh vai a scuola e di conseguenza dovrai indossare lo zaino…- la rimproverò lui.

-A casa ho sempre fatto così…- disse con calma.

-Adesso non farmi iniziare ad urlare… non voglio iniziare con il mal di testa!-.

-Fa come vuoi… io vado!- uscì chiudendo la porta.

Si appoggiò al muro e scivolò fino a terra.

“Che situazione…” pensò sospirando.

I suoi pensieri furono interrotti da una voce.

-Marta… sei caduta? Vuoi una mano a rialzarti?- David era di fronte a lei che le porgeva la mano.

-No… non ti preoccupare…- lo calmò prendendolo per mano e alzandosi.

-Questi pantaloni sono costati un casino di soldi…- si lamentò pulendoli.

Lui rise.

-Sei pronta per entrare a far parte della nuova scuola?- chiese.

-Prontissima…- rispose.

I due si incamminarono.

-Oggi speriamo di non sbagliare classe…- sussurrò lei.

-Non preoccuparti, te la indico io la strada… comunque oggi, ho qualcuno da presentarti!- rise.

-Dimmi la verità vuoi liberarti di me…?- chiese inarcando un sopracciglio.

-Ma smettila!- rise tirandole una leggera gomitata.

I ragazzi giunsero nel cortile della scuola.

-Buon giorno!- disse Marta avvicinandosi.

-Parla per te… oggi ho due interrogazioni e un compito in classe…- sbuffò Pierre.

-Ciao anche a te…- rise lei.

-Beh scusalo…- si intromise Chuck.

-Non preoccuparti…- ad un tratto una ragazza saltò sulle spalle del brunetto.

-Ecco il mio Chuckuzzo!!!- esclamò abbracciandolo.

-Sorellina che ne dici di cacciarti dalla mia schiena?- domandò lui, dolorante.

-Se devo proprio…-.

-Devi devi!- la ragazza scese.

-Piacere io sono Kekka, la sorella intelligente del ragazzo qui presente!- rise la ragazza porgendo la mano a Marta.

-Piacere mio, sono Marta!-.

-Non spaventarla ora…- disse Chuck.

-Non preoccuparti che ci vuole ben altro per spaventarmi…-.

-Marta, allontaniamoci da questi idioti, che ti presento le mie amiche!- Francesca la prese per un braccio e la tirò via.

-Povera Marta!- rise David, Kekka gli rispose con una linguaccia.

-Allora questa è Mary!- disse poi rivolta ad una ragazza seduta su una panchina.

-Ciao… mamma Kekka, la prossima volta posso saltare io addosso a tuo frate?- chiese mordendosi un labbro.

-E smettila che mi sconvolgo…-  disse Francesca facendo finta di vomitare.

-Beh io, se posso intromettermi, tuo fratello è un bel ragazzo…- si aggiunse Marta.

-Vedi come la ragazza capisce… comunque piacere Mary!-.

-Marta… beh se devo essere sincera, nessuno di quei sei ragazzi è male!- continuò.

-Grandi perle di saggezza…- rise Mary.

-Comunque si, anche se uno è occupato!- disse Kekka.

-Chi?- domandò la nuova arrivata sedendosi sulla panchina accanto a Mary.

-Seb… è fidanzato con Simone…- sbuffò una.

-Ah… vabbè… gli altri sono liberi…- rise.

-Giusto!- si aggiunse Mary.

-Allora Marta parlaci di te…- Kekka prese un quaderno dallo zaino.

-Non ho niente da dire…- rispose semplicemente.

-Mamma che palle!!! Oggi  abbiamo la racchia di inglese in prima ora…!- sbuffò Mary.

-Inglese… me la cavo…- Marta si strinse tra le spalle.

-Ci hanno raccontato della tua bellissima figura di ieri…!- rise Kekka.

-Ehm… si… ma cambiamo discorso mi è bastata la faccia della professoressa quando mi ha visto coi pattini!- diede risposta appoggiando la testa tra le braccia, le due risero.

-Non preoccuparti noi abbiamo fatto figure altrettanto pessime…-.

-Si e non ne vogliamo parlare!- precisò Mary.

-Ok, non preoccupatevi… oggi mi dovete fare da guide…-.

-Esatto… quindi possiamo approfittate di questo per saltare la prima ora!- esultò Kekka.

-Si andiamo dalla preside e diciamole che dobbiamo illustrarle la scuola… sei d’accordo?- chiese poi l’altra a Marta, che aveva fissato il colloquio delle sue ridendo e pensando a quanto si assomigliassero.

-E me lo chiedi pure?? Anche secondo me solo la prima ora è poco… la scuola è grande…- inarcò un sopracciglio.

-Ok… 3 ore basteranno!- tutte e tre risero per poi iniziare ad organizzarsi le parti, per l’incontro con la preside.

Finito il tutto decisero di mettere in atto il loro piano.

Marta si alzò per prima dalla panchina di scatto, senza accorgersene tirò una gomitata ad un ragazzo che passava di là.

-Ahi cazzo!- si lamentò.

-Ops scusa… ma eri in mezzo alle scatole…- si scusò, mente Pierre si cacciava le mani dal viso.

-Ammetti che è colpa tua!- la rimproverò massaggiandosi il naso.

-Uffa… non è colpa mia io sono stata distratta ma anche tu potevi vedere che mi stavo alzando!- si discolpò.

-Lascio stare!! Con te è una gara persa in partenza sei un caso disperato…- concluse.

-Ma guarda che presuntuoso ma se non mi conosci da neanche 2 giorni!-.

-Beh mi sono bastati!- David e Kekka si intromisero tra i due.

-Ok… noi adesso andiamo dalla preside…- disse la ragazza prendendo Marta da un braccio.

-E che dovete fare dalla preside?? Non mi dire che vi hanno beccato quando avete rubato dalla mensa la pizza…?- si intromise Chuck.

-Per prima cosa no… per secondo non siamo state le uniche, se veniamo beccate noi… non vi preoccupate che non ci pensiamo due volte a fare i vostri nomi!- esclamò la sorella.

-Io non lo farei mai il tuo nome Chuck…- disse Mary con voce suadente.

-Vedi Mary mi vuole bene…- rise lui abbracciandosi alla ragazza e baciandole la fronte ridendo.

Mary arrossì violentemente.

-E vabbè! Io ho Pierre che mi vuole bene…- Kekka si abbracciò a Pierre.

-Ragazzi basta…- disse David mentre fratello e sorella stavano stritolando i due poveri malcapitati.

-Si dai…- si aggiunse Marta, fissando Pierre… anche se era di un’antipatia unica… era davvero bellissimo.

-Ok… io la mollo…- sospirò Chuck, mentre Mary non smetteva di stringerlo, quando ad un tratto si senti tutti gli occhi addosso.

-Ehm… mi si era impigliata la cintura…- si giustificò allontanandosi.

-Si… ok anche io lo lascio…-.

Kekka e Mary si accostarono a Marta e la presero a braccetto.

-Andiamo ragazze, lasciamo questi incompetenti!- scherzò Mary voltandosi.

-Come è stato essere stata così a contatto con Chuck…?- le sussurrò Marta ridendo.

-Kekka tuo fratello è…..- non concluse una frase ma fece un espressione che valse più di mille parole.

Francesca si allontanò di scatto.

-Bleah! Mi disgusti!- urlò.

-Ma dai… è stata appena stritolata dal suo amore…- sorrise Marta.

-Si… io sono sempre aperta a lui…- sospirò Mary.

-Sono l’unica ad aver percepito un doppio senso…- chiese l’amica.

-Ti prego Marta… zitta…- l’ammutolì Kekka.

Le tre entrarono nella scuola.

 

  
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