-Allora…- Marta e Seb
erano rimasti soli.
I resto dei ragazzi si era
diretto verso le rampe. Ognuno di loro era occupato in qualcosa.
Il ragazzo imbarazzato aveva
iniziato a muovere una gamba nervosamente.
-Ehi calmo… non sono
mica la corte marziale…- rise lei non guardandolo, mente continuava a
fissare davanti a se.
-Scusa… e che non so
di cosa parlare…- riprese.
-Beh potresti parlarmi di
te… io sono un tipo che sa ascoltare... quando mi sentirai russare
vorrà dire che il discorso era diventato leggermente noioso…- Seb
rise.
-A quanto pare neanche tu
sai andare sullo skate…- disse.
-Si, io sono più tipo
da macchina… i rollerblade sono un regalo…- rispose.
-Almeno non sono più
il solo ad essere impedito con quel marchingegno!- esultò.
-Non preoccuparti…- i
due sorrisero.
-Carino quel
cellulare…- disse poi lui indicando con lo sguardo il telefono in mano
della ragazza.
-Grazie…
l’ultimo modello…- disse consegnandoglielo.
-Chissà che faccia
farà Patrick..- rise aprendolo.
-Patrick sarebbe Pat…?-
chiese.
-Si, lui… comunque
senti… fammi capire… che classe dovresti frequentare?-
domandò.
-Beh il secondo anno…-
diede risposta.
-Allora sei in classe con
me? Io faccio la 2^ D…- .
-Mi sa di no… io
farò la 2^F…-.
-F… ci va la mia
ragazza nella F!!- esclamò.
Lei sorrise. –Sono
felice che questo ti provochi tutta questa ilarità!-.
-Si… ma ora che
facciamo.. quelli là non si smuoveranno almeno fino a quando non cala il
sole…- sbuffò.
-Capito… ma da quando
vi conoscete tu ed il resto del commando?- domandò.
-Da sempre… sono la
mia famiglia quei ragazzi…- diede risposta.
-Anche quell’idiota
che mi ha quasi ucciso?-.
-Si anche lui… povero
Pierre…- rise.
-Povera me… la
malcapitata di turno…-.
-Stavate parlando di me?-
Pierre apparve alle spalle dei due che sussultarono.
-Si, ma non devi andarne
fiero…- lo derise Marta.
-Mamma che dolce…-
scherzò lui.
-Grazie…- rispose
facendogli la linguaccia.
-Marta sta squillando!- Seb
che tenevano ancora in mano il cellulare glielo porse.
Lesse il nome e rispose.
-Che vuoi?- domandò.
-Dobbiamo chiamare alla
mamma torna a casa…- la voce di sua sorella era come al solito distante.
-Eccomi, ciao…- Marta
riattaccò.
-Io devo andare…
ragazzi… anzi Seb è stato un piacere conoscerti…-
baciò il ragazzo sulla guancia.
-E a me?- chiese Pierre.
-Beh di fare la tua
conoscenza ne avrei fatto volentieri a meno…- disse per poi avvicinarsi
alla rampa, dove David faceva mostra della sua bravura.
-Dave io vado…-
esclamò.
-Vuoi che ti accompagno?-
chiese fermandosi e accostarsi a lei.
-No grazie…
ciao… salutami gli altri e digli che sono stata felicissima di conoscerli
e che ci vediamo domani…- baciò anche lui sulla guancia.
-Ok… allora a domani
novellina!- rise tornando a fare quello che stava facendo.
*
-Svegliati vipera!- Simona
era appena entrata nella stanza della sorella.
-Ho sonno, sparisci!-
rispose l’altra mettendosi il cuscino sopra la testa.
-Alzati! Sei già in
ritardo!!- le urlò.
-Che gran rottura!- Marta si
alzò e si sedette sul letto. Uno spiffero la fece tremare. La sorella
uscì dalla stanza con un sonoro sbuffo.
Aprì l’armadio
e ne uscì un paio di jeans e una maglia di D&G che aveva comprato
prima di partire.
Prese una borsetta e
uscì dalla stanza, dopo essere passata dallo specchio.
-Scusa, lo zaino?- le
domandò il padre.
-Non credo che ne
avrò bisogno… e poi non sono un tipo da zaino…- rispose
prendendo una banana.
-Beh vai a scuola e di
conseguenza dovrai indossare lo zaino…- la rimproverò lui.
-A casa ho sempre fatto
così…- disse con calma.
-Adesso non farmi iniziare
ad urlare… non voglio iniziare con il mal di testa!-.
-Fa come vuoi… io
vado!- uscì chiudendo la porta.
Si appoggiò al muro e
scivolò fino a terra.
“Che
situazione…” pensò sospirando.
I suoi pensieri furono
interrotti da una voce.
-Marta… sei caduta?
Vuoi una mano a rialzarti?- David era di fronte a lei che le porgeva la mano.
-No… non ti
preoccupare…- lo calmò prendendolo per mano e alzandosi.
-Questi pantaloni sono
costati un casino di soldi…- si lamentò pulendoli.
Lui rise.
-Sei pronta per entrare a
far parte della nuova scuola?- chiese.
-Prontissima…-
rispose.
I due si incamminarono.
-Oggi speriamo di non
sbagliare classe…- sussurrò lei.
-Non preoccuparti, te la
indico io la strada… comunque oggi, ho qualcuno da presentarti!- rise.
-Dimmi la verità vuoi
liberarti di me…?- chiese inarcando un sopracciglio.
-Ma smettila!- rise
tirandole una leggera gomitata.
I ragazzi giunsero nel
cortile della scuola.
-Buon giorno!- disse Marta
avvicinandosi.
-Parla per te… oggi ho
due interrogazioni e un compito in classe…- sbuffò Pierre.
-Ciao anche a te…-
rise lei.
-Beh scusalo…- si
intromise Chuck.
-Non preoccuparti…- ad
un tratto una ragazza saltò sulle spalle del brunetto.
-Ecco il mio Chuckuzzo!!!-
esclamò abbracciandolo.
-Sorellina che ne dici di
cacciarti dalla mia schiena?- domandò lui, dolorante.
-Se devo proprio…-.
-Devi devi!- la ragazza
scese.
-Piacere io sono Kekka, la
sorella intelligente del ragazzo qui presente!- rise la ragazza porgendo la
mano a Marta.
-Piacere mio, sono Marta!-.
-Non spaventarla ora…-
disse Chuck.
-Non preoccuparti che ci
vuole ben altro per spaventarmi…-.
-Marta, allontaniamoci da
questi idioti, che ti presento le mie amiche!- Francesca la prese per un
braccio e la tirò via.
-Povera Marta!- rise David, Kekka
gli rispose con una linguaccia.
-Allora questa è
Mary!- disse poi rivolta ad una ragazza seduta su una panchina.
-Ciao… mamma Kekka, la
prossima volta posso saltare io addosso a tuo frate?- chiese mordendosi un
labbro.
-E smettila che mi
sconvolgo…- disse Francesca
facendo finta di vomitare.
-Beh io, se posso
intromettermi, tuo fratello è un bel ragazzo…- si aggiunse Marta.
-Vedi come la ragazza
capisce… comunque piacere Mary!-.
-Marta… beh se devo
essere sincera, nessuno di quei sei ragazzi è male!- continuò.
-Grandi perle di
saggezza…- rise Mary.
-Comunque si, anche se uno
è occupato!- disse Kekka.
-Chi?- domandò la
nuova arrivata sedendosi sulla panchina accanto a Mary.
-Seb… è
fidanzato con Simone…- sbuffò una.
-Ah…
vabbè… gli altri sono liberi…- rise.
-Giusto!- si aggiunse Mary.
-Allora Marta parlaci di
te…- Kekka prese un quaderno dallo zaino.
-Non ho niente da
dire…- rispose semplicemente.
-Mamma che palle!!!
Oggi abbiamo la racchia di inglese
in prima ora…!- sbuffò Mary.
-Inglese… me la
cavo…- Marta si strinse tra le spalle.
-Ci hanno raccontato della
tua bellissima figura di ieri…!- rise Kekka.
-Ehm… si… ma
cambiamo discorso mi è bastata la faccia della professoressa quando mi
ha visto coi pattini!- diede risposta appoggiando la testa tra le braccia, le
due risero.
-Non preoccuparti noi
abbiamo fatto figure altrettanto pessime…-.
-Si e non ne vogliamo
parlare!- precisò Mary.
-Ok, non
preoccupatevi… oggi mi dovete fare da guide…-.
-Esatto… quindi
possiamo approfittate di questo per saltare la prima ora!- esultò Kekka.
-Si andiamo dalla preside e
diciamole che dobbiamo illustrarle la scuola… sei d’accordo?-
chiese poi l’altra a Marta, che aveva fissato il colloquio delle sue
ridendo e pensando a quanto si assomigliassero.
-E me lo chiedi pure?? Anche
secondo me solo la prima ora è poco… la scuola è
grande…- inarcò un sopracciglio.
-Ok… 3 ore
basteranno!- tutte e tre risero per poi iniziare ad organizzarsi le parti, per
l’incontro con la preside.
Finito il tutto decisero di
mettere in atto il loro piano.
Marta si alzò per
prima dalla panchina di scatto, senza accorgersene tirò una gomitata ad
un ragazzo che passava di là.
-Ahi cazzo!- si
lamentò.
-Ops scusa… ma eri in
mezzo alle scatole…- si scusò, mente Pierre si cacciava le mani
dal viso.
-Ammetti che è colpa
tua!- la rimproverò massaggiandosi il naso.
-Uffa… non è
colpa mia io sono stata distratta ma anche tu potevi vedere che mi stavo
alzando!- si discolpò.
-Lascio stare!! Con te
è una gara persa in partenza sei un caso disperato…- concluse.
-Ma guarda che presuntuoso
ma se non mi conosci da neanche 2 giorni!-.
-Beh mi sono bastati!- David
e Kekka si intromisero tra i due.
-Ok… noi adesso
andiamo dalla preside…- disse la ragazza prendendo Marta da un braccio.
-E che dovete fare dalla
preside?? Non mi dire che vi hanno beccato quando avete rubato dalla mensa la
pizza…?- si intromise Chuck.
-Per prima cosa no…
per secondo non siamo state le uniche, se veniamo beccate noi… non vi
preoccupate che non ci pensiamo due volte a fare i vostri nomi!- esclamò
la sorella.
-Io non lo farei mai il tuo
nome Chuck…- disse Mary con voce suadente.
-Vedi Mary mi vuole
bene…- rise lui abbracciandosi alla ragazza e baciandole la fronte
ridendo.
Mary arrossì
violentemente.
-E vabbè! Io ho
Pierre che mi vuole bene…- Kekka si abbracciò a Pierre.
-Ragazzi basta…- disse
David mentre fratello e sorella stavano stritolando i due poveri malcapitati.
-Si dai…- si aggiunse
Marta, fissando Pierre… anche se era di un’antipatia unica…
era davvero bellissimo.
-Ok… io la
mollo…- sospirò Chuck, mentre Mary non smetteva di stringerlo,
quando ad un tratto si senti tutti gli occhi addosso.
-Ehm… mi si era
impigliata la cintura…- si giustificò allontanandosi.
-Si… ok anche io lo
lascio…-.
Kekka e Mary si accostarono
a Marta e la presero a braccetto.
-Andiamo ragazze, lasciamo
questi incompetenti!- scherzò Mary voltandosi.
-Come è stato essere
stata così a contatto con Chuck…?- le sussurrò Marta
ridendo.
-Kekka tuo fratello
è…..- non concluse una frase ma fece un espressione che valse
più di mille parole.
Francesca si
allontanò di scatto.
-Bleah! Mi disgusti!-
urlò.
-Ma dai… è
stata appena stritolata dal suo amore…- sorrise Marta.
-Si… io sono sempre
aperta a lui…- sospirò Mary.
-Sono l’unica ad aver
percepito un doppio senso…- chiese l’amica.
-Ti prego Marta…
zitta…- l’ammutolì Kekka.
Le tre entrarono nella
scuola.