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Autore: jammyjam    05/04/2012    1 recensioni
Tratto dal capitolo 1: "Quella notte Quinn, dormì per la prima volta serena, sapendo che niente e nessuno l’avrebbe trattenuta a Lima dopo il diploma, ignara che di lì a poco, l’amore avrebbe bussato alla sua porta, mettendo in discussione il suo sogno".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui.. Ce l'ho fatta, pensavo di non riuscire a finirlo e invece... eccolo! Non mi convince moltissimo, più che altro l'ho scritto di fretta tra una litigata e l'altra con la mia dolce metà... niente di grave... il mio ex ragazzo si è intromesso in una menata e lei si è un po' infuriata... vabbè, tutto passato... 

Buona lettura e ci vediamo nei commenti!

Dimenticavo, vi ringrazio tutti! 

Jam

 

CAPITOLO 8

 

Prima di partire per un lungo viaggio...

-Irene Grandi-

 

Finalmente le vacanze di Natale. Nonostante le cose fra di loro andassero più che bene, tra il Glee Club, la scuola, gli esami che si avvicinano e tutto il resto, avevano seriamente bisogno di staccare la spina. Rachel non era proprio di questo avviso, per lei questi giorni di vacanza erano uno spreco, dovevano continuare a provare le canzoni, tenersi in allenamento e soprattutto fare di tutto per non essere solo una finalista della NYADA: voleva essere a tutti gli effetti ammessa. Quinn, nonostante la sua voglia di evadere un po’ dalla solita routine, non si oppose più di tanto. Ormai l’aveva capito, mai mettersi contro Rachel Berry.

 

Una sera di pioggia, le due ragazze stavano in camera della mora a guardare, per la millesima volta Funny Girl, il film preferito di Rachel e a Quinn andava bene rivederlo, l’importante era stare abbracciata alla sua ragazza e vedere i suoi occhi sognanti mentre guardava il film. Non si dimenticherà mai, lo sguardo di Rachel mentre cantava Don’t rain on my parade per un compito del Glee; era il suo sogno e sapeva che ce l’avrebbe fatta. Un giorno, fra un anno, due o dieci, sapeva che Rachel sarebbe diventata una grandissima stella di Broadway e avrebbe fatto di tutto per accompagnarla in questo viaggio, supportarla e starle vicino. Sarebbe stata la sua fan numero uno. In effetti, già lo era. 

 

Durante la visione del film, il telefono di Quinn squillò. Un messaggio.

 

“Chi è Quinn?” senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

 

“E’... è mia madre” Quinn era sorpresa e Rachel si girò di scatto verso di lei.

 

“Come mai? E’ successo qualcosa?” era preoccupata. Il rapporto tra Quinn e la madre ormai era pari a zero, si vedevano solo la sera, quando Quinn tornava a casa a dormire. Fosse stato per lei sarebbe rimasta sempre da Rachel, anche la notte, ma non voleva dare alla madre ulteriori preoccupazioni.

 

“No. Vuole parlarmi. Sta arrivando” Quinn non ci stava capendo nulla. Che voleva? Perchè proprio ora? Non ha mai accettato nulla in questi due mesi, cosa le ha fatto cambiare idea? 

 

“Scherzi?”

 

“Eh purtroppo no”

 

“Dai muoviti, sistemiamo e rendiamoci presentabili, sai in mutande non facciamo proprio una bella impressione” e detto ciò si vestirono velocemente, tra baci, carezze e risate, anche se Quinn si sentiva in ansia, ma non lo fece notare più di tanto, specialmente perchè Rachel si sentiva terribilmente in colpa.

 

-

-

 

Il suono del campanello rimbombò per casa, come se fosse un segnale della fine del mondo e Quinn corse ad aprire la porta, con il cuore che martellava nel petto, accompagnata da Rachel che la teneva per mano.

 

“Ciao mamma, entra” alla vista della Signora Fabray, Rachel staccò la mano di Quinn. Non voleva subito creare disagi.

 

-

-

 

Dopo averla fatta accomodare in soggiorno e averle preparato il tè, il silenzio calò nella stanza. Quinn guardava la madre, Rachel guardava fuori dalla finestra a disagio e la Signora Fabray si tormentava le mani.

 

“Mamma? Perchè sei qui? E’ successo qualcosa?” Quinn cominciava a preoccuparsi.

 

“No tranquilla cara. Devo però dirti una cosa molto importante” e guardò la figlia per la prima volta da quando era in quella casa, dritta negli occhi.

 

Quinn deglutì e aspettò che continuasse.

 

“Qualche giorno fa mi ha contatto Shelby Corcoran, la madre adottiva di Beth” Quinn perse un battito.

 

“A breve si trasferirà a Los Angeles per un lavoro in una compagnia teatrale. No aspetta lasciamo finire” Quinn stava per dire qualcosa, contrariata a quella frase. “Tra due giorni parte, anche se il lavoro inizierà a fine gennaio, ma parte prima per sistemare la casa e le varie faccende, come la babysitter, il nido eccetera. Ha chiamato sostanzialmente per tenere fede alla promessa che ha fatto a te e a Noah tempo fa” e si fermò. 

Rachel aveva già capito tutto, ma Quinn sembrava confusa, come se la madre stesse parlando in un’altra lingua.

 

“Tesoro, vuole che tu e Noah passiate queste vacanze di Natale con lei e Beth a Los Angeles, in modo tale da stare un po’ con la piccola, mentre lei organizza tutto e appena la scuola ricomincia ritornerete qui. Noah ha già accettato”

 

Quinn si sentì come se il mondo le fosse crollato sulle spalle. Aveva desiderato con tutto il cuore di poter trascorrere del tempo con sua figlia, e ora che era arrivato il momento si sentiva spaesata. Rachel le prese la mano e gliela strinse forte.

 

“Lo so che stare con Beth così poco tempo, per di più in una città così lontana con l’idea che finite queste vacanze non la rivedrai per moltissimo tempo, è dura, ma pensaci bene. E’ un’occasione unica, ma devi fare ciò che ti senti” e senza aggiungere altro, si alzò, lasciò sul tavolino il biglietto aereo e se ne andò.

 

Quinn si lasciò cadere sul divano con le mani sul volto. Rachel le accarezzava la gamba incapace di dire qualsiasi cosa.

 

“Non ci credo. Non si fa sentire per mesi, viene qua, mi sgancia una bomba e se ne va senza dire nulla. Allucinante”

 

“Quinn, a parte tutto, non credo sia questo il punto focale della storia”

 

“Eh lo so. Proprio ora che ero riuscita ad andare avanti, a rassegnarmi l’idea che Beth non è più mia figlia, Shelby ripiomba nella mia vita con questa cosa assurda. Cioè, dovrei andare per tutte le vacanze a LA con loro”

“E’ quello che vuoi? Non sei obbligata Q, puoi anche non farlo e andrà solo Puck”

 

“Ho paura Rach. Ho paura di affezionarmi a Beth e non riuscire a tornare senza di lei. Ho paura di ritornare in un quel vortice di pazzia che ho attraversato poco tempo fa. Ho una paura tremenda, ma alla stesso tempo una gran voglia di conoscerla”

 

Rachel non sapeva cosa dire. Voleva con tutto il cuore che Quinn rifiutasse, aveva paura quanto lei di rivederla in quello stato, ma allo stesso tempo voleva accettare qualsiasi cosa la sua ragazza decidesse di fare e starle vicino, come le aveva detto alle “terrazza” la sera della loro prima volta.

 

Quinn si alzò di colpo, prese il biglietto, lo mise in borsa e si incamminò verso la porta.

 

“Devo schiarirmi le idee, mi faccio una passeggiata”

 

“Da sola” aggiunse quando Rachel la stava raggiungendo; prese le chiavi della macchina e uscì di casa.

 

-

-

 

Guidò fino al parco. Il parco che frequentava da piccola, il parco in cui aveva fumato di nascosto le prime sigarette, il parco della prima volta che ha baciato Rachel.

 

Si lasciò cadere sulla panchina e cominciò a pensare. Non poteva semplicemente far finta che la conversazione con sua mamma non fosse esistita. Doveva decidere: stare con sua figlia, cercare di non affezionarsi alla bambina, tornare dopo le vacanze e andare avanti con la sua vita chiudendo col passato oppure non andare e chiudere subito col passato. Il cuore le diceva di andare, la testa invece le diceva di rimanere a Lima, ma si sa al cuore non si comanda, doveva andare e sfruttare questa occasione. L’occasione di conoscere la figlia, o almeno di passare con lei il maggior tempo possibile, in fondo Beth è sua figlia, non la potrà crescere, non potrà vederla andare a scuola, ma rimaneva sua figlia; dopo di lei la sua vita era cambiata, non c’era nulla da fare, Beth esiste e ha il dovere di esserci per lei, almeno quando poteva. Non potè finire di convincersi di questa decisione che subito il viso di Rachel le apparve, come se fosse stata lì davanti a lei per tutto il tempo. 

Cazzo Rachel. In tutto quel casino non aveva minimamente pensato che andando a LA per tutte le vacanze non l’avrebbe vista, non l’avrebbe aiutata a fare l’albero di Natale (nonostante la famiglia Berry fosse ebrea, avevano acconsentito a fare l’albero per Quinn, dato che stava da loro praticamente sempre), non avrebbe trascorso con lei il countdown di Capodanno, non sarebbe stata con lei. Si sentì uno schifo: scegliere il passato, cioè Beth, o il presente, la sua meravigliosa ragazza che, ne era certa, sarebbe stato il suo futuro?

 

Rimase lì su quella panchina per ore, probabilmente, finchè un messaggio la riscosse.

 

“Amore quando arrivi a casa chiamami, non farmi preoccupare. -R”

 

“Sto tornando a casa ora. -Q”

 

-

-

 

Entrò piano in casa, non voleva svegliare la madre e soprattutto non voleva parlarle, ma appena accese la luce, la trovò sulla poltrona che dormiva. Si avvicinò. In quel momento, sarà il caso o saranno i “poteri di mamma” si svegliò. 

 

“E’ tardi, stai bene? Hai una faccia” la madre si alzò avvicinandosi alla figlia.

 

“Sì mamma, sto bene. Vado a letto. Buonanotte”

 

“Hai deciso?”

 

“Sì mamma” Quinn era stanca, non sarebbe riuscita a sostenere questa conversazione.

 

“E...?”

 

“E niente, mamma. Parto. Domani inizio a preparare le valige” Si sentì uno schifo mentre lo diceva, non per Beth, ma per Rachel. Non aveva avuto il coraggio di passare da lei prima, sapeva che sarebbe stata sveglia, ma il coraggio di dirle che sarebbe partita le era mancato.

 

“Hai fatto la cosa giusta. Buonanotte” e per la prima volta dopo mesi, le diede un bacio.

 

-

-

 

“Buonanotte Q. Qualsiasi cosa tu decida, i’ll stand by you. Ci vediamo domani. Un bacio” 

 

Quinn non lesse subito il messaggio, aveva già spento il cellulare e si era messa sotto le coperte, vestita; era spaventata da quello che sarebbe successo e se avesse letto quel messaggio, forse avrebbe dormito meglio, con la consapevolezza che Rachel l’avrebbe capita in qualsiasi caso.

  
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